GLI IBRIDI A STERILITA' MASCHILE CITOPLASMATICA,
OGM NASCOSTI?
Il passaggio al transgenico, come ultima tappa della manomissione dell'imperialismo
economico sul patrimonio vivente, ha fatto prendere coscienza ai cittadini,
svegli e preoccupati per la loro libertà, di una volontà
di appropriazione illegittima che non è una novità. Da
quasi un secolo "i profeti visionari" di una commercializzazione
ad oltranza del bene comune, conducono cinicamente l'evoluzione tecnica
verso vie favorevoli ad assoggettare un mondo contadino ricco di una
tradizione plurimillenaria. La prima tappa fondamentale di questo disegno
fu l'accanita messa a punto del metodo di miglioramento vegetale dell'ibridazione.
Questa consiste nel produrre delle varietà molto omogenee ad
alto rendimento partendo da due o tre linee parentali pure (selezionate
tra consanguinei di più generazioni). Questo miracolo ha però
un prezzo, queste qualità (di natura soprattutto economica) non
si mantengono che per il tempo di una generazione, detta F1. In seguito
ogni tentativo di riproduzione è deludente, la generazione seguente
F2 diventa così eterogenea e frammentata (disgiunzione dei caratteri)
rispetto alla F1 così perfettamente omogenea. Inoltre la varietà
ibrida non presenta la forza che ci si aspettava; l'incrocio tra le
discendenze pure avviene in modo perfetto, ma le discendenze pure non
si incrociano tra di loro. Questo conduce a rendere la discendenza madre
sterile, sia castrando i suoi fiori maschili, sia per la scappatoia
dei complessi meccanismi biologici (auto incompatibilità pollinica).
La prima specie vegetale che fu oggetto di questo metodo fu il mais
foraggero negli anni '20 negli U.S.A. In seguito questa tecnica si è
diffusa a tal punto da diventare la sola fonte disponibile per numerose
colture come la carota, il porro, il pomodoro, il peperone, la melanzana,
il cetriolo e tutta la famiglia dei cavoli.
Tutta la produzione orticola occidentale, inclusa quella biologica (in
modo crescente anche quella dei paesi in via di sviluppo) é diventata
tributaria delle varietà ibride. Ciò a cui mira la diffusione
delle varietà transgeniche si fa già largamente con l'ibridazione,
conoscendo l'asservimento del mondo contadino agli imperativi economici,
anche se in minore misura e in modo meno minaccioso ed autoritario.
Se la problematica degli OGM è molto conosciuta dal pubblico
ed è oggetto di un'eroica lotta da parte di molte associazioni
militanti, sfortunatamente non si può dire altrettanto degli
ibridi a "sterilità "maschile citoplasmatica (CMS)
ultima generazione di ibridi, molto più temibili che la precedente.
Noi l'abbiamo vista; per riuscire, l'impollinazione di ogni pianta di
una generazione parentale deve avere origine solo partendo
Pagine
▼
venerdì 28 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
Enrgia, posti e costruzioni
Luoghi ad Alta
Energia
Il luogo è
per definizione “una porzione di spazio
materialmente o idealmente delimitata”. Dalla notte dei tempi, le
necessità fondamentali dell’essere umano sono rimaste inalterate:
reperire il nutrimento fisico e spirituale. E’ per rispondere a
questo bisogno primordiale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha
delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente, luoghi particolari
per caratteristiche geofisiche ed energetiche.
Energia,
un termine derivato dal greco, dato dalla fusione di due parole, "en"
dentro ed "ergon", lavoro, opera.
Dunque, Luoghi d'Energia,ovvero
porzioni di spazio idealmente o materialmente delimitati in grado di
produrre autonomamente e intimamente un lavoro. In altre parole
luoghi capaci di estrinsecare energie di varia natura che
inevitabilmente si compenetrano e interagiscono con tutte le altre
forme di energia, inclusa quella compressa, ovvero, la materia.
