sabato 12 ottobre 2013

Estratti dal libro "Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti



Ripercorrere quindi passo dopo passo la vita e le opere di questo scienziato dimenticato servirà a fare finalmente luce su alcune tecnologie nascoste per motivi di elitario interesse. Misteri ufficialmente irrisolti come i cosidetti velivoli UFO dei nazisti, lo sviluppo delle armi geofisiche, del sistema HAARP o l'imbrigliamento dell'energia del vuoto, assumono infatti una veste scientifica non appena si viene a conoscenza degli studi compiuti da Nikola Tesla. Non si tratta tuttavia dell'unico caso di scienza soppressa...

Studiando inve il comportamento delle frequenze estremamente basse (ELF) Tesla si rese conto che la frequenza di risonanza della Terra era uguale a quella di risonanza dello spazio compreso tra la superficie terrestre e la ionosfera (per circa 70/80 Km da terra) fissandole quindi entrambe a circa 8 Hz (...) Le sue sperimentazioni si estesero fino fino a comprendere tutti i tipi di frequenze, comprese quelle utilizzate naturalmente dal corpo umano. Giunse così ad individuare anche gli effetti biologici positivi e negativi prodotti dai campi elettromagnetici sull'uomo. Studiò in particolar modo le frequenze dello spettro gamma bassa, dette ELF (8-20 Hz), VLF (20-100 Hz), e concluse che le onde ELF molto basse, da 4 a 7 Hz, sono altamente dannose all'attività bioelettrica del cervello. mentre altre leggermente più alte ne favoriscono il rilassamento (8Hz) e il benessere.

L'armosfera dello strato più basso, pur essendo un isolante perfetto, sotto l'effetto della grande forza elttromotrice prodotta dalle bobbine di Tesla conduce liberamente la corrente. Tesla notò che la conduttività cresceva molto rapidamente con il rarefarsi dell'atmosfera e con l'aumento delle tensioni elettriche arrivando fino al punto di lasciar scorrere la corrente come se osse un filo di rame. Telsa affermò di avere dimostrato in maniera inconfutabile come enormi quantità di energia elettrica potevano essere trasmesse agli strati più alti dell'atmosfera senza limiti di distanza. Nell'articolo comparso sull'Electrical Review del 29 marzo 1899, Tesla manifestò addirittura il timore di poter incendiare l'atmosfera durante i suoi esperimenti con grandi potenze elettriche. Sapendo quindi che la parte più bassa dell'atmosfera in condizioni normali è isolante, mentre quella più alta è conduttiva, Tesla ideò una tecnica per trasmettere e immagazzinare corrente su quest'ultima. Lo scopo era quello di rendere utilizzabile e accessibile questa corrente da qualsiasi altre parte del globo mediante l'uso di fasci di particelle conduttive posizionati a terra.

L'alta atmosfera, essendo caratterizzata dalla presenza di gas a bassa pressione, una volta ionizzata diviene un buon conduttore di elettricità. La porzione di alta atmosfera tra il trasmettitore e il ricevitore può quindi condurre corrente esattamente come un tubo al neon di proporzioni planetarie, a patto, ovviamente, che vi sia energia a sufficienza. Viceversa, la nostra Terra, che sappiamo possedere proprietà conduttrici (ottime a determinati voltaggi e frequenze), ha un raggio di circa 6000 km ed è circondata da un piccolo strato di bassa atmosfera che ha invece caratteristiche isolanti. Il nostro pianeta riceve molta energia dalle particelle cosmiche di cui è fatto bersaglio dallo spazio (per es. dal Sole) e avendo nello stesso tempo sia un proprio movimento rotatorio che un campo magnetico, si comporta come una gigantesca dinamo. Tra l'area terrestre conduttiva e la parte di atmosfera conduttiva più alta (troposfera e ionosfera) vi sono solo i pochi chilometri di spessore della bassa atmosfera, che funge da isolante tra le prime due. Di conseguenza, creando artificialmente un collegamento tra le due zone conduttrici del pianeta, la differenza di potenziale elettrico produce un passaggio di corrente. L'energia che fluisce attraverso l'aria, infatti, è caratterizzata da un'alta tensione a bassa potenza, mentre quella che fluisce attraverso la terra da un'alta potenza a bassa tensione.
La Terra possiede una sua naturale carica negativa rispetto alla regione conduttiva dell'atmosfera, che inizia a un'altezza di 50 km. L a differenza di potenziale tra la terra e questa regione è di circa 400.000 volt. In prossimità della superficie terrestre vi è un onnipresente campo elettrico di circa 100 V/m diretto verso il basso. Un trasmettitore con bobine Tesla sintonizzato sulla frequenza di risonanza della Terra  crea un disturbo locale nella sua carica che si manifesta  come una variazione della densità del campo elettrico. Tale disturbo si propaga dal trasmettitore, ma la sua intensità diminuisce man mano che si allontana da esso. Un trasmettitore sufficientemente potente, invece, produce una distorsione del campo che si propaga ovunque, sino a raggiungere il punto del globo diametralmente opposto, per essere poi riflessa verso il punto d'origine. Mentre il metodo di trasmessione tra Terra e atmosfera richiede la costruzione di un impianto di trasmissione e di un impianto di ricezione opportunamente sintonizzati tra loro, con il sistema interamente di Terra, invece, è sufficiente un trasmettitore sintonizzato sulla frequenza di risonanza ( o una delle sue armoniche) di quest'ultima, poichè a svolgere l'importante funzione di ricevitore sincronizzato sarà la Terra stessa.


Ho contemplato le possibilità di trasmissione di energia per via atmosferica con tensioni elettriche dell'ordine di 20 milioni di volt. Il sistema fa uso di uno stretto fascio di energia radiante che ionizza l'aria rendendola conduttiva. Dopo gli esperimenti di laboratorio preliminari, ho fatto dei test su larga scala con un dispositivo radiante a raggi ultravioletti di grande potenza, nel tentativo di condurre la corrente negli alti strati dell'atmosfera più rarefatta. L'energia così trasmessa ha creato un'aurora utilizzabile per l'illuminazione, in particolare per quella notturna degli oceani.


Nel 1899 Tesla scosse la Terra da Colorado Springs con milioni di volt, nella speranza di assistere allo stesso fenomeno che aveva osservato nel fulmine e che era stato da lui batezzato come "insorgenza risonante". Il risultato sperimentale che ottenne si rivelò davvero stupefacente. Dopo aver scaricato energia elettrica nel sottosuolo con il suo trasmettitore d'ingrandimento sintonizzato alla giusta frequenza di risonanza con la Terra, Tesla potè finalmente vedere suffragare tutte le sue previsioni. L'energia elettrica infatti si comportò esattamente come atteso e l'onda generata dalla scarica raggiunse il lato opposto del pianeta riflettendosi indietro fino a tornare all'esatto punto d'origine.
L'emergere di un enorme fulmine dalla sfera metallica della sua bobina confermò che l'esperimento era perfettamente riuscito. Sarebbe stato possibile intercettare l'onda di Terra anche in ogni altra parte del globo, ovvero ovunque ce ne fosse stato bisogno, seppur con intensità leggermente minore (la massima intensità si sviluppa nel punto diametralmente opposto a quello di partenza), semplicemente costruendo dei ricevitori sintonizzati. L'onda stazionaria di ritorno, inoltre, poteva essere amplificata praticamente all'infinito mediante nuovi impulsi risonanti emessi dal suo potente "trasmettitore di amplificazione".

Il treno d'onda non hertziano usato da Tesla, inoltre, viaggerebbe a una velocità superiore a quella della luce. Secondo i calcoli da lui riportati nel brevetto n. 787.412 del 16 aprile 1905 la velocità delle onde stazionarie terrestri, o comunque del loro treno d'onda è di almeno 1,5 volte quella della luce (471.240.000 / 299.792.458 = 1.57188744). Recenti esperimenti effettuati in epoca moderna confermano la possibilità di questo assunto, sono stati infatti misurati treni d'onda in viaggio a velocità superluminali.

