domenica 11 agosto 2013

Alimentazione Naturale



Per alimentazione naturale è opportuno intendere l' insieme dei criteri alimentari che promuovono l'equilibrio bio - psichico, la salute naturale  di chi li rispetta,  essendo indispensabili per   raggiungere, mantenere e preservare il più possibile  le  potenzialità fisiche e mentali, per favorire  la rigenerazione dei tessuti, per  indurre il recupero energetico. L'alimentazione naturale è, tra i fattori della salute,  sicuramente uno dei più importanti. Infatti con questo termine non si intende dire altro che questo "  nutrire l'organismo fornendogli il cibo  che gli è necessario per mantenere l'equilibrio fisiologico ed eliminando dalla nutrizione ogni apporto superfluo, squilibrato, tossico.".
Dal momento che le varie specie di  esseri viventi si sono adattate, nel corso dell'evoluzione, soltanto ad alcuni  alimenti che si trovano in natura, e l'adattamento è diverso da specie a specie,  l'alimentazione ideale per la salute di ogni essere vivente consisterà nel nutrirsi con gli alimenti naturali  a cui si è adattati. All'interno di ogni specie possono poi esserci specifiche variazioni a seconda delle etnie e anche individuali.
Gli animali sono avvantaggiati nella scelta dell'alimentazione a cui sono adattati dall'istinto che li guida nella scelta giusta. Nell'uomo l'istintualità, che pur permane, si è attenuata e sono pertanto molto più frequenti  le scelte alimentari non rispondenti ai bisogni fisiologici.
Tuttavia un criterio guida generale e valido per tutti gli esseri viventi  dovrebbe essere già chiaro: l'alimento ideale deve comunque essere "naturale": il corpo infatti si è adattato nel corso di centinaia di migliaia di anni al prodotto della natura: quanto più l'alimento è trattato, manipolato, estratto,  modificato, alterato  in qualunque modo dalla sua naturale struttura, tanto più diventa inadatto, inadeguato, carente, tossico, patogeno.
E' fondamentale da questo punto di vista l'alimentazione biologica: solo l'alimento biologico, coltivato in modo da avvicinarsi il più possibile alle condizioni naturali del terreno e dell'ambiente circostante, può infatti  racchiudere  l'insostituibile  equilibrio naturale dei  macronutrienti  (proteine, glicidi, lipidi, vitamine)  e  dei micronutrienti : minerali (sodio, potassio, calcio, magnesio, fosforo, ferro, iodio, fluoro), oligoelementi (rame, zinco, cromo, selenio, cobalto, molibdeno, manganese, cadmio, bromo, zolfo).


ALIMENTAZIONE E SALUTE

L'alimentazione  è uno dei fattori più importanti per promuovere salute e benessere, se possiede  le caratteristiche proprie dell'alimentazione sana,  ma può diventare una delle cause più determinanti per l'insorgenza di patologie, disfunzioni, malesseri vari, ridotte prestazioni fisiche e mentali. Pertanto è opportuno analizzare gli aspetti positivi o negativi dell'alimentazione per la salute.
Per essere sana l'alimentazione deve essere: naturale, completa, equilibrata, bilanciata. 
Per alimentazione naturale si deve intendere l'alimentazione a base di cibo :


adatto alla specie a cui si appartiene

 ingerito quando ha raggiunto la pienezza delle sue potenzialità nutrizionali, fresco e integro  il più possibile, nella completezza dei suoi componenti eduli.

nella quantità fisiologica e con aspetti quantitativi e qualitativi  adattati alle caratteristiche psicofisiche del singolo individuo, delle sue prestazioni, delle condizioni ambientali, climatiche, stagionali del luogo in cui vive

variato nell'arco della giornata

variato nell'arco dei giorni, adattato alle stagioni e alle condizioni ambientali


ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE

Alla base dell'alimentazione  naturale, per poterne comprendere l'importanza,  sono da porre  alcune considerazioni  fondamentali, su cui si fonda ogni orientamento, ogni indicazione alimentare corretta:

Gli alimenti non sono un semplice agglomerato  di sostanze chimiche, le cui potenzialità si esauriscono nell'analisi dei componenti: sono un insieme i cui effetti su chi si nutre dipendono dall'irripetibile equilibrio e armonia dei vari componenti, sono un insieme che sfugge ad ogni controllo. Pensare che l'analisi degli apporti  di un alimento si riduca al dosaggio delle varie sostanze e al loro apporto calorico è estremamente riduttivo. I cibi sono utilizzabili dall'organismo vivente grazie all'equilibrio naturale, presente in loro, dei vari componenti: non solo sono importanti nella nutrizione   proteine, carboidrati, grassi, vitamine, oligo - elementi, ma anche  fibre,  cellulosa, e i vari  componenti non assimilabili,  finalizzati non alla nutrizione  ma a stimolare la funzione dell'apparato digerente.  La cellulosa non è utilizzabile  come alimento dall'uomo, tuttavia essa può agire stimolando peristalsi ed evacuazione. 
 
