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venerdì 31 maggio 2013

Estratti dal libro "Conversazione di un filosofo cristiano e un filosofo cinese sull'esistenza e la natura di Dio " Nicholas Malebranche








Scrive Chu Hsi: " Quando una certa cosa viene fatta, c'è in essa un particolare li. Per tutte le cose create nell'universo c'è in ciascuna di esse un li particolare" e " Quando si considera l'insieme di tutti gli esseri dell'universo non c'è che un solo li". Dunque li è la natura propria o ragion d'essere di ogni ente (paragonabile al suo archetipo o idea) e, insieme, l'ordine eterno che regola la totalità degli essero.

 La ragione che consultiamo quando rientriamo in noi stessi è una Ragione universale.


 Si tratterà infatti di mostrare che ciò che "affetta" le nostre menti, che le modifica, sono gli archetipi, i modelli immutabili ed eterni delle cose, le idee appunto, e non, come dettano l'apparenza e il senso comune, gli oggetti materiali. L'infinita gamma di idee e sensazioni che in infinite combinazioni ogni uomo sperimenta non ha la sua origine nè nella mente stessa (finita e perciò incapace di contare l'infinito), nè nella materia (che con la mente non ha alcun rapporto), ma nelle "idee". E Dio è il luogo delle idee, perchè solo la sua infinita essenza può racchidere l'infinità delle idee e le idee infinite, quale quella di estensione che ogni mente pensa con la massima chiarezza. Dunque solo le idee, ossia l'essenza stessa di Dio non absulute considerata, ma in quanto rappresentativa delle cose, "tocca" la mente umana, immediatamente unita al suo Creatore.

 La verità è indivisibile. non è capace di varietà; solo lei può costituire il punto di incontro fra gli spiriti.

 Voi siete infatti finito e gli attributi dell'infinito non sarebbero i suoi attributi, se una mente finita potesse comprenderli. Si può dimostrare che è così, ma non si può spiegare come ciò sia: si può provare solamente che deve essere incomprensibile e inspiegabile a tutte le menti finite.

 La più bella prova dell'esistenza di Dio, la più alta, la più consistente, la prima prova (...) è l'idea che abbiamo dell'infinito.
  
Occorre senz'altro giudicare la realtà delle idee da ciò che si vede che esse racchiudono.

 Per comprendere meglio tutto questo - la realtà è l'efficacia delle idee - è bene che riflettiate molto su due verità. La prima, che non si vedono gli oggetti in se stessi e che non si sente neppure il proprio corpo in se stesso, ma attraverso la sua idea. La seconda, che una stessa idea può toccarci con percezioni tutte differenti.

 E' infatti una proprietà dell'Essere infinito l'essere uno.






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