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caldaie a biomassa

Caldaie a Biomassa 

Una delle classificazioni delle caldaie fa riferimento al combustile con cui è alimentata la caldaia stessa (caldaia a gas metano, a gasolio, a legna, a pellet, ecc.) e così con il termine caldaie a biomassa si intendono tutte le caldaie che sono alimentate con combustibile di tipo biomassa.


Cosa sono

Biomassa: definizione

Con il termine “biomassa” si intendono tutti i tipi di residui provenienti da coltivazioni agricole e dalla deforestazione e da attività industriali della lavorazione del legno e della carta, gli scarti di origine biologica, la legna che si può ardere, i rifiuti di tipo urbano, e tutto ciò che si può trasformare in energia elettrica sia in maniera diretta (come la legna), sia mediante specifici trattamenti.
Secondo la direttiva dell’Unione Europea, 2009/28/CE, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, ripresa da tutta la legislazione ad essa riferente, per biomassa si intende “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
Le caldaie alimentate da combustibile assimilabile a biomassa sono progettate in diverse taglie di potenza, da quelle medio piccole per uso residenziale a quelle di potenza elevata.
Le biomasse legnose sono costituite essenzialmente da legna e rappresentano una fonte energetica rinnovabile (il legno infatti ricresce naturalmente, al contrario dei giacimenti petroliferi che si esauriscono) e neutra rispetto alle emissioni di CO2, cioè anidride carbonica. Le piante utilizzano per crescere tanta CO2, quanta ne viene immessa in atmosfera durante il loro utilizzo energetico, portando il bilancio in pari.

Tipologie di caldaie a biomassa

Le caldaie a biomassa di conseguenza fanno riferimento a tutte le caldaie che possono essere alimentate con questi tipi di combustibile che rientrano nell’accezione del termine “ biomassa” e sono progettate in tre tipologie quali:
  • Pellets (scarti di lavorazione legno resi in cilindretti pressati)
  • Cippato (pezzettini di legno, possono usare anche a noccioli di pesca, sansa ed altri residui vegetali secchi ed opportunamente lavorati)
  • Legna (pezzi di legna opportunamente tagliati, preferibilmente secca)

Come funzionano

Tutte le caldaie a biomassa si contraddistinguono per i sistemi di sicurezza con cui sono state progetta, per l’automazione e la modulazione di fiamma comandata da un sistema di controllo elettronico a microprocessore, si differenziano per la possibilità di essere alimentate con un solo tipo di biomassa o con versatilità che consente di usare anche diversi tipi di biomassa (le indicazioni sono date dal modello e dipendono da come è stata progettata la caldaia). Per quanto riguarda lo stoccaggio del combustibile a biomassa, naturalmente c’è bisogno di avere a disposizione lo spazio adeguato. Si sono già trattate le caldaie a legna e le caldaie a pellet e quindi ora si esamina una caldaia a cippato.

Caldaia con biomassa cippato

Caldaia a biomassa cippato Eta HackLa caldaia a cippato, ad esempio progettata da ETA HACK, ha un funzionamento completamente automatico e consente una combustione efficiente sia del cippato sia dei Pellets di legno e del Miscanthus (arbusto coltivato per la produzione di biomassa). I vari sistemi di trasporto del combustibile, studiati fin nei minimi dettagli, garantiscono un utilizzo ottimale dell’energia. Per garantire un grado di sicurezza di funzionamento eccellente la caldaia è dotata di una chiusa girante ermetica a monocamera che impedisce la creazione di punti di collegamento aperti tra camera di combustione e deposito del combustibile.

Caratteristiche camera di combustione e rimozione cenere

La camera di combustione incandescente e a griglia ribaltabile è rivestita di refrattario con dispositivo di turbolenza dell‘aria secondaria per garantire un fuoco pulito ad alta temperatura di combustione

mercoledì 1 ottobre 2014

Tetraktys

La tetraktýs (dal greco τετρακτύς, più comunemente traslitterato tetraktys o anche tetraktis, tetractys, tetractis) o numero quaternario rappresentava per i pitagorici la successione aritmetica dei primi quattro numeri naturali (o più precisamente numeri interi positivi), un «quartetto» che geometricamente «si poteva disporre nella forma di un triangolo equilatero di lato quattro»,[1] ossia in modo da formare una piramide che sintetizza il rapporto fondamentale fra le prime quattro cifre e la decade: 1+2+3+4=10.[2] «A dimostrazione dell'importanza che il simbolo aveva per Pitagora [c. 575 a.C. - c. 495 a.C.], la scuola portava questo nome e i suoi discepoli prestavano giuramento sulla tetraktys[2]

Altre caratteristiche

A sua volta il dieci rimanda all'Unità poiché 10=1+0=1.[2] Inoltre «nella decade "sono contenuti egualmente il pari (quattro pari: 2, 4, 6, 8) e il dispari (quattro dispari: 3, 5, 7, 9), senza che predomini una parte". Inoltre risultano uguali i numeri primi e non composti (2, 3, 5, 7) e i numeri secondi e composti (4, 6, 8, 9). Ancora essa "possiede uguali i multipli e sottomultipli: infatti ha tre sottomultipli fino al cinque (2, 3, 5) e tre multipli di questi, da sei a dieci (6, 8, 9)". Infine, "nel dieci ci sono tutti i rapporti numerici, quello dell'uguale, del meno-più e di tutti i tipi di numero, i numeri lineari, i quadrati, i cubi. Infatti l'uno equivale al punto, il due alla linea, il tre al triangolo, il quattro alla piramide".»[3] Forse «è nata così la teorizzazione del "sistema decimale" (si pensi alla tavola pitagorica)»,[4] tuttavia per quanto riguarda la Grecia e non per l'intera storia della civiltà e della matematica, che attesta la preesistenza di tale intuizione rispetto ai Pitagorici.
Secondo Luciano De Crescenzo, in questo modo con la matematica greca «pare che anche fra i numeri esistesse un'aristocrazia: c'erano quelli nobili e quelli plebei[5]

Simbolismo

A ogni livello della tetraktys corrisponde uno dei quattro elementi,[2] i principi cosmogonici identificati secondo i filosofi della natura presocratici.
Rappresentazione della tetraktys a piramide.
1º livello. Il punto superiore: l'Unità fondamentale, la compiutezza, la totalità, il Fuoco
2º livello. I due punti: la dualità, gli opposti complementari, il femminile e il maschile, l'Aria
3º livello. I tre punti: la misura dello spazio e del tempo, la dinamica della vita, la creazione, l'Acqua
4º livello. I quattro punti: la materialità, gli elementi strutturali, la Terra
Tale corrispondenza simbolica è attribuita a Filolao (470 a.C. - 390 a.C.), un pitagorico della seconda generazione che avrebbe fatto coincidere i quattro elementi con i primi quattro solidi platonici (terra=cubo, fuoco=tetraedro, aria=ottaedro, acqua=icosaedro).[6][7] In quest'identificazione dovettero giocare un ruolo notevole anche analogie sensibili: il cubo dà l'idea della solidità della terra, la piramide delle lingue di fuoco, ecc.