Oligoelementi: detti anche microelementi, o elementi minori o anche elementi traccia. Sono elementi che entrano a far parte di enzimi il cui eccesso o deficit può creare disordini funzionali. Tra gli oligoelementi i più noti ed importanti ricordiamo:
          rame (nocciole, uva), zinco (frumento, crusca, avena, lenticchie, piselli, fagioli, soia, lattuga, asparagi, patate, broccoli),  
         ma anche cobalto , cromo, manganese, molibdeno, zolfo, cadmio, bromo
 
La vera alimentazione equilibrata é pertanto quella a base di cibo non manipolato.  La vera  alimentazione bilanciata non è quella ottenuta con dosaggi meccanici   ma quella che mantiene i rapporti dei componenti  presenti  nel cibo naturale. Ne deriva che  la dieta naturale, quella a base di alimenti che mantengono le varie condizioni naturali,  è  anche la sola alimentazione sana. 
Le condizioni  fondamentali perchè un alimento, di origine animale o vegetale,  possegga e conservi  la naturalità sono: 




 essere ottenuto  senza uso di concimi chimici  o di farmaci o di sostanze artificiali in genere 

essere fresco il più possibile

non essere trattato

 non contenere  conservanti

 essere integro

 non aver subito alcuna manipolazione

 non contenere integratori alimentari aggiunti

essere a base di vegetali (vedi alimentazione vegetariana)

TEORIA GENERALE DELLE CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI




FINALITA'  DELLE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI



E’ noto che vi sono cibi che richiedono una digestione lunga e complessa, altri che vengono assimilati rapidamente; è noto anche che cibi diversi richiedono enzimi diversi e condizioni diverse per la digestione.

E’ notevole la specificità dei succhi digestivi riversati nel canale digerente: variano, col variare del cibo, la composizione della secrezione salivare, del succo gastrico, enterico e pancreatico, della secrezione biliare.
L’organismo cerca, volta per volta, di far sì che l’ambiente del tubo digestivo sia quello ottimale per la trasformazione degli alimenti in sostanze assimilabili.
Ma quando sono presenti contemporaneamente alimenti che necessitano di condizioni molto diverse per essere digeriti, questa fine capacità discriminativa è sprecata: l’apparato digerente non potrà far altro, per attenuare i danni, che creare condizioni intermedie, di “compromesso", lontane da quelle ottimali per ciascun alimento preso singolarmente.
Ne deriva che i cibi non dovrebbero essere presenti nello stesso tempo, in modo indiscriminato, nel tubo digerente, e se questo avviene la conseguenza sarà una digestione imperfetta: mescolanze scorrette sono mal digerite, mal assimilate, affaticano inutilmente l’apparato digerente e producono scorie tossiche.  
Le corrette associazioni alimentari sono finalizzate a mescolare nello stesso pasto solo alimenti che richiedono condizioni digestive compatibili.


Analizziamo adesso i principali esempi
di cattive associazioni alimentari.
 
