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domenica 19 maggio 2013

Marco Todeschini e la psicobiofisica





Marco Todeschini scienziato eclettico e geniale, nacque a Valsecca in provincia di Bergamo nel 1899. A quindici anni, incominciò a dedicarsi a studi ed esperimenti che durarono per oltre trent’anni. Nel 1921 si laureò a Torino in ingegneria ed in seguito si specializzò in diversi rami della fisica e della neurofisiologia. Divenne docente universitario e scrisse numerosi trattati che ben presto si diffusero in Italia e all’estero, riscuotendo anche il riconoscimento di famosi esponenti della cultura scientifica del tempo. Tra gli altri Enrico Fermi, Q. Majorana e l’ingegnere G. Marconi, con i quali collaborò ed altri insigni fisici stranieri come A.W. Heisenberg, C. Chain e N. Bohr.
Ma a parte la stima di quei pochi che riconobbero in lui il genio, Todeschini rimase sempre ai margini della comunità scientifica e ancora oggi i suoi testi non vengono studiati nelle facoltà universitarie di fisica. La sua opera venne costantemente osteggiata dagli accademici del tempo con un’atteggiamento antiscientifico e irrazionale, ma ciò non fermò il lavoro di Todeschini che senza preoccuparsene continuò i suoi studi. Fondò così grazie alle sue notevoli conoscenze in svariati campi della fisica, ingegneria e fisiologia una nuova scienza fisica, la cosidetta “psicobiofisica” per la quale, nonostante tutto, fu proposto per il premio Nobel per la fisica nel 1974.
Todeschini definì questa nuova scienza “la scienza unitaria del terzo millennio“, in quanto raggruppava insieme fisica, biologia e psicologia. Scopo della psicobiofisica era infatti l’unificazione in sé di tutte le leggi del creato, partendo dall’assunto che tutti i moti dell’universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, nascono da un etere universale in perenne moto vorticoso, in grado di influenzare sia la materia che tutti gli esseri viventi e il loro spirito.
 La psicobiofisica si compone di tre specifici settori tra loro interagenti:
1- una parte fisica, con la quale si dimostra che tutti i fenomeni naturali si identificano in particolari movimenti di spazio fluido o “etere”.
2- una parte biologica, con la quale si dimostra come i movimenti di spazio fluido, urtando contro i nostri organi di senso producano in essi degli impulsi elettrici, che arrivando al cervello suscitano nella psiche le sensazioni di luce, calore, suono, odore, elettricità, tatto, forza ecc.
3- una parte psichica – dove la psiche viene intesa come un atto di volontà che si serve del sistema nervoso come semplice strumento – che fornisce la dimostrazione scientifica dell’esistenza dell’anima umana, del mondo spirituale e di Dio.
Egli sostenne, come solo una teoria unificata che congiungesse il vivente al non vivente, fosse in grado di spiegare la reale struttura dell’universo, le sue finalità e il ruolo dell’umanità in esso. Dimostrò cioè come la separazione nelle varie branche della scienza, fosse alla base dell’ignoranza dell’uomo nei confronti della reale natura dell’universo e della vita in esso. Per comprovare la sua teoria, Todeschini effettuò esperimenti ed approntò strumenti che se ne avvalessero.

Fonte:


Sito dove potete trovare tutte le informazioni riguardanti Todeschini:

 "Dalle misurazioni effettuate giunse così alla conclusione che l'etere è un fluido che riempie tutto lo spazio con una densità 10 alla ventesima volte minore di quella dell'acqua e che i suoi movimenti sono all'origine di tutti i fenomeni fisici. Nella sua teoria unitaria spiegò per esempio il moto degli astri intorno alle proprie orbite con l'effetto di trascinamento prodotto dai vortici di etere (che lui definiva "spazio fluido"). Per Todeschini, quindi, il Sole è al centro di un campo rotante di spazio fluido che si muove suddiviso in strati concentrici, che hanno spessore costante e velocità decrescenti con l'aumentare del loro raggio."

Tratto dal libro  

"Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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