Luoghi ad Alta 
   Energia
   Il luogo è 
   per definizione “una porzione di spazio
 
   materialmente o idealmente delimitata”. Dalla notte dei tempi, le 
   necessità fondamentali dell’essere umano sono rimaste inalterate: 
   reperire il nutrimento fisico e spirituale. E’ per rispondere a 
   questo bisogno primordiale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha 
   delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente, luoghi particolari 
   per caratteristiche geofisiche ed energetiche. 
 
   materialmente o idealmente delimitata”. Dalla notte dei tempi, le 
   necessità fondamentali dell’essere umano sono rimaste inalterate: 
   reperire il nutrimento fisico e spirituale. E’ per rispondere a 
   questo bisogno primordiale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha 
   delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente, luoghi particolari 
   per caratteristiche geofisiche ed energetiche. 
   Energia, 
   un termine derivato dal greco, dato dalla fusione di due parole, "en" 
   dentro ed "ergon",  lavoro, opera. 
   Dunque,   Luoghi d'Energia,ovvero 
   porzioni di spazio idealmente o materialmente delimitati in grado di 
   produrre autonomamente e intimamente un lavoro. In altre parole 
   luoghi capaci di estrinsecare energie di varia natura che 
   inevitabilmente si compenetrano e interagiscono con tutte le altre 
   forme di energia, inclusa quella compressa, ovvero, la materia.
   Associare i due termini ed i 
   significati che sottendono è invero abbastanza arduo ed inusuale 
   almeno per l'uomo moderno, ma questo 
   concetto è  stato il fondamento su cui si è basata la ritualità e 
   quotidianità umana in ogni epoca ed ad ogni latitudine. I luoghi 
   d'energia o luoghi alti come li definiscono i francesi,  hanno da 
   sempre rappresentato un punto di riferimento, per l'uomo alla 
   ricerca del benessere, della salute fisica ma soprattutto del 
   contatto col trascendente. 
   Nel corso dei millenni, in virtù 
   delle loro caratteristiche, questi luoghi sono  divenuti luoghi di 
   culto, in onore di divinità le più disparate, o luoghi di cultura e 
   potere. 
   Paradossalmente questo intimo legame tra energia e fede, energia e 
   conoscenza, ne ha decretato l'alienazione e l'oblio.
Le 
   nebbie del passato, vanno gradualmente dissolvendosi e da più parti 
   autorevoli voci si alzano, nel tentativo di portare l'uomo, a 
   riappropriarsi di quella cultura e quella conoscenza che gli erano 
   proprie. 
   Purtroppo, agli 
   albori del terzo millennio, vittima consapevole eppur complice di 
   una fretta imperante, l'uomo ha poco tempo e poca voglia di porsi 
   domande e in questo contesto di cultura preconfezionata, preferisce 
   assumere una forma mentis non propria alla quale si conforma e si 
   adatta. Cogito ergo sum sembra così fuori moda da apparire 
   offensivo e molte riflessioni, sulla natura dei luoghi, sul rapporto 
   intimo con la terra, sono relegate al mondo degli ”esoteristi”, 
   degli “studiosi del paranormale”, degli “scienziati di frontiera” o 
   dei curiosi, come me. 
   Così, 
   purtroppo, molti richiami cadono nel vuoto. Se per esempio le teorie 
   del Dottor Hartmann, fossero state recepite con più attenzione, oggi 
   forse saremo qualche passo avanti, nell'irto ed erto cammino per il 
   recupero della conoscenza  e padroneggeremo un un sapere che è 
   invece relegato ancora al mondo delle cose oscure e nascoste. 
   
   Un sapere che era 
   proprio di tutte le culture antiche e che era stato trasmesso e 
   conservato con cura da generazioni di  sciamani, sacerdoti, 
   veggenti, sensitivi, druidi, profeti, monaci e architetti. Ecco 
   dunque il perché di questo luogo  ideale e materiale, un tentativo 
   modesto di aprire uno spiraglio, di esplorare il nostro mondo, di 
   concepire la Terra come un essere vivo e pulsante capace di agire, 
   reagire e soprattutto interagire con l’uomo e la sua energia.  
   Templi, caverne, menhir, piramidi, moschee, piccole pievi romaniche 
   o maestose cattedrali, chi di noi in certi luoghi non si è sentito 
   almeno una volta accolto, abbracciato, sollevato, e il suo respiro 
   si è fatto sincrono, ritmato, con un respiro più ampio, immenso... 
   Questi luoghi che dalla preistoria hanno richiamato a se l’uomo, 
   sono stati frequentati, armonizzati, modificati, usurpati, ma ancora 
   oggi il battito della terra è forte e presente.
   
   I Luoghi
   
   Che cos'è dunque un luogo d'energia? E' scientificamente provato che 
   utilizziamo solo il 10% delle nostre potenzialità cerebrali. Anche 
   la percezione, attraverso i nostri sensi, è parziale. Riusciamo ad 
   udire solo determinate frequenze, così come riusciamo a vedere e 
   percepire solo una gamma limitata di radiazioni cromatiche. Tutto 
   ciò è considerato normale, mentre non si pensa altrettanto di 
   persone che estrinsecano capacità "extrasensoriali". Un rabdomante 
   per esempio riesce a sentire l'acqua diversi metri sotto terra, un 
   radioestesista riesce a captare le energie sottili o le onde di 
   forma. Tali facoltà erano nei tempi passati considerati doni, 
   coltivate, e sfruttate. 
   Ebbene i luoghi d'energia, 
   naturali o creati con intervento umano, sono quei luoghi che 
   contribuiscono ad aumentare le nostre percezioni, il nostro 
   benessere, il nostro metabolismo, fino a giungere a diretto contatto 
   con il trascendente. 
   L'attenzione 
   estrema che i nostri antenati ponevano nell'ascoltare il ritmo della 
   terra, li portava non solo a identificare i luoghi d'energia, ma 
   anche i luoghi dove fosse insalubre abitare, vivere, lavorare. Le 
   conoscenze della salubrità o meno dei luoghi sono stati quasi sempre 
   appannaggio della casta sacerdotale. Nell’antichità i cinesi 
   sceglievano i luoghi dove costruire secondo lo studio delle 
   simmetrie dell’ambiente circostante. Greci e latini, facevano 
   pascolare e dormire le greggi per un anno sui terreni dove volevano 
   costruire. Nei vecchi monasteri in
   