1) Associazioni tra cibi prevalentemente amidacei (cereali e derivati, patate, zucche, castagne ecc.) e cibi prevalentemente proteici (formaggio e latticini, uova, carne, noci varie ecc.).
Gli amidi iniziano la loro digestione nella bocca, ad opera della amilasi salivare (ptialina) la quale è attiva in un ambiente neutro o lievemente acido (PH= 7-6,9).
Una acidità maggiore inattiva rapidamente la ptialina.
L’azione della ptialina comincia nella bocca e dovrebbe continuare nello stomaco, che non secerne enzimi specifici per la digestione degli amidi. Quando nello stomaco sono presenti solo amidi (o alimenti con essi compatibili) il suo ph si mantiene entro valori che permettono l’attività della ptialina.
La digestione delle proteine inizia invece nello stomaco, che secerne un enzima proteolitico (pepsinogeno) che deve essere attivato dall’acido cloridrico (secreto anch’esso dalla mucosa dello stomaco) che lo trasforma in pepsina.
La digestione delle proteine, quindi, necessita di un ambiente acido, tanto più acido quanto più la proteina è concentrata.
Se sono presenti contemporaneamente nello stomaco sostanze amidacee e proteiche, lo stomaco raggiunge rapidamente una acidità che inattiva la ptialina, arrestando la digestione degli amidi.
A sua volta la massa degli amidi frenerà la secrezione di acido cloridrico, in modo da rendere meno rapida la inattivazione della ptialina e tenderà ad assorbire parte della pepsina e dello stesso acido cloridrico al suo interno per un fenomeno fisico passivo di inibizione: come conseguenza la digestione delle proteine sarà rallentata ed incompleta.
Lo stomaco allora reagirà riversando, in un secondo tempo, un eccesso di succo fortemente acido per completare la digestione gastrica delle proteine. Questa reazione che non è sufficiente ad eliminare le conseguenze della cattiva associazione, è alla base della acidità di stomaco che provoca senso di bruciore e malessere.
Gli altri tratti dell’apparato digerente potranno ovviare agli inconvenienti della non perfetta digestione gastrica degli amidi e delle proteine, grazie alla amilasi pancreatica e agli enzimi proteolitici secreti dal duodeno e dal pancreas, ma a volte questo avviene in modo non soddisfacente.
Come conseguenza potranno innescarsi a carico degli amidi o delle proteine dei processi digestivi anomali: fermentazione e putrefazione.
La fermentazione degli amidi nello stomaco e nell’intestino porta alla formazione di acido acetico, alcool etilico, anidride carbonica con conseguente iperacidità e gonfiori addominali. La putrefazione delle proteine nell’intestino, ad opera dei microrganismi ivi presenti, porta allo sviluppo di sostanze tossiche come leucomaine e ptomaine (sostanze presenti nei cadaveri in putrefazione) e fenolo, indolo, scatolo e idrogeno solforato. Questi veleni saranno in parte assorbiti e dovranno essere inattivati dall’organismo ed eliminati attraverso i reni, o altre vie di eliminazione, sottoponendo le funzioni depurative ad un eccesso di lavoro. Se queste funzioni non hanno energia sufficiente, si instaura uno stato di tossiemia generalizzato.
Da quanto detto deriva che è consigliabile evitare dì mescolare  abitualmente nello stesso pasto amidi e proteine.
2)Associazioni  fra sostanze amidacee e sostanze acide (aceto, condimenti acidi come succo di limone, di pomodoro ecc.).
 
Si è già detto che la ptialina viene rapidamente inattivata dagli acidi. Se essi vengono mescolati agli amidi, viene saltata la tappa digestiva che inizia in bocca con l’azione della amilasi salivare e tutto il lavoro digestivo graverà sull’amilasi pancreatica che, a lungo andare, potrebbe non essere del tutto sufficiente al compito impostogli.
Questa associazione è da evitare
3) Associazione  fra proteine e sostanze acide.
La digestione delle proteine inizia nello stomaco, ad opera della pepsina attivata dall’acido cloridrico (questa azione è peculiare dell’acido cloridrico e non può essere svolta da altre sostanze acide).
La presenza di acidi nello stomaco, come è stato dimostrato, inibisce la secrezione dell’acido cloridrico e questo comporta una diminuzione della attività della pepsina: ecco perchè è consigliabile non mescolare sostanze acide con proteine.
4) Associazione fra proteine e grassi.
I grassi rallentano notevolmente la secrezione gastrica ed inibiscono
quindi la digestione delle proteine.
Questa mescolanza è quindi da evitare, mentre è consigliabile quella fra amidi e grassi.
5) Associazione fra il latte e gli altri alimenti.
Il latte, una volta nello stomaco, coagula per azione di un enzima detto ‘caglio”.  Se lo si ingerisce  con altri alimenti, questi rimangono avvolti dai grumi di latte, che ne impediscono la digestione finché essi stessi non sono stati dissolti dai processi digestivi.
Il latte quindi va preso a solo.
 
6) Associazione fra la frutta e gli altri alimenti.
La frutta è costituita quasi interamente da acqua, fino al 90%, e per il resto da sostanze zuccherine semplici, oltre a vitamine, sali minerali e talvolta piccole quantità di grassi e proteine.
La frutta non necessita di digestione gastrica: passa rapidamente nell’intestino e viene quindi assorbita perchè i suoi costituenti sono in gran parte direttamente assimilabili. Quando la frutta è ingerita insieme (o dopo, come si fa abitualmente) ad altre sostanze che richiedono una lunga digestione nello stomaco, (proteine, amidi), viene intrappolata nello stomaco e vi rimane per un tempo eccessivamente lungo.
Gli zuccheri andranno allora incontro a processi fermentativi, con sviluppo di anidride carbonica e sostanze acide; a sua volta la frutta bloccata nello stomaco interferirà negativamente nella digestione gastrica di amidi e proteine, perché diluisce i succhi digestivi.
Anche la frutta quindi va mangiata da sola o mezz’ora prima dei pasti.
7) Associazione amido-amido.
Questa associazione (ad es. patate + cereali o derivati) non presenta
incompatibilità tuttavia può indurre ad un eccessivo consumo di amidi.
E bene quindi che non sia abituale.
 