Ulteriori sviluppi

L'intuizione pitagorica è stata recuperata negli ambiti più svariati:

Anatomia Occulta

In numerose tradizioni, religioni e scuole di pensiero orientali[1] ed esoteriche, il corpo è considerato tutto ciò che – a livello più o meno materiale – riveste e ricopre la «vera essenza» spirituale di un essere che deve, attraverso pratiche religiose, liberarsi delle necessità materiali corporee per raggiungere i più alti gradi di spiritualità. Trattandosi di un'essenza "nascosta", il suo studio attiene alla cosiddetta anatomia occulta.[2]

Cenni storici

« Tutto quanto si sa dei corpi non consiste solo nell'estensione, come sostengono i moderni. Questo ci costringe a reintrodurre quelle forme che essi hanno bandito. »
(Gottfried Leibniz, Discorso di Metafisica, XVIII[3])
Ad una concezione risalente a Platone, che vedeva nei corpi la manifestazione fenomenica di un'idea trascendente, o ad Aristotele che individuava nei corpi un sinolo, cioè un'unione, di sostrato materiale e forma spirituale, si è andata sempre più sostituendo nell'età moderna una visione esclusivamente materialista che riduceva il corpo ad una mera estensione spazio-temporale.
Con Cartesio, che separò rigidamente la res extensa o «sostanza estesa», dalla res cogitans o «sostanza pensante», venne da un lato inaugurata una concezione soltanto meccanicista e quantitativa dei corpi, ripresa dall'atomismo di Democrito, mentre dall'altro, sul piano mentale, fu eliminata la distinzione che la filosofia greca poneva tra i livelli dell'anima, in particolare tra nous e dianoia, ossia tra intelletto e ragione,[4] distinzione fatta propria dalla scolastica,[5] e tramandata fino al Rinascimento. Sino allora, almeno per quanto riguarda la tradizione occidentale, le varie dottrine dell'antichità avevano trovato una sintesi filosofica nel neoplatonismo, concepito da Ficino come pia philosophia,[6] cioè come un'unica dottrina filosofico-religiosa, antitetica alle correnti di pensiero atee e materialiste, che percorrendo la storia dell'umanità ne unificava i diversi filoni spirituali, da Platone al Cristianesimo. All'interno del neoplatonismo confluivano anche concezioni del pitagorismo e del Corpus Hermeticum, la dottrina già ripresa, almeno in parte, da Porfirio, da Giamblico e Proclo.
Anche se con accezioni e funzionalità parzialmente distinte da quelle neoplatoniche, le distinzioni e le specifiche peculiarità attribuite ai corpi sono ritornate nelle dottrine esoteriche moderne, in particolare con la Società Teosofica fondata da Helena Blavatsky, e con l'antroposofia di Rudolf Steiner.

Le tre suddivisioni

La tradizione occidentale, rifacendosi alle dottrine greche e giudaico-cristiane, ha generalmente proposto una suddivisione dell'essere umano in tre livelli. Platone lo suddivideva in tre componenti: quella razionale (loghistòn), quella volitiva (thumoeidès), e quella concupiscibile (epithymetikòn),[7] oppure, in un altro contesto: nous (intelletto), thumos (passione), e epithumia (appetito).[8] Aristotele differenziava invece le funzioni dell'anima umana in: intellettiva, sensitiva e vegetativa.[9] Queste suddivisioni sono state poi assimilate e integrate nella tripartizione evangelica fatta da Paolo di Tarso che distingueva il corpo, l'anima e lo spirito.[10]

I corpi sottili possono essere pensati come vari strati sovrapposti che ricoprono il corpo grossolano

sabato 9 agosto 2014

trattato di Kundalini - Swami Sivananda

Il trattato di Kundalini
 
Tratto da:
Swami Sivananda
Kundalini Yoga
Capitolo Secondo
Kundalini Yoga - Teoria
 
Swami Sivananda Sarasvati (1887-1963) nacque in una grande e nobile famiglia del Sud dell'India; laureatosi in medicina, si dedicò alla professione in Malesia con grande successo. Nel 1924, attratto dal richiamo della ricerca spirituale, approdò a Rishikesh, alle pendici dell'Himalaya, dove nel 1932 fondò lo "Sivananda Ashram" e nel 1936 la "Divine Life Society". Scomparso nel 1963, ha lasciato più di 300 libri sullo Yoga, traducendo oltre alla Bhagavad Gita anche i Brahmasutra, il Bhagavatam, molte Upanishad e scrivendo moltissimi altri volumi su tutti gli aspetti pratici dello Yoga, del Vedanta e della Sadhana spirituale.
 
 
Le nadi sono i canali astrali fatti di materia astrale, che portano le correnti psichiche. Il termine sanscrito "nadi" viene dalla radice "nad", che significa 'movimento'. È attraverso queste nadi (sukshma, passaggi sottili) che si muove, o fluisce, la forza vitale, o corrente pranica. Poiché sono fatte di materia sottile, non possono essere viste dai nudi occhi fisici e sul piano fisico non è possibile fare nessun esperimento di prova. Queste yoga nadi non sono i comuni nervi, arterie e vene che si conoscono in anatomia e fisiologia (vaidya shastra); le yoga nadi sono completamente diverse da queste. Il corpo è pieno d'innumerevoli nadi, che non possono essere contate. Diversi autori specificano il numero delle nadi differentemente, da 72.000 a 350.000. Quando volgete la vostra attenzione alla struttura interna del corpo, siete presi da meraviglia e stupore; perché l'architetto è lo stesso Signore Divino, assistito da esperti ingegneri e muratori - maya, Prakriti, viswa karma, ecc.
Le nadi svolgono una parte vitale in questo yoga. Kundalini, quando destata, passerà attraverso la sushumna nadi, e questo sarà possibile solo se le nadi sono pure. Perciò, il primo passo nel kundalini yoga è la purificazione delle nadi. Una conoscenza dettagliata delle nadi e dei chakra è assolutamente necessaria. Le loro ubicazioni, funzioni, nature, ecc., devono essere studiate per esteso. Le linee sottili, yoga nadi, influiscono sul corpo fisico. Prana, nadi e chakra sottili (sukshma) hanno manifestazioni e operazioni grossolane nel corpo fisico. I nervi e i plessi grossolani hanno relazione intima con quelli sottili. Dovete comprendere bene questo punto. Poiché i centri fisici hanno relazione intima con i centri astrali, le vibrazioni prodotte nei centri fisici coi metodi prescritti hanno gli effetti desiderati nei centri astrali. Ovunque c'è un incrocio di parecchi nervi, arterie e vene, quel centro è chiamato "plesso". I plessi fisici materiali conosciuti dai vaidya shastra sono: pampiniforme, cervicale, brachiale, coccigeo, lombare, sacrale, cardiaco, esofageo, epatico, faringeo, polmonare, prostatico, ecc. Similmente, vi sono plessi, o centri di forze vitali, nelle sukshma nadi e sono conosciuti come "padma" (loto) o chakra. Istruzioni dettagliate su tutti questi centri sono date successivamente. Tutte le nadi sorgono dal kanda, che è nella giunzione dove la sushumna nadi è connessa con il muladhara chakra. Alcuni dicono che questo kanda è dodici pollici sopra l'ano. Delle innumerevoli nadi, quattordici sono considerate le più importanti. Esse sono:
  •   1) Sushumna
  •   2) Ida
  •   3) Pingala
  •   4) Gandhari
  •   5) Hastijihva
  •   6) Kuhu
  •   7) Sarasvati
  •   8) Pusha
  •   9) Sankhini
  • 10) Payaswini
  • 11) Varuni
  • 12) Alambusha
  • 13) Vishvodhara
  • 14) Yasashvini
Ancora, Ida, Pingala e Sushumna sono le più importanti di queste quattordici nadi, e Sushumna è la principale. È la più alta e la più ricercata dagli yogi; le altre nadi sono subordinate ad essa. Istruzioni dettagliate su ciascuna nadi e le sue funzioni, e sul metodo di risvegliare Kundalini e farla passare di chakra in chakra, sono date nelle pagine seguenti.