Associare i due termini ed i
significati che sottendono è invero abbastanza arduo ed inusuale
almeno per l'uomo moderno, ma questo
concetto è stato il fondamento su cui si è basata la ritualità e
quotidianità umana in ogni epoca ed ad ogni latitudine. I luoghi
d'energia o luoghi alti come li definiscono i francesi, hanno da
sempre rappresentato un punto di riferimento, per l'uomo alla
ricerca del benessere, della salute fisica ma soprattutto del
contatto col trascendente.
Nel corso dei millenni, in virtù
delle loro caratteristiche, questi luoghi sono divenuti luoghi di
culto, in onore di divinità le più disparate, o luoghi di cultura e
potere.
Paradossalmente questo intimo legame tra energia e fede, energia e
conoscenza, ne ha decretato l'alienazione e l'oblio.
Le
nebbie del passato, vanno gradualmente dissolvendosi e da più parti
autorevoli voci si alzano, nel tentativo di portare l'uomo, a
riappropriarsi di quella cultura e quella conoscenza che gli erano
proprie.
Purtroppo, agli
albori del terzo millennio, vittima consapevole eppur complice di
una fretta imperante, l'uomo ha poco tempo e poca voglia di porsi
domande e in questo contesto di cultura preconfezionata, preferisce
assumere una forma mentis non propria alla quale si conforma e si
adatta. Cogito ergo sum sembra così fuori moda da apparire
offensivo e molte riflessioni, sulla natura dei luoghi, sul rapporto
intimo con la terra, sono relegate al mondo degli ”esoteristi”,
degli “studiosi del paranormale”, degli “scienziati di frontiera” o
dei curiosi, come me.
Così,
purtroppo, molti richiami cadono nel vuoto. Se per esempio le teorie
del Dottor Hartmann, fossero state recepite con più attenzione, oggi
forse saremo qualche passo avanti, nell'irto ed erto cammino per il
recupero della conoscenza e padroneggeremo un un sapere che è
invece relegato ancora al mondo delle cose oscure e nascoste.
Un sapere che era
proprio di tutte le culture antiche e che era stato trasmesso e
conservato con cura da generazioni di sciamani, sacerdoti,
veggenti, sensitivi, druidi, profeti, monaci e architetti. Ecco
dunque il perché di questo luogo ideale e materiale, un tentativo
modesto di aprire uno spiraglio, di esplorare il nostro mondo, di
concepire la Terra come un essere vivo e pulsante capace di agire,
reagire e soprattutto interagire con l’uomo e la sua energia.
Templi, caverne, menhir, piramidi, moschee, piccole pievi romaniche
o maestose cattedrali, chi di noi in certi luoghi non si è sentito
almeno una volta accolto, abbracciato, sollevato, e il suo respiro
si è fatto sincrono, ritmato, con un respiro più ampio, immenso...
Questi luoghi che dalla preistoria hanno richiamato a se l’uomo,
sono stati frequentati, armonizzati, modificati, usurpati, ma ancora
oggi il battito della terra è forte e presente.
I Luoghi
Che cos'è dunque un luogo d'energia? E' scientificamente provato che
utilizziamo solo il 10% delle nostre potenzialità cerebrali. Anche
la percezione, attraverso i nostri sensi, è parziale. Riusciamo ad
udire solo determinate frequenze, così come riusciamo a vedere e
percepire solo una gamma limitata di radiazioni cromatiche. Tutto
ciò è considerato normale, mentre non si pensa altrettanto di
persone che estrinsecano capacità "extrasensoriali". Un rabdomante
per esempio riesce a sentire l'acqua diversi metri sotto terra, un
radioestesista riesce a captare le energie sottili o le onde di
forma. Tali facoltà erano nei tempi passati considerati doni,
coltivate, e sfruttate.
Ebbene i luoghi d'energia,
naturali o creati con intervento umano, sono quei luoghi che
contribuiscono ad aumentare le nostre percezioni, il nostro
benessere, il nostro metabolismo, fino a giungere a diretto contatto
con il trascendente.
