"milioni di persone come me potranno non riuscire a realizzare la verità nella propria vita, ma sarebbero loro a fallire non la legge eterna."
"era un inguaribile ottimista, poichè vedeva "con gli occhi della fede"
"Ma una cosa si radicò saldamente in me: la convinzione che alla base di tutto c'è la morale, e che l'essenza di ogni morale è la verità." Apprese così un principio guida: "Rendi il bene in cambio del male". E cominciò a fare di ogni sua azione un esperimento di vita."
"L'opera, intitolata Hariscandra, era incentrata sulla figura di un re dall'immensa bontà d'animo e dal risoluto attaccamento alla verità. Secondo la trama, gli dei decidono di metterlo alla prova, e inviano presso di lui un bramano che dapprima gli chiede l'elemosina. In seguito, le sue pretese aumentano sempre di più, ma il re, ligio al proprio dharma, non esita a concedergli ogni cosa, e finisce per privarsi di ogni possesso, incluso il regno, e diventa suo schiavo. La moglie lo abbandona, portandosi via il figlio che muore poco dopo. Hariscandra trova impiego al campo crematorio del luogo, dove compare la donna assieme al cadaere del ragazzo da affidare alle fiamme. Fedele al suo nuovo dharma, Hariscandra insiste sul pagamento del'usuale onorario, che la moglie non ha però i soldi per pagare. "Ma è tuo figlio" lo supplica. Infine gli dei intervengono e restituiscono a Hariscandra regno e famiglia. Gandhi racconta nell'autobiografia:"Quella rappresentazione - harishchandra - mi prese il cuore, non mi stancavo mai di rivederla. Ma quante volte mi avrebbero permesso di tornarci? Ne ero ossessionato e devo aver recitato l'Harishchandra per conto mio un'infinità di volte. "Perchè tutto non può essere verità, come nell'Harishchandra?" mi chiedevo giorno e notte; ricercare la verità e subire tutte le prove che aveva subito Harishchandra diventò il mio ideale supremo".
"Bhagavad Gita
Se uno
medita sull'oggetto dei sensi, da li nasce
l'attrazione; l'attrazione divneta desiderio,
il desiderio si infiamma di passione selvaggia, la passione
genera l'incoscienza; poi la memoria - completamente tradita -
fa dimenticare lo scopo nobile e insidia la mente finchè scopo, mente e uomo non sono che rovina."
"Gandhi, che lesse la Gita con spirito di devozione, giunse alla conclusione che non si trattava di un "opera storica", ma piuttosto di un'allegoria. Ai suoi occhi il campo di battaglia descritto nel poema "è l'animo umano in cui Arjuna, che rappresenta gli impulsi superiori, combatte contro il male. Krisna è colui che dimora all'interno, e sempre sussurra i suoi consigli a chi è puro di cuore". secondo gandhi, "sotto la maschera del combattimento fisico, la gita rappresenta il duello che in perpetuo si svolge nei cuori degli uomini ... Lo scontro degli eserciti serve soltanto a rendere più seducente la descrizione". La Gita predica la rinuncia al desiderio e il non-attaccamento alle cose del mondo, ma non il ritiro a una vita di inerte contemplazione. Ciascuno deve tentare di compiere il proprio dovere servendo i suoi simili, ma con spirito distaccato, agendo ma lasciando a Dio i frutti dell'azione. Solo attraverso la rinuncia, il non-attaccamento e gli atti di servizio liberi dall'attesa dei risultati è possibile ottenere la liberazione dei legami di vita e morte, e realizzare l'identità con la realtà suprema, fonte di beatidune spirituale."
"Se un serpente fosse sul punto di mordermi, dovrei offrirmi al suo morso o ucciderlo? L'ultima domanda aveva particolare importanza per Gandhi: era infatti consapevole che senza un pieno controllo della paura non era possibile raggiungere il moksa (liberazione), ed essere un perfetto sannyasi (rinunciante). In risposta, Rajchandra osservò:
Se hai realizzato la natura transitoria del corpo mentale, e la gloria eterna dello spirito imperituro e le sue illimitate potenzialità, non desidererai barattare quest'ultimo pre prolungare l'esistenza temporanea del primo. Il problema, pertanto, non è che cosa io voglio che tu faccia, ma quale scelta tu debba operare. Tale scelta dipenderà dal tuo grado di illuminazione o consapevolezza."