 
8) Associazione proteina-proteina.
Anch’essa non è sempre incompatibile,
tuttavia è sconsigliabile perché facilita un eccessivo apporto proteico.
9) Alimenti a base di zuccheri semplici (sciroppi, miele, dolci, gelati, zucchero, saccarosio grezzo o raffinato).
Sono da ridurre al minimo, alcuni da evitare (zucchero e dolciumi industriali).
In ogni caso, come la frutta, vanno presi lontano dai pasti, perchè incompatibili con quasi tutti gli altri alimenti che ne facilitano la fermentazione.


CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI  
Nel rispetto delle associazioni  alimentari corrette, si consiglia un menu che prevede la frutta a colazione e/o a merenda (da non mescolare frutta acida, come arance, pompelmi e limoni, con quella dolce come datteri, fichi ecc.) e due pasti caratterizzati da un primo piatto costituito da abbondanti verdure crude di stagione, quindi, se si vuole, verdure cotte, e poi un solo piatto a base 


o di alimenti prevalentemente amidacei 

o di alimenti prevalentemente proteici

 (se a pranzo si mangiano gli amidi a cena si mangeranno le proteine o viceversa).





CRITICHE ALLA TEORIA
DELLE CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI

Alla teoria delle corrette combinazioni alimentari sono state avanzate alcune critiche. Prendiamo in considerazione le più comuni.
I)       1)  L’organismo ha bisogno di numerosi principi nutritivi (amidi, grassi, proteine, vitamine, sali minerali). I pasti che rispettano le combinazioni alimentari non sono “bilanciati’ e possono portare a carenza di “valori nutritivi.
 
La risposta a questa obiezione è ovvia: dal momento che in genere si fanno tre pasti quotidiani, è sufficiente variare i principi nutritivi nell’arco della giornata, facendo si che i vari pasti si integrino fra loro (come avviene nel menu-tipo che abbiamo consigliato). Il corpo non ha bisogno che lo si rifornisca ogni tre - quattro ore di tutte le sostanze necessarie alla vita, ha ben altra autonomia! Le carenze si instaurano solo dopo prolungati periodi di non assunzione di un principio nutritivo,con l’esaurimento delle riserve.
L’apportare ad ogni pasto di tutti i gruppi di sostanze alimentari non è quindi di alcuna utilità ed anzi, paradossalmente, può causare carenze relative, rendendo difficoltosa la digestione ed anomala l’assimilazione.
Nella nostra società, infatti, le carenze molto spesso non sono reali (mancanza di fattori nutritivi nell’alimentazione) ma relative, dovute cioè ad insufficiente assorbimento dei principi nutritivi da parte del tubo digerente non ben funzionante, e a volte questo può essere imputabile proprio a pasti mal combinati.
2) Altra obiezione: in natura i cibi non sono mai costituiti da sostanze allo stato puro, ma sono delle combinazioni più o meno varie e complesse. Così nei cereali vi sono amidi, ma anche proteine in percentuale non trascurabile; i legumi e le noci contengono in notevole quantità amidi, grassi e proteine. Perchè mai bisognerebbe evitare le combinazioni, se esistono in natura?

A questa obiezione si risponde facendo osservare che nel prodotto naturale le varie componenti non sono mescolate meccanicamente e a caso, non sono dei semplici miscugli, ma costituiscono un complesso ordinato, in grado di “esporre” alla attività digestiva prima un gruppo di sostanze e poi un altro. Quando ad es. si mangiano cereali o derivati i fisiologi hanno notato che la mucosa dello stomaco si mantiene ad un PH neutro per un periodo prolungato, permettendo così la digestione degli amidi; quando questa è ultimata, l’ambiente dello stomaco si modifica bruscamente per il rapido riversarsi di succhi fortemente acidi che renderanno possibile l’inizio della digestione proteica ad opera della pepsina. Questa capacità del complesso amido- proteina naturale di indurre modificazioni successive specifiche, tali da permettere la digestione ottimale in tempi diversi dei due gruppi dì sostanze, è assente quando si mangia un miscuglio del tipo pane e formaggio, pane e carne ecc. In questo caso infatti l’acidità dello stomaco aumenta immediatamente, come abbiamo dello, inibendo rapidamente l’azione della ptialina.
 