Colonna Spinale

Prima di passare allo studio di nadi e chakra dovete sapere qualcosa circa la colonna spinale, poiché tutti i chakra sono connessi ad essa. La colonna spinale è conosciuta come "Merudanda"; essa è l'asse del corpo, e, come il monte Meru, è l'asse della terra. Quindi la colonna spinale è chiamata meru, altrimenti conosciuta come spina dorsale, o colonna vertebrale. L'uomo è un microcosmo. Tutte le cose che si vedono nell'universo - montagne, fiumi, bhuta, ecc. esistono anche nel corpo. Tutti i "tattva" e i "loka" (mondi) sono anche dentro il corpo. Il corpo può essere diviso in tre parti principali: testa, tronco e arti; il centro del corpo è tra la testa e le gambe. La colonna spinale si estende dalla prima vertebra, osso d'atlante, fino alla fine del tronco. La spina dorsale è formata da una serie di trentatré ossa, chiamate vertebre; ed è divisa in cinque regioni, a seconda della posizione che queste occupano:
  • 1) Regione cervicale (collo) 7 vertebre
  • 2) Regione toracica (torace) 12 vertebre
  • 3) Regione lombare (vita o lombi) 5 vertebre
  • 4) Regione sacrale (deretano, osso sacro) 5 vertebre saldate
  • 5) Regione coccigea (coccige, vertebre imperfette) 4 vertebre saldate
Le ossa vertebrali sono sovrapposte le une sulle altre, formando così una colonna per il supporto del tronco e del cranio. Esse sono tenute insieme da processi spinosi, obliqui e articolari, e da cuscinetti di fibro-cartilagine tra le ossa. Gli archi delle vertebre formano una cavità cilindrica, ovvero un passaggio per il midollo spinale. Le dimensioni delle vertebre differiscono le une dalle altre. Per esempio, la dimensione delle vertebre nella regione cervicale è più piccola che in quella toracica, ma gli archi sono più grandi. Il corpo delle vertebre lombari è il più largo e il più grande. Tutta la spina dorsale non è come una corda rigida, ma ha delle curvature che le danno elasticità. Tutte le altre ossa del corpo sono connesse con questa colonna. Tra ogni coppia di vertebre ci sono aperture attraverso cui passano i nervi spinali, dal midollo spinale alle diverse parti e organi del corpo. Le cinque regioni della spina dorsale corrispondono alle regioni dei cinque chakra: muladhara, svadhishthana, manipura, anahata e vishuddha. La sushumna nadi passa attraverso la cavità cilindrica della colonna vertebrale, mentre Ida è sul lato sinistro e Pingala sul lato destro.
Sukshma Sharira

Il corpo fisico è foggiato secondo la natura del corpo astrale; è qualcosa come l'acqua, sebbene di forma più grossolana (sthula). Quando l'acqua viene

lunedì 26 maggio 2014

Capelli lunghi? Meglio di un ‘antenna radar per accedere al sesto senso

La storia biblica di Sansone che perdeva i poteri dopo il taglio dei capelli, cela una verità nascosta: i capelli sono un estensione sensoriale che ci tramuta in un ‘antenna sensibile alle energie ambientali e non solo…
Questa informazione è stata tenuta nascosta dal tempo della guerra in Vietnam. La nostra cultura porta le persone a pensare che i capelli siano una questione di preferenza personale, che la pettinatura sia una questione di moda e/o convenienza e che il modo in cui le persone tengono i loro capelli sia semplicemente una questione di cosmetica.
Tornando alla guerra del Vietnam, tuttavia, emerge un quadro completamente diverso, un quadro accuratamente celato e tenuto nascosto al grande pubblico. All’inizio degli anni 90 Sally (nome di fantasia per proteggere la privacy) era sposata con uno psicologo che lavorava al VA Medical Hospital e che lavorava con veterani di combattimento che soffrivano di un disturbo da post stress traumatico: la piu’ parte di loro aveva servito in Vietnam.
Sally: “Mi ricordo benissimo di una sera in cui mio marito tornò a casa portando con sé un raccoglitore ufficiale molto consistente.Dentro c’erano centinaia di pagine di certi studi commissionati dal governo. Era shockato dal suo contenuto. Quel che lesse in quei documenti cambio’ radicalmente la sua vita. Da quel momento in poi mio marito, conservatore di mezza età, lascio’ crescere i suoi capelli e barba senza piu’ tagliarseli. Ma on è tutto: il VA Medical Center glielo lascio’ fare ed altri uomini molto conservatori del suo staff seguirono il suo esempio. Quando lessi i documenti capii perché”.
indiani-militari
Sembra che durante la Guerra del Vietnam delle forze speciale nel dipartimento della Guerra avessero spedito degli esperti agenti segreti per setacciare le riserve degli Indiani d’America, alla ricerca di talent scouts, giovani forti addestrati a muoversi furtivamente in un aspro terreno . Cercavano soprattutto uomini con abilità di inseguimento eccellenti, quasi sovrannaturali. Prima di essere avvicinati, di questi uomini selezionarti con cura, si aveva documentazione attestante che erano esperti in sopravvivenza ed

sabato 24 maggio 2014

Elezioni Europee 2014 (più inutili di quelle nazionali)

Elezioni Europee 2014 (più inutili di quelle nazionali)

Siamo ormai prossimi alla buffonata delle elezioni Europee 2014 e pertanto raggruppo tutti i post sulla materia che avevo pubblicato nella mia pagina Facebook:

Perché sono inutili le elezioni Europee ?

Perché il parlamento europeo non ha potere legislativo, e nessun potere sul piano più importante che ha causato la crisi economica di molti paesi dell'Unione europea e delle rispettive popolazioni.

Il Trattato di Lisbona (per maggiori dettagli vedere il post al seguente link:

http://brunoaprile.blogspot.it/2012/12/trattato-di-lisbona.html) , che ha modificato il Trattato dell'Unione Europea (TUE) e il Trattato che ha istituito la Comunità Europea (TCE), sottoscritto dal Governo italiano nel 2007 e recepito con legge di ratifica dal Parlamento italiano nel 2008, all'articolo 130 recita:

"Nell'esercizio dei poteri e nell'assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai trattati e dallo statuto del SEBC e della BCE, né la Banca centrale europea né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell'Unione, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni, gli organi e gli organismi dell'Unione nonché i governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di influenzare i membri degli organi decisionali della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali nell'assolvimento dei loro compiti."

Ergo:
A cosa serve avere una PICCOLA rappresentanza in un parlamento (europeo) che non ha poteri sulla moneta, sulla sua creazione e sulla determinazione del suo valore ?

Da premettere inoltre che i Trattati e le Convenzioni internazionali che comprendono delle regoli comuni per più Stati vengono sottoscritti dai Capi di Governo degli Stati che vogliono adottare le regole comuni esposte in essi/e.

Lo Stato che sottoscrive attraverso il Governo un Trattato o Convenzione internazionale non ha l'obbligo di rispettarlo, adeguando la legislazione nazionale alle regole comuni esposte nel Trattato o Convenzione, fino a quando il Parlamento del relativo Stato non emana la legge di ratifica del Trattato o della Convenzione internazionale.

Come già detto la firma del Trattato di Lisbona è avvenuta per mezzo dei signori Romano Prodi e Massimo D'Alema nel 2007 ... e nel 2008 il Parlamento italiano all'unanimità dei suoi membri (deputati e senatori) ha votato la legge di ratifica (o recepimento). NESSUN ASTENUTO E NESSUN CONTRARIO (le votazioni pubbliche sono linkate nel post che avevo indicato più in alto). Qualcuno voleva assolutamente che il Trattato entrasse in vigore entro il 2009 e nonostante i dubbi espressi da alcuni Stati (Irlanda in particolare che ha recepito la legge UN MESE prima dell'entrata in vigore del Trattato perché si sono votati DUE referendum in quella nazione) a dicembre 2009 il Trattato è entrato ufficialmente in vigore.

Se state seguendo la farsa della campagna elettorale attraverso televisioni, radio e giornali vi sarete accorti che NESSUNA forza politica - ORA - dichiara di essere soddisfatta delle regole eccessivamente rigide per l'Italia dettate dall'Unione Europea ... e che tutti vogliono proporre modifiche e condizioni diverse (più vantaggiose per la popolazione italiana in relazione alla crisi economica che sta attraversando da decenni ormai) ... a cominciare dal Capo dell'attuale Governo che nessuno ha eletto e che non si capisce come sia finito a capo del Governo (forse le cosiddette primarie sono diventate un sostituto delle elezioni o un'autorizzazione legale ad effettuare dei rimpasti in parlamento ed al governo ?).

Domanda:
Ma quando i membri del Parlamento italiano hanno votato la legge di ratifica del Trattato di Lisbona contenente tali regole non lo hanno letto ? (400 pagine di carta inchiostrata).

Siccome lo hanno votato TUTTI favorevolmente devo dedurre che NESSUNO ha

sabato 17 maggio 2014

Morfogenetica intervista a Rupert Sheldrake / il Dio scienza e i suoi comandamenti


 Il credo materialista, professato da scienziati che hanno assunto l’autorità di un nuovo sacerdozio, ha trasformato la scienza da un metodo d’indagine aperto e flessibile a un massiccio sistema di convinzioni. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale, ci spiega – dopo averli elencati e indagati nel suo ultimo libro – perché i dogmi della scienza sono limitanti, un potenziale pericolo per il futuro dell’umanità. Sheldrake ci invita a porci con coraggio nuove domande, offrendoci al contempo possibilità di scoperta inimmaginabili e una nuova visione del reale e di ciò che è possibile.
E primo fu il Verbo… quello della Scienza
E in seguito Esso creò i sui comandamenti: dieci. Ovvio.

