Marco Todeschini scienziato eclettico e geniale, nacque a Valsecca in
 provincia di Bergamo nel 1899. A quindici anni, incominciò a dedicarsi a
 studi ed esperimenti che durarono per oltre trent’anni. Nel 1921 si 
laureò a Torino in ingegneria ed in seguito si specializzò in diversi 
rami della fisica e della neurofisiologia. Divenne docente universitario
 e scrisse numerosi trattati che ben presto si diffusero in Italia e 
all’estero, riscuotendo anche il riconoscimento di famosi esponenti 
della cultura scientifica del tempo. Tra gli altri Enrico Fermi, Q. 
Majorana e l’ingegnere G. Marconi, con i quali collaborò ed altri 
insigni fisici stranieri come A.W. Heisenberg, C. Chain e N. Bohr.
Ma a parte la stima di quei pochi che riconobbero in lui il genio, 
Todeschini rimase sempre ai margini della comunità scientifica e ancora 
oggi i suoi testi non vengono studiati nelle facoltà universitarie di 
fisica. La sua opera venne costantemente osteggiata dagli accademici del
 tempo con un’atteggiamento antiscientifico e irrazionale, ma ciò non 
fermò il lavoro di Todeschini che senza preoccuparsene continuò i suoi 
studi. Fondò così grazie alle sue notevoli conoscenze in svariati campi 
della fisica, ingegneria e fisiologia una nuova scienza fisica, la 
cosidetta “psicobiofisica” per la quale, nonostante tutto, fu proposto per il premio Nobel per la fisica nel 1974.
Todeschini definì questa nuova scienza “la scienza unitaria del terzo millennio“,
 in quanto raggruppava insieme fisica, biologia e psicologia. Scopo 
della psicobiofisica era infatti l’unificazione in sé di tutte le leggi 
del creato, partendo dall’assunto che tutti
 i moti dell’universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente 
grande, nascono da un etere universale in perenne moto vorticoso, in 
grado di influenzare sia la materia che tutti gli esseri viventi e il 
loro spirito.
 La psicobiofisica si compone di tre specifici settori tra loro interagenti:
1- una parte fisica, con la quale si dimostra che tutti i fenomeni 
naturali si identificano in particolari movimenti di spazio fluido o 
“etere”.
2- una parte biologica, con la quale si dimostra come i movimenti di 
spazio fluido, urtando contro i nostri organi di senso producano in essi
 degli impulsi elettrici, che arrivando al cervello suscitano nella 
psiche le sensazioni di luce, calore, suono, odore, elettricità, tatto, 
forza ecc.
3- una parte psichica – dove la psiche viene intesa come un atto di 
volontà che si serve del sistema nervoso come semplice strumento – che 
fornisce la dimostrazione scientifica dell’esistenza dell’anima umana, 
del mondo spirituale e di Dio.
Egli
 sostenne, come solo una teoria unificata che congiungesse il vivente al
 non vivente, fosse in grado di spiegare la reale struttura 
dell’universo, le sue finalità e il ruolo dell’umanità in esso. Dimostrò
 cioè come la separazione nelle varie branche della scienza, fosse alla 
base dell’ignoranza dell’uomo nei confronti della reale natura 
dell’universo e della vita in esso. Per comprovare la sua teoria, 
Todeschini effettuò esperimenti ed approntò strumenti che se ne 
avvalessero.
Fonte:
Sito dove potete trovare tutte le informazioni riguardanti Todeschini:
 "Dalle misurazioni effettuate giunse così alla conclusione che l'etere è un fluido che riempie tutto lo spazio con una densità 10 alla ventesima volte minore di quella dell'acqua e che i suoi movimenti sono all'origine di tutti i fenomeni fisici. Nella sua teoria unitaria spiegò per esempio il moto degli astri intorno alle proprie orbite con l'effetto di trascinamento prodotto dai vortici di etere (che lui definiva "spazio fluido"). Per Todeschini, quindi, il Sole è al centro di un campo rotante di spazio fluido che si muove suddiviso in strati concentrici, che hanno spessore costante e velocità decrescenti con l'aumentare del loro raggio."
Tratto dal libro  
"Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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