Himalaya 
   si orientavano le celle per i monaci in modo che fossero contenute 
   entro una cella del reticolo di Hartmann, e quindi in zona  
   neutra. Gli antichi luoghi sacri  pagani e paleocristiani sono pieni 
   di energia positiva.  Dolmen, obelischi, menhir, piramidi e poi le 
   grandi cattedrali, i costruttori hanno sempre tenuto in 
   considerazione lo studio e la ricerca di luoghi carichi di energie 
   positive e di neutralizzazione delle energie negative.
   I menhir punteggiano la superficie della terra dall'estremo oriente 
   fino in Irlanda, sull'isola di Pasqua come in Africa o in Australia, 
   in Sudamerica come negli attuali Stati Uniti. La cultura megalitica 
   permetteva all'uomo di rilevare i nodi geopatogeni, o  zone ad 
   energia negativa. Collocare a terra un menhir, equivaleva a 
   praticare una sorta di agopuntura per trasformare le griglie 
   vibratorie  negative, una sorta di sanificazione del terreno e gli 
   obelischi di pietra fungevano da trasmettitori che irradiavano in 
   nella zona circostante energia positiva, una funzione che anche oggi 
   continuano ad avere. Gli antichi Romani, non solo orientavano tutte 
   le costruzioni in relazione ai reticoli, come del resto i Celti 
   prima di loro, ma il tracciato delle loro strade, seguendo le 
   indicazioni degli Auguri, evitava quando possibile luoghi ad energia 
   negativa. Questo per ridurre l'affaticamento dei loro soldati in 
   marcia. Così nell'antica India, le griglie sono state usate per 
   definire il concetto degli otto dishas, (orientamenti)  e più 
   precisamente per definire l'orientamento delle tempie ( e quindi 
   della testa ), in relazione alle zone ove risiedere, come è spiegato 
   nei Vastushastras. 
   I costruttori di cattedrali nel medioevo, oltre a sfruttare luoghi 
   già conosciuti dal punto di vista cultuale ed energetico, eressero 
   meravigliose torri, aventi, tra l'altro, la funzione di antenna 
   ricetrasmittente di energie cosmotelluriche. In definitiva alcuni 
   luoghi furono selezionati, frequentati, modificati, al fine di 
   potenziarne la salubrità e quindi migliorare le condizioni della 
   vita materiale degli uomini, altri invece furono selezionati e 
   potenziati a fini terapeutici o per innalzare lo spirito verso mondi 
   superiori.
Le 
    civiltà che ci hanno preceduto su questa terra, hanno lasciato 
    sin dall'epoca eneolitica (Eneo = di bronzo),
    
testimonianze 
    evidenti e affascinanti che le culture successive hanno tentato 
    di spiegare, plagiare, demonizzare.
In alcune zone 
    del pianeta riscontriamo un'ampia quantità e qualità di 
    testimonianze, ma si può considerare che i Menhir siano dispersi 
    in tutto il mondo.
Menhir è un 
    termine di derivazione Breton
e e significa "luogo delle pietre" o "Lunghe pietre" e proprio la Britannia è 
    forse uno dei luoghi dove è possibile incontrarne il maggior 
    numero. Nella foresta di Montargis si trova questo Menhir presso 
    il quale ancora oggi si recano le donne che non riescono a 
    concepire. 
Oltre alla 
    connotazione energetica è importante sottolineare lo sforzo e le 
    implicazioni tecnologiche che hanno permesso l'escavazione, il 
    trasporto e la collocazione di questi enormi massi,  aspetti 
    ancora non del tutto chiariti. Dove non arrivò la la ragione, 
    poté l'immaginazione o ancor più la chiesa. Così i vari siti 
    megalitici che oggi conosciamo, vennero considerati opera dei 
    pagani o del diavolo, identificando i menhir come fanciulle 
    pietrificate per aver violato un comandamento, o buoni cristiani 
    ridotti in pietra da Satana in persona. 
Ci 
    fu così nel tempo il tentativo di "cristianizzare" i menhir, 
    certamente con scarso successo. Queste pietre infisse nel 
    terreno, si ritrovano dunque in tutto il mondo. 
Anche se i 
    cultori della storia dell'arte e dell'archeologia non hanno 
    azzardato accostamenti, da un punto di vista del ruolo deputato 
    a tali strumenti, si possono tentare delle congetture. Citerei e 
    accomunerei gli obelischi, presenti soprattutto in Africa e in 
    Medio Oriente, ( quelli di Karnak risuonavano come enormi 
    diapason ), ma anche le enigmatiche figure antropomorfe 
    dell'Isola di Pasqua, le colonne ferree e  le nostre steli di 
    Luni, in Toscana. 
Anche i centri 
    oracolari, erano connotati dalla presenza di pietre fittili e 
    spesso ad una certa distanza delle pietra principale, erano 
    collocate altre pietre minori, quasi a costituire una rete per 
    la circolazione delle energie. A Delfi esiste ancora una copia 
    dell'omphalos, una pietra infissa a terra. Si narra che il luogo 
    era dedicato a Gaia, ed era protetto dal serpente Pitone. Apollo 
    uccise il serpente e sul luogo della contesa fece erigere una 
    colonna. Analoga storia si narra per Delo, o per Montovolo, 
    centro oracolare etrusco sull'appennino tosco emiliano. A 
    pergamo in Turchia, la pietra che indica l'omphalos, ha scolpiti 
    in bassorilievo due serpenti, animale utilizzato per 
    simbolizzare le forze energetiche sotterranee.
Una nota 
    particolare per reperti litici poco conosciuti, ma anch'essi 
    dispersi in tutto il mondo. Si tratta di sfere di dimensioni e 
    peso considerevoli, alcune volte rinvenute isolate, altre 
    inglobate in complessi architettonici di successiva 
    edificazione. In Europa si rilevano più numerose in Serbia, ma 
    segnalazioni certificate, le collocano in 122 nazioni. Queste 
    pietre infisse nel terreno dunque hanno costituito antenne 
    ricetrasmittenti di energia cosmotellurica, a beneficio degli 
    uomini che seppero sfruttarla. 