L'attenzione
estrema che i nostri antenati ponevano nell'ascoltare il ritmo della
terra, li portava non solo a identificare i luoghi d'energia, ma
anche i luoghi dove fosse insalubre abitare, vivere, lavorare. Le
conoscenze della salubrità o meno dei luoghi sono stati quasi sempre
appannaggio della casta sacerdotale. Nell’antichità i cinesi
sceglievano i luoghi dove costruire secondo lo studio delle
simmetrie dell’ambiente circostante. Greci e latini, facevano
pascolare e dormire le greggi per un anno sui terreni dove volevano
costruire. Nei vecchi monasteri in
Himalaya
si orientavano le celle per i monaci in modo che fossero contenute
entro una cella del reticolo di Hartmann, e quindi in zona
neutra. Gli antichi luoghi sacri pagani e paleocristiani sono pieni
di energia positiva. Dolmen, obelischi, menhir, piramidi e poi le
grandi cattedrali, i costruttori hanno sempre tenuto in
considerazione lo studio e la ricerca di luoghi carichi di energie
positive e di neutralizzazione delle energie negative.
I menhir punteggiano la superficie della terra dall'estremo oriente
fino in Irlanda, sull'isola di Pasqua come in Africa o in Australia,
in Sudamerica come negli attuali Stati Uniti. La cultura megalitica
permetteva all'uomo di rilevare i nodi geopatogeni, o zone ad
energia negativa. Collocare a terra un menhir, equivaleva a
praticare una sorta di agopuntura per trasformare le griglie
vibratorie negative, una sorta di sanificazione del terreno e gli
obelischi di pietra fungevano da trasmettitori che irradiavano in
nella zona circostante energia positiva, una funzione che anche oggi
continuano ad avere. Gli antichi Romani, non solo orientavano tutte
le costruzioni in relazione ai reticoli, come del resto i Celti
prima di loro, ma il tracciato delle loro strade, seguendo le
indicazioni degli Auguri, evitava quando possibile luoghi ad energia
negativa. Questo per ridurre l'affaticamento dei loro soldati in
marcia. Così nell'antica India, le griglie sono state usate per
definire il concetto degli otto dishas, (orientamenti) e più
precisamente per definire l'orientamento delle tempie ( e quindi
della testa ), in relazione alle zone ove risiedere, come è spiegato
nei Vastushastras.
I costruttori di cattedrali nel medioevo, oltre a sfruttare luoghi
già conosciuti dal punto di vista cultuale ed energetico, eressero
meravigliose torri, aventi, tra l'altro, la funzione di antenna
ricetrasmittente di energie cosmotelluriche. In definitiva alcuni
luoghi furono selezionati, frequentati, modificati, al fine di
potenziarne la salubrità e quindi migliorare le condizioni della
vita materiale degli uomini, altri invece furono selezionati e
potenziati a fini terapeutici o per innalzare lo spirito verso mondi
superiori.
Le
civiltà che ci hanno preceduto su questa terra, hanno lasciato
sin dall'epoca eneolitica (Eneo = di bronzo),
testimonianze
evidenti e affascinanti che le culture successive hanno tentato
di spiegare, plagiare, demonizzare.
In alcune zone
del pianeta riscontriamo un'ampia quantità e qualità di
testimonianze, ma si può considerare che i Menhir siano dispersi
in tutto il mondo.
Menhir è un
termine di derivazione Breton
giovedì 20 febbraio 2014
TACHICARDIA, INSONNIA E DIETA INGRASSANTE Valdo Vaccaro
TACHICARDIA, INSONNIA E DIETA INGRASSANTE
LETTERA
TACHICARDIA E INSONNIA
Ciao Valdo, questa volta ti scrivo per conto di una mia amica la quale soffre (ora molto meno) di episodi di tachicardia ad intervalli irregolari. A volte le vengono anche quando è a riposo, mentre sta rilassata sul suo letto, creandole serie difficoltà nel prendere sonno.