Essi sono scolpiti nella materia meccanica, da corpi inerti e menti limitate alla massa cerebrale. Imponenti nella loro autorevolezza sono tali da influenzare alla base la visione dell’universo, della vita sulla terra, della mente, della coscienza, della medicina… Megafonati dai media, infiltrati in Wikipedia, pubblicati in ogni bibbia scientifica scolastica, rappresentano a tutt’oggi il sapere della scienza e, a seguire, della visione-cultura materialista al nocciolo dormiente della nostra civiltà. Nessuno nega che abbiano fornito ingenti miracoli al progresso tecnologico e tuttavia è altrettanto evidente che stanno franando. Della scienza hanno perduto il passo facendosi fissi, occhi vitrei di chi, negando la coscienza, rischia di negare la vita e il suo movimento. La scienza, ci mostra Rupert Sheldrake – uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale – è diventata più dogmatica che scientifica. Il suo libro, intitolato nella versione italiana Le illusioni della scienza (Urra Editore), dovrebbe circolare in tutte le scuole superiori e le università, per stimolare di nuovo l’indagine, la ricerca in aree inesplorate, lo spirito vitale del metodo scientifico. La Scienza crede che il più sia stato scoperto, spiegato e, da tempo, si è seduta sulle parole di un suo esimio rappresentante, di cui non ricordo il nome, che ne dichiarano il capolinea. Infatti, a un capolinea siamo arrivati, quello della scienza meccanicistica stessa, della moribonda ideologia materialista, dell’autorità di una medicina solo chimico-chirurgica. Può sembrare una disamina eccessiva, eppure – ci credereste? – il video dell’intervento di Rupert Sheldrake a TED è stato censurato e rimosso, sotto una pioggia di articolate critiche. Vedi su youtube: The Science Delusion BANNED TED TALK, sottotitoli in italiano
Come dicevamo, dogma ci cova!

Mala




Il
 'rosario' indiano e i segreti del numero 108 C'è un numero importante
nella tradizione indiana, il 108. E' rappresentato in quello che noi
traduciamo come 'rosario', utilizzato nel culto. Loro lo chiamano
'Mala'. Viene utilizzato per la recitazione dei mantra: qual è il suo
significato?<br />

Ce lo spiega Carmen dell'Ayurvedic Point di Milano.<br />

Mala significa letteralmente “ghirlanda di fiori” e costituisce uno
degli importanti accessori del culto in quanto utilizzata come omaggio
alla divinità. Ma vuol dire anche “rosario” composto di solito di 108
grani e chiamato anche Japa-mala (japa significa ripetizione) utilizzato
 per la ripetizione di formule mantriche e di preghiera. Un mala ha 108
grani e vi sono diverse interpretazioni su questo numero. Nella
tradizione indiana il 108 è un numero sacro e simbolico. Il primo
numero, 1, rappresenta Brahma, la Coscienza Suprema; nel numero 8 si
ritrovano gli otto aspetti della natura (i 5 Elementi: terra, acqua,
fuoco, aria, etere) più Ahamkara (l'Io, individualità o ego), Manas (la
mente raziocinante ed analitica) e Buddhi (intelletto superiore,
intuito, intelligenza creativa).<br />

<br />

Lo zero rappresenta il cosmo, la creazione personificata nella
divinità di Shiva. Il numero 8 è anche la Shakti, energia femminile
primordiale, il potere della manifestazione, responsabile
dell'espressione del mondo fenomenico nei suoi molteplici aspetti. Il
numero 1 è l'unione di Shiva e Shakti, la fusione totale dei due
principi opposti. Il numero 0 rappresenta la reintegrazione del Sè
individuale con il Sè Universale. Ed ancora il 108 rappresenta la
realtà:<br />

* 1 rappresenta la verità Ultima<br />

* 0 al centro rappresenta lo stato di Samadhi<br />

* 8 rappresenta la natura creativa.<br />

Infatti non viene detto 108, ma 1, 0 e 8. 108 è un numero che ricorre
 spesso sia nella tradizione induista che in quella buddhista. 108 sono i
 nomi di Shiva, Krsna, Visnu, Radha, Laksmi, Durga ecc… e di numerosi
saggi indù. ll sistema Vedico identifica il 108 con l’universo od il
supremo. Il dio Krishna aveva 108 gopi (pastorelle devote), e le stesse
Upanishad sono 108; ci sono 108 luoghi santi frequentati dal dio Vishnu
(Divyadesams). Ma a quanto pare più si scava nelle antiche scritture e
più il numero 108 ritorna. Generalmente i grani sono fatti con semi di
piante indiane (semi di loto, di bodhi, rudraksha) oppure in legno di
sandalo, tulsi o ancora di pietre come cristallo di quarzo, giada, ambra
 ecc. In ogni mala c’è sempre un grano diverso in più, che forma
l’estremità superiore e viene chiamato Meru (come il sacro monte), il
punto di giunzione (altri nomi possono essere Bindu, Sumeru, Guru,
Stupa). Il Mala va tenuto nella mano destra, si inizia a contare
partendo dal Meru, non lo si sorpassa mai, ma si ritorna indietro nella
direzione opposta. La recitazione di ciascun mantra viene sostenuta
dallo scorrimento di un grano. Il Mala deve essere fatto scorrere solo
tra il pollice e il dito medio, l'indice non interviene. Testo di Carmen
 Tosto, terapista dell'Ayurvedic Point di Milano: www.ayurvedicpoint.it<br />

Tulsi



Questa divina pianta è stata onorata per migliaia di anni e in India le viene assegnato un posto di rispetto in innumerevoli case e templi.

Infatti, oltre alla considerazione per i suoi usi medicinali, il Tulasi è anche apprezzato come un purificatore dalle negatività interiori. Tradizionalmente, il culto cerimoniale è considerato incompleto senza la presenza di foglie di Tulasi. In India, i devoti offrono ogni giorno ad Amma belle ghirlande di foglie di Tulasi da piante che hanno coltivato con amore e reverenza nelle loro case.


dal PADMA PURANA


...in ogni casa, villaggio e foresta, dove la pianta di Tulsi cresca,

ivi, miseria, paura, malattie e poverta' non esistono.

Tulsi sotto tutti gli aspetti e' piu' sacra tra i sacri.

Dove la brezza soffia attraversando la pianta di Tulsi

essa trasporta la sua fragranza rendendo il luogo pio e puro...


La tradizione vuole che la Dea stessa si manifesti sulla terra nella forma della pianta di Tulasi a beneficio di tutta la creazione. La devozione e l'amore verso la Dea possono quindi essere rivolte ad una pianta di Tulasi. Le preghiere e i mantra tradizionali di questa pratica vengono recitate al mattino con una invocazione a Tulasi Devi:


Tulasi Pranamma Mantra:

Vrindayai Tulasi– Devyai

Priyayai Keshavashya cha

Vishnu-bhakti-prade Devi

Satya-Vatyai namo namaha



"Offro le mie preghiere a Tulasi Devi

che è molto cara a Sri Krishna,

Oh Dea, Tu concedi la Devozione e

Possiedi la Verità suprema".