I menhir da 
    pietre isolate, sono stati poi collocati in modo da formare 
    delle strutture allineate, talvolta di poche unità, 
    come nell'area sacra di Sa Perda Longa  in Sardegna. Questi 
    allineamenti, seguivano verosimilmente vie d'acqua subaeree o 
    linee di energia particolarmente elevate. 
    Impressionante il numero e le dimensioni dei 
    menhir allineati in Francia a Carnac. La leggenda vuole che una 
    folle inferocita inseguisse un tale e per intervento divino 
    venisse pietrificata.

Altre strutture 
    organizzate sono definite Cromlech, 
    (dal bretone crom,"rotondo", 
    e lech, "pietra") costruzioni circolari la cui funzione 
    era forse molteplice, sacrale ed astronomica. Anche se la 
    maggior parte di questi recinti sacri si ritrova nel nord 
    Europa, vi sono alcuni esempi anche in Italia e in particolare 
    in Valle d'Aosta. Il più famoso e studiato rimane quello di 
    Stonehenge, ma vale la pena di ricordare anche il cerchio di 
    Avebury.
                                 
    
Altri 
    luoghi abbastanza misteriosi per origine e significato, sono le 
    Tagliate Etrusche.
Disseminate in 
    tutta la Toscana e il Lazio, sono vere e proprie vie cave 
    intagliate nella roccia. Sono state avanzate alcune ipotesi, ma 
    tutte fumose e poco convincenti. E' noto che la religione 
    etrusca fosse impregnata di concetti divinatori ed esisteva un 
    vero corpus letterario che i Romani chiamarono "Disciplina 
    etrusca".  Erano abili minatori e molto del loro sapere era 
    attribuito alla terra. La leggenda narra che il dio Tàges, sotto 
    le spoglie di neonato, era apparso tra le zolle del campo che il 
    leggendario eroe Tarconte, stava arando. Il fanciullo spiegò i 
    segreti della divinazione da cui il nome Disciplina Tagetica. 
    E' verosimile che le vie cave, seguano vere e proprie linee di 
    forza e i luoghi del culto, oggi abbandonati e spesso 
    irraggiungibili, fossero luoghi di alta energia. Come nel caso 
    dei luoghi prescelti dagli stiliti, sarebbe interessante 
    valutare il reale stato energetico delle vie cave. 
Analizzare la 
    miriade di sorgenti ed acque alle quali nel tempo sono
 
    state attribuite proprietà particolari, è pressoché impossibile.
Vale la pena 
    ricordare tutte le fonti termali di cui la nostra Italia è 
    particolarmente ricca. E' risaputo che ogni acqua ha effetto 
    terapeutico per l'una o l'altra patologia, ma nessuno ha mai 
    saputo dare una spiegazione scientifica del fenomeno. Sono 
    dell'opinione che la ragione vada ricercata nell'ambito delle 
    energie che l'acqua con la sua capacità chimica, ma anche con la 
    sua memoria specifica è in grado di veicolare. Molti dei 
    santuari edificati in epoca cristiana hanno inglobato pozzi o 
    fontane ed ancor oggi all'acqua sono legati fenomeni denominati 
    "miracoli". Voglio qui ricordare il Pozzo di Santa Cristina in 
    Sardegna. La vista dall'alto ne evidenzia u
na 
    struttura esterna a "toppa" forse in assonanza con l'organo 
    generatore della Dea Madre. Al centro del monumento una 
    scalinata scende nel sottosuolo. Tutte le strutture murarie sono 
    di pietra basaltica, facilmente reperibile ma di eccezionale 
    durezza alla lavorazione. La costruzione risale al XII secolo 
    avanti Cristo e da allora è stata sede di cerimonie liturgiche 
    che hanno attraversato il tempo e la storia. E' stata condotta 
    una attenta analisi e sono stati diagrammati i livelli 
    energetici che mutano man mano che si discende la scalinata, 
    fino ad arrivare in contatto con l'acqua. Seguendo quanto 
    affermato da Mario Aresu e Lello Fadda, a
l 
    primo gradino, sono state rilevate 2.000  Bovis. Il livello sale 
    man mano che la discesa procede, fino ad arrivare a 7.800 Bovis 
    al decimo gradino. Scendendo ancora si arriva al 
    ventiquattresimo gradino con 34.000 Bovis e al contatto con 
    l'acqua si raggiungono 410.000 Bovis. Questi livelli energetici 
    fanno pensare che la discesa alle acque rappresentasse un vero e 
    proprio cammino di iniziazione o comunque un percorso di scarico 
    e ricarico di energie per chi scendeva al pozzo e si immergeva 
    nelle sue acque. Fonti greche e latine riportano dell'usanza dei 
    Sardi di recarsi presso i loro monumenti per i riti 
    dell'incubazione. Si trattava di rituali di guarigione in cui, 
    per cinque giorni e cinque notti una persona soggiornava o 
    addirittura dormiva in queste aree ad alta energia. 
Molto forse 
    troppo si è detto e scritto intorno alle piramidi. Ancora
 
    pochi o relegati al mondo del paranormale, sono i contributi che 
    affrontano l'argomento da un punto di vista energetico. Mi piace 
    ricordare che tre grandi personaggi della storia, che non 
    esiterei a definire "iniziati" decisero di dormire, ( vedi sopra 
    riti di incubazione ), nella grande piramide di Cheope. Se 
    Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, fecero 
    tanta strada e condussero perigliose campagne militari, allo 
    scopo di sperimentare in prima persona le proprietà energetiche 
    della piramide, un
    
motivo 
    ci sarà stato di certo. La grande piramide è dunque  la più 
    studiata, grande interesse destano le sue dimensioni, gli 
    allineamenti rispetto alle costellazioni, il ripetersi nelle sue 
    proporzioni delle più importanti costanti matematiche.  E' 
    definita di Cheope o Khufu in modo erroneo, giacché la stele 
    scoperta da Auguste Mariette e attualmente conservata al museo 
    del Cairo riporta che " Khufu  pensò al restauro del tempio di 
    Iside -Signora della Piramide-, situato vicino alla Sfinge". Ma 
    la piramide è prima di tutto una macchina energetica capace di 
    convogliare e amplificare le energie, e del resto l'origine del 
    suo nome ( pyr = fuoco ) traducibile come "fuoco nel mezzo" 
    lascia pochi dubbi. Nel 1930 monsieur Bovis notò che gli animali 
    rinvenuti morti al suo interno, non erano putrefatti, ma 
    mummificati. Il filosofo Paul Brunton ottenne dal Cairo 
    l'autorizzazione a trascorrere una notte nella camera del Re, e 
    stilò un dettagliato resoconto dell'incredibile esperienza. 
    Successivamente grazie agli studi di Verne Cameron e Karl Drbal, 
    si arrivò alla conclusione che le strutture geometriche a forma 
    piramidale sono generatori di energia e che la massima 
    espressione di questa energia si ha ad un'altezza pari a circa 
    un terzo
 