"Ma voi dite che questi miseri asiatici vivono in stato di semibarbarie. Sarebbe estremamente interessante capire cosa intendete per semibarbarie. Io mi sono fatto un'idea delle condizioni in cui vivono. Se una camera senza un bel tappeto prezioso e tende ornamentali, o un tavolo da pranzo (magari non lucidato) senza una costosa tovaglia nè fiori per decorarlo, apparecchiato senza vini e carni suine e bovine ad lib., significano semibarbarie; se un abito bianco e comodo, specialmente adatto a climi caldi, e che, mi si dice, molti europei invidiano loro nella calura delle giornate estive, significa semibarbarie; se una vita senza birra, tabacco, eleganti bastoni da passeggio, catene d'oro da orologio, salotti con mobili di lusso significa semibarbarie; se, in breve, quel che comunemente si intende per vita semplice e frugale significa semibarbarie, allora certamente il mercante indiano deve riconoscersi consapevole dell'accusa mossagli, e quanto prima tale macchia per la più evoluta delle civiltà coloniali verrà cancellata, tanto meglio sarà"
"Mi resi conto che la vera funzione dell'avvocato consiste nel riappacificare i contendenti che si scagliano l'uno contro l'altro"
"Il metodo adottato dagli indiani, Gandhi spiega, consiste nel "vincere quest'odio con l'amore… questo è il nostro obiettivo". E aggiunge: Spesso non siamo riusciti a praticare tale ideale, ma possiamo addurre innumerevoli esempi a dimostrazione del fatto che abbiamo agito in quello spirito. Non cerchiamo di far punire gli individui, ma di regola sopportiamo pazientemente i torti che essi ci infliggono. In generale le nostre richieste non riguardano il risarcimento di igniurie eliminandone le cause. Le nostre lagnanze sono state presentate al pubblico indiano nel medesimo spirito. Se abbiamo citato casi personali, è stato non per pretendere una riparazione, ma per illustrare con forza la nostra condizione al pubblico nell'India."
"Gandhi avrebbe certamente condiviso l'osservazione di Smiles contenuta in Self-Help: "Può avere relativamente poca importanza il modo in cui un uomo viene governato dall'esterno, mentre tutto dipende da come egli governa se stesso dall'interno"
"Così riassunse il suo concetto di verità:
Questo Dio che cerchiamo di realizzare è la verità. O per dirla in altro modo, la Verità è Dio. Questa verità non è solamente la Verità che dovremmo rispettare nelle parole, ma è ciò che solo è, che costituisce la materia di cui tutte le cose sono fatte, che sussiste in virtù della su stessa forza, che non è sostenuta da niente altro ma sostiene tutto ciò che esiste. La Verità sola è eterna, ogni altra cosa è passeggera. Non ha bisogno di prendere corpo o forma."
"Pezzo di una lettera di Gandhi a suo fratello Lakshmidas
Lei cerca la pace e la felicità nel denaro. Io non dipendo dal denaro per trovare l amia pace; e per il momento in ogni caso il mio animo è invero tranquillo e capace di sopportare quallunque sofferenza. (…) Lei desidera raggiunger il moksa, e io pure. Ciò nondimeno, la sua nozione di tale stato sembra estremamente diversa dalla mia. Sebbene io abbia la massima stima di lei, non macchiata da alcun pensiero meschino ed egoistico, nel suo animo lei nutre odio verso di me, e la ragione di ciò, a quanto mi è dato capire, è che lei è dominato dall'attaccamento e intrattiene relazioni per fini egoistici. Anche se lei fa ciò incosapevolmente, il risultato è in pratca proprio quello da me indicato. Se lei davvero si trova nello stadio in cui si cerca di ottenere con tutti i mezzi il moksa, dovrebbe rimanere sereno e imperturbabile e dimenticarsi di me,a nche qualora io commetta gravi peccati e cerchi d'ingannarla. Ma lei ne è incapace a causa del suo eccessivo attaccamento. Questo è quel che credo; ma se sbaglio in questa mia opinione, mi prostro ai suoi piedi e le domando perdono. Non mi riesce di comprendere quel che lei intende col termine "famiglia". Per me, la famiglia comprende non solo i miei due fratelli ma anche mia sorella, e inoltre i nostri cugini. In realtà se potessi parlare senza arroganza, direi che la mia famiglia abbraccia tutti gli esseri viventi…"
"i critici di Gandhi gli rinfacciarono di essere stato credulo, ma lu replicò che quel che loro chiamavano credulità non era altro che fiducia: la fiducia che ognuno deve avere nei confronti del prossimo."