ANSIOSA E IPERATTIVA SIN DA BAMBINA
Dopo svariati esami ematochimici e strumentali, come previsto, non hanno
trovato nulla di anomalo, nè anatomicamente, nè fisiologicamente, nè
dal punto di vista ematico. C'è da dire che è anche una persona ansiosa e
iperattiva sin da bambina, ma su questo sta lavorando già moltissimo
con buoni risultati.
ELIMINATI I BETA-BLOCCANTI E DURA LOTTA PER TENERE A BADA IL BATTITO
Saputo tutto questo, ho cominciato col
darle tutti i consigli del caso, eliminando tutti i veleni possibili e
immaginabili dalla sua dieta, compreso il beta-bloccante prescrittole.
Dopo aver interrotto la terapia farmacologica, mi ha riferito che ha
lottato veramente tanto per tenere a bada la tachicardia che si
manifestava, a quel punto, sempre con maggior frequenza e vigore.
ORA LE COSE VANNO GIÀ MEGLIO E STA SEGUENDO I TUOI SCHEMI NUTRIZIONALI
Ora per fortuna va meglio e sta cominciando una transizione verso il tuo schema nutrizionale indicato nel tuo blog. Una cosa molto particolare è che lei è continuamente affamata. Va detto che comunque è una ragazza normopeso con nemmeno mezzo chilo in più a
mangiare cibo in quantità industriale senza mettere su nemmeno un etto.
Se invece non appaga il suo appetito, comincia a dimagrire vistosamente
nel giro di qualche giorno. Brucia insomma tutto quello che mangia.
Come si spiega quesito aspetto così strano e particolare?
COSTANTE PESO FORMA E MAI UN ETTO IN PIÙ
Va detto che comunque è una ragazza
normopeso con nemmeno mezzo chilo in più. Di sicuro le calorie non le
mancano, ma è altrettanto sicuro che "brucia" tutto ciò che mangia e,
questo aspetto, è una sua costante. Come si spiega questo aspetto così
particolare?
CARENZA DI FERRO E SUSSEGUENTE INTEGRAZIONE, TANTO MASSICCIA QUANTO FALLIMENTARE
CARENZA DI FERRO E SUSSEGUENTE INTEGRAZIONE, TANTO MASSICCIA QUANTO FALLIMENTARE
Dai suoi esami del sangue è stata determinata una gravissima
ferro-carenza che oscillava tra i 3 e gli 8 mcg/dl. Anche qui le è stata
somministrata una massiccia terapia farmacologica di ferro inorganico
che ha ovviamente fallito. Aggiungo anche che la ragazza è cresciuta col
cibo-spazzatura, soprattutto rob
martedì 18 febbraio 2014
mercoledì 12 febbraio 2014
Ragtime Genere Musicale Storia e video
Il ragtime (talvolta scritto rag-time) è un genere musicale, nato come musica da ballo nei quartieri a luci rosse di alcune città statunitensi (Saint Louis e New Orleans). Raggiunse la massima notorietà tra la fine del XIX secolo e i primi due decenni del XX.
Suonato prevalentemente al pianoforte, talvolta accompagnato da orchestra, era caratterizzato da un ritmo binario sincopato, che ha contribuito alla formazione del jazz.[1] La parola ragtime, in inglese, significa "tempo stracciato", "a brandelli".
e ancora
Il ragtime proviene dalla musica afroamericana di fine
Ottocento, come discendente diretto delle marce e dai balli suonati
dalle bande musicali nere. All'inizio del ventesimo secolo era ormai
diventato ampiamente popolare in America del Nord ed era ascoltato e
ballato, suonato e scritto da gente di molte culture differenti. Stile
musicale prettamente americano, il ragtime può essere considerato
una sintesi di sincope africana e di musica classica europea, con
particolare riferimento alle marce rese popolari da John Philip Sousa.