    dell'altezza totale. In tale posizione nella piramide di Cheope, 
    è collocata la Camera dei Re, più che una tomba, un luogo di 
    cultuale e di guarigione. Relativamente alle piramidi sono stati 
    osservati due fenomeni particolari:  
 
    pochi o relegati al mondo del paranormale, sono i contributi che 
    affrontano l'argomento da un punto di vista energetico. Mi piace 
    ricordare che tre grandi personaggi della storia, che non 
    esiterei a definire "iniziati" decisero di dormire, ( vedi sopra 
    riti di incubazione ), nella grande piramide di Cheope. Se 
    Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone Bonaparte, fecero 
    tanta strada e condussero perigliose campagne militari, allo 
    scopo di sperimentare in prima persona le proprietà energetiche 
    della piramide, un
    
motivo 
    ci sarà stato di certo. La grande piramide è dunque  la più 
    studiata, grande interesse destano le sue dimensioni, gli 
    allineamenti rispetto alle costellazioni, il ripetersi nelle sue 
    proporzioni delle più importanti costanti matematiche.  E' 
    definita di Cheope o Khufu in modo erroneo, giacché la stele 
    scoperta da Auguste Mariette e attualmente conservata al museo 
    del Cairo riporta che " Khufu  pensò al restauro del tempio di 
    Iside -Signora della Piramide-, situato vicino alla Sfinge". Ma 
    la piramide è prima di tutto una macchina energetica capace di 
    convogliare e amplificare le energie, e del resto l'origine del 
    suo nome ( pyr = fuoco ) traducibile come "fuoco nel mezzo" 
    lascia pochi dubbi. Nel 1930 monsieur Bovis notò che gli animali 
    rinvenuti morti al suo interno, non erano putrefatti, ma 
    mummificati. Il filosofo Paul Brunton ottenne dal Cairo 
    l'autorizzazione a trascorrere una notte nella camera del Re, e 
    stilò un dettagliato resoconto dell'incredibile esperienza. 
    Successivamente grazie agli studi di Verne Cameron e Karl Drbal, 
    si arrivò alla conclusione che le strutture geometriche a forma 
    piramidale sono generatori di energia e che la massima 
    espressione di questa energia si ha ad un'altezza pari a circa 
    un terzo
 
    dell'altezza totale. In tale posizione nella piramide di Cheope, 
    è collocata la Camera dei Re, più che una tomba, un luogo di 
    cultuale e di guarigione. Relativamente alle piramidi sono stati 
    osservati due fenomeni particolari:  
1. L'energia 
    viene concentrata e convogliata  intorno all'asse verticale che 
    passa attraverso l'apice della piramide, 
2. L'energia 
    esce dalla sommità della piramide in una forma a spirale. 
    
Sono stati 
    osservati molti fenomeni importanti utilizzando  modelli fatti 
    di pietra,  legno,
    
carta,  
    plastica. Ponendo un alimento all'interno della piramide, ad 
    un'altezza di circa un terzo del totale, l'alimento si 
    disidraterà e se mantenuto a lungo verrà mummificato.  Il latte 
    non va incontro a degradazione ma si trasforma in formaggio 
    senza alcuni additivi. I semi sottoposti a tale trattamento 
    germinano più rapidamente e  sono più sani di quelli comunemente 
    trattati. Potendo usufruire di grandi modelli dove un uomo può 
    sedersi, si sono riscontrati benefici rispetto a patologie in 
    atto. Matematicamente, le piramidi sono proiezioni degli 
    emisferi terrestri e la piramide di Cheope è in perfetta armonia 
    con le dimensioni del creato.  Come è noto, i monumenti più 
    conosciuti aventi una struttura piramidale sono  in Egitto e 
    Mexico, ma è doveroso ricordare oltre agli Ziggurat babilonesi, 
    anche tutti i tempi disseminati in estremo oriente che se 
    proprio non presentano una struttura piramidale canonica, hanno 
    diverse caratteristiche in comune e spesso sono sovrastati da 
    pinnacoli altissimi aventi verosimilmente le stesse funzioni 
    attribuite ad un menhir. Contrariamente a quanto si pensa, le 
    piramidi sono diffusissime in tutto il mondo. Si hanno 
    testimonianze in Ucraina, in Brasile e Perù, in Mauritania, 
    Mozambico e Namibia, ma anche in Australia e grande interesse 
    destano le piramidi sommerse al largo dell'Isola di Pasqua e 
    delle  Bermude. Anche l'Italia ha le sue piramidi, a 
    Montevecchia in Lombardia, in Sicilia nei pressi di Enna ed in 
    Sardegna, a Monte d'Accoddi. 
carta,  
    plastica. Ponendo un alimento all'interno della piramide, ad 
    un'altezza di circa un terzo del totale, l'alimento si 
    disidraterà e se mantenuto a lungo verrà mummificato.  Il latte 
    non va incontro a degradazione ma si trasforma in formaggio 
    senza alcuni additivi. I semi sottoposti a tale trattamento 
    germinano più rapidamente e  sono più sani di quelli comunemente 
    trattati. Potendo usufruire di grandi modelli dove un uomo può 
    sedersi, si sono riscontrati benefici rispetto a patologie in 
    atto. Matematicamente, le piramidi sono proiezioni degli 
    emisferi terrestri e la piramide di Cheope è in perfetta armonia 
    con le dimensioni del creato.  Come è noto, i monumenti più 
    conosciuti aventi una struttura piramidale sono  in Egitto e 
    Mexico, ma è doveroso ricordare oltre agli Ziggurat babilonesi, 
    anche tutti i tempi disseminati in estremo oriente che se 
    proprio non presentano una struttura piramidale canonica, hanno 
    diverse caratteristiche in comune e spesso sono sovrastati da 
    pinnacoli altissimi aventi verosimilmente le stesse funzioni 
    attribuite ad un menhir. Contrariamente a quanto si pensa, le 
    piramidi sono diffusissime in tutto il mondo. Si hanno 
    testimonianze in Ucraina, in Brasile e Perù, in Mauritania, 
    Mozambico e Namibia, ma anche in Australia e grande interesse 
    destano le piramidi sommerse al largo dell'Isola di Pasqua e 
    delle  Bermude. Anche l'Italia ha le sue piramidi, a 
    Montevecchia in Lombardia, in Sicilia nei pressi di Enna ed in 
    Sardegna, a Monte d'Accoddi. 
Quando si parla 
    luoghi d'energia, forse viziati da una certa moda o tendenza, la 
    mente corre immediatamente alle popolazioni celtiche, bretoni o 
    egizie e compiendo un salto epocale enorme, si approda come 
    d'incanto, alle cattedrali gotiche. Tanto per fare un esempio, 
    si urla ormai dappertutto la cattedrale di Chartres fu costruita
    