"Ora in prigione ho letto molte opere, fra cui quelle di Emerson, Ruskin e Mazzini. Ho anche letto le Upanishad. Tutti confermano l'opinione che l'istruzione non consiste in conocenze libresche ma nella formazione del carattere, nella conoscenza del proprio dovere."
"Ti prego di ricordare che d'ora in avanti la nostra condizione è la povertà. Più ci rifletto e più mi concinco che essere poveri di la felicità assai più che essere ricchi. Gli impieghi della povertà sono enormemente più piacevoli di quella richezza… Dedica gran parte del tuo tempo a curare il giardino, a lavorare con le tue mani la terra, a zappare ecc. Di questo vivremo nel futuro, e tu sarai l'esperto giardiniere della famiglia."
"Lei ha dato un quadro molto preciso. In pratica vuol dire questo: che vogliamo il dominio inglese senza gli inglesi. Voi volete la natura della tigre, ma non la tigre; in altre parole, vorreste rendere inglese l'india. E quando sarà diventata inglese, non si chiamerà Indostan ma Englistan."
"Consideriamo dapprima qual è lo stato di cose descritto dalla parola "civiltà". La vera riprova consiste nel fatto che la gente che vive tale stato elegge a scopo dell'esistenza il benessere del corpo … I popoli europei vivono oggi in case costruite meglio di quelle in cui vivevano cento anni fa. Quetso è considerato l'emblema della civiltà… Anticamente, vestivano di pelli e usavano lance come armi. Ora portano lunghi pantaloni, e … invece delle lance portano con sè rivoltelle con almeno 5 cariche. Se il popolo di un dato paese … adotta gli abiti europei, si suppone che si sia elevato dalle barbarie e si sia civilizzato. Anticamente, in Europa, i contadini aravano i campi per lo più lavoravano a mano. Ora un solo uomo è in grado di arare vaste aree per mezzo di macchine a vapore e può in tal modo ammassare ingenti ricchezze … Anticamente, pochissimi scrivevano libri, i quali erano di grandissimo valore. Ora chiunque può scrivere e stampare ciò che vuole e così avvelena la mente della gente … anticamente, gli uomini lavoravano all'aria aperta soltanto finchè lo desideravano. Adesso migliaia di operai si radunano e .., lavorano nelle fabbriche o nelle miniere. Le loro condizioni sono peggiori di quelle delle bestie; sono obbligati a lavorare, a rischi della vita, nelle occupazioni più pericolose, a tutto vantaggio dei milionari. Anticamente, gli uomini erano resi schiavi per mezzo della coercizione fisica, ora sono asserviti dalla tentazione del denaro e del lusso che il denaro può comprare … ccos'altro devo dire? Tutto questo lei può constatarlo … Questa civiltà non si prende cura nè della moralità nè della religione … La civiltà mira ad aumentare gli agi materiali e fallisce miseramente anche in questo … Questa civiltà è tale che basta attendere con pazienza e si autodistruggerà"
"Lettore: Lei sa che tutto ciò che gli inglesi hanno ottenuto nel proprio paese, l'hanno ottenuto adoperando la forza bruta … perchè non dovremmo noi raggiungere il nostro scopo, che è buono, ricorrendo a qualunque mezzo, anche la violenzia? …
Curatore (gandhi): E' perfettamente vero che hanno impiegato la forza bruta e che ci è possibile fare altrettanto, ma con mezzi simili otteremo soltanto le stesse cose capitate a loro … Il suo ragionamento … dice che possiamo far nascere una rosa pantando un seme velenoso … Si raccoglie esattamente ciò che si semina"
"Ma nè quella nè la più cospicua delle donazioni in denaro poteva di per sè far progredire una battaglia come il satyagraha, una lotta in difesa della Verità consistente principalmente nell'autopurificazione e nell'autonomia. Una campagna di satyagraha è impossibile senz ail capitale rappresentato dal carattere. Come uno splendido palazzo abbadonato dai residenti somiglia a una rovina, così accade a un uomo senza carattere, nonostante tutti i suoi possessi materiali."