Alcuni dei primi ragtime per piano sono intitolati "marcia" e i termini jig e rag attorno al 1895 erano utilizzati in maniera intercambiabile. Il ragtime fu anche preceduto dal cakewalk, suo stretto parente. Nel 1895, l'artista nero Ernest Hogan pubblicò due dei più antichi rag stampati uno dei quali (All Coons Look Alike to Me) alla fine vendette un milione di copie. Come disse il collega musicista nero Tom Fletcher, Hogan fu "il primo a mettere su carta il genere di ritmo suonato da musicisti incapaci di leggere le note". Mentre il successo della canzone contribuì a introdurre gli Stati Uniti ai ritmi del ragtime, il suo uso di insulti razzisti contribuì a creare un certo numero di arie d'imitazione dispregiative, conosciuto come coon song a causa del loro uso di immagini estremamente razziste e stereotipate dei neri. Durante i suoi ultimi anni Hogan ammise di provare vergogna e un senso "di tradimento della razza" per la canzone esprimendo però orgoglio per aver aiutato a portare il ragtime a di vasto pubblico.
La comparsa di un ragtime maturo è datata solitamente al 1897, anno in cui furono pubblicati parecchi importanti rag. Nel 1899 fu pubblicata Maple Leaf Rag di Scott Joplin, che si rivelò un grande successo e dimostrò maggior profondità e sofisticatezza rispetto ai primi ragtime. Il ragtime fu una delle influenze principali sullo sviluppo iniziale del jazz (insieme al blues). Alcuni artisti, come Jelly Roll Morton, erano presenti ed hanno suonato sia il ragtime che jazz durante il periodo in cui i due generi hanno convissuto. Il jazz sorpassò di gran lunga il ragtime in popolarità all'inizio degli anni venti, anche se le composizioni ragtime continuano ad essere scritte anche oggi e rinascite di interesse popolare per il ragtime si sono presentate negli anni cinquanta e negli anni settanta.
Il momento magico del ragtime si verificò prima della disponibilità diffusa di strumenti per la registrazione del suono, quindi come musica classica e diversamente dal jazz, il ragtime classico era ed è soprattutto una tradizione scritta, distribuita attraverso gli spartiti piuttosto che attraverso le registrazioni. La musica del ragtime inoltre è stata distribuita attraverso i rulli per piano automatico. Una tradizione popolare di ragtime inoltre esisteva prima e durante il periodo del "ragtime classico" (definizione coniata dall'editore di Scott Joplin, John Stillwell Stark), manifestandosi principalmente attraverso gruppi di chitarristi e i club dove si suonavano il banjo ed il mandolino (che ebbero improvvisa popolarità all'inizio del XX secolo)
I tratti fondamentali di questo genere musicale si possono schematizzare in due punti: - il ragtime è praticato soprattutto da musicisti mulatti, una élite rispetto ai neri. Il ragtime, perciò, nasce come musica d'autore, scritta generalmente per pianoforte; - il ragtime è una musica da ballo che si ispira alle polke, alle mazurche, alle marce popolari di origine europea. Si basa però su un elemento tipicamente africano, cioè sulla contrapposizione tra due ritmi diversi, uno regolare e ossessivo (generalmente tipico della mano sinistra nelle composizioni ragtime per piano), l'altro vario e sincopato (eseguito invece con la mano destra). Diffusosi dalla seconda metà dell'Ottocento presso i neri della zona sud-occidentale degli Stati Uniti, era suonato inizialmente dalle cosiddette jug band, con strumenti casalinghi come l'asse da lavare e altri strumenti di cucina; nel banjo trovò il suo principale protagonista, e più tardi cominciarono ad emergere per esso anche pianoforte e chitarra.