Per essere più espliciti, ho progettato il mio sistema di trasmissione affinchè potesse contenere senza dispersioni nell'aria una grande auto-induttanza su una superficie dalla capacità elettrica relativamente piccola (come spiegato nel brevetto USA n. 1. 119. 732 del 1914, nel trasmettitore di Wardenclyffe, la cupola troroidale metallica venne progettata con caratteristiche tali da poter imprigionare il massimo dell'energia possibile sulla sua limitata superficie. E ciò in quanto non fungeva affatto da antenna nel senso hertziano del termine, ma era viceversa un condensatore ad altissima capacità, n.d.a.). Ho quindi scelto di usare una bassa frequenza, poichè come noto la radiazione elettromagnetica è proporzionale alla radice quadrata della capacità divisa per l'auto-induzione. Non permetto così all'energia di fuoriuscire (dalla cupola, n.d.a.) e ne accumulo una quantità enorme nel circuito. Una volta raggiunto l'alto potenziale desiderato posso produrre onde elettromagnetiche (attraverso l'ambiente, n.d.a.) , ma preferisco invece ridurle al minimo (non disperderle, n.d.a.) per immettere corrente nel terreno, un elemento naturale da me utilizzato come magazzino elettrico elastico. Uso questo diverso metodo poichè le onde di energia elettromagnetica non sono adatte all'impiego che hanno avuto sino ad ora (la trasmissione hertziana, n.d.a.). (…) Se vuoi utilizzare le onde elettromagnetiche (ovvero trasmettere dalla cupola metallica come se fosse una semplice antenna del sistema hertziano, n.d.a.), devi usare una grande quantità di corrente ad alta tensione e trasmetterla a una frequenza di 500 Khz, ma  se vuoi inviare energia alla mia maniera (via terra, n.d.a.) devi utilizzare frequenze molto basse per ridurre al minimo la dispersione. Il mio apparato è stato concepito per produrre  tremende differenze di potenziale e di corrente nel circuito dell'antenna, in modo da poter trasmettere sia le correnti di conduzioni che le onde elettromagnetiche. Elevato potenziale di correnti significa grande quantità di energia vibratoria che può essere controllata. Dalla giusta scelta della sua lunghezza d'onda è possibile ottenere il 5% di onde elettromagnetiche e il restante 5% di corrente che "passa" attraverso la Terra, (…) viceversa , semplicemente variando frequenza si possono ottenere i valori opposti, ma un sistema del genere non potrà mai dare risultati apprezzabili. Non sto quindi producendo radiazioni elettromagnetiche, poichè faccio tutto il necessario per sopprimerle. Di conseguenza ci si dovrebbe liberare dall'idea che sto utilizzando energia radiante quando invece la sto semplicemente immagazzinando".

La telegeodinamica
La scienza moderna, indagando sulla intima essenza della materia, ha scoperto che quest'ultima è molto diversa da come ci appare normalmente attraverso i nostri cinque sensi. Tutto ciò che percepiamo come solido e perfettamente immobile è in realtà la manifestazione di un campo energetico in movimento, il cui valore può essere misurato con la famosa formula E=mc2. La natura oscillatoria del mondo fisico trae origine dal moto vibratorio dei suoi costituenti fondamentali, cioè atomi e particelle. Le sue diverse caratteristiche rappresentano infatti una sorta di carta d'identità atomica degli elementi di cui è composta la materia (dalla frequenza vibratoria di una massa può essere individuata con esattezza la sua composizione atomica) e, di conseguenza, l'aumento artificiale della sua velocità di oscillazione è in grado di alterarne anche le originarie proprietà fisiche. Ciascun tipo di materiale possiede quindi una propria frequenza vibratoria, con specifiche proprietà di risonanza. Ciò fa si che, sfruttando queste ultime, il ritmo oscillatorio può essere facilmente accelerato artificialmente fino al punto di frantumare le molecole di cui è composto il materiale. Ciascun oggetto, insomma, può essere scosso dal suo interno con tale procedimento fino a provocarne il cedimento strutturale. Sulla base di queste conoscenze, Tesla affermò di poter produrre dei veri e propri terremoti sulla crosta terrestre semplicemente alterando l'ordinaria frequenza di risonanza della Terra, che egli denominò "frequenza risonante" subito dopo averla individuata. Durante i mesi di sperimentazione trascorsi a Colorado Springs, esplorò la possibilità teorica di generare artificialmente delle scosse sismiche. Chiamò poi telegeodinamica questa nuova disciplina scientifica, con cui affermò di aver scoperto come eccitare la frequenza di risonanza della Terra utilizzando delle semplici vibrazioni elettriche. Egli riteneva insomma di poter far vibrare la Terra come una campana utilizzando per "rintocchi" le oscillazioni prodotte dal suo trasmettitore con una cadenza di un'ora e quarantanove minuti circa. (CERCARE TERREMOTO A NEW YORK)

TESLA FULMINI GLOBULARI.
fu proprio durante questo incessante lavoro di sperimentazione, volto a individuare il massimo voltaggio raggiungibile dal suo apparato, che egli riuscì a produrre artificialmente anche i c.d. fulmini globulari, fenomeni ritenuti ufficialmente delle mere illusioni ottiche fino a pochi anni or sono. Sul suo diario, negli appunti del 3 gennaio 1900, annottò di aver assistito prima alla trasformazione delle scintille in scariche e poi alla formazione di fulmini globulari direttamente da queste ultime. Egli aggiunse che il fenomeno iniziò a manifestarsi durante i bruschi passaggi dell'elettricità da alta a bassa frequenza. Questo particolarissimo tipo di fulmini è anche detto BL in inglese, abbreviazione di "Balls lightning" (palle lampeggianti), per la loro caratteristica forma sferica e la loro luminescenza a intermittenza. (…)  Tesla, con il suo metodo di studio interamente volto alla comprensione delle c.d. anomalie, è stato il primo e unico scienziato al mondo a essere riuscito a riprodurre sperimentalmente il fenomeno BL ben settanta anni prima che venisse persino coniato il termine. Ultimate le sue investigazioni scientifiche in materia, affermò quanto segue "Essi costituiscono la manifestazione di etere indotto in moto vorticoso da campi esterni e reso visibile da particelle cariche". (…) Nel corso di un esperimento con i suoi fulmini globulari egli scrisse a tal proposito: "La palla di fuoco mi dava l'impressione di un modello enormemente ingrandito dell'elettrone , uno dei mattoni che costituiscono la materia, che agisce come fosse un'area sferica di spazio in cui un certo ammontare di energia è come cristallizzato per darvi una struttura. Ho la forta sensazione che, se fosse possibile scoprire come una tale quantità di energia possa essere incapsulta nella struttura di queste palle di fuoco così simili a una bolla, potrebbe essere ricavato un vitale indizio sulla struttura stessa dell'elettrone e di altre particelle fondamentali della materia. Questo metodo di immagazzinare energia potrebbe essere applicato in una infinità di modi". (…) Tesla affermò che il fulmine globulare è una sorta di "piccolo sole" all'interno del quale avvengono processi di fusione nucleare.

Incurante dell'opinione pubblica, Nikola Tesla dichiarò persino di aver intercettato dei messaggi di probabile origine intelligente provenienti dallo spazio. Il fatto sarebbe avvenuto a Colorado Springs mentre stava monitorando le scariche temporalesche. Tali affermazioni ovviamente vennero respinte dall'intera comunità scientifica, mentre i giornali lo coprirono di ridicolo. Ciononostante, il famoso fisico lord Kelvin ne assunse le difese, dopo aver esaminato i segnali registrati dai ricevitori di Tesla. Kelvin accertò infatti l'estraneità di essi dagli ordinari disturbi di sottofondo presenti nell'atmosfera terrestre. Nel 1974, infine, gli scienziati del progetto SETI iniziarono a effettuare ricerche proprio sulle emissioni radio provenienti dal cosmo alla ricerca di altre civiltà.

La vera causa del fallimento del progetto di Wardenclyffe, quindi, non era di carattere tecnico, ma politico-economico. La tecnologia di Tesla, infatti, era giunta a uno stadio di sviluppo talmente evoluto da costituire una seria minaccia agli interessi economici delle lobby più potenti del mondo. Pertanto, finchè il suo ingegno potè essere sfruttato dall'elite finanziaria e industriale per fini di lucro, venne appoggiato e sostenuto fino alla celebrià, ma non appena giunse a un passo dal distribuire gratuitamente energia a tutta l'umanità venne osteggiato con ogni mezzo possibile.

Fino a ora le reali capacità di funzionamento del sistema di trasmissione senza fili di Tesla sono rimaste un mistero, poichè la costruzione dell'impianto di Wardenclyffe venne ostacolata dai poteri forti e gran parte dei suoi appunti finirono secretati dall'FBI subito dopo la sua morte. Tutto ciò che sappiamo di certo sulla tecnologia da lui sfruttata lo dobbiamo alla parte degli appunti restituiti in seguito al museo di belgrado, alle interviste da lui concesse ai giornali e alla laconica descrizione presente nei suoi brevetti. Di fatto, però nessun ente di ricerca ha mai tentato di ripetere i suoi esperimenti o di realizzarne i leggendari brevetti per confermare o confutare e sue affermazioni. Di conseguenza, la posizione della scienza accademica a riguardo è che Tesla, ovvero la mente matematica più fulgida della storia, abbia semplicemente sbagliato i suoi calcoli, ignorando alcune fondamentali leggi di propagazione delle onde elettromagnetiche.