 
QUANDO SEGUIRE LE CORRETTE COMBINAZIONI È DI
GRANDE UTILITÀ
1) In tutti i disturbi digestivi (acidità di stomaco,i bruciori, i rigurgiti acidi scompaiono immediatamente; le digestioni difficili prolungate, pesanti diventano presto un ricordo; il meteorismo e la flatulenza si attenuano o scompaiono, così la stitichezza.
2)Quando si vuole dimagrire o disintossicare l’organismo.

sabato 10 agosto 2013

Proposta al movimento 5 stelle, no massoni alle cariche pubbliche (video)

LA CELIACHIA NON E’ UNA MALATTIA- MA IL RISULTATO DI UNA MODIFICAZIONE GENETICA DEL FRUMENTO.

DICIAMOLO PURE AD ALTA VOCE
E’ mai possibile che la diffusione pressoché «epidemica» della celiachia, cioè dell’assoluta intolleranza al glutine che può innescare anche gravi patologie conseguenti, possa essere dovuta ad una modificazione genetica approntata sul frumento? Questa ipotesi non è nuova e su di essa si sono spesso avventati, smentendola con ferocia, i sostenitori delle biotecnologie e dei cibi Ogm. Ma ora, grazie all’intuizione di uno scienziato di esperienza pluridecennale in campo medico, pare possa arricchirsi di ulteriori dettagli, chiarendosi all’opinione pubblica.
UN FRUMENTO NANIZZATO
Il professor Luciano Pecchiai, storico fondatore dell’Eubiotica in Italia e attuale primario ematologo emerito all’ospedale Buzzi di Milano, ha avanzato una spiegazione di questa possibile correlazione causa-effetto su cui occorrerebbe produrre indagini scientifiche ed epidemiologiche accurate. «E’ ben noto che il frumento del passato era ad alto fusto – spiega Pecchial – cosicchè facilmente allettava, cioè si piegava verso terra all’azione del vento e della pioggia. Per ovviare a questo inconveniente, in questi ultimi decenni il frumento è stato quindi per così dire “nanizzato” attraverso una modificazione genetica».Appare fondata l’ipotesi che la modifica genetica di questo frumento sia correlata ad una modificazione della sua proteina e in particolare di una frazione di questa, la gliadina, proteina basica dalla quale per digestione peptica-triptica si ottiene una sostanza chiamata frazione III di Frazer, alla quale è dovuta l’enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento caratteristico della celiachia.«E’ evidente – ammette lo stesso Pecchiai – la necessità di dimostrare scientificamente una differenza della composizione aminoacidica della gliadina del frumento nanizzato, geneticamente modificato, rispetto al frumento originario. Quando questo fosse dimostrato, sarebbe ovvio eliminare la produzione di questo frumento prima che tutte le future generazioni diventino intolleranti al glutine».

L’Uomo è un’antenna!!

Secondo la biofisica l’uomo non è soltanto un composto chimico regolato da reazioni chimiche. L’uomo come ogni altro organismo vivente emette e riceve radiazioni.
Georges Lakhovsky (1870 – 1942)