A New Orleans erano nate piccole orchestrine, in genere composte generalmente da fiati e da una elementare sezione ritmica, che si esibivano per le strade e nei locali malfamati del quartiere a luci rosse della città, Storyville. La tradizione e il repertorio di queste orchestre derivavano dalla cosiddetta second line, una banda (spesso improvvisata) che suonava pezzi allegri al ritorno del corteo dai funerali (mentre all'andata la banda tradizionale suonava marce funebri). Quando anche i bianchi cominciarono ad interessarsi di questa musica, per distinguerla dalla musica suonata nello stesso periodo dai musicisti di colore fu coniato il termine Dixieland.
Il suo massimo esponente fu Scott Joplin, pianista. Il brano che gli permise di guadagnarsi enorme notorietà, Maple Leaf Rag (1899), raggiunse un successo straordinario, tanto che dello spartito vennero vendute un milione di copie.
Negli stessi anni in cui Joplin formulava una nuova forma di arte americana, il ragtime conosciuto come rag classico, altri musicisti adattavano i nuovi ritmi alle chitarre, creando il ragtime-blues, una combinazione delle due forme musicali. Di questo filone si ricordano Blind Blake e il reverendo Gary Davis. Negli anni sessanta i pezzi scritti per pianoforte furono tradotti in rag per chitarra. Non vi sono prove registrate che ciò fosse avvenuto prima di quest'epoca.
Suonato prevalentemente al pianoforte, talvolta accompagnato da orchestra, era caratterizzato da un ritmo binario sincopato, che ha contribuito alla formazione del jazz.[1] La parola ragtime, in inglese, significa "tempo stracciato", "a brandelli".
Caratteristiche musicali principali
- Forma musicale a carattere prevalentemente pianistico[1]
- Ritmo binario, solitamente 2/4, talvolta anche 2/2, 4/4 o 4/8
- Basso regolare, per tenere il tempo, al ritmo di semiminima o croma
- Melodia sincopata
- Schema tematico classico: multitematico AA BB A CC DD (come in The Entertainer di Scott Joplin)
- in molti casi vi sono 3 temi, e quindi manca il tema D, oppure viene riproposto il tema A alla fine, imitando lo stile del Rondò musicale classico;
- esistono alcuni ragtime-waltz ("valzer ragtime") che quindi sono nel ritmo ternario di 3/4 pur essendo sincopati (ad esempio, Bethena di Joplin).
- March ("marcia"), spesso nel tempo di 6/8 o 2/2
- Cake walk o Cakewalk
- Two Step
- Piano Novelty
- Slow Drag
- Fox Trot
Storia
Il contesto storico
Il critico americano Rupert Hughes, nel 1899 scrive che« I negri chiamano ragging il loro modo di danzare, battendo i piedi, e rag la danza. È una danza [..] accompagnata con il battito delle mani e dei piedi. Nella musica ragtime le figurazioni del banjo sono molto evidenti e la divisione di una delle battute in due note brevi si può far risalire al battito delle mani. » |
« ... era insita una ritmica sincopata che essi [i neri] trasferivano sul banjo, sulla chitarra e sul pianoforte. Questo tipo di musica venne poi chiamato "rag time" da un critico bianco, il quale non si rese conto di averle trovato il nome nemmeno quando ormai gli altri critici, e il pubblico, lo usavano normalmente. » |
(Rupert Hughes, An Eulogy of Rag Time) |
Alcuni dei primi ragtime per piano sono intitolati "marcia" e i termini jig e rag attorno al 1895 erano utilizzati in maniera intercambiabile. Il ragtime fu anche preceduto dal cakewalk, suo stretto parente. Nel 1895, l'artista nero Ernest Hogan pubblicò due dei più antichi rag stampati uno dei quali (All Coons Look Alike to Me) alla fine vendette un milione di copie. Come disse il collega musicista nero Tom Fletcher, Hogan fu "il primo a mettere su carta il genere di ritmo suonato da musicisti incapaci di leggere le note". Mentre il successo della canzone contribuì a introdurre gli Stati Uniti ai ritmi del ragtime, il suo uso di insulti razzisti contribuì a creare un certo numero di arie d'imitazione dispregiative, conosciuto come coon song a causa del loro uso di immagini estremamente razziste e stereotipate dei neri. Durante i suoi ultimi anni Hogan ammise di provare vergogna e un senso "di tradimento della razza" per la canzone esprimendo però orgoglio per aver aiutato a portare il ragtime a di vasto pubblico.