Tra le scoperte più eclatanti di Nikola Tesla rimaste senza una conferma ufficiale vanno sicuramente annoverate le caratteristiche dell'etere (attualmente chiamato energia del vuoto quantico) e le sue presunte connessioni occulte con gravità e materia. Stando infatti alle sue dichiarazioni in merito, egli sarebbe riuscito ad imbrigliare questa ineffabile forma di energia gratuita e illimitata nell'intento di porla al servizio delle necessità umane. Non esistono tuttavia documenti in grado di spiegare come avrebbe fatto a trasformare quella che viene tuttora definita energia solo virtuale (quindi inutilizzabile) in energia realmente fruibile. Di certo, sappiamo solo che Tesla riteneva la materia , la gravitazione e ogni forma di energia dei meri "sottoprodotti" dell'etere.

Tesla affermò di essere  finalmente riuscito  a comprendere alcuni meccanismi di interazione che venivano tra i campi elettromagnetici ordinari e questa enigmatica forma di energia. Specificò in seguito che l'oggetto di questi studi era la relazione nascosta tra l'elettricità e l'etere, un gigante energetico nascosto. (…) Nikola Tesla, invece, riferì di aver individuato sperimentalmente le prove dell'esistenza dell'etere: spiegò che inviando degli impulsi elettromagnetici di brevissima durata ed elevatissima intensità aveva osservato il formarsi di "un momentaneo squilibrio dell'etere", un pò come se tali impulsi agissero risvegliando, seppur per brevissimo tempo, un gigante addormentato. Lo scienziato continuò poi i suoi studi nella massima riservatezza, arrivando ad acquisire una notevole conoscenza del fenomeno. Nel 1908 il New York Times pubblicò una sua interessante affermazione a riguardo: "Ogni atomo ponderabile è differenziiato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio meramente con un moto rotatorio, proprio come fa un vortice d'acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido, ovvero l'etere, viene messo in movimento, esso diventa grossolana materia. Non appena il suo movimento viene arrestato, la sua sostanza primaria ritorna al suo stato normale.

Tesla teoria dinamica della gravità
all'età di 81 anni Tesla scrisse: "Ho elaborato una teoria dinamica della gravità in ogni dettaglio e spero di rilasciarla al mondo molto presto. Spiega le cause di questa forza e il moto dei corpi celesti sotto la sua influenza in modo così soddisfacente che metterà fine alle inutili speculazioni e false concezioni, come quella della curvatura dello spazio. (…) Tesla però non pubblico mai la sua teoria dinamica della gravità, nel timore che potesse essere utilizzata a fini distruttivi. La logica suggerisce tuttavia, che se come affermato da Tesla un corpo si trova effettivamente immerso in un "oceano di etere" che ne determina sia il peso che l'effetto inerzia, il suo movimento attraverso di esso dovrebbe produrre delle "onde" nel campo gravitazionale di consistenza proporzionata al suo peso. Ciò premesso, negli anni 80 l'esistenza delle c.d. onde gravitazionali è stata dimostrata da uno studio sulla dispersione energetica di un pulsar stellare a due neutroni chiamato PSR1913+16. Non ci possono quindi essere dubbi sul fatto che, se Tesla aveva realmente scoperto le leggi della fisica che intrecciano etere e gravitazione, egli doveva essere anche perfettamente in grado di costruire velivoli a propulsione antigravitazionale. Lo scienziato dichiarò infatti di aver progettato macchine volanti prive di superfici portanti come alettoni, eliche e altri eccessori esterni, in grado di raggiungere velocità elevatissime, che avrebbero potutto costituire nell'immediato futuro un importante deterrente in caso di conflitto. "La macchina volante del futuro, la mia macchina volante, sarà più pesante dell'aria, ma non sarà un aeroplano, Non avrà ali. Essa, a differenza di un aereo, sarà solida e stabile. (…) Sarà in grado di muoversi a volontà nell'aria in ogni direzione e in perfetta sicurezza, a volocità mai raggiunte da aerei prima d'ora, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. (…) Può rimanere assolutamente stazionaria nell'aria anche in presenza di forte vento. Non è ancora tempo di entrare nei dettagli. Posso solo dire che essa si basa su un principio che significa grandi cose per la pace, ma anche che può essere usata per grandi cose che hanno a che vedere con la guerra. (…) In seguito, per le ragioni sopra esposte lo scienziato decise di non rivelare mai pubblicamente il segreto di questa tecnologia. A testimonianza della sua probabile esistenza ci restano tuttavia gli eloquenti disegni pubblicati su alcuni giornali dell'epoca che sono attualmente conservati al Museo di Belgrado. Dal loro attento esame emerge subito un fatto tanto sconcertante quanto evidente: sia la descrizione tecnica delle particolari proprietà di volo che Tesla attribuì alle sue rivoluzionarie macchine volanti quanto le immagine dei suoi disegni coincidono perfettamente con le carattesristiche oggi attribuite ai c.d. UFO moderni.

Il 5 gennaio 1943 Nikola Tesla contattò il dipartimento di guerra americano e parlò con il colonnello Erskine, proponendogli di rivelare il segreto del suo raggio della morte. Il 10 gennaio venne trovato cadavere dalla polizia nella sua camera d'albergo e H.W.Wembley, il medico che ne esaminò il corpo, stabilì che l'ora della morte risaliva alle 2230 del 7 gennaio. La segretaria di Tesla, Charlotte Muzar, scrisse che al momento della scoperta dello scienziato nella sua stanza mancavano diversi fogli e alcuni oggetti. Appena venne diramata la notizia del decesso l'FBI si recò immediatamente sul posto e requisì un intero TIR di materiale sul cui contenuto impose poi il segreto di Stato. La causa del decesso venne ufficialmente attributia dal medico a una trombosi delle coronarie. Fino a quel momento, però, Tesla aveva sempre goduto di ottima salute, tanto è vero che nel 1937 venne addirittura investito da un taxi senza subire gravi conseguenze. (…) Dopo la sua morte, J. Edgar Hoover, capo dell'FBI, diramò un promemoria in cui raccomandava la massima riservatezza sulle ultime vicende collegate a Tesla, per evitare qualsiasi  tipo di pubblicità sulle sue invenzioni e prendere tutte le precauzioni necessarie a mantenere il segreto di quelle scoperte. Classificò quindi gli studi di Tesla Top secret e dispose il sequestro di tutti i suoi effetti personali.

La tecnologia Tesla nelle mani dei militari
Thomas Berden, fisico-matematico e ingegnere nucleare statunitense, affermò di essere convinto che i documenti requisiti a Tesla dopo la sua morte furono utilizzati per la creazione della tecnologia HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project), un sistema di armi geofisiche americano tuttora segreto. Il sito principale del progetto in questione si trova in Alaska, nella desolata località di Gakona, ma numerosi reportage  giornalistici hanno invece evidenziato  che i dispositivi HAARP sono stati già instillati in molti altri paesi come la Norvegia (Tromsoe), e molto probabilmente anche in Gran Bretagna (Steplebush), Portorico (Arecibo) e Australia (Pine Bush).
L'eminente fisico  del MIT (Massachusetts Institte of Technology), Bernard Eastlund, (Deceduto nel 2007) ispirandosi alle dichiarazioni di Tesla registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605, denominato "metodo e attrezzatura per modificare una regione dell'atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre", a cui ne fece seguire altri undici. Il fisico sperimentale fondò anche una compagnia, la Eastlund Scientific Enterprise, che fra le attività menzionate sul sito web comprende espressamente la partecipazione al programma HAARP, quanto la ricerca nel campo delle modificazioni metereologiche. I brevetti di Eastlund riguardano rispettivamente.

1 metodo e dispositivo idonei ad alterare uno strato dell'atmosfera terrestre, ionosfera e/o magnetosfera;
2 metodo e dispositivo per creare un elettrone ciclotrone artificiale che riscaldi una zona di plasma;
3 metodo per produrre uno scudo di particelle relativistiche a un'altitudine superiore a quella della superficie terrestre.