ove 
    anticamente, sorgeva un pozzo druidico. E'solo un esempio e ne 
    potrei citare altri, ma quello che mi preme ricordare, sia pur 
    brevemente, è che fra i Celti e gli architetti medievali, 
    vissero, pregarono edificarono, i Greci e i Romani. Oggi tali 
    culture sono relegate al pari dei Goti o degli Alani, fra le 
    culture pagane, per la sola colpa di essere vissute con 
    splendore, prima della predicazione di Cristo.  Le due grandi 
    civiltà classiche ci hanno tramandato divinità proprie legate 
    indissolubilmente ai boschi e alla terra,   ma hanno anche teso 
    un ponte tra l'oriente e l'occidente, introducendo in Europa 
    alcuni culti di cui ancora si celebrano i misteri come quello 
    zoroastriano, o quelli legati alla grande madre. A partire dal 
    III sec. a.C., il culto della dea  egizia Iside, ebbe un ruolo 
    di particolare importanza. Venne adorata sotto le sembianze di 
    tenera madre del dio Horo fanciullo (Iside Lactans ), ma 
    anche in associazione a molte divinità del pantheon romano, 
    quali Iside-Fortuna, Iside-Faria e Iside-Demetra. Proprio quest'ultima 
    associazione è particolarmente importante, dato che 
    Iside-Demetra fu invocata dai romani come Cerere-Demetra, dea 
    dei boschi e dei campi. In tutte le province romane il culto di 
    Iside lasciò nei luoghi deputati alla sua adorazione, vestigia e 
    testimonianze, che con la cristianizzazione furono assimilate o 
    modificate. In Francia, un piccolo villaggio sorse nelle 
    vicinanze di un luogo dedicato a Iside. Per indicare  il piccolo 
    paese, si cominciò ad identificarlo come "par Isis", ovvero, 
    vicino ad Iside.  Questo toponimo attraversando i secoli e 
    sopravvivendo nella cultura celtica, al latino Lutetia, divenne 
    Paris, attuale capitale Francese.
ove 
    anticamente, sorgeva un pozzo druidico. E'solo un esempio e ne 
    potrei citare altri, ma quello che mi preme ricordare, sia pur 
    brevemente, è che fra i Celti e gli architetti medievali, 
    vissero, pregarono edificarono, i Greci e i Romani. Oggi tali 
    culture sono relegate al pari dei Goti o degli Alani, fra le 
    culture pagane, per la sola colpa di essere vissute con 
    splendore, prima della predicazione di Cristo.  Le due grandi 
    civiltà classiche ci hanno tramandato divinità proprie legate 
    indissolubilmente ai boschi e alla terra,   ma hanno anche teso 
    un ponte tra l'oriente e l'occidente, introducendo in Europa 
    alcuni culti di cui ancora si celebrano i misteri come quello 
    zoroastriano, o quelli legati alla grande madre. A partire dal 
    III sec. a.C., il culto della dea  egizia Iside, ebbe un ruolo 
    di particolare importanza. Venne adorata sotto le sembianze di 
    tenera madre del dio Horo fanciullo (Iside Lactans ), ma 
    anche in associazione a molte divinità del pantheon romano, 
    quali Iside-Fortuna, Iside-Faria e Iside-Demetra. Proprio quest'ultima 
    associazione è particolarmente importante, dato che 
    Iside-Demetra fu invocata dai romani come Cerere-Demetra, dea 
    dei boschi e dei campi. In tutte le province romane il culto di 
    Iside lasciò nei luoghi deputati alla sua adorazione, vestigia e 
    testimonianze, che con la cristianizzazione furono assimilate o 
    modificate. In Francia, un piccolo villaggio sorse nelle 
    vicinanze di un luogo dedicato a Iside. Per indicare  il piccolo 
    paese, si cominciò ad identificarlo come "par Isis", ovvero, 
    vicino ad Iside.  Questo toponimo attraversando i secoli e 
    sopravvivendo nella cultura celtica, al latino Lutetia, divenne 
    Paris, attuale capitale Francese.
L'avvento del 
    cristianesimo, innestato quasi a forza in un tessuto sociale 
    fortemente politeista, portò anche frutti amari. I luoghi che da 
    millenni venivano frequentati per le loro caratteristiche 
    energetiche e talvolta terapeutiche, furono piano piano 
    assimilati ad una religione che ne snaturò quasi per intero le 
    connotazioni iniziali. Inoltre ciò che era patrimonio culturale 
    di molti, divenne in modo ancor più marcato che in passato, 
    appannaggio di una classe sacerdotale che nei secoli conquistò 
    un potere temporale mai raggiunto prima. Nel tentativo di 
    demonizzare tutto ciò che poteva costituire un legame col 
    passato, anche le conoscenze profonde delle energie finirono al 
    bando e fu solo grazie ad una nuova categoria di persone che 
    furono preservate e non scomparvero per
 
    sempre. La capacità di riconoscere un luogo d'energia passò 
    piano piano dalle classi sacerdotali, alle varie compagnie di 
    architetti e costruttori, che fin dall'alto medio evo tentarono 
    di recuperare e praticare le antiche conoscenze. Lo stile 
    Romanico segnò indiscutibilmente i primi secoli del medioevo per 
    poi lasciare spazio al Gotico. Trascurando considerazioni di 
    natura artistica e stilistica, punterei l'attenzione su una 
    differenza sostanziale nella progettazione ed esecuzione degli 
    alzati. Lo stile romanico contraddistinto da mura perimetrali 
    spesse e con fenestrature limitate, si avvaleva di coperture  
    semplici  " a botte " sfruttando le capacità statiche dell'arco 
    a tutto sesto. Con
    