La comparsa di un ragtime maturo è datata solitamente al 1897, anno in cui furono pubblicati parecchi importanti rag. Nel 1899 fu pubblicata Maple Leaf Rag di Scott Joplin, che si rivelò un grande successo e dimostrò maggior profondità e sofisticatezza rispetto ai primi ragtime. Il ragtime fu una delle influenze principali sullo sviluppo iniziale del jazz (insieme al blues). Alcuni artisti, come Jelly Roll Morton, erano presenti ed hanno suonato sia il ragtime che jazz durante il periodo in cui i due generi hanno convissuto. Il jazz sorpassò di gran lunga il ragtime in popolarità all'inizio degli anni venti, anche se le composizioni ragtime continuano ad essere scritte anche oggi e rinascite di interesse popolare per il ragtime si sono presentate negli anni cinquanta e negli anni settanta.
Il momento magico del ragtime si verificò prima della disponibilità diffusa di strumenti per la registrazione del suono, quindi come musica classica e diversamente dal jazz, il ragtime classico era ed è soprattutto una tradizione scritta, distribuita attraverso gli spartiti piuttosto che attraverso le registrazioni. La musica del ragtime inoltre è stata distribuita attraverso i rulli per piano automatico. Una tradizione popolare di ragtime inoltre esisteva prima e durante il periodo del "ragtime classico" (definizione coniata dall'editore di Scott Joplin, John Stillwell Stark), manifestandosi principalmente attraverso gruppi di chitarristi e i club dove si suonavano il banjo ed il mandolino (che ebbero improvvisa popolarità all'inizio del XX secolo)
Gli inizi
Il termine rag-time venne usato per la prima volta associato ad una composizione musicale nel 1897 nei due brani The Mississippi Rag di William Krell e Harlem Rag di Tom Turpin, che sono quindi convenzionalmente considerati i primi brani rag. Fu inizialmente disprezzato e considerato come "musica da bordello", ma si è poi affermato ed ha raggiunto l'apice come forma propria musicale nel primo decennio del Novecento per poi declinare e cadere per molti decenni nella più completa oscurità entro il 1920.I tratti fondamentali di questo genere musicale si possono schematizzare in due punti: - il ragtime è praticato soprattutto da musicisti mulatti, una élite rispetto ai neri. Il ragtime, perciò, nasce come musica d'autore, scritta generalmente per pianoforte; - il ragtime è una musica da ballo che si ispira alle polke, alle mazurche, alle marce popolari di origine europea. Si basa però su un elemento tipicamente africano, cioè sulla contrapposizione tra due ritmi diversi, uno regolare e ossessivo (generalmente tipico della mano sinistra nelle composizioni ragtime per piano), l'altro vario e sincopato (eseguito invece con la mano destra). Diffusosi dalla seconda metà dell'Ottocento presso i neri della zona sud-occidentale degli Stati Uniti, era suonato inizialmente dalle cosiddette jug band, con strumenti casalinghi come l'asse da lavare e altri strumenti di cucina; nel banjo trovò il suo principale protagonista, e più tardi cominciarono ad emergere per esso anche pianoforte e chitarra.
A New Orleans erano nate piccole orchestrine, in genere composte generalmente da fiati e da una elementare sezione ritmica, che si esibivano per le strade e nei locali malfamati del quartiere a luci rosse della città, Storyville. La tradizione e il repertorio di queste orchestre derivavano dalla cosiddetta second line, una banda (spesso improvvisata) che suonava pezzi allegri al ritorno del corteo dai funerali (mentre all'andata la banda tradizionale suonava marce funebri). Quando anche i bianchi cominciarono ad interessarsi di questa musica, per distinguerla dalla musica suonata nello stesso periodo dai musicisti di colore fu coniato il termine Dixieland.