L'ultimo di questi tre brevetti descrive addirittura uno scudo spaziale capace di neutralizzare dei missili, dei velivoli e dei satelliti nemici, cioè un tipo di tecnoogia compatibile con le affermazioni rilasciate pubblicamente da tESLA SUL nER yORK tIMES DEL 22 SETTEMBRE DEL 1940. Il fisico italiano Massimo Sperini durante un'intervista ha spiegato che la tecnologia HAARP è a tutti gli effetti un'applicazione degli studi fatti da Tesla  per scopi difensivi, mai pubblicati. Dell'esistenza di questi ultimi si è infatti venuti a conoscenza solo nel 1984, anno in cui sono stati ritrovati degli scritti inediti sull'argomento poi archiviati presso il museo di Belgrado. Possiamo quindi considerare l'attuale sistema HAARP come una sorta di "cannone Tesla" a energia radiante, in grado di alterare le condizioni metereologiche e climatiche dell'atmosfera. Tale tipo di sperimentazione ha sollevato dure proteste nel parlamento russo. L'episodio più eclatante risale all'8 agosto 2002, quando l'agenzia stampa Interfax pubblicò la notizia che ben 90 parlamentari della Duma di Mosca avevano firmato un appello indirizzato all'ONU per chiedere la messa al bando degli esperimenti con le armi geofisiche elettromagnetiche. Un mese più tardi i firmatari del documento salirono a 220, ma ciononostante il progetto è tuttora in corso. Lo studioso Michel Chossdovsky afferma che gli Stati Uniti sono attualmente in grado di manipolare il clima, di provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Esiste inoltre un documento ufficiale dell'aviazione americana presentato all'Air University of the US Air Force in cui viene espressamente dichiarato quanto segue: "Il dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di questa tecnologia. La manipolazione climatica sarà usata a scopi difensivi e offensivi o solo come detterente. La capacità di generare precipitazioni, nebbia e temporali alterando artificialmente il clima può agevolare operazioni militari statunitensi o indebolire quelle avversarie".

UFO

Sulla prima pagina de Il Giornale d'Italia del 24 marzo 1950 apparve un lungo articolo in cui l'ingegnere italiano Giuseppe Belluzzo (più volte ministro del governo Mussolini, non chè senatore e membro della Costituente del 1948), parlò espressamente degli UFO di Hitler e persino della sua personale partecipazione al programma del 1942 per lo sviluppo di velivoli di forma sferica: "In questo periodo si parla continuamente di dischi volanti. Io non credo che si tratti di origini extratterestri, poichè io stesso ne ho guidato uno. (…) La sua velocità era di oltre 3000 Km/h, in quanto non incontrava, nell'aria, alcuna resistenza". Le sue clamorose dichiarazioni vennero poi riportate da tutti i più autorevoli quotidiani italiani, tra cui Il corriere della sera, Il messaggeero, La stampa, La nazione e La gazzetta del popolo.

Il prof. Marco Dolcetta, esperto degli aspetti meno noti del periodo nazista, ha pubblicato le sue ricerche sulle armi segrete di Hitler. il materiale da lui raccolto in proposito concorda perfettamente con quanto rivelato da Romersa e Belluzzo. Le sue indagini storiche si basano su documenti delle SS, testimonianze di ufficiali tedeschi, foto e persino cortometraggi dell'epoca sul decollo dei prototipi nazisti a forma di disco. Su di essi non sono state riscontrate falsificazioni, eppure non sono mai stati oggetto di discussione sui libri di storia, dai quali vengono sistematicamente censurati. Il porf. Dolcetta, che invece ritiene autentico il materiale esaminato sulla tecnologia segreta nazista. ha affermato quanto segue: "C'è più scienza nella fantascienza, il caso degli oggetti volanti non identificati diventa così un fenomeno terrestre e non di altri mondi, è la conseguenza della ricerca avanzatissima in campo fisico e areonautico del Terzo Reich … queste fotografie indicano senza dubbio che il mistero è o era reale". Il prof. Dolcetta quindi, in perfetto accordo con le testimonianze di Romersa, Belluzzo, Schriever e altri ritiene che i tedeschi riuscirono effettivamente a sviluppare velivoli discoidali con due tipi diversi di propulsori: uno a reazione (ideato probabilmente da Victor Schauberger) e l'altro a tecnologia "elettro-gravinazionale", che per le sue prestazioni possiamo identificare con le macchine volanti descritte e disegnate da Nikola Tesla.

Il principio d'implosione di Schauberger

In base alle sue osservazioni sulla natura Schuberger formulò il principio di "implosione", ovvero ciò che descrisse come il moto alla base della vita. Quest'ultimo si manifesterebbe in natura seguendo la traiettoria di una spirale-concentrica diretta dall'esterno verso l'interno e sarebbe all'origine di tutto il processo di evoluzione. Il moto di esplosione (quindi dall'interno verso l'esterno) invece era per Schauberger sinonimo di involuzione, demolizione e distruzione. E anche se nel cosmo entrambi i moti agiterebbero energia e materia come conseguenza del bipolarismo di tutte le forze, sarebbe solo il principio dell'implosione ad avere un ruolo attivo nel guidare lo sviluppo della natura. Ciò premesso, Schauberger riconosceva un aspetto positivo anche alla forza esplosiva di demolizione, che riteneva indispensabile alla scomposizione degli organismi morti e alla loro integrazione in nuove forme di vita organiche. le due forze quindi agirebbero sempre in sinergia per assicurare continuità al processo naturale di riciclo.

Ammettere quindi l'esistenza dei dischi volanti di fabbricazione terrestre significa anche confermare quanto dichiarato dallo "scienziato scomodo" scomparso nel 1943 (Tesla). In tal caso i libri di fisica andrebbero completamente riscritti e sarebbe la fine dell'era del petrolio fondata sul concetto di scarsità delle risorse. Il danno che subirebbe l'alta finanza internazionale che oggi controlla i c.d. monopoli energetici (corporation dell'energia atomica e dei carburanti fossili), l'industria degli armamenti e tutte le grandi multinazionali, sarebbe inaccettabile.


DISINFORMAZIONE. NICAP E NASCITA UFFICIALE DELL'UFOLOGIA.
Per poter valutare l'attendibilità di una notizia è necessario verificare la neutralità della sua fonte rispetto al contenuto delle informazioni che divulga. La maggior parte di coloro che si avvicinano all'ufologia, invece, non è al corrente del fatto che la prima grande associazione ufologica americana (e allo stesso tempo del mondo) venne costituita da ex miltiari, collaboratori ed ex membri della CIA. La più importante sorgente delle informazioni degli ufologi è rappresentata proprio dalle lobby di potere che ha il massimo interesse a mantenere il seggreto sulle scoperte scientifiche più rivoluzionarie.
Il NICAP (National Investigation Committee on Aerial Phenonomena), infatti, venne fondato il 24 ottobre del 1956 con l'esplicito obiettivo di dimostrare l'origine extraterrestre di tutti gli UFO. L'associazione quindi collaborò sempre attivamente a progetti di ricerca congiunti con i militari e ricevette le sue informazioni dai servizi segreti. Il suo organo direttivo, infatti, era composto da personaggi come il primo direttore della CIA, l'ex ammiraglio Roscoe Hillenkoetter, il colonello Joseph Brian (che alcuni ricercatori hanno identificato come direttore CIA del dipartimento guerra psicologica), il maggiore Donald Keyhoe, il contrammiraglio Delmer S. Fahreny e il fisico Thomas Towsend Brown, un consulente tecnico nel libro paga dell'intelligence americana. (…)Il NICAP, insomma, attraverso i suoi porta voce militari e dei servizi segreti sostenne sempre che gli UFO esistono, provengono dallo spazio e sono pilotati esclusivamente da creature aliene superiori. In ultima analisi, la prima storica associazione ufologica a cui si ispirarono tutte le successive organizzazioni del mondo era praticamente "in appalto" alla CIA e quando venne sciolta negli anni 80, dalle sue ceneri nacque l'attuale CUFOS.
Mentre gli ufologi del NICAP organizzavano conferenze stampa per "rivelare" al mondo minacce aliene al pianeta Terra, il ministero della difesa americano iniziò persino a stanziare fondi per la costruzione di pseudo dischi volanti dal funzionamento talmete improbabile che l'unico vero scopo del progetto può essere stato quello di dimostrare l'origine extraterrestre degli oggetti volanti non identificati. Alla fine degli anni 50 infatti l'Avro Aircraft canadese iniziò a produrre alcuni prototipi di velivoli a forma discoidle per consto dell'USAF. il velivolo sperimentale denominato avrocar avrebbe dovuto spiccare il volo sfruttando l'effetto coanda dell'aria risucchiata dalla parte superiore del disco ed espulsa da quella inferiore dello stesso per invertire il rapporto tra alta e bassa pressione. partendo da questa idea l'unico risultato concreto che si ottenne fun un hovercraft di terra capace di "volare" fino a circa 90 cm dal suolo su terreni quasi perfettamente piani. Il più che prevedibile esito fallimentare del "supe-progetto" originariamente classificato Top Secret servì in realtà solo a fabbricare le "prove" della presunta impossibilità di costruire un vero "disco volante" da parte dei militari. Successivamente, infatti, i mass-media si occuparono dell'Avrocar con servizi e documentari che diffusero la notizia dell'irrealizzabilità di tali velivoli. In pratica, con ogni probabilità venne ottenuto il vero scopo del progetto. (…) Ray Harryhausen, uno dei più grandi autori di effetti speciali cinematografici ha dichiarato espressamente che i produttori di Hollywood ricevettero pressioni dal Pentagono per sostenere l'origine aliena dei disci volanti. Le animazioni del film del 1956 La Terra contro i dischi volanti, quindi, vennero elaborate da Harryhausen con la trama desiderata dal Pentagono e prendendo ispirazione dai racconti dell'ex maggiore del NICAP, donald Keyhoe. Grazie a Holywood il tema della minaccia aliena contro la Terra divenne presto un cult della fantascienza molto apprezzato a livello popolare. (…) Tutte le ricerche condotte fino a ora sugli oggetti volanti non identificati concordano su alcunecaratteristiche fondamentali, che risultano essere perfettamente sovrapponibili alla descrizione che Nikola Tesla fece delle sue macchine volanti:

Edward Leedskalnin

Cos'è una corrente magnetica? La corrente magnetica è come la corrente elettrica. Corrente è un'espressione sbagliata. In realtà non c'è una corrente sola, ma due. Una è formata dal flusso di particelle magnetiche individuali con polarità nord, mentre l'altra è composta dal flusso di particelle magnetiche individuali con polarità sud. Entrambe si muovono in vorticosi flussi contrari che ruotano avvitandosi l'uno all'altro a grande velocità. Nessuna particella di corrente positiva o negativa può muoversi da sola. Per potersi spostare le particelle di polarità opposta devno muoversi sempre l'una con l'altra".

Coral Castle

Nessuno è mai riuscito a svelare l'enigma di Coral Castle, eccetto forse qualcuno che conobbe Leedskalnin molto da vicino e che probabilmente lo aiutò anche a sviluppare la tecnologia necessaria. Si tratta di un personaggio davvero speciale, il gande scienziato Nikola Tesla. Il suo enorme lavoro scientifico, infatti, includeva studi approfonditi sulla gravità, un tipo di conoscenze che possono essere state indispensabili a Leedskalin nel trovare il modo per sollevare persi considerevoli  in modo non convenzionale. Tale ipotesi trova conforto nel fatto che Telsla e Leedskalnin erano buoni amici e avevano trascorso ore a discutere sulla vera antura della gravità e delle correnti elettromagnetiche. Tesla riteneva le particelle d'etere responsabili di ogni fenomeno elettromagnetico e Leedskalnin aveva certamente la stessa opinione quando affermò_ "Tutta la materia consiste di magneti singoli (qui intesi come particelle d'etere, n.d.a.), ed è il movimento di questi magneti nella materia attraverso lo spazio che produce fenomeni quantificabili come il magnetismo e l'elettricità". Non a caso, proprio come accadde er tesla, l'FBI si interessò molto anche agli studi di Leedskalnin e gli agenti federali lo interrogarono più volte su quanto aveva scoperto.


Wilhelm Reich

Reich proseguì coraggiosamente il suo lavoro e nel dicembre del 1944 effettuò un esperimento che in seguito porrà le basi della sua teoria secondo cui l'energia orgonica guida anche i processi di formazione della vita. Durante i test di laboratorio sulla cosidetta bio-genesi vide infatti dimostrata la sua intuizione secondo cui le concentrazioni di energia orgonica condurrebbero alal nascita di forme di vita intermedie tra materia organica e inorganica a cui diede il nome di bioni: "La configurazione delle forma di ciò che vive, nell'esperimento orgonico XX, riunisce numerosi fenomeni biogenetici e funzionali a formare un unico risultato di grande importanza: tale esperimento riproduce il procedimento della biogenesi primaria, ossia l'origine primordiale della materia plasmatica  vivente, a mezzo del condensamento di energia orgonica massa-esente cosmica. Questa conclusione scaturisce logicamente dal fatto che, in una soluzione chiara d'acqua ad alta potenza orgonotica, mediante il congelamento si vengono a sviluppare forme organiche aventi i requisiti di ciò che è vivente". Reich riteneva quindi che tutto il processo di creazione della materia organica vivente e inorganica "inerte" fosse generato da continue tramutazioni naturali dell'energia cosmica. E per quanto non venga tuttora ufficialmente riconosciuto, il processo di trasmutazione naturale degli elementi venne identificato e dimostrato sperimentalmente anche dagli studi del candidato francese al premio Nobel Louis Kervran.
Lo scienziato affermò inoltre di aver scoperto che l'energia orgonica è soggetta ad alcune leggi fondamentali  che determinano il suo differente livello di concentrazione nello spazio e nella materia. Di conseguenza, il tipo di densità e di velocità dell'energia orgonica presente nell'ambiente dipenderebbe dal materiale o dalla sostanza che essa attraversa. Reich giunse a tale scoperta dopo aver  constatato sperimentalmente sia l'irridazione di energia orgonica dai metalli che il suo assorbimento da parte della materia orgonica. Da queste e altre osservazioni Reich individuò alcune regole fisiche fondamentali a cui obbedivano questi flussi di particelle e antiparticelle prive di massa. La legge dei potenziali orgonici determinerebbe per esempio il flusso di energia orgonica da un sistema di riferimento orgonico all'altro in base al principio di attrazione del potenziale energetico più basso verso quello più alto.
Per dimostrare l'esistenza dell'energia nascosta dell'universo (priva di massa), Reich costruì uno strumento denominato accumulatore orgonico, basato sul principio di attrazione/repulsione tra il metallo e la materia organica, che consentiva la cattura di energia orgonica direttamente  dell'ambiente. L'effettivo funzionamento di questa tecnologia sarebbe poi stato provato dall'inspiegabile aumento della temperatura interna del dispositivo provocato dall'accumulo di energia orgonica.


Reich indagò questi meccanismi di connessione nei suoi espermenti bioelettrici e scoprì che lo stress e l'angoscia inducevano nel corpo dei pazienti sia la contrazione degli organi che la riduzione dell'attività elettrica cellulare, minacciando la salute fisica, mentre, al contrario, alla sensazione di eccitazione e di benessere corrispondeva l'espansione degli organi con un incremento dell'attività elettrica.
L'equilibrio e il corretto svolgimento dei due cicli energetici di espansione e contrazione (o carica e scarica) sarebbe alla base delle buone condizioni di salute. L'energia fisica in eccesso dovuta per esempio a pulsioni sessuali represse e non scaricate sarebbe quindi fonte di patologie psichiche, proprio come la repressione della propria personalità conduce il corpo verso la malattia.

Il rogo dei libri
Il 5 giugno del 1956, mentre reich stava preparando la prima richiesta d'appello, due agenti della FDA si recarano nella sua abitazione per controllare la distruzione degli accumulatori orgonici. Il lavoro materiale di demolizione dei dispositivi venne fatto svolgere a parenti e collaboratori, sotto la loro supervisione. I funzionari dell'FDA tornarono diverse volte sul posto per controllare che non rimanesse alcuna traccia fisica degli studi di Reich. Il 23 agosto, infine, ben 6 tonnellate di materiale frutto di una vita di ricerche vennero gettate nell'inceneritore di Gansevoort, a New York. Un immenso rogo di libri, giornali, documenti cartelle cliniche, macchinari e scritti vari ridusse in cenere tutte le scoperte e le invenzioni di Reich su ordine di un giudice americano, il pugno di ferro dell'establishment accademico. Si trattò indubbiamente di un atto coercitivo particolarmente duro, volto a imporre con la forza i dogmi accademici sulla libera ricerca. Un eloquente monito a tutti gli altri potenziali scienziati ribelli a non porsi mai troppo "fuori dal coro".