Sumi-e



“ Un vecchio adagio afferma che quanti sono versati nella pittura vivranno più a lungo, perché la vita creata per mezzo del tocco del pennello rafforza la vita stessa” : nella tradizione dell’antica Cina infatti, l’armonia di un prodotto artistico rispecchia l’armonia universale del Tao (in giapponese Do), supremo e imprescrutabile principio che ha generato il mondo e governa il segreto ritmo della natura. Non è un caso che il tema dominante della grande pittura cinese sia il paesaggio, un paesaggio che è sempre sottilmente realistico e al tempo stesso metaforico. Le figure umane e le opere dell’uomo non distolgono mai lo sguardo dagli elementi centrali del dipinto, una montagna, una cascata, un albero, un bambù o un’orchidea, anzi la loro collocazione stabilisce un clima di corrispondenze simboliche e per analogia rimanda agli equilibri stabiliti dal Tao tra Cielo e Terra, uomo e natura, gravità e leggerezza, pieno e vuoto.In ogni cosa, sia essa un’entità vivente o un’ arte umana, circola il Ch’i ( in giapponese Ki), uno spirito, un respiro, una forza impalpabile: è un concetto che alla sensibilità occidentale può apparire fumoso, fastidiosamente metafisico, ma l’ideogramma Tao ( Do ) significa “la Via”, e una via non è fatta che per essere molto concretamente imboccata e percorsa.


 Il termine giapponese significa “inchiostro nero” (Sumi) e “pittura” (E) ed indica una delle forme d’arte in cui i soggetti sono dipinti con l’inchiostro nero in gradazioni variabili dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l’acqua.
Questo però non vuol dire che ogni cosa dipinta così possa meritare il nome di “sumi-e”. Il vero “sumi-e” deve rispondere a determinate caratteristiche tipiche, come ad esempio la sobrietà e la spontaneità che vanno direttamente alla sensibilità dello spettatore.
Perché un dipinto sia “vivo”, tutti i suoi componenti devono essere vivi. Questo tipo di pittura include già il “disegno”, non c’è bisogno di alcun tratto preparatorio, viene tralasciata ogni forma o dettaglio superfluo. Il “ sumi-e” coglie l’essenza della natura.
Il “ sumi-e” venne introdotto in Giappone dai monaci zen e conobbe un rapido successo perché questa “ tecnica” pittorica, come nella pratica dello Zen, l’espressione del reale viene ridotta alla sua forma pura, spoglia. I ritocchi, le “ aggiunte”, le decorazioni in realtà non abbelliscono un’opera ma ne offuscano solo la verità naturale, la sua propria natura. E’ un po’ come nella cucina: se mettete troppi condimenti e troppe spezie, non sentirete più il gusto di quello che effettivamente state cucinando.
E così come nello Zen poche parole sono sufficienti a esprimere il senso di molte ore di meditazione, nel “sumi-e” pochi tratti d’inchiostro nero tracciati con un pennello su un semplice foglio di carta bianco, permettono di rappresentare il modello più complesso. Si deve imparare a cogliere l’essenza, la verità così com’è.
Vediamo ad esempio che cosa succede quando vogliamo dipingere un bambù con la tecnica del “sumi-e”: ci si siede (ma si può fare anche in piedi) tenendo la schiena ben diritta, si mette davanti a sé un foglio di carta e ci si concentra sul foglio, respirando con calma, naturalmente. Si lasciano svanire tutti gli altri pensieri. Nella nostra mente rimane alla fine solo un foglio bianco. Poi si lascia che si presenti alla mente l’immagine da dipingere.
Per dipingere il bambù, ne dobbiamo sentire la “consistenza”, si “vede” il tronco, i rami, si “sente” il fruscio delle foglie leggere mosse dall’aria o dal vento, o bagnate, pesanti di pioggia. Di questo e altro tutto il nostro spirito s’impregna, in un certo senso si diventa il bambù, è indescrivibile. Allora si prende il pennello e si lascia andare la mano in modo naturale e senza sforzo. Non c’è alcun pensiero di tecnica, né di risultato, non c’è alcuno sforzo cosciente di fare “un buon dipinto”. Il bambù “creato”dal niente, non meramente “copiato”. Sulla carta di riso poi è concesso un solo colpo di pennello per ogni tratto; ogni ritocco viene immediatamente percepito. Tutto l’apparato mentale che complica l’immagine (e la vita) viene abbandonato.

mercoledì 7 maggio 2014

Estratti dal libro Sai baba parla del mondo e di Dio





più la persona è cosciente della sua divinità e di quella di colui che le sta di fronte, tanto più cordialmente gli va incontro. 

le mani che aiutuna sono sempre più Sante delle labbra che pregano, perchè le mani inoperose fanno della confessione delle labbra una confessione puramente informale.


 Hai delle difficoltà con il tuo partner? Hai delle difficoltà con i tuoi figli? Hai delle difficoltà con te stesso? Se è così, allora il tuo passato non è passato, ma vive nel tuo presente, continua a vivere in te.

 Il cambiamento decisivo per voi può avvenire solamente se non vi chiedete più di cosa avete bisogno voi, ma di cosa ha bisogno l'altro


 Immagina che davanti a un bambino venga messo tutto il cibo che consumerà durante la vita. Probabilmente ne rimarebbe sconcertato e non mangierebbe nulla. Opuure, immagina che a quel bambino venga detto tutto quello che dovrà compiere nella vita. Probabilmente sarebbe cos' scoraggiato che non farebbe più nulla.

 Chi pensa troppo non ha ancora trovato il vero contatto con il suo cuore.

 Io sono l'Avatar, l'incarnazione di Dio, Sathya Sai Baba. All'orecchio di più di una persona che non può ancora o che non deve ancora comprendere, quest'affermazione suona come un'arroganza. Invece non è proprio nulla di speciale: ogni persona è Dio. Ognuno è eletto. La sola differenza tra me e gli scettici sta nel fatto che Io so chi sono.

domenica 4 maggio 2014

Macchina ad energia umana (video)

 

Il nome tradotto in italiano suona un po’ strano e curioso e non si può evitare di pensare alla simpatica macchina dei Flintstones, il cartone animato ambientato nell’età della pietra. La HumanCar Imagine PS (power station), prototipo realizzato dall’ingegnere Charles Samuel Greenwood, ha ottenuto la licenza per essere venduta sul mercato e sarà disponibile non appena saranno raggiunte le 800 prenotazioni.

 

L’idea di HumanCar è nata nel lontano 1968, quando l’ingegnere restò bloccato nel traffico mentre andava a lavoro e osservando i conducenti notò che erano tutti fuori forma e potenziali candidati per patologie cardiache o diabete. Decise così che avrebbe inventato il modo per coniugare movimento fisico e spostamento.

Un'altra istantanea di HumanCar
HumanCar è costruita a partire da materiali di plastica riciclata, può essere personalizzata in base ai propri gusti e avere o meno il tettino. Capace di ospitare quattro persone conducente compreso, si muove grazie all’energia ottenuta azionando una sorta di vogatore. Nessun carburante dunque, solo energia scaturita dalle vostre braccia, che serve a fornire energia ad un motorino elettrico.


Dunque, un curioso ibrido elettrico-umano.
Sono a disposizione due diversi modelli di HumanCar: il primo prevede che il motore giri grazie alla forza motrice del solo conducente, l’altro meccanismo richiede un sistema a 8 braccia azionato dai passeggeri. Lo sforzo richiesto è stato calcolato simile a quello di una pedalata. Per sterzare non troverete il classico manubrio, ma sarà necessario azionare una sorta di maniglia aiutandosi col peso dell’anca, come se si stesse sciando.
Rispetto alle altre macchine a propulsione umana che non riescono a superare i 30 km/h, la HumanCar promette addirittura di raggiungere i 100 km/h in pianura e i 45 km/h in pendenza. Ovviamente la velocità sarà direttamente proporzionale allo sforzo, per cui nel caso in cui vogliate rilassarvi potrete ricorrere alla batteria del motore elettrico, ricaricabile nelle comuni prese domestiche.
Zero inquinamento, zero emissioni di CO2 ed un costante allenamento soft per voi (Greenwood assicura che anche un anziano potrebbe farne uso).
Al momento l’auto ha un costo che si aggira su 15.500 dollari, un po’ cara, ma sicuramente promettente in termini di risparmio ecologico.
Immaginatevi fermi al semaforo insieme ad altre macchine a propulsione umana: nessun gas di scarico, nessun rumore di motori accesi, solo strizzatine d’occhio per chi vogherà più velocemente!
Ecco anche un bel video su questa curiosa macchina:

 

 

  http://www.tuttogreen.it/humancar-lauto-elettrica-ibrida-umana/

Come l'auto dei Flintstones: va a ''energia umana''

Non sarà proprio la preistorica macchina della famiglia preistorica dei cartoni animati ma il principio è lo stesso: la Human Car che vedete in queste immagini si muove grazie allo sforzo fisico, in questo caso minimo, del suo pilota. Questa super ecologica vettura americana, il cui prototipo arriva nel 2011 al costo di 15.500 dollari (si può prenotare un modello per 50 dollari sul sito humancar.com), si "carica" facendo leva con le braccia sul volante. E quando mancano le energie ci si può affidare in extremis al piccolo motore elettrico di cui è dotata

sabato 1 marzo 2014

I cinque sapori - wu wei


I cinque sapori - wǔ wèi (五味)

Nella farmacologia cinese (zhōng yào xué - 中藥學) così come nella dietetica, i sapori sono cinque (wǔ wèi - 五味).