L’ing. Lakhovsky riteneva che quello che noi attribuiamo all’istinto animale, come ad esempio il senso d’orientamento degli uccelli e dei pesci, sia il risultato dell’emissione e della ricezione di onde elettromagnetiche e in modo particolare delle radiazioni cosmiche.
“Una cellula è schematicamente costituita da un protoplasma cellulare circondato da una membrana cellulare. Nel protoplasma è immerso il nucleo costituito da un filamento tubolare contenente liquido conduttore avvolto in sostanza cromatica isolante. Essa può essere considerata un circuito oscillante microscopico avente una determinata lunghezza d’onda assai corta. Il nucleo ricorda da vicino il circuito oscillante di Hertz poiché è un vero circuito elettrico dotato di Self induzione e capacità quindi suscettibile a oscillare e di risuonare con altissima frequenza. La bobina di induzione è rappresentata dalla spira continua di filamento nucleare, il condensatore è dato dalla capacità tra i due estremi del filamento stesso.”
Tutti gli esseri viventi, in quanto costituiti da quegli oscillatori elementari che sono le cellule, sono assimilabili a circuiti oscillanti ad altissima frequenza in grado di emettere e ricevere radiazioni elettromagnetiche. In quest’ottica energetica egli sosteneva che le malattie sono causate dall’interazione dell’irraggiamento cosmo-tellurico con le cellule. Infatti, in base alle indagini statistiche effettuate, chi abita in prossimità di terreni argillosi é più soggetto ai tumori di chi vive su terreni sabbiosi in quanto un suolo impermeabile oltre a provocare un’intensificazione delle radiazioni dà anche luogo ad interferenze con il campo di radiazione naturale.
L’ing. Lakhovsky sosteneva che la vita nasce dalla radiazione, è trattenuta dalla radiazione ed è soppressa dal disequilibrio oscillatorio. Se la cellula è costretta a vibrare ad una frequenza diversa da quella naturale, si danneggia e per guarirla occorre sottoporla ad una radiazione avente una frequenza tale da fornirgli l’energia necessaria per riportarla allo stato di salute naturale. Se per Pasteur era necessario uccidere i microbi, per Lakhovsky era sufficiente ripristinare l’oscillazione ovvero l’energia cellulare naturale mediante l’impiego di radiazioni aventi frequenze adeguate. Mosso da queste considerazioni, ideò alcuni dispositivi energetici costituiti da anelli aperti di rame e argento isolati e di dimensioni variabili in modo da ottenere bracciali, collane e cinture. Tali dispositivi erano veri e propri circuiti oscillanti aperti in grado di riequilibrare lo stato energetico delle cellule e di guarirle. Dal 1924 impiegò i suoi circuiti oscillanti nella battaglia contro il cancro, presso l’ospedale della Salpetriére a Parigi. Inizialmente condusse i suoi esperimenti su gerani affetti da tumore ottenendo le prime guarigioni e successivamente, spinto dal primario del reparto di oncologia, su malati terminali di cancro ricoverati presso l’ospedale, ottenendo la guarigione straordinaria di soggetti ritenuti dai medici incurabili.
Lakhovsky progettò e costruì un oscillatore a lunghezze d’onde multiple che, emettendo innumerevoli armoniche, era in grado di entrare in risonanza con qualsiasi gruppo di cellule del corpo umano.
Con Lakhovsky è nata la medicina vibrazionale.




Royal Raymond Rife (1888 – 1971)

Il Dott. Rife, grazie ad un potente microscopio di sua invenzione, è stata la prima persona al mondo in grado di vedere i virus. Nel 1920 riuscì ad identificare e isolare quello che definì il virus del cancro umano a cui diede il nome di bacillo X. Successivamente coltivò il virus e lo iniettò in 400 animali da laboratorio che si ammalarono tutti di cancro. Come se ciò non bastasse Rife inventò un dispositivo che attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche era in grado di distruggere le cellule cancerose che si trovavano dentro il suo raggio d’azione.
Nel 1931 quarantaquattro tra i più importanti medici d’America si riunirono in suo onore per festeggiare
“la fine di tutte le malattie”.

  

Nel 1934, l’Università della Carolina del Sud sponsorizzò un Comitato di ricerca, composto da medici e patologi, per esaminare 16 malati terminali di cancro condotti presso la clinica di Rife. Dopo 90 giorni 14 pazienti su 16 risultarono completamente guariti e dopo altri 130 giorni, a seguito di una modifica introdotta nel trattamento, anche gli ultimi due pazienti guarirono.
Il metodo usato da Rife per distruggere i virus  consisteva nell’aumentare l’intensità della frequenza irradiata fino al valore della frequenza di risonanza del virus. E’ lo stesso principio utilizzato dai medici per disintegrare i calcoli renali e dalle cantanti per mandare in frantumi un bicchiere di cristallo quando una nota raggiunge la frequenza di risonanza del bicchiere. E’ da notare che tale frequenza non danneggiava i tessuti circostanti. Purtroppo, nel 1939 la maggior parte dei 44 medici che otto anni prima lo avevano osannato negarono persino di averlo mai incontrato. Alcuni incidenti quali la distruzione del suo laboratorio, l’uccisione di alcune persone a lui vicine e la distruzione di tutta la documentazione in loro possesso, convinsero Rife a porre fine alle sue ricerche.
Dal 1939, pur di nasconderlo all’opinione pubblica, la stessa esistenza del Dr. Rife è stata messa in discussione.

venerdì 9 agosto 2013

Gli Incensi in casa , info e precauzioni.


Gli incensi sono oramai diventati parte della cultura occidentale, si trovano in quasi tutte le case e vengono usati per molteplici scopi, dalla semplice profumazione alla purificazione vera e propria della casa.

Sono elementi base di molte religioni orientali e vengono molto usati nelle terapie naturali, per massaggi, trattamenti e nella new age in generale.