Informazine cultura

Del resto, è molto semplice ridicolizzare un concetto come la "macchina della pioggia" nel contesto della dottrina fisica dominante. La mente umana, infatti, giudica l'attendibilità di un'informazione (come per es. di una notizia) in base alla compatibilità di quest'ultima con il bagaglio di conoscenze già acquisite. Il "ragionamento tipo" più comune è quindi il seguente: "Se la macchina della pioggia esistesse realmente, non vi sarebbe più alcun deserto nel mondo, pertanto non può essere vero". Tale diffuso modus pensandi, però, si fonda sul presupposto (non sempre corretto) che le nostre conoscenze generali assimilate sui banchi di scuola e attraverso i grandi canali d'informazione siano lo specchio della realtà. La maggior parte delle persone ritiene così di vivere in un mondo dove la scienza è completamente libera dalle ingerenze delle lobby di potere e solo una insignificante minoranza della popolazione è consapevole del fatto che il mondo dell'informazione su cui abbiamo plasmato la nostra cultura di base è ben diverso da come ci è stato fatto apparire sin dall'infanzia. Questa situazione fa si che invenzioni come la "macchina della pioggia", prodotte dalle conoscenze negate sulla fisica dell'etere, suscitino di riflesso la facile ironia delle masse. Ecco per esempio cosa rispose Ighina (ormai un simpatico novantenne) alla domanda scontata (postagli subito dopo la dimostrazione del suo dispositivo) del giornalista sul motivo per cui non utilizzava la sua macchina della pioggia per risolvere il problema della siccità nel mondo: "Ci ho provato, ho mandato questa idea in Africa. Sa cosa mi hanno detto? Se la prenda e la porti via, perchè noi guadagniamo sulla mancanza di acqua". La storia della scienza soppressa, insomma, ci insegna che non dovremmo considerare nessuna delle nostre convinzioni, nemmeno quella più radicata, come vera al di là di qualsiasi "ragionevole dubbio". Se infatti una nuova informazione risulta possibile, anomala o bizzarra alla luce delle nostre precedenti credenze, ma poi viene confermata dai fatti, sono le nostre credenze generali a dover essere riviste in funzione di questa, e non il contrario.

Santilli
Nell'ambito della ricerca ufficiale, infatti, una scoperta diviene realmente tale solo se autorizzata dal gotha dirigenziale della struttura piramidale accademica. Tale giudizio di cassazione su ciò che può essere pubblicato o finanziato vine emesso in modo apparentemente democratico e condiviso grazie all'automatico allineamento  ideologico dei ricercatori ai principi di selezione imposti da chi decide sulle loro carriere. Uno degli strumenti più utilizzati per insabbiare le ricerche scomode è la "revisione paritaria", ovvero quella che viene ipocriticamente definita una valutazione "tra pari" (dall'inglese peer review). Si tratta di una selezione effettuata da un team  di esperti del settore, i cui membri vengono scelti sulla base dei loro indiscuss "meriti accademici". Siccome porsi contro le teorie dominanti non è mai stato considerato un merito accademico, c'è da aspettarsi che la commissione di esperti non avrà mai tra le sue fila uno scienzato dalla mente aperta nei confronti di altre teorie. La valutazione di chi dovrà decidere sul futuro della scienza viene quindi sempre effettuata direttamente o indirettamente dal vertice della piramide che guida le sorti della ricerca a livello internazionale e che stabilisce quali debbano essere gli standard accademici. Non è un caso, quindi, se da più di un secolo diamo intrappolati nei dogmi della relatività e della stanca tecnologia del petrolio. Questo processo di selezione dei più "meritevoli", che formalmente è solo "consultivo", (quindi non vincolante) costringe di fatto i ricercatori che intendono far pubblicare i loro studi ad adeguarsi agli standard ortodossi previsti dalla loro disciplina e ai requisiti specifici richiesti dalle riviste scientifiche più autorevoli. Se poi avranno bisogno di stanziamenti, come il più delle volte accade, dovranno omologarsi anche ai "punti di vista" espressi dagli enti finanziatori. Fatto sta che gli studi di Santilli, che ha dato un grande contributo nel campo delle nuove energie e dello smaltimento dei rifiuti tossici (perfino dei liquami radioattivi), sono stati giudicati non meritevoli di pubblicazione dal "democratico" procedimento "consultivo" della "revisione paritaria!.


Magnegas
I rigorosi esami di laboratorio compiuti dall'EPA (l'agenzia per la protezione ambientale americana) sugli scarichi da combustione del magnegas hanno stabilito quanto segue: "Non contengono alcun idrocarburo o sostanza cancerogena, non emettono monossido di carbonio e rilasciano più ossigeno di quanto ne richieda la combustione stessa. In numeri, ciò che fuorisce dalla combustione del magnegas è composto da vapore acqueo (65-70%); ossigeno (10-14%); anidride carbonica (6-8%, ovvero meno della metà della benzina); e il rimanente da gas di atmosfera non nocivi".
Il magnegas è composto da idrogeno per il 55-65%, monossido di carbonio per l'1-2% e per il 2% di vapore acqueo. Durante la combustione rilascia vapore acqueo per il 65-70%, ossigeno per il 10-14% e anidride carbonica per il 6-8% (monossido di carbonio solo 0.00-0.01% e idrocarburi da -2 a -5 ppm), il resto sono gas dell'atmosfera.
Può essere utilizzato in tutti i seguenti modi:
Alimentare le automobili a gas
Fondere e tagliare metalli
cucinare
riscaldamento dell'acqua
riscaldamento domestico

Stanley Meyer
Meyer durante le sue interviste affermò di aver ricevuto offerte dai petrolieri per vendere la sua invenzione, ma che era sua intenzione renderla disponibile ai cittadini al costo di 1.5000 dollari. L'impianto avrebbe così consentito a chiunque di trasformare un'auto tradizionale in una a idrogeno semplicemente collegando la particolare cella elettrolitica alla camera di combustione del motore a scoppio. Le dichiarazioni di Meyer sulle prestazioni della sua "cella ad acqua" e il suo tentativo di commercializzare questa tecnologia furono oggetto di un accertamento giudiziale da parte della Corte dell'Ohio. Nel 1996, infatti, le prestazioni dichiarate dai suoi brevetti vennero giudicate una frode dagli esperti nominati dal tribunale. L'ex giudice americano L.Hurley, tuttavia, prese le difese di Meyer, mentre l'inventore contestò sempre la scarsa correttezza con cui vennero con cui vennero eseguiti i test. Stanley Meyer perse improvvisamente la vita il 20 marzo del 1998. Aveva appena bevuto del succo di mirtillo al Grove City OH Restaurant quando portò le mani al collo per il sopraggiungere di un dolore lancinante. La sua agonia fu tanto breve quanto violenta, cadde in ginocchio e prima di morire riferì al fratello Stephen di essere stato avvelenato. La polizia archiviò il caso come morte naturale da aneurisma cerebrale.

Fusione fredda

Per produrre energia, le centrali nucleari tradizionali utilizzano esclusivamente la tecnologia a fissione, una tecnica che sfrutta l'instabilità naturale dei nuclei atomici di materiali radioattivi e pericolosi come l'uranio, il plutonio e il torio. I loro nuclei, caratterizzati da un alto numero atomico ("pesanti"), una volta "spezzati" artificialmente vanno a formare nuovi nuclei più "leggeri" (dal numero atomico minore). Tale diminuzione di massa totale comporta la liberazione di una grande quantità di energia termica, che viene poi utilizzata per scaldare l'acqua di gigantesche turbine a vapore collegate a degli alternatori. Questo è il modo in cui oggi viene prodotta l'energia elettrica dalle più moderne centrali nucleari, impianti dal costo e dal volume faraonico che, oltre a costituire una seria minaccia per la salute e l'ambiente, producono scorie radioattive quasi impossibili da smaltire.
Nelle reazioni di fusione, invece, i nuclei di atomi stabili (non radioattivi) con basso numero atomico, come per esempio quelli dell'idrogeno, del deuterio o del trizio, si fondono dando origine a nuclei più pesanti. Quando ciò si verifica viene rilasciata una notevole quantità di energia termica (molto superiore a quella rilasciata nella fissione, a paritàa parità di numero di reazioni nucleari coinvolte) senza alcuna produzione di scorie radioattive. La tecnologia a fusione fredda, peraltro, non richiede grandi investimenti  e può essere utilizzata nella massima sicurezza da impianti di dimensioni ridottissime.

Le possibili applicazioni della fusione fredda non si limitano solo al campo dell'energia. Nel 1997, infatti, un gruppo di ricercatori di Cincinnati riuscì a trasmutare completamente 100 mg di nitrato di torio (il torio è un elemento radioattivo che decade in miliardi di anni), generando alementi di massa inferiore come il rame (90 mg) e il titanio (10 mg). La sperimentazione si svolse impiegando una cella elttrolitica a 130°C e 3 atmosfere di pressione, elettrodi  di zirconio e corrente alternata di appena 5o Hz (la stessa frequenza della rete elettrica italiana). Questi risultati sono stati poi confermati anche dal ricercatore italiano Francesco Celani dell'INFLN-LN di Frescati (Roma). Ciò significa che gli straordinari processi di trasmutazione del materiale radioattivo ottenuti con la fusione fredda possono essere utilizzati con successo anche per rendere inerti le pericolose scorie nucleari delle centrali a fissione.