l'introduzione 
    dell'arco a sesto acuto e l'alleggerimento delle strutture 
    portanti, anche le volte assunsero forme diverse e prevalsero 
    crociere più o meno complicate. Con il passaggio al gotico altri 
    elementi arricchirono la chiesa, da un punto di vista statico ed 
    estetico. Entrarono in gioco soprattutto in Francia le grosse 
    torri poste in facciata, talvolta speculari, altre diverse anche 
    nelle dimensioni. Ebbene tali modifiche apparentemente soltanto 
    architettoniche, sono state introdotte per perfezionare la 
    circolazione e la distribuzione delle energie cosmotelluriche. 
    E' infatti intuibile che strutture con cuspidi e archi acuti, 
    prevalenti nel gotico, hanno la capacità di veicolare verso 
    l'alto in modo preciso e raffinato le energie che una struttura 
    a tutto sesto irradia e quindi disperde in modo omogeneo forse, 
    ma più casuale. Basta  ricordare i rudimenti di fisica a 
    riguardo della localizzazione delle cariche, elettriche che 
    prediligono strutture acuminate anziché superfici regolari. Le 
    possenti torri poste in facciata, alla stregua dei menhir, 
    fungevano e fungono ancora da potenti antenne ricetrasmittenti. 
    L'evoluzione dello stile dunque, mediata da influssi orientali a 
    seguito dei contatti commerciali con  l'Islam ha indotto una 
    variazione delle tecniche di costruzione, volte al 
    perfezionamento delle chiese in funzione della ricezione e 
    distribuzione delle energie.
Un'altro 
    elemento di cui tener conto è la presenza costante sotto le 
    chiese, dell'acqua. Senza
    acqua non c'è vita, è risaputo, 
    ma senza acqua non c'è energia e neanche trasferimento di 
    informazioni.  Le discipline accademiche che si occupano di 
    storia dell'arte e archeologia, non hanno ancora assimilato 
    questo concetto. Eppure giorno dopo giorno si aprono nuovi scavi 
    ed emergono nuove evidenze. I costruttori medievali, conoscevano 
    il potere dell'acqua e la presenza di tale elemento era 
    fondamentale per determinare in quale punto dovesse sorgere una 
    chiesa. Esistono importanti lavori che hanno evidenziato ciò che 
    i radioestesisti vanno dicendo da tempo. Sotto i pavimenti e i 
    sagrati delle chiese medievali, scorrono in modo ordinato, 
    spesso artificialmente predeterminato, vie d'acqua che veicolano 
    energie cosmotelluriche e fanno si che la chiesa sia un luogo di 
    culto ma al tempo stesso una macchina energetica. Non solo 
    l'acqua, ma anche l'orientamento della costruzione, le 
    dimensioni e le proporzioni, contribuiscono ad armonizzare il 
    luogo d'energia. Molte chiese romaniche soprattutto in Francia 
    non rispettano  gli allineamenti equinoziali o soltiziali, ma 
    l'asse longitudinale è orientato a 77° rispetto al Nord. Questo 
    allineamento apparentemente indecifrabile, è in realtà fuori 
    asse Est - Ovest di 23° ovvero l'inclinazione dell'asse della 
    terra. Tale allineamento chiamato "Onda d'Iside" conferisce alla 
    chiesa un alto valore energetico. Anche la misura di base 
    utilizzata per progettare e costruire una chiesa, era  spesso in 
    relazione alle caratteristiche del luogo. Si utilizzava di 
    solito  il metodo della Coudèe, che armonizzava le coordinate 
    equinoziali e la latitudine, che contrariamente a quanto si 
    possa pensare era un concetto ben chiaro e documentato. 
    Subentravano poi i rapporti armonici e numerici che dettavano le 
    regole per lo sviluppo degli spazi e degli alzati. Enorme 
    attenzione era dunque prestata alle caratteristiche energetiche 
    del luogo, verosimilmente già conosciute ed evidenziate dai 
    predecessori, mediante un menhir o un dolmen.
Osservando la 
    planimetria della chiesa di Grandson, notiamo in rosso il 
    reticolo di Hartmann, in verde la Rete di Curry, in azzurro due 
    vie d'acqua subaerea. Puntando lo sguardo in prossimità 
    dell'ingresso, notiamo che la rete di Curry è doppia e si 
    sovrappone alla linea H. che segue l'asse longitudinale. Tale 
    effetto è dovuto a due colonne di granito a destra contrapposte 
    a due colonne di marmo a sinistra e nessuna delle quattro 
    risulta essere portante. La zona d'ingresso dunque risulta 
    essere altamente negativa.  Proseguendo in avanti incontriamo 
    dunque il primo corso d'acqua, in gergo "il  Giordano". Divide 
    idealmente in due la chiesa, oltrepassarlo consapevolmente, 
    vincendo le iniziali forze negative, veicolerà l'uomo verso 
    livelli energetici più elevati. Percorrendo così il cammino 
    dall'ingresso, verso l'altare, l'uomo si trova ad attraversare 
    una zona in cui cede le sue residue energie, attraversa il 
    Giordano e poi procede verso un cammino di ricarica energetica e 
    dunque spirituale. Questo iter è in accordo con il concetto di 
    morte e rinascita ad opera del divino. Misure in scala Bovis 
    infatti vanno da valori al di sotto dei 4.000 all'ingresso, per 
    arrivare a 30.000 nei pressi dell'altare, energia ad alto 
    livello raggiunta grazie al contributo del secondo corso d'acqua 
    che scorre in senso contrario al primo.

Puntiamo lo 
    sguardo ora sulla cattedrale di San Nicolas a Friburgo. Sorge su 
    uno sperone di roccia che si eleva su 3 falesie di calcare. Il 
    cantiere fu inaugurato nel 1283 e i lavori terminarono nel 1512 
    con l'edificazione della torre in stile "gotico fiammeggiante". 
    Il luogo di costruzione si trova all'incrocio di due potenti 
    correnti telluriche ( in rosa nella planimetria ), la principale 
    che passa anche sotto le abbazie di 
    Maigrauge e 
    d'Hauterive per poi
     proseguire 
    verso Losanna e l'altra proveniente da Avenches, capitale 
    politica e religiosa della Svizzera romana.
     