"Uno dei segretari di Smuts disse a Gandhi in tono scherzoso: Non mi piace la sua gente, e non intendo favorirla in nessun modo. Ma che posso fare? Voi ci aiuate nel momento del bisogno, come possiamo mettervi le mani addosso? Spesso vorrei che ricorreste alla violenza come gli sciperanti inglesi, e allora sapremmo subito come liquidarvi. Ma voi non fate del male neppure al nemico. Volete vincere solo con la sofferenza e non trasgredire i limiti della cortesia e della cavalleria che voi stessi vi siete importi. Ed è queto che ci riduce alla completa impotenza."
"Perchè mai dovrebbe turbarci tale evento? Il dolore stesso ha in sè un che di egoistico. Non è una calamità la morte di mio fratello, se sono pronto ad andare incontro alla morte e la considero benvenuta in quanto crisi suprema della vita. E' perchè abbiamo tanta paura di morire noi stessi che versiamo lacrime sulla morte degli altri. Come posso, io che so come il corpo sia perituro e l'anima immortale, rattristarmi della separazione dell'anima dal corpo? Ma tale condizione è legata a una profonda fede e a una dottrina consolante. Chi crede in essa non deve essere indulgente con il corpo ma dominarlo, deve regolare i propri bisogni affinchè esso diventi il servitore dell'intimo abitante e non permettere che il corpo diventi suo padrone. non addolorarsi della morte degli altri vuol dire abbracciare uno stato quasi di dolore perpetuo, poichè questa relazione tra corpo e anima è in se stessa dolorosa"
"Una cosa ottenuta con la violenza può essere conservata solo con la violenza, mentre una conquistata per mezzo della verità può venire conservato solo per mezzo della verità"
"Adesso, invece di andare a Delhi, non mi resta che dichiarare il Satyagraha contro la nostra stessa gente, e giacchè era mia intenzione iniziare un Satyagraha anche fino alla morte per ottenere la revoca della legge Rowlatt, credo sia arrivato il momento di fare un Satyagraha contro noi stessi per le vioenze commesse. E farò così sacrificando il mio corpo, fino a quando non manterremo una pace perfetta e cesseremo ogni violenza su persone e proprietà."
"La non-violenza è la legge della nostra specie, come la violenza lo è dei bruti. La non-violenza nella sua condizioni dinamica significa sofferenza consapecole. Non è vile sottomissione alla volontà del peccatore, ma al controrio vuol dire opporre resistenza con tutto il proprio spirito al volere del tiranno. Agendo secondo questa legge del nostro essere, diventa possibile per un singolo individuo sfidare l'intera potenza di un impera ingiusto al fine di salvare il proprio onore, la propria religione, la propria anima, e preparare la caduta o la rigenerazione di quell'impero.
Non mi appello all'india perchè pratichi la non-violenza a casa della sua debolezza: voglio che pratichi la non-voglienza essendo consapevole della sua forza e del suo potere. Non serve un addestramento alle armi per realizzare questa forza: sembra che ne abbiamo bisogno perchè forse pensiamo di non essere altro che un ammasso di carne. Io voglio che l'India riconosca di avere un'anima che non può perire e che può ergersi trinfonte al di sopra della debolezza fisica."
"Il silenzio mi piace, e mi permette di indulgere in studi che apprezzo ma che fuori ero costretto a trascurare."
"La Verità è superiore alla saggezza umana."
"Farson allora osservò un jattha, cioè un gruppo di sikh: Il capo sikh era simile alla statua del gladiatore di Roma: un uomo erculeo, con la barba legata alle orecchie. lo stavano picchiando in testa. Io stavo a circa duecento metri da lui e lo guardavo: continuarono a colpirlo finchè il turbante si disfece e apparve il ciuffo legato sulla sommità del cranio. Ancora qualche bastanota e i capelli si sciolsero e gli caddero sulla faccia. Ancora un pò e il sangue cominciò a colaregiù per i capelli neri penzolanti. Lui rimaneva lì, ritto con le mani sui finchi. Poi arrivò un colpo particolarmente violento e cadde in avanti con il volto a terra.
Non potrei trattenermi: volevo afferrare il lathi di quel sergente bianco. Mi avvicinai a lui: era tanto sudato per lo sforzo compiuto che la sua Sam browne gli macchiava la bianca tunica. Lo fissai con il cuore in gola: tirò indietro il braccio per la stangata finale … ma poi crollò le mani lungo il corpo. "non serve a niente" disse rivolgendosi a me..."
"dio, un principio eterno, disse gandhi, non una persona in senso antropomorfico. "ecco perchè affermo che la Verità è Dio. Neanche gli atei dubitano della necessità che ci sia una Verità."