Acido (suān - 酸)
Amaro ( - 苦)
Dolce (gān - 甘)
Piccante (xīn - 辛)
Salato (xián - 咸)

Esistono anche altri due sapori che sono quello astringente ( - 涩) associato al sapore acido, e il sapore insipido (dàn - 淡) associato al sapore dolce.

I 5 sapori sono associati ad un organo (zàng - 臟) e a una fase del ciclo delle cinque fasi (o movimenti) (wŭ xíng - 五行).

Acido (suān - 酸)

Tipo: yīn
Organo: Fegato (gān - 肝)
Fase: Legno ( - 木)
Funzione: Astringente (trattiene i Liquidi, il sudore e il Sangue)
Va: ai tendini
Avvertenza: Usato troppo a lungo crea ritenzione dei liquidi
Effetti sugli organi:
In poca quantità tonifica lo xíng (形) del Fegato (l'organo e i tendini)
In quantità normale disperde lo xíng della Milza e il  del Fegato, armonizza il  del Cuore e tonifica il del Polmone
In grande quantità disperde lo xíng del Fegato e quello del Polmone

Amaro ( - 苦)

Tipo: yīn
Organo: Cuore (xīn - 心)
Fase: Fuoco (huǒ - 火)
Funzione: Asciuga

venerdì 28 febbraio 2014

OGM NASCOSTI?

GLI IBRIDI A STERILITA' MASCHILE CITOPLASMATICA, OGM NASCOSTI?

Il passaggio al transgenico, come ultima tappa della manomissione dell'imperialismo economico sul patrimonio vivente, ha fatto prendere coscienza ai cittadini, svegli e preoccupati per la loro libertà, di una volontà di appropriazione illegittima che non è una novità. Da quasi un secolo "i profeti visionari" di una commercializzazione ad oltranza del bene comune, conducono cinicamente l'evoluzione tecnica verso vie favorevoli ad assoggettare un mondo contadino ricco di una tradizione plurimillenaria. La prima tappa fondamentale di questo disegno fu l'accanita messa a punto del metodo di miglioramento vegetale dell'ibridazione. Questa consiste nel produrre delle varietà molto omogenee ad alto rendimento partendo da due o tre linee parentali pure (selezionate tra consanguinei di più generazioni). Questo miracolo ha però un prezzo, queste qualità (di natura soprattutto economica) non si mantengono che per il tempo di una generazione, detta F1. In seguito ogni tentativo di riproduzione è deludente, la generazione seguente F2 diventa così eterogenea e frammentata (disgiunzione dei caratteri) rispetto alla F1 così perfettamente omogenea. Inoltre la varietà ibrida non presenta la forza che ci si aspettava; l'incrocio tra le discendenze pure avviene in modo perfetto, ma le discendenze pure non si incrociano tra di loro. Questo conduce a rendere la discendenza madre sterile, sia castrando i suoi fiori maschili, sia per la scappatoia dei complessi meccanismi biologici (auto incompatibilità pollinica). La prima specie vegetale che fu oggetto di questo metodo fu il mais foraggero negli anni '20 negli U.S.A. In seguito questa tecnica si è diffusa a tal punto da diventare la sola fonte disponibile per numerose colture come la carota, il porro, il pomodoro, il peperone, la melanzana, il cetriolo e tutta la famiglia dei cavoli.
Tutta la produzione orticola occidentale, inclusa quella biologica (in modo crescente anche quella dei paesi in via di sviluppo) é diventata tributaria delle varietà ibride. Ciò a cui mira la diffusione delle varietà transgeniche si fa già largamente con l'ibridazione, conoscendo l'asservimento del mondo contadino agli imperativi economici, anche se in minore misura e in modo meno minaccioso ed autoritario.
Se la problematica degli OGM è molto conosciuta dal pubblico ed è oggetto di un'eroica lotta da parte di molte associazioni militanti, sfortunatamente non si può dire altrettanto degli ibridi a "sterilità "maschile citoplasmatica (CMS) ultima generazione di ibridi, molto più temibili che la precedente. Noi l'abbiamo vista; per riuscire, l'impollinazione di ogni pianta di una generazione parentale deve avere origine solo partendo