    Le due correnti si incrociano 
    sotto il coro e uno splendido Drago in bassorilievo, orna uno 
    dei pilastri di sostegno della volta. Come è noto i Draghi 
    simbolizzavano nella
    
cultura 
    druidica le energie sottili della terra. Oltre al coro ci sono 
    altri punti ad alta energia, in particolare di fronte ad un 
    dipinto della Crocifissione e sotto una statua della 
    Deposizione, si ritrovano linee cosmotelluriche anche se di 
    intensità inferiore. Come evidenziato dalla planimetria, si 
    rilevano tre corsi d'acqua ed il fonte battesimale, posto in  
    una posizione non abitualmente rinvenuta, è proprio sulla 
    perpendicolare di uno di essi.  Secondo alcuni studi la presenza 
    dell'acqua decuplica la capacità di percezione 
    "extrasensoriale".
cultura 
    druidica le energie sottili della terra. Oltre al coro ci sono 
    altri punti ad alta energia, in particolare di fronte ad un 
    dipinto della Crocifissione e sotto una statua della 
    Deposizione, si ritrovano linee cosmotelluriche anche se di 
    intensità inferiore. Come evidenziato dalla planimetria, si 
    rilevano tre corsi d'acqua ed il fonte battesimale, posto in  
    una posizione non abitualmente rinvenuta, è proprio sulla 
    perpendicolare di uno di essi.  Secondo alcuni studi la presenza 
    dell'acqua decuplica la capacità di percezione 
    "extrasensoriale".
    Osservando la planimetria 
    sulla quale sono riportate in dettaglio le reti geomagnetiche,notiamo 
    che le due grosse correnti telluriche, sono come per magia 
    demoltiplicate e frazionate all'interno della chiesa. 
    

    Quando si pone in essere un 
    tempio,le linee di Hartmann si deformano e si "impacchettano" 
    all'esterno dei muri perimetrali. All'esterno delle piramidi 
    sono state contate fino a 13 linee addensate, per le chiese 
    invece solitamente ne vengono riscontrate 7, anche se Blanche 
    Merz sostiene che il numero varia con l'importanza e dunque 
    l'energia del luogo. All'esterno della chiesa dunque, si ha 
    dunque un addensamento e ciò determina un campo di energia 
    negativa talmente alto, da indurre il credente a rimanere 
    all'esterno. Varcare la soglia impone una precisa volontà che 
    supera la repulsione iniziale del luogo. Lo spazio interno che 
    viene delimitato, è un luogo sgombro da linee, almeno 
    inizialmente. L'utilizzo di materiali diversi, la posa di 
    pilastri e di tutti gli impianti architettonici che i 
    costruttori, hanno posto consapevoli del loro operato, 
    richiamano e ridistribuiscono le linee d'energia. A dodici metri 
    di distanza dall'ingresso di San Nicolas, il reticolo di 
    Hartmann si modifica e assume la struttura di due grossi fusi 
    incrociati. Al punto di intersezione   si rileva la presenza del 
    quadrato magico, che non ha riscontro fisico, nel senso che non 
    ci sono pietre disposte i
n 
    modo particolare o un elemento che lo faccia individuare. Questo 
    quadrato è un luogo ideale, evidenziato dalla rilevazione delle 
    correnti cosmotelluriche e indugiando a camminare sulle pietre 
    del selciato, si avverte il richiamo della cattedrale, salvo poi 
    soffermarsi all'ingresso e avvertire tutto il peso della 
    responsabilità, entrare o non entrare?  E ora, un pò di 
    geometria. Nel nartece si rileva la presenza di tre pietre di 
    granito, inserite in una pavimentazione di arenaria.  Due di 
    esse sono accoppiate e misurano 29.5  x  80.3 cm. ciascuna. La 
    misura del lato corto è immediatamente associabile al piede 
    romano e ritma la divisione di molti spazi. Per esempio la base 
    del piedistallo delle piccole colonne del nartece misura  29.5 
    cm per lato e il rapporto tra il diametro delle colonne e il 
    lato della base, è legato al numero aureo.  La misura di  80.3 
    cm rappresenta la Coudèe locale, calcolata, o per meglio dire, 
    empiricamente rilevata alla latitudine di Friburgo, all'epoca 
    della costruzione. La terza pietra misura 29.5 x 55.74 cm e la 
    diagonale di tale rettangolo misura 63.069 cm, misura che 
    corrisponde al cubito reale di Gerusalemme ed è anche un 
    milionesimo della misura del raggio terrestre. Tra una colonna e 
    l'altra della navata, intercorre esattamente 12 volte, il cubito 
    sacro. Queste piccole osservazioni geometriche inducono due 
    riflessioni :  prima cosa, il legame culturale tra gli 
    architetti medievali e gli antichi costruttori era molto saldo, 
    secondo, che la cattedrale, come molte altre costruzioni 
    religiose, è in armonia con il creato, di cui riproduce come 
    multipli, le misure naturali. 
n 
    modo particolare o un elemento che lo faccia individuare. Questo 
    quadrato è un luogo ideale, evidenziato dalla rilevazione delle 
    correnti cosmotelluriche e indugiando a camminare sulle pietre 
    del selciato, si avverte il richiamo della cattedrale, salvo poi 
    soffermarsi all'ingresso e avvertire tutto il peso della 
    responsabilità, entrare o non entrare?  E ora, un pò di 
    geometria. Nel nartece si rileva la presenza di tre pietre di 
    granito, inserite in una pavimentazione di arenaria.  Due di 
    esse sono accoppiate e misurano 29.5  x  80.3 cm. ciascuna. La 
    misura del lato corto è immediatamente associabile al piede 
    romano e ritma la divisione di molti spazi. Per esempio la base 
    del piedistallo delle piccole colonne del nartece misura  29.5 
    cm per lato e il rapporto tra il diametro delle colonne e il 
    lato della base, è legato al numero aureo.  La misura di  80.3 
    cm rappresenta la Coudèe locale, calcolata, o per meglio dire, 
    empiricamente rilevata alla latitudine di Friburgo, all'epoca 
    della costruzione. La terza pietra misura 29.5 x 55.74 cm e la 
    diagonale di tale rettangolo misura 63.069 cm, misura che 
    corrisponde al cubito reale di Gerusalemme ed è anche un 
    milionesimo della misura del raggio terrestre. Tra una colonna e 
    l'altra della navata, intercorre esattamente 12 volte, il cubito 
    sacro. Queste piccole osservazioni geometriche inducono due 
    riflessioni :  prima cosa, il legame culturale tra gli 
    architetti medievali e gli antichi costruttori era molto saldo, 
    secondo, che la cattedrale, come molte altre costruzioni 
    religiose, è in armonia con il creato, di cui riproduce come 
    multipli, le misure naturali. 
    L'armonizzazione delle misure 
    della costruzione, e la sapiente collocazione di colonne e 
    strutture, fanno della cattedrale una perfetta macchina 
    energetica. Sulla scorta delle misurazione in scala Bovis, delle 
    zone ad alta e bassa energia, è stato teorizzato un percorso 
    ideale da compiere dai fedeli in un tempo di 15 minuti. Mi preme 
    ricordare che la deambulazione era  pratica comune all'interno 
    delle chiese nel medioevo. Infatti oltre ai momenti liturgici, 
    la chiesa era teatro di vita quotidiana e dell'amministrazione 
    della giustizia.  Sottoponendo 40 persone ad un test, che 
    prevedeva la deambulazione all'interno della chiesa, secondo un 
    percorso stabilito, è stato possibile rilevare che la loro 
    energia alla fine del percorso, era quadruplicata e dimezzava 
    lentamente nell'arco di dodici ore. E' chiaro dunque, che tutti 
    i luoghi d'energia hanno esercitato da sempre  sull'uomo, un 
    effetto benefico se non terapeutico.  
    Un breve accenno ad un altro 
    tipo di edificio sacro. 
    Innanzi tutto l'avvento 
    dell'Islam non comportò la distruzione degli edifici sacri 
    preesistenti, anzi tutte le chiese di matrice egizio-siriaca 
    rimasero intatte. In molti casi, le chiese furono modificate ed 
    adattate al culto musulmano. E' il caso della grande
    