Come esempio del pesante controllo esercitato dai grandi monopolisti sulle risorse del globo è possibile citare l'emblematico caso italiano di Enrico Mattei, il presidente  dell'Agip assassinato nel 1962 con una bomba sul suo aereo. Mattei prima di morire  aveva dichiarato pubblicamente  di aver ricevuto numerose pressioni e avvertimenti per cambiare la strategia commerciale dell'Agip (che all'epoca era un ente statale), comprando il greggio dalle "Sette sorelle" del petrolio. Ciononostante egli fece di tuto per abbassare il costo dell'energia per le famiglie italiane, prendendo accordi dietti con i paesi produttori del Medio Oriente. La determinazione con cui cercò di realizzare l'interesse pubblico lo condusse alla morte.

Il 28 febbraio 2010 il fisoco Sergio Focardi (professori emerito dell'Alma Mater) e l'ing. Andrea Rossi pubblicarono un interessante  articolo sul Journal of Nuclear Physics dal titolo A new energy source from nuclear fusion (Una nuova fonte di energia della fusione nuclerae), in cui annunciarono il loro imminente brevetto di un reattore a fusione fredda ad alto rendimento energitico. Il 14 gennaio 2011 il reattore Rossi-Focardi, da loro denominato "catalizzatore di energia" (energy catlyzer, in breve E-Cat), è stato sottoposto all'attenziano di uan piccola platea di esperti (tra cui Francesco Celani dell'INFN di Frascati) all'interno di un capannone industriale in via dell'Elettricista, a Bologna.(…) Secondo i costruttori, il reattore è alimentato da barre di nichel immerse nell'idrogeno e produrebbe, come minimo, una quantità di energia circa 20 volte superiore a quella necessaria per il suo funzionamento. E' bene precisare però che i giornalisti e i fisici supervisori presenti al convegno (…) hanno potuto misurare solo la quantità di energia in entrata e in uscita, ma non anche all'interno del dispositivo. L'invenzione infatti è ancora coperta da segreto industriale e quindi è stata presentata a "scatola chiusa", in attesa della concessione del brevetto.  Durante l'esperimento i professori dell'università  di Bologna estranei al progetto hanno comunque misurato un consumo di circa 600 Wh a fronte di una produzione di circa 12.000 Wh, un risultato che, se verrà confermato anche a catalizzatore "aperto", è a dir poco straordinario.

L'unico elemento dell'atomo che possiede una massa (energia soggetta ad attrazione gravitazionale) è il suo centro, ovvero l'interno del nucleo, in cui l'energia è tenuta  concentrata dalla forza d'interazione nucleare forte, il cui valore è circa 100 volte superiore a quello della forza elettromagnetica. Ciò significa che l'atomo per circa il 99% del suo volume è "vuoto", poichè il suo "guscio esterno"  è in realtà solo un campo di forza elettromagnetico  prodotto da una nube elettronica che orbita intorno al nucle. Di conseguenza, la materia così come la percepiamo attraverso i sensi è solo un'illusione generata dai diversi  stati di energia.



    Relatività
Il premio Nobel per la fisica Robert Laughlin, per esempio, nel suo recente libro Un universo diverso (2006), ammette alcune manifeste illogicità di fondo della teoria  della relatività generale. Egli infatti afferma testualmente: "Per colmo d'ironia, l'intuizione più brillante di Einstein, ovvero la teoria della relatività geneale, può essere riassunta nel concettualizzare lo spazio come un mezzo, mentre la sua premessa originaria era che tale mezzo non esistesse affatto. L'idea che lo spazio possa essere costituito da una sostanza mateiale di qualche tipo è in realtà molto antica e risale addirittura agli sotici greci, che l'avevano definita etere". Einstein ha quindi escluso l'esistenza dell'etere, ma per farlo è stato costretto a ricorrere a contraddizioni logiche che hanno letteralmente trasformato la fisica in filosofia.

Queste parole fanno eco a quanto già dichiarato sulla teoria della relatività dalla più grande mente matematica della storia, Nikola Tesla: "Una magnifica archittetura matematica di grande fascino, che rende le persone cieche sugli erori che sono alla base di questa teoria. Questa teoria è come un barbone vestito di porpora che individui ignoranti considerano un re, i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma sono dei metafisici piuttosto che scienziati… Sono convinto che lo spazio non possa essere curvato, per la semplice ragione che esso non ha proprietà. Di proprietà noi possiamo parlare solo quando ci riferiamo alla materia che riempie lo spazio. Affermare che in presenza di grandi corpi lo spazio diventa incurvato è equivalente a stabilire che qualcosa agisce sul nulla. Mi rifiuto di credere a questa teoria. La supposta curvatura dello spazio è interamente impossibile. E anche se esistesse non spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo l'esistenza di un campo di forza può spiegarlo e la sua assenzione dispensa la curvatura spaziale dall'esistere. Tutta la letturatura scientifica su questo oggetto è destinata all'oblio".

La visione dello spazio-tempo come una non-sostanza dotata di proprietà analoghe a quelle di una sostanza non è nè logica nè compatibile con i dati speimentali. Potremmo piuttosto considerarla un'ideologia, scaturita da vecchie battagle un merito alla correttezza della relatività. Robert Laughlin, Nobel per la fisica nel 1998

L'attuale abuso delle finzioni matematiche nella scienza trova un efficace sintesi nelle parole del fisico italiano Ignazio Licata: "Gli indiscutibili successi della costruzione hanno però attenuato l'interesse critico per i postulati di base e per la loro corrente interpretazione. in realtà le basi della fisica non sono oggi più sicure di quanto non lo fossero agli inizi del secolo, ed esiste tutta  una serie di "nodi" concettuali nel tessuto della fisica attuale… che impongono un riesame delle idee di base".

Al contrario dei tradizionali concetti logici espressi dall fisica unitaria dello spazio "pieno" (dove tutti i fenomeni del mondo fisico erano riconducibili all'etere) la fisica relativistica dello spazio "vuoto" ha creato tante "leggi e meccaniche" diverse a seconda della masse descritte (dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo). La scienza ufficiale da Einstein in poi sembra così essere stata riorganizzata sul modello relativistico all'inconfessabile scopo di confondere e creare vicoli ciechi nel sentiero della libera conoscenza.

Il nome di Albert Einstein (1879 - 1955), autore della teoria che più di ogni altra ha influenzato il pensiero scientifico moderno, grazie all'influenza massiccia dei mass media è talmente radicato nella cultura popolare mondiale che è ormai divenuto sinonimo di genio in ogni parte del globo. Del resto non poteva essere altrimenti, visto che secondo la scienza ufficiale l'esattezza delle previsioni relativistiche sarebbe stata confermata in tutti gli esperimenti moderni. La nascita del suo mito, quindi, sarebbe giustificata da grandi successi della fisica come il principio di convertibilità tra energia e massa, il funzionamento dei moderni sistemi satellitari, le leggi di gravitazione e la precessione del perielio dell'orbita di Mercurio. A ben vedere, però, l'infallibilità della teoria della relatività e le sue presunte conferme sperimentali possono essere mostrate per ciò che realmente sono, ovvero interpretazioni filosofiche che trovano fondamento solo in equazioni matematiche ad hoc. Lo stesso Einstein probabilmente ne era ben conscio quando, ormai giunto a fine carriera, confessò la fragilità delle teorie relativistiche in una lettera del 1949 all'amico M. Solovine: "Tu immagini che io guardi all'indietro sul lavoro della mia vita con calma soddisfazione. Ma da vicino la cosa appare ben diversa. non c'è un solo concetto di cui io sia convinto che resisterà stabilmente". Nel suo ultimo articolo dle 1955, giunto all'editore solo dopo la notizia del suo decesso, Einstein aggiunse che la fisica era ben lontana dal possedere una basa concettuale in qualche modo affidabile, ammettendo così implicitamente la precarietà delle sue teorie da lui stesso elaborate, ciononostante i ricercatori oggi non possono più metterle indiscussione senza rischio di "scomunica" da parte delle commissioni accademiche.

