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"Vedo la strapazzata masnada attendere nei
 posti di arrivo l’esame del veterinario, uno dopo l’altro, poi decèdere
 con qualche blando muggito lungo il piano inclinato della banchina: uno
 relutta, o s’adombra, si rivolge sui passi già fatti, costringe 
impaurito all’inseguimento, per tutto il piazzale, gli uomini dal 
bastone e dalla tunica blu, che lo rincorrono e lo prevengono, con 
vociferazioni e agitazioni delle braccia.
La nuova paura vince l’altra, e ripiglia 
il cammino prescritto. Nell’attesa del medico qualche animale appoggia 
la fronte a una barra (bavando una sua schiuma dalla bocca, a fiocchi) 
quasi per raggelare al contatto del ferro, dopo la scombussolata notte, 
il tumulto doloroso del proprio sangue.
Qualche altro ha un corno mezzo divelto, e ne sanguina: il caglio scarlatto gli si è raggrumato giù per il muso, l’occhio immalinconito
 sembra dimandarne la cagione alle cose, al mondo. I «caccini» dalla 
tunica blu sono uomini tozzi, tra lo stalliere e il bovaro: hanno una 
placca d’ottone sul petto, col numero, come i facchini delle stazioni."

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