sabato 13 aprile 2013

Estratti dal libro "Confucio" di Leonardo Vittorio Arena






Soltanto se ci sentiamo vicini e affini gli uni agli altri, in quanto esseri umani,possiamo accantonare l'egoismo e promuovere i nostri simili. Ci rallegreremo delle loro assunzioni, e che essi possano elevarsi a ruoli prestigiosi.Siamo consapevoli che ciò gioverebbe alla società intera.

disse l'uomo superiore.Costui si esamina ogni giorno,sforzandosi di ampliare le proprie cognizioni;così,rafforza la sua consapevolezza e agendo non si abbandona mai all'eccesso.  xunzi

Io trasmetto la conoscenza, non la produco;sono affidabile e sincero,in più confido negli altri: amo gli antichi.

Va anche osservato che in genere nella Cina antica un maestro non ci tiene a qualificare la sua dottrina come originale;non ha l'assillo di un pensatore occidentale, il quale, con orgoglio, rivendichi la paternità della teoria. Per un cinese dell'antichità ciò costituirebbe un difetto, anzichè un pregio:sarebbe un'affermazione presuntuosa,senza valore.

L'insegnamento indiretto è una misura cautelativa per non disattendere ai propri principi, evitando le conseguenze perniciose della critica esplicita.

Confucio volta deliberatamente le spalle alla discussione. Il suo discepolo dovrebbe cercare di capire  che cosa, nella situazione specifica, renda inadeguato il suo comportamento, invece di volersi difendere ricorrendo a generalità. Peggio,questi ha cercato di sfrittare una contraddizione, nelle parole del Maestro, per riuscire a confutarlo. invece di trarre profitto dell'insegnamento, dicono i commentatori, il discepolo si è rifugiato nella polemica.

Attraverso l'insegnamento di un maestro si dovrebbe pervenire a una consapevolezza tale che escluda l'arbitrio, e permetta al singolo di valutare il contesto per stabilire se il rito risponde a un'esigenza attuale, senza contravvenire ai valori etici primari.


Confucio insiste sulla fama autentica che l'uomo della conoscenza si costruisce per sè, non per gli altri, per riscuotere l'attenzione o la stima. Tutto ciò sarebbe ben poca cosa, qualora egli sentisse di non meritarselo. Davanti allo specchio, dovrà contemplare la propria immagine limpida per dormire tranquillo. Il saggio non deve curarsi delle celebrità, bensì della conoscenza. Egli si prefigge di conoscere gli altri ,non della sua notorietà.



Non è facile trovare chi, dopo aver studiato tre anni, non pensa di trarne uno stipendio.

Ti ho mai detto cos'è la conoscenza? ciò che conosci,