Si trovano in commercio un enorme varietà di incensi, di tutti i tipi e prezzi.

La grande diffusione che stanno avendo nelle case ha portato il mercato a proporre ovunque incensi, magari a bassissimo costo e di pessima qualità.

Normalmente gli incensi che compriamo sono quelli da bancarella o da negozietto etnico e hanno mille profumi ed etichette coloratissime con le foto dell'essenza che profuma il prodotto ed altre informazioni.
La maggiorparte di essi, se non con diversa indicazione e certificati, sono pericolosi per la salute di chi li usa.

I comuni incensi a basso prezzo vengono fabbricati in India in grandi stabilimenti che usano una svariata quantità di sostanze chimiche per dare profumo e colore al prodotto.
Possiamo trovare quindi: Essenze sintetiche di laboratorio per profumare l'incenso, coloranti sintetici per colorare , colle varie per formare il prodotto e materie prime combustibili di dubbia qualità e provenienza.

I SETTE SPECCHI ESSENI: il ruolo dei rapporti umani. (video)



Chi sono gli Esseni?

Chiamati anche nazareniNazareth era un loro presidio molto importante – è il popolo da cui discende Gesù Cristo e che si presume vivesse vicino a Masada. Gli Esseni erano contadini, frutticoltori e profondi conoscitori delle proprietà delle erbe, dei cristalli e del colore con i quali curavano tutti coloro che richiedevano il loro aiuto.
Detenevano quindi un’antica conoscenza (forse tramandata da Atlantide) portata in Palestina da Mosè e dal suo popolo (gli esseni) e divulgata successivamente in Europa dagli Egizi. Medici e guaritori, con leggi e tradizioni ortodosse, imponevano a chi desiderava entrare nella loro comunità delle iniziazioni che duravano fino a sette anni.
La loro era una stirpe reale, proveniente da una razza e cultura diversa da quella dei rabbini e farisei del Tempio di Gerusalemme. Convinti vegetariani, il cibo degli Esseni non poteva essere alterato (con la cottura ad esempio); non facevano sacrifici a Dio e dedicavano molto del proprio tempo a ringraziarlo, attraverso le preghiere che rivolgevano anche agli Angeli, a cui erano particolarmente devoti. Si dice che si alzassero all’alba e andassero nei boschi a chiamare le energie angeliche, con le quali si intrattenevano in modo molto naturale. Abbandonate le vanità del mondo, si erano ritirati ad una vita semplice che consentiva di avvicinarsi allo spirito per viverlo nella materia come successivamente Gesù il Cristo (cristhos = “sapere“) ci ha ampiamente raccomandato. Avevano usanze e osservanze come la proprietà collettiva, eleggevano un capo che attendesse agli interessi di tutti e i cui ordini venivano obbediti, era loro vietato prestare giuramento, controllavano la loro collera e fungevano da canali di pace, portavano armi solo per protezione contro i rapinatori, non avevano schiavi ma si servivano a vicenda e, come conseguenza della proprietà comune, non erano dediti ai commerci. Dopo un totale di tre anni si entrava a far parte del gruppo con un pasto comune, i membri appena unitisi prestavano un giuramento solenne davanti alla comunità che comprendeva l'impegno a praticare la pietà verso la divinità e l'aderenza a principi morali verso l'umanità, per mantenere uno stile di vita puro, di astenersi da attività criminose e immorali, di trasmettere intatte le loro leggi e di preservare il libro degli Esseni e il nome degli Angeli, con questo atto i neofiti assumevano l'impegno di essere totalmente leali e di non rivelare nulla ai profani, neppure se torturati a morte. Gli iniziati dovevano tacere soprattutto sulle dottrine esoteriche dei libri antichi e sui nomi degli angeli, oggetto di speculazione mistico-teologica. L'ammissione era peraltro selettiva. La struttura del gruppo esseno era gerarchica e comprendeva i gradi di postulante, di novizio e di iniziato. Sotto il profilo dottrinale gli Esseni sostenevano l'immortalità dell'anima e professavano un'escatologia di retribuzione per buoni e malvagi. Ammettevano pure la resurrezione, il giudizio finale e la fine del mondo. Tra loro, dice Giuseppe Flavio, vi furono veggenti e profeti.
Si dice che il loro nome abbia una radice ebraica hasidim (“Pii”); altri sostengono che esseni derivi dall’aramaico asya (“medico”). Ciò che di “ufficiale” si sa di loro ci viene tramandato dagli scritti di Plinio il Vecchio, Flavio Giuseppe, Filone Alessandrino e dai Rotoli di Qumran ritrovati intorno al 1947, in una zona desertica a 30 km da Gerusalemme, vicino al mar Morto grazie a una scoperta fortuita da parte di un pastorello di nome Mohammed Adh Dhib (giare contenenti dei rotoli di pelle avvolti in brandelli di tela). Il materiale in larga parte venne rivenduto a un trafficante di nome Kando che a sua volta lo rivendette al governo israeliano. Negli anni seguenti sono stati rinvenuti, in undici grotte della zona, circa 900 rotoli, alcuni ridotti in frammenti altri in discreta condizione di integrità. Ben 200 di essi riguardavano libri o parti di libri dell'antico Testamento. In particolare l'intero rotolo di Isaia, oggi conservato nel Museo detto Scrigno del Libro a Gerusalemme. Vennero ritrovati anche i rotoli con le regole della comunità e tanti altri che permisero di far luce sulla misteriosa comunità

