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mercoledì 27 febbraio 2013

L'elite globale spinge per la creazione di una “carta d'identità biometrica” internazionale



L'articolo Completo Qui:


" Per prima cosa, c'è bisogno di una prima fase nella quale convincere le persone della bontà del progetto: questa prima fase è denominata “persuasione”.
La seconda fase prevederà la collaborazione stessa dei cittadini, i quali, convinti nella fase della persuasione, chiederanno loro stessi ai governi l'attuazione del progetto: la seconda fase è denominata “collaborazione”. In ultimo, bisognerà trovare il supporto più adatto per poter conservare e avere immediatamente disponibili tutte le informazioni raccolte: questa terza e ultima fase sarà detta “supporto”."


"La paura, è questa la grande alleata di questa gente: più la gente è spaventata, più è disponibile a consegnarsi nelle mani del salvatore di turno. Ci chiediamo: quanto incide sulla nostra paura l'informazione televisiva, che sempre più spesso sbatte nelle ore più improbabili, notizie di efferati delitti di sangue? Basta fare caso al vocabolario utilizzato dai giornalisti: trucidato invece di ucciso, accoltellato piuttosto che "ferite da arma da taglio", massacro piuttosto che omicidio). Ma facciamo due esempi.
Il primo è fresco fresco e riguarda il dibattito che sta avvenendo negli Stati Uniti sull'introduzione della carta d'identità biometrica. Apprendiamo da un articolo comparso il 3 febbraio 2013 sulle pagine del Washington Post, secondo alcuni tra le voci più autorevoli dell'elite globale, che uno dei problemi più gravi che l'amministrazione si trova a fronteggiare è quello dell'immigrazione clandestina, cioè di quelle persone che in cerca di fortuna, entrano negli Stati Uniti illegalmente.
Il tema è di quelli sensibili, perchè le persone sono state abituate a pensare all'immigrato clandestino come ad una minaccia per il suo lavoro e per la sua sicurezza. Per risolvere il problema, l'articolista propone quanto segue:

“Gli Stati Uniti hanno investito decine di miliardi di dollari negli ultimi anni per sventare l'immigrazione clandestina respingendo le persone al confine, mentre si è fatto ben poco per fermare quei datori di lavoro che assumono immigrati privi di documenti. [...]
Una soluzione efficace sarebbe quella di emettere una carta d'identità biometrica - impronte digitali e informazioni anagrafiche - a tutti i cittadini e ai residenti regolari, cosicché i candidati ai posti di lavoro possano dimostrare il loro status giuridico e l'identità per “via elettronica non falsificabile”, insieme a misure per proteggere i lavoratori americani, prevenire il furto d'identità e fornire protezione nei processi”.
Che dire? Geniale! Chi sano di mente potrebbe non accettare un piano così ben concepito: la tua amministrazione chiede di inserire tutti i tuoi dati biometrici in un chip elettronico, perchè vuole tutelare il tuo posto di lavoro e la tua sicurezza. Chi è sprovvisto di tale carta d'identità biometrica non potrà accedere a nessun posto di lavoro, conto in banca, cure mediche e istruzione: sarà tagliato fuori dalla società (in)civile.
Qualche voce critica si è fatta sentire tra i parlamentari americani di destra e di sinistra, temendo che la “marchiatura” governativa possa essere il primo passo verso l'instaurazione di uno stato “Grande Fratello”. L'autore dell'articolo, con il piglio di chi sa il fatto suo, liquida le voci critiche come “prive di fondamento”. Infatti, da quanto scrive il Washington Post, pare che la settimana prima il presidente Obama e un gruppo bipartisan di senatori si siano incontrati proprio per discutere dell'argomento. Secondo l'articolista si tratta di “un importante passo avanti”."

" Poi però bisognerà impiantare direttamente questo chip. Come fare? E' semplice, saranno le persone stesse a chiedere di ricevere il chip delle meraviglie. In che modo? Utilizzando uno degli oggetti totem più desiderati e acquistati dai consumatori contemporanei e che più di tutti è considerato come uno status symbol del quale non si può fare a meno: il telefono cellulare, ovviamente. Anzi, oggi si chiama Smartphone (telefono furbo). Eh sì, perchè si tratta proprio di una furbata. [Leggi: Forse hanno trovato la strategia giusta per impiantarci il micro-chip sottocutaneo]. 
Un articolo pubblicato da uno dei giornali del sistema, il Sole24Ore, ci spiega come, in un futuro molto prossimo, sarà possibile farsi impiantare un microchip cutaneo con tutte le funzioni proprie degli smartphone.
Oggi il monitor della nostra vita digitale è lo smartphone. Presto l'interfaccia potremmo essere noi. Diventeremo persone connesse con i chip sottopelle? «Penso di sì. Per chi soffre di alcune patologie croniche, come il diabete e l'ipertensione, sarà parte del trattamento. Ovviamente con il loro consenso. In generale credo che i chip per la comunicazione, così come quelli biometrici, potranno diventare un'opzione "interna" per molto persone nella misura in cui rappresenteranno un vantaggio», spiega Guido Jouret, responsabile del dipartimento Emerging technologies di Cisco, una delle aziende leader nella fornitura di apparati di networking. [Leggi: Un chip impiantato sotto la calotta cranica trasformerà l'Homo Sapiens in un Cyberman].
Il telefono cellulare fa parte di uno di quei “desideri indotti” promossi dalla logica del consumo e dello status symbol. L'esempio più eclatante di tale fenomeno è il clamore suscitato dal lancio dell'ultimo modello di Iphone, che rispetto ai suoi predecessori ha veramente poche novità.
Eppure, il martellamento mediatico ha generato in numerosi giovani il desiderio di acquistarne uno, ad un prezzo è estremamente elevato e senza nessuna reale utilità rispetto ad un telefono cellulare “normale”. La domanda è: sono realmente io a desiderare, o c'è qualcun altro che mi spinge a desiderare?"

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