venerdì 21 febbraio 2014

Enrgia, posti e costruzioni

Luoghi ad Alta Energia
Il luogo è per definizione “una porzione di spazioRovine di una chiesa medievale Fonte: dalla rete materialmente o idealmente delimitata”. Dalla notte dei tempi, le necessità fondamentali dell’essere umano sono rimaste inalterate: reperire il nutrimento fisico e spirituale. E’ per rispondere a questo bisogno primordiale, che l’uomo nel corso dei millenni, ha delimitato fisicamente ma soprattutto idealmente, luoghi particolari per caratteristiche geofisiche ed energetiche.
Energia, un termine derivato dal greco, dato dalla fusione di due parole, "en" dentro ed "ergon",  lavoro, opera.
Dunque,   Luoghi d'Energia,ovvero porzioni di spazio idealmente o materialmente delimitati in grado di produrre autonomamente e intimamente un lavoro. In altre parole luoghi capaci di estrinsecare energie di varia natura che inevitabilmente si compenetrano e interagiscono con tutte le altre forme di energia, inclusa quella compressa, ovvero, la materia.
Associare i due termini ed i significati che sottendono è invero abbastanza arduo ed inusuale almeno per l'uomo moderno, ma questo concetto è  stato il fondamento su cui si è basata la ritualità e quotidianità umana in ogni epoca ed ad ogni latitudine. I luoghi d'energia o luoghi alti come li definiscono i francesi,  hanno da sempre rappresentato un punto di riferimento, per l'uomo alla ricerca del benessere, della salute fisica ma soprattutto del contatto col trascendente.
Nel corso dei millenni, in virtù delle loro caratteristiche, questi luoghi sono  divenuti luoghi di culto, in onore di divinità le più disparate, o luoghi di cultura e potere. Paradossalmente questo intimo legame tra energia e fede, energia e conoscenza, ne ha decretato l'alienazione e l'oblio.
Sacra di San Michele, Torino Fonte: dalla reteLe nebbie del passato, vanno gradualmente dissolvendosi e da più parti autorevoli voci si alzano, nel tentativo di portare l'uomo, a riappropriarsi di quella cultura e quella conoscenza che gli erano proprie. Purtroppo, agli albori del terzo millennio, vittima consapevole eppur complice di una fretta imperante, l'uomo ha poco tempo e poca voglia di porsi domande e in questo contesto di cultura preconfezionata, preferisce assumere una forma mentis non propria alla quale si conforma e si adatta. Cogito ergo sum sembra così fuori moda da apparire offensivo e molte riflessioni, sulla natura dei luoghi, sul rapporto intimo con la terra, sono relegate al mondo degli ”esoteristi”, degli “studiosi del paranormale”, degli “scienziati di frontiera” o dei curiosi, come me.
Così, purtroppo, molti richiami cadono nel vuoto. Se per esempio le teorie del Dottor Hartmann, fossero state recepite con più attenzione, oggi forse saremo qualche passo avanti, nell'irto ed erto cammino per il recupero della conoscenza  e padroneggeremo un un sapere che è invece relegato ancora al mondo delle cose oscure e nascoste.
Un sapere che era proprio di tutte le culture antiche e che era stato trasmesso e conservato con cura da generazioni di  sciamani, sacerdoti, veggenti, sensitivi, druidi, profeti, monaci e architetti. Ecco dunque il perché di questo luogo  ideale e materiale, un tentativo modesto di aprire uno spiraglio, di esplorare il nostro mondo, di concepire la Terra come un essere vivo e pulsante capace di agire, reagire e soprattutto interagire con l’uomo e la sua energia.  Templi, caverne, menhir, piramidi, moschee, piccole pievi romaniche o maestose cattedrali, chi di noi in certi luoghi non si è sentito almeno una volta accolto, abbracciato, sollevato, e il suo respiro si è fatto sincrono, ritmato, con un respiro più ampio, immenso... Questi luoghi che dalla preistoria hanno richiamato a se l’uomo, sono stati frequentati, armonizzati, modificati, usurpati, ma ancora oggi il battito della terra è forte e presente.
I Luoghi
Che cos'è dunque un luogo d'energia? E' scientificamente provato che utilizziamo solo il 10% delle nostre potenzialità cerebrali. Anche la percezione, attraverso i nostri sensi, è parziale. Riusciamo ad udire solo determinate frequenze, così come riusciamo a vedere e percepire solo una gamma limitata di radiazioni cromatiche. Tutto ciò è considerato normale, mentre non si pensa altrettanto di persone che estrinsecano capacità "extrasensoriali". Un rabdomante per esempio riesce a sentire l'acqua diversi metri sotto terra, un radioestesista riesce a captare le energie sottili o le onde di forma. Tali facoltà erano nei tempi passati considerati doni, coltivate, e sfruttate. Ebbene i luoghi d'energia, naturali o creati con intervento umano, sono quei luoghi che contribuiscono ad aumentare le nostre percezioni, il nostro benessere, il nostro metabolismo, fino a giungere a diretto contatto con il trascendente. L'attenzione estrema che i nostri antenati ponevano nell'ascoltare il ritmo della terra, li portava non solo a identificare i luoghi d'energia, ma anche i luoghi dove fosse insalubre abitare, vivere, lavorare. Le conoscenze della salubrità o meno dei luoghi sono stati quasi sempre appannaggio della casta sacerdotale. Nell’antichità i cinesi sceglievano i luoghi dove costruire secondo lo studio delle simmetrie dell’ambiente circostante. Greci e latini, facevano pascolare e dormire le greggi per un anno sui terreni dove volevano costruire. Nei vecchi monasteri in Deformazione del reticoloi Hartmann intorno ai  Menhir Fonte: Sergio CostanzoHimalaya si orientavano le celle per i monaci in modo che fossero contenute entro una cella del reticolo di Hartmann, e quindi in zona  neutra. Gli antichi luoghi sacri  pagani e paleocristiani sono pieni di energia positiva.  Dolmen, obelischi, menhir, piramidi e poi le grandi cattedrali, i costruttori hanno sempre tenuto in considerazione lo studio e la ricerca di luoghi carichi di energie positive e di neutralizzazione delle energie negative.
I menhir punteggiano la superficie della terra dall'estremo oriente fino in Irlanda, sull'isola di Pasqua come in Africa o in Australia, in Sudamerica come negli attuali Stati Uniti. La cultura megalitica permetteva all'uomo di rilevare i nodi geopatogeni, o  zone ad energia negativa. Collocare a terra un menhir, equivaleva a praticare una sorta di agopuntura per trasformare le griglie vibratorie  negative, una sorta di sanificazione del terreno e gli obelischi di pietra fungevano da trasmettitori che irradiavano in nella zona circostante energia positiva, una funzione che anche oggi continuano ad avere. Gli antichi Romani, non solo orientavano tutte le costruzioni in relazione ai reticoli, come del resto i Celti prima di loro, ma il tracciato delle loro strade, seguendo le indicazioni degli Auguri, evitava quando possibile luoghi ad energia negativa. Questo per ridurre l'affaticamento dei loro soldati in marcia. Così nell'antica India, le griglie sono state usate per definire il concetto degli otto dishas, (orientamenti)  e più precisamente per definire l'orientamento delle tempie ( e quindi della testa ), in relazione alle zone ove risiedere, come è spiegato nei Vastushastras.
I costruttori di cattedrali nel medioevo, oltre a sfruttare luoghi già conosciuti dal punto di vista cultuale ed energetico, eressero meravigliose torri, aventi, tra l'altro, la funzione di antenna ricetrasmittente di energie cosmotelluriche. In definitiva alcuni luoghi furono selezionati, frequentati, modificati, al fine di potenziarne la salubrità e quindi migliorare le condizioni della vita materiale degli uomini, altri invece furono selezionati e potenziati a fini terapeutici o per innalzare lo spirito verso mondi superiori.
50 tonnellate Fonte: dalla reteLe civiltà che ci hanno preceduto su questa terra, hanno lasciato sin dall'epoca eneolitica (Eneo = di bronzo), Rapa Nui Fonte: dalla retetestimonianze evidenti e affascinanti che le culture successive hanno tentato di spiegare, plagiare, demonizzare.
In alcune zone del pianeta riscontriamo un'ampia quantità e qualità di testimonianze, ma si può considerare che i Menhir siano dispersi in tutto il mondo.
Menhir è un termine di derivazione Breton

giovedì 20 febbraio 2014

TACHICARDIA, INSONNIA E DIETA INGRASSANTE Valdo Vaccaro

TACHICARDIA, INSONNIA E DIETA INGRASSANTE


LETTERA

TACHICARDIA E INSONNIA

Ciao Valdo, questa volta ti scrivo per conto di una mia amica la quale soffre (ora molto meno) di episodi di tachicardia ad intervalli irregolari. A volte le vengono anche quando è a riposo, mentre sta rilassata sul suo letto, creandole serie difficoltà nel prendere sonno. 

ANSIOSA E IPERATTIVA SIN DA BAMBINA


Dopo svariati esami ematochimici e strumentali, come previsto, non hanno trovato nulla di anomalo, nè anatomicamente, nè fisiologicamente, nè dal punto di vista ematico. C'è da dire che è anche una persona ansiosa e iperattiva sin da bambina, ma su questo sta lavorando già moltissimo con buoni risultati.
ELIMINATI I BETA-BLOCCANTI E DURA LOTTA PER TENERE A BADA IL BATTITO
Saputo tutto questo, ho cominciato col darle tutti i consigli del caso, eliminando tutti i veleni possibili e immaginabili dalla sua dieta, compreso il beta-bloccante prescrittole. Dopo aver interrotto la terapia farmacologica, mi ha riferito che ha lottato veramente tanto per tenere a bada la tachicardia che si manifestava, a quel punto, sempre con maggior frequenza e vigore. 

ORA LE COSE VANNO GIÀ MEGLIO E STA SEGUENDO I TUOI SCHEMI NUTRIZIONALI

Ora per fortuna va meglio e sta cominciando una transizione verso il tuo schema nutrizionale indicato nel tuo blog. Una cosa molto particolare è che lei è continuamente affamata. Va detto che comunque è una ragazza normopeso con nemmeno mezzo chilo in più a mangiare cibo in quantità industriale senza mettere su nemmeno un etto. Se invece non appaga il suo appetito, comincia a dimagrire vistosamente nel giro di qualche giorno. Brucia insomma tutto quello che mangia. Come si spiega quesito aspetto così strano e particolare?

COSTANTE PESO FORMA E MAI UN ETTO IN PIÙ

Va detto che comunque è una ragazza normopeso con nemmeno mezzo chilo in più. Di sicuro le calorie non le mancano, ma è altrettanto sicuro che "brucia" tutto ciò che mangia e, questo aspetto, è una sua costante. Come si spiega questo aspetto così particolare? 

CARENZA DI FERRO E SUSSEGUENTE INTEGRAZIONE, TANTO MASSICCIA QUANTO FALLIMENTARE

Dai suoi esami del sangue è stata determinata una  gravissima ferro-carenza che oscillava tra i 3 e gli 8 mcg/dl. Anche qui le è stata somministrata una massiccia terapia farmacologica di ferro inorganico che ha ovviamente fallito. Aggiungo anche che la ragazza è cresciuta col cibo-spazzatura, soprattutto rob

mercoledì 12 febbraio 2014

Ragtime Genere Musicale Storia e video

Il ragtime (talvolta scritto rag-time) è un genere musicale, nato come musica da ballo nei quartieri a luci rosse di alcune città statunitensi (Saint Louis e New Orleans). Raggiunse la massima notorietà tra la fine del XIX secolo e i primi due decenni del XX.
Suonato prevalentemente al pianoforte, talvolta accompagnato da orchestra, era caratterizzato da un ritmo binario sincopato, che ha contribuito alla formazione del jazz.[1] La parola ragtime, in inglese, significa "tempo stracciato", "a brandelli".