In età adulta, invece, il suo genio proverbiale e i suoi presunti trionfi scientifici sono stati favoiti fino all'eccesso da alcune opportune inesattezze storiche e scientifiche. La famosa formula E=mc2, per esempio, non è realmente "farina del suo sacco", come non lo sono neppure i concetti fondamentali da lui espressi nela teoria della relativit. Negli anni Ottanta un gruppo di studiosi pubblicò su Il Giornale di Vicenza la clamorosa rivelazione secondo cui la celebre equazione E=mc2, ufficialmente attribuita a Einstein, fu eleaborata in realtà da un italiano, un certo Olinto De Pretto (1867-1921). A dimostrarlo nero su bianco è la ricerca di 62 pagine depositata il 23 novembre del 1903 negli archivi del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Schio, in provincia di Vicenza. Il clamoroso "smacco" al genio più celebrato della storia proviene quindi da un appassionato di fisica "dilettante", che aveva come unico titolo accademico una laurea in agraria. E fermo restando il fatto che i relativisti hanno sempre negato l'evidenza, se le date non sono un'opinione, il primo a elaborare la celebre formula du il De Pretto e non Einstein. Peraltro, quest'ultimo visse alcuni anni della sua adolescenza nel nord Italia ed ebbe alcuni amici di famiglia in comune proprio con l'autodidatta italiano. Einstein insomma giunse fisicamente così vicino al De Pretto che è veramente difficile credere che le incredibili somiglianze con la sua equazione siano solo frutto del caso. Nel 1999 la storia di De Pretto tornò a far discutere grazie alla pubblicazione di un'altra ricerca, a cura del prof. Umberto Bartocci, docente di storia della matematica all'università di Perugia. Nel suo pamphlet dal titolo Albert Einstein e Olinto De Pretto, la vera storia della formala più famosa del mondo viene riportato per intero quanto scritto nello studio del ricercatore vicentino. Un'altra sconcertante conferma dei meriti di del De Pretto giunse sempre nello stesso  anno anche da un articolo dell'eloquente titolo Einstein's E=mc2 was Italian's idea ( La formula di Einsein's E=mc2 era un'idea italiana), comparso l'11 novembre sull'autorevole giornale inglese The guardian. Il fatto più paradossale di tutta questa vicenda è tuttavia un altro, e cioè che la formula di Olinto De Pretto faceva parte di una teoria fondata proprio su quel concetto di etere che Einstein respinse fermamente nel 1905. L'opera in questione si chiamava infatti L'ipotesi dell'etere nella vita dell'universo e l'unica differenza che presentava l'equazione di De Pretto con l'attuale formula relativistica E=mc2 (l'energia E uguale alla massa m per il quadrato della velocità della luce) è nella lettera "v" (velocità) al posto della lettera "c" (velocità della luce). Il De Pretto scrisse E=mv2 per intendere che la massa andava moltiplicata per la sua velocità, un valore che indicò genericamente con la lettera "v" poichè da lui ritenuto variabile, ossia uguale, ma anche superiore o inferiore, alla velocità della luce. Einstein invece sostituì il valore variabile "v" con il valore costante "c" attribuendo appunto alla velocità della luce un valore costante. Per quanto poco noto, l'eclettico ingegnere italiano Marco Todeschini, candidato al Nobel per la fisica, riuscì a dimostrare sia la validità che l'esattezza della formula generale elaborata dal De Pretto con la variabile "v" per la velocità della luce in luogo della costante "c" introdotta da Einstein. In virtù delle proprietà dinamiche dll'etere da lui scoperte e dei calcoli matematici effettuati egli dedusse infatti che le particelle nucleari (nucleoni) compiono rivoluzioni attorno al nucleo atomico a una velocità 1,41 volte superiori alla velocità della luce, contravvenendo così al limite insuperabile posto da Einstein (in seguito verranno illustrati alcuni degli esperimenti moderni che dimostrano l'esistenza delle velocità superluminari).

Il 10 settembre del 1958, durante la Conferenza dell'atomo a Ginevra, Il Nobel per la fisica nipponico Hidaki Yukawa affermo coraggiosamente che era giunto il momento di prendere le distanze dalla teoria relativistica di Einstain e dalla teoria dei quanti di Planck, poichè solo in questo modo sarebbe stato possibile spiegare la vera vera antura e il comportamento delle particelle che costituiscono il nucleo dell'atomo. Dinanzi alla platea dei fisici più eminenti del mondo, lo scienziato elogiò  il prof.  R. Hofstadter per aver dimostrato che le particelle subatomiche che non sono unità inscindibili elementari, ma vere e proprie strutture, composto cioè di una sostanza fluida avente densità costante, che ruotano s se stesse a velocità maggiori di quella della luce, proprio come scoperto e dimostrato a suo tempo con il calcolo da Todeschini nella sua teoria unitaria dell'universo. A tal proposito L'Eco di Bergamo scrisse il seguente articolo: "Le dichiarazioni di Yukawa si ritengono inconfutabili, sia per le basi teoriche e sperimentai sulle quali poggiano, sia per l'alta competenza e il pestigio internazionale che egli gode per aver previsto sin dal 1935 l'esistenza del "mesone", corpuscolo che in seguito venne reperito sperimentalmente e per le cui previsione lo scienziato nipponico ricevette il premio Nobel del 1949. D'altra parte, le conclusioni di Yukawa concordano in pieno con quele dei 400 scienziati che parteciparono al xxv Congresso della Società di Fisica Americana, svoltosi a New York nel marzo del 1956, nel quale infatti venne deciso il ripudio della teoria di Einstein, perchè alla luce dei fatti risulta del tutto inattendibile e di adottare invece i nuovi principi unificatori prospettati nelle seguenti opere  di Todeschini: Teoria delle Apparenze, Psicobiofisica, Revisione delle basi teoriche e sperimentali della fisica moderna, Unificazione qualitativa della materia e dei suoi campi di forze continui e alterni.
Il Congresso dei Premi Nobel, svoltosi a Lindau, in Germania, nel giugno dello stesso anno, confermava tali risultati e il celebre Heisenberg dichiarava che: "La scienza si trova nella necessità di abbandonare la teoria di Einstein, perchè le sue contradduzioni con i risultati sperimentali non possono essere sanate con un semplice arteficio matematico. Lo scienziato tedesco soggiungeva altresì che "i corpuscoli subatomici sono forme diverse di un'unica materia, sono cioè sfere di spazio fluido in rapidissima rotazione su se stesse, come previsto da todeschini sino dal 1936".


Ruggero Maria Santilli
Il suo concetto di etere è perfettamente in linea con quello espresso dalla maggior parte dei grandi fisici dell'800 e dai moderni scienziati eretici: oltre a pervadere ogni cosa possiede proprietà fisiche reali che consentono la propagazione delle onde elettromagnetiche e la formazione della materia dal "nulla". Tutto ciò che esiste viene così spiegato come un sottoprodotto dell'etere, e in tale contesto l'elettrone non sarebbe altro che una "oscillazione pura" ad altissima frequenza (dell'ordine di 10 Hz al secondo) dell'energia del vuoto. Pertanto, secondo lo scienziato, al suo movimento non corrisponde lo spostamento di nessuna particella "realmente materiale", poichè a cambiare posizione nello spazio è solo il punto di vibrazione nell'etere. L'energia del vuoto, quindi, appare indispensabile sia alla sua propagazione in forma di onda elettromagnetica quanto alla sua stessa esistenza, un fatto che riguarda ogni tipo di particella (…) Stando così ai risultati della sperimentazione e del lavoro di ricerca pubblicato dal Prof. Santilli già dal lontano 1956, la materia è completamente "vuota", mentre lo spazio è totalmente "pieno" del mezzo fisico che chiamiamo etere. Ciò è inoltre dimostrato dal fatto che una massa solida e pesante come un cubo di piombo è essenzialmente vuoto al suo interno anche per la scienza ortodossa, nel senso che quest'ultimo è costituito da atomi composti solo da una nube elettronica posta a grandissima distanza (per scale particellari) da un nucleo di energia in vibrazione. In sintesi, quindi, anche i relativisti sono costretti ad ammettere che la materia è costituita esclusivamente dalla somma del numero di elettroni e dei nuclei dei suoi atomi, da energia in movimento, ovvero da una oscillazione dell'etere

Todeschini

Dalle misurazioni effettuate giunse così alla conclusione che l'etere è un fluido che riempie tutto lo spazio con una densità 10 alla ventesima volte minore di quella dell'acqua e che i suoi movimenti sono all'origine di tutti i fenomeni fisici. Nella sua teoria unitaria spiegò per esempio il moto degli astri intorno alle proprie orbite con l'effetto di trascinamento prodotto dai vortici di etere (che lui definiva "spazio fluido"). Per Todeschini, quindi, il Sole è al centro di un campo rotante di spazio fluido che si muove suddiviso in strati concentrici, che hanno spessore costante e velocità decrescenti con l'aumentare del loro raggio.



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