Il suo massimo esponente fu Scott Joplin, pianista. Il brano che gli permise di guadagnarsi enorme notorietà, Maple Leaf Rag (1899), raggiunse un successo straordinario, tanto che dello spartito vennero vendute un milione di copie.
Negli stessi anni in cui Joplin formulava una nuova forma di arte americana, il ragtime conosciuto come rag classico, altri musicisti adattavano i nuovi ritmi alle chitarre, creando il ragtime-blues, una combinazione delle due forme musicali. Di questo filone si ricordano Blind Blake e il reverendo Gary Davis. Negli anni sessanta i pezzi scritti per pianoforte furono tradotti in rag per chitarra. Non vi sono prove registrate che ciò fosse avvenuto prima di quest'epoca.
martedì 11 febbraio 2014
GRANDE SUCCESSO PER L'AVVIO DELLA CAMPAGNA "ZERO OGM - CIBO SANO PER TUTTI"
Nonostante
il maltempo..la pioggia..la neve.. nonostante il tentato
ostruzionismo da parte di alcuni gestori di super mercati (che
indicheremo a breve)..
..nonostante
tutto.. la prima giornata della campagna “zero ogm – cibo sano
per tutti” ha avuto un successo clamoroso!!!
Oltre
cento i comuni interessati dal volantinaggio, dalla distribuzione di
materiale informativo o da iniziative di sensibilizzazione.. decina
di migliaia i volantini distribuiti. Molta l'attenzione dei cittadini
avvicinati sulla questione OGM, molta la determinazione a dire un
secco e deciso NO, molti coloro che hanno scaricato i volantini e li
hanno distribuiti in maniera autonoma. Tra questi tante madri, ma
anche collettivi, comitati e un parroco che li ha proposti ai suoi
fedeli durante la messa
A
questo grande successo di “piazza” si aggiungono anche due
dichiarazioni molto forti e decise di sostegno alla nostra campagna.
Quella del Governatore Luca Zaia e quella dell'eurodeputato A.
Zanoni. Due dichiarazioni che riportiamo nel blog e che ci speriamo
si concretizzino presto in fatti e prese di posizione concrete ed
efficienti,, auspicando che ne seguano a breve anche altre di
politici e amministratori.
Di
forte e di concreto c'è la decisione del comune di Calalzo di Cadore
di adottare una delibera (da noi suggerita) che dichiara tale comune
come “comune anti transegnico e amico della biodiversità” Un
plauso al Sindaco per questa presa di posizione e un invito a tanti
altri sindaci ed amministratori a seguire l'esempio di questo
amministratore e di altri friulani e pugliesi
La
soddisfazione è grande. Ma lo è altrettanto la convinzione che la
campagna “zero ogm – cibo sano per tutti” va non solo
proseguita ma anche intensificata
E'
vitale dar voce alla forte opposizione.. allo forte contrarietà
verso gli OGM, al desiderio di sapere con chiarezza cosa mangiamo..
da dove tale cibo proviene, come è stato coltivato e lavorato.
Abbiamo
pertanto deciso di far si che questa giornata “zero OGM . Cibo sano
per tutti” diventi una mobilitazione permanente. Un susseguirsi di
iniziative, convegni, volantinaggi, dibattiti, mostre, flash mob e
tanto tanto altro
Desideriamo
dire un GRAZIE forte e deciso a quanto oggi ci sono stati vicini, ci
hanno ascoltato e supportato e invitiamo tutti a continuare in
questa azione di informazione e costruzione di consapevolezza
Invitiamo
tutte e tutti:
- a suggerirci iniziative e azioni, a scaricare i volantini dal blog o a richiederceli via mail
- a invitare i propri Sindaci (via mail, lettera, incontrando gli amministratori) a adottare la delibera che sancisca che quel comune si dichiara “comune