Caratteristiche musicali principali

Eccezioni:
  • in molti casi vi sono 3 temi, e quindi manca il tema D, oppure viene riproposto il tema A alla fine, imitando lo stile del Rondò musicale classico;
  • esistono alcuni ragtime-waltz ("valzer ragtime") che quindi sono nel ritmo ternario di 3/4 pur essendo sincopati (ad esempio, Bethena di Joplin).
Sono da considerarsi ragtime molte composizioni, approssimativamente del periodo 1890-1920, che non lo recano direttamente nel titolo come:
  • March ("marcia"), spesso nel tempo di 6/8 o 2/2
  • Cake walk o Cakewalk
  • Two Step
  • Piano Novelty
  • Slow Drag
  • Fox Trot
Spesso al ragtime si affiancava un ballo concitato, denominato Cake walk, che ha ispirato anche compositori come Debussy e Satie.

Storia

Il contesto storico

Il critico americano Rupert Hughes, nel 1899 scrive che
« I negri chiamano ragging il loro modo di danzare, battendo i piedi, e rag la danza. È una danza [..] accompagnata con il battito delle mani e dei piedi. Nella musica ragtime le figurazioni del banjo sono molto evidenti e la divisione di una delle battute in due note brevi si può far risalire al battito delle mani. »
e ancora
« ... era insita una ritmica sincopata che essi [i neri] trasferivano sul banjo, sulla chitarra e sul pianoforte. Questo tipo di musica venne poi chiamato "rag time" da un critico bianco, il quale non si rese conto di averle trovato il nome nemmeno quando ormai gli altri critici, e il pubblico, lo usavano normalmente. »
(Rupert Hughes, An Eulogy of Rag Time)
Il ragtime proviene dalla musica afroamericana di fine Ottocento, come discendente diretto delle marce e dai balli suonati dalle bande musicali nere. All'inizio del ventesimo secolo era ormai diventato ampiamente popolare in America del Nord ed era ascoltato e ballato, suonato e scritto da gente di molte culture differenti. Stile musicale prettamente americano, il ragtime può essere considerato una sintesi di sincope africana e di musica classica europea, con particolare riferimento alle marce rese popolari da John Philip Sousa.
Alcuni dei primi ragtime per piano sono intitolati "marcia" e i termini jig e rag attorno al 1895 erano utilizzati in maniera intercambiabile. Il ragtime fu anche preceduto dal cakewalk, suo stretto parente. Nel 1895, l'artista nero Ernest Hogan pubblicò due dei più antichi rag stampati uno dei quali (All Coons Look Alike to Me) alla fine vendette un milione di copie. Come disse il collega musicista nero Tom Fletcher, Hogan fu "il primo a mettere su carta il genere di ritmo suonato da musicisti incapaci di leggere le note". Mentre il successo della canzone contribuì a introdurre gli Stati Uniti ai ritmi del ragtime, il suo uso di insulti razzisti contribuì a creare un certo numero di arie d'imitazione dispregiative, conosciuto come coon song a causa del loro uso di immagini estremamente razziste e stereotipate dei neri. Durante i suoi ultimi anni Hogan ammise di provare vergogna e un senso "di tradimento della razza" per la canzone esprimendo però orgoglio per aver aiutato a portare il ragtime a di vasto pubblico.
La comparsa di un ragtime maturo è datata solitamente al 1897, anno in cui furono pubblicati parecchi importanti rag. Nel 1899 fu pubblicata Maple Leaf Rag di Scott Joplin, che si rivelò un grande successo e dimostrò maggior profondità e sofisticatezza rispetto ai primi ragtime. Il ragtime fu una delle influenze principali sullo sviluppo iniziale del jazz (insieme al blues). Alcuni artisti, come Jelly Roll Morton, erano presenti ed hanno suonato sia il ragtime che jazz durante il periodo in cui i due generi hanno convissuto. Il jazz sorpassò di gran lunga il ragtime in popolarità all'inizio degli anni venti, anche se le composizioni ragtime continuano ad essere scritte anche oggi e rinascite di interesse popolare per il ragtime si sono presentate negli anni cinquanta e negli anni settanta.
Il momento magico del ragtime si verificò prima della disponibilità diffusa di strumenti per la registrazione del suono, quindi come musica classica e diversamente dal jazz, il ragtime classico era ed è soprattutto una tradizione scritta, distribuita attraverso gli spartiti piuttosto che attraverso le registrazioni. La musica del ragtime inoltre è stata distribuita attraverso i rulli per piano automatico. Una tradizione popolare di ragtime inoltre esisteva prima e durante il periodo del "ragtime classico" (definizione coniata dall'editore di Scott Joplin, John Stillwell Stark), manifestandosi principalmente attraverso gruppi di chitarristi e i club dove si suonavano il banjo ed il mandolino (che ebbero improvvisa popolarità all'inizio del XX secolo)


Gli inizi

Il termine rag-time venne usato per la prima volta associato ad una composizione musicale nel 1897 nei due brani The Mississippi Rag di William Krell e Harlem Rag di Tom Turpin, che sono quindi convenzionalmente considerati i primi brani rag. Fu inizialmente disprezzato e considerato come "musica da bordello", ma si è poi affermato ed ha raggiunto l'apice come forma propria musicale nel primo decennio del Novecento per poi declinare e cadere per molti decenni nella più completa oscurità entro il 1920.
I tratti fondamentali di questo genere musicale si possono schematizzare in due punti: - il ragtime è praticato soprattutto da musicisti mulatti, una élite rispetto ai neri. Il ragtime, perciò, nasce come musica d'autore, scritta generalmente per pianoforte; - il ragtime è una musica da ballo che si ispira alle polke, alle mazurche, alle marce popolari di origine europea. Si basa però su un elemento tipicamente africano, cioè sulla contrapposizione tra due ritmi diversi, uno regolare e ossessivo (generalmente tipico della mano sinistra nelle composizioni ragtime per piano), l'altro vario e sincopato (eseguito invece con la mano destra). Diffusosi dalla seconda metà dell'Ottocento presso i neri della zona sud-occidentale degli Stati Uniti, era suonato inizialmente dalle cosiddette jug band, con strumenti casalinghi come l'asse da lavare e altri strumenti di cucina; nel banjo trovò il suo principale protagonista, e più tardi cominciarono ad emergere per esso anche pianoforte e chitarra.
A New Orleans erano nate piccole orchestrine, in genere composte generalmente da fiati e da una elementare sezione ritmica, che si esibivano per le strade e nei locali malfamati del quartiere a luci rosse della città, Storyville. La tradizione e il repertorio di queste orchestre derivavano dalla cosiddetta second line, una banda (spesso improvvisata) che suonava pezzi allegri al ritorno del corteo dai funerali (mentre all'andata la banda tradizionale suonava marce funebri). Quando anche i bianchi cominciarono ad interessarsi di questa musica, per distinguerla dalla musica suonata nello stesso periodo dai musicisti di colore fu coniato il termine Dixieland.
Il suo massimo esponente fu Scott Joplin, pianista. Il brano che gli permise di guadagnarsi enorme notorietà, Maple Leaf Rag (1899), raggiunse un successo straordinario, tanto che dello spartito vennero vendute un milione di copie.



Negli stessi anni in cui Joplin formulava una nuova forma di arte americana, il ragtime conosciuto come rag classico, altri musicisti adattavano i nuovi ritmi alle chitarre, creando il ragtime-blues, una combinazione delle due forme musicali. Di questo filone si ricordano Blind Blake e il reverendo Gary Davis. Negli anni sessanta i pezzi scritti per pianoforte furono tradotti in rag per chitarra. Non vi sono prove registrate che ciò fosse avvenuto prima di quest'epoca.