"La sua mente procede all'azione attraverso esperimenti successivi, ed egli segue una linea diritta, ma non si ferma mai, e si rischia di sbagliare se sis tenta di giudicarlo in base a ciò che disse dieci anni fa, poichè il suo pensiero è in costante rivoluzione."
"Oggi le macchine aiutano soltanto i pochi a cavalcare sulla schiena dei molti. La spinta che le muove non è la volontà filantropica di risparmiare la fatica, ma l'avidità."
"Infatti, la morte non ha niente di pauroso per i timorati di Dio.."
"Per essere davvero non-violenti occorre amare l'avversario anche quando questi ricorre alla violenza: Gnadhi arrivò a invitare gli ebrei a pregare per Hitler"
"Al momento di scrivere, non penso mai a ciò che ho detto in passato. Il mio obiettivo non è essere coerente con le mie precedenti affermazioni su un dato argomento, ma essere coerente con la verità così come si manifesta a me in un dato frangente. Il risultato è che sono salito di verità in verità…"
"Per il Congress la non-violenza è sempre stata una questione di strategia politica; per me è una fede."
"Dovete coltivare lo spirito di libertà prima che essa arrivi materialmente. Le catene di uno schiavo sono spezzate nel momento in cui egli si considera un essere libero."
"Temo moltissimo che dietro la struttura per la sicurezza mondiale che si vuole erigere stiano in agguato il sospetto e la paura che alimentano la guerra … Non ci sarà pace per gli alleati o per il mondo, finchè non rinunceranno a credere nell'efficacia della guerra e dei terribili inganni e frodi che l'accompagnano, e non si decideranno a dar corpo a una pace vere, fondata sulla libertà e l'ugualianza di tutte le razze e nazioni … La pace dev'essere giusta, e per esserlo non deve nascere nè da punizioni nè da vendette. La Germania e il Giappone non dovrebbero venire umiliati …"
"Nessuna polizia o esercito al mondo può proteggere chi ha paura … Il Vostro problema non è l'inferiorità numerica, ma il sentimento di disperazione che si è impadronito di voi e l'abitudine a dipendere da altri."
"Come facciamo a creare un senso di sicurezza e tranquillità?" domandò un giovane indù-
"Imparando a morire valorosamente. Lasciate stare l'esercito e la polizia, sono frecce spuntate."
"Ma noi bruciamo di indignazione."
"E allora prendetevela con voi stessi."
"A chi dobbiamo appelarci, al Congress, alla Muslim League o al governo britannico?"
"A nessuno di loro. Fate appello a voi stessi, e perciò a Dio."
"Siamo uomini, fatti di carne e ossa, abbiamo bisogno di un sostegno concreto."
"Allora fate appello alla vostra carne e alle vostre ossa: purificatele di tutte le scorie" Disse Gandhi"
"L'odissea nel Noakhali causò a Gandhi una profonda crisi interiore. Le atrocità commesse da entrambe le parti a seguito del giorno dell'azione diretta lo fecero dubitare che la non-violenza avesse compiuto alcun passo in avanti sotto la sua guida. In quello stato di estremo scoraggiamento se la prese con se stesso: come sempre, era convinto che se aveva fallito nell'insegnamento dell'ahimsa, era perchè non aveva saputo di fare di sè un buon maestro."
"Tante volte lo aveva spiegato: non si può insegnare la non-violenza a una persona che abbia paura di morire e non sia capace di opporre resistenza: Prima che costui possa capire la non-violenza, occorre insegnarli a reggersi sulle proprie gambe fino ad affrontare la morte nel tentativo di difendersi contro un aggressore che con ogni probabilità lo sconfiggerà. Agire altrimenti significherebbe rafforzare la sua codardia e allontanarlo ancor più dalla non-violenza. Se pure non lo aiuto materialmente a rendere la pariglia, non devo premettere a un uomo vile di rifugiarsi dietro la cosidetta non-violenza."
"Nessuno può sfiggire alla morte, quindi perchè averne paura? In effetti, la morte è un'amica che ci libera dalla sofferenza."
"Non fu mai tempo in cui non ero, io e tu e questi principi tutti, nè vi sarà mai tempo in cui non saremo, noi tutti, dopo quest'esistenza. Bhagavad Gita"
"Egli non nasce e non muore mai, nè, essendo stato, v'è tempo in cui non sarà ancora. Bhagavad Gita"
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