Compensare o invertire la gravità: Effetto di Cavità Strutturale (CSE) - Viktor Stephanovich Grebennikov

Viktor Stepanovich Grebennikov è stato un personaggio molto particolare, ancora sconosciuto al grande pubblico occidentale. Prima di effettuare alcune considerazioni riporto il contenuto di un file pdf nato da uno studio effettuato da amici.

Introduzione

Questo documento è un report basato sui miei studi relativi alle scoperte del Dr. Viktor Stepanovich Grebennikov (VSG d’ora in poi nel testo). Quello che segue non è una trattato esaustivo sui fenomeni relativi all’Effetto di Cavità Strutturale ma una sorta di “diario di bordo” che ho iniziato a scrivere per raccogliere in un unico file tutti gli elementi interessanti a riguardo.
Non esiste materiale in italiano su VSG, e le traduzioni inglesi che è possibile reperire online sono a volte imperfette e in alcuni casi mancanti di elementi potenzialmente importanti. Questo mi ha spinto a reperire copie dei lavori originali in russo, e a tradurli. Nel corso di questa mia ricerca ho potuto verificare come in Russia VSG sia ben conosciuto, ed effettivamente esistono diversi gruppi di studio che hanno condotto ricerche in questa direzione. Uno degli scopi di questo lavoro è quindi offrire informazioni su uno scienziato quasi del tutto sconosciuto in occidente, così che chiunque sia interessato possa avere un punto di partenza. Cercherò inoltre di riportare anche informazioni in merito a esperimenti già condotti, così da tagliare fuori da subito eventuali “sentieri”che non portano da nessuna parte. L’opera principale di VSG è attualmente visibile in lingua madre sul sito http://bronzovka.narod.ru .

Chi era Viktor Stephanovich Grebennikov?



Persona estremamente eclettica, VSG era un entomologo, artista di un certo talento, inventore e scrittore. Nel corso dei suoi studi sugli insetti scoprì un fenomeno che battezzò Effetto di Cavità Strutturale (Cavity Structural Effect – CSE nel testo successivo).
Partendo da questa scoperta e studiandone per anni le applicazioni, varianti e modi per potenziare l’effetto, affermò di essere riuscito a costruire un dispositivo, un velivolo non convenzionale, una piattaforma volante dalle eccezionali prestazioni.
VSG pubblicò un articolo su una rivista russa, nel quale comparivano delle foto del dispositivo in funzione e alcuni accenni alla sua scoperta. Nell’articolo VSG dichiarava apertamente che in un suo libro di futura pubblicazione, avrebbe rivelato al mondo ogni particolare della sua scoperta, con un’analisi dettagliata del dispositivo di sua invenzione.
Qualcosa non andò per il verso giusto. Il libro venne alla luce con notevole ritardo e delle 500 pagine iniziali, solo 300 vennero pubblicate. Il testo divenne in alcune sezioni inorganico, e specialmente nel V capitolo, dal titolo emblematico “Il Volo”, molte delle immagini originali vennero sostituite da foto di farfalle o insetti del tutto fuori luogo rispetto al discorso. Qualcuno era intervenuto, obbligando di fatto VSG a riscrivere la sua opera quasi per intero.



Nonostante questo però alcuni sostengono che VSG abbia inserito nel testo e in alcune immagini tutta una serie di indizi, così che chiunque fosse interessato a comprendere la sua scoperta potesse in qualche modo avere le informazioni di base necessarie.
Questo report nasce dunque dalla necessità di ricostruire questo puzzle e di far veicolare queste informazioni anche in occidente, così che chiunque possa contribuire ad analizzare i fenomeni legati al CSE.