Moschea 
    Ommayyde in Siria. Sorge nel luogo ove nel XI secolo a.C. gli 
    Aramei eressero un tempio al dio Hadad. Con la romanizzazione ci 
    fu la trasformazione del tempio e fu dedicato a Giove e in 
    seguito fu eretta la grande basilica di San Giovanni Battista. 
    Quando nel 636 i musulmani entrarono in Damasco lasciarono ai 
    cristiani l'uso parziale della chiesa e una parte fu adibita a 
    moschea. A testimonianza di ciò, è ancora consentito ai 
    cristiani entrare nella moschea e venerare presso la cappella ( 
    n° 18 nella planimetria ) i resti della testa decollata del 
    Battista, oppure pregare, sia pure in silenzio. Questa intesa 
    durò fino al 705 quando il califfo Al-Walid decise di erigere la 
    più grande moschea mai vista. La struttura fu ampliata, dotata 
    di un cortile, le acque subaeree furono regimentate e 
    convogliate alla grande fontana  (cerchietto n° 6). L'insieme 
    moschea-cortile, forma un rettangolo di 155 x 96 metri, 
    dimensioni in rapporto aureo perfetto.
 
    La presenza dell'acqua è elemento comune a chiese e moschee. 
    Considerando le condizioni climatiche del medio oriente, l'acqua 
    acquista una plusvalenza. Un luogo ove fosse presente l'acqua, 
    oltre ad avere i connotati energetici, diveniva automaticamente 
    un luogo di potere, un luogo ambito anche per il valore 
    materiale dell'acqua. Possedere un pozzo è ancora oggi 
    considerata una ricchezza.  Mi preme sottolineare che tutte le 
    moschee hanno al loro esterno un pozzo ove attingere acqua 
    indispensabile per le abluzioni. Ultimo elemento, se le 
    cattedrali gotiche hanno imponenti torri, le moschee hanno 
    snelli Minareti. La grande moschea di Damasco, ne ha addirittura 
    due, uno a metà del lato Nord, ( n° 2 nella planimetria ) il 
    Minareto della Sposa e l'altro all'angolo sud orientale (n° 20 
    nella planimetria ) il Minareto di Gesù. Secondo la tradizione 
    musulmana infatti,  nel giorno del giudizio universale Gesù 
    tornerà in terra e apparirà sul minareto. Un luogo d'energia 
    importante direi, capace di unire nel giudizio finale due 
    religioni così lontane........
Moschea 
    Ommayyde in Siria. Sorge nel luogo ove nel XI secolo a.C. gli 
    Aramei eressero un tempio al dio Hadad. Con la romanizzazione ci 
    fu la trasformazione del tempio e fu dedicato a Giove e in 
    seguito fu eretta la grande basilica di San Giovanni Battista. 
    Quando nel 636 i musulmani entrarono in Damasco lasciarono ai 
    cristiani l'uso parziale della chiesa e una parte fu adibita a 
    moschea. A testimonianza di ciò, è ancora consentito ai 
    cristiani entrare nella moschea e venerare presso la cappella ( 
    n° 18 nella planimetria ) i resti della testa decollata del 
    Battista, oppure pregare, sia pure in silenzio. Questa intesa 
    durò fino al 705 quando il califfo Al-Walid decise di erigere la 
    più grande moschea mai vista. La struttura fu ampliata, dotata 
    di un cortile, le acque subaeree furono regimentate e 
    convogliate alla grande fontana  (cerchietto n° 6). L'insieme 
    moschea-cortile, forma un rettangolo di 155 x 96 metri, 
    dimensioni in rapporto aureo perfetto.
    Tornando alle nostre chiese 
    cristiane, aguzzando la vista, noteremo che molte hanno 
    all'esterno un pozzo, di solito posto lateralmente. Addirittura 
    secondo la regola di San Bernardo, tutti i conventi venivano 
    edificati seguendo precise disposizioni e il pozzo, di solito 
    collocato al centro del chiostro e quindi a fianco della chiesa, 
    era un elemento fondamentale.
    Gli esempi di Friburgo e 
    Grandson, non sono che uno spiraglio in un mondo di luce che 
    ancora dobbiamo scoprire.
    Probabilmente sarà necessario 
    spogliarsi del nostro abitus di uomini moderni rinunciando un pò 
    alla nostra estrema ratio, ma passo dopo passo potremo 
    riappropiarci di molte cose che, sordi e ciechi, al momento, non 
    riusciamo a cogliere. 
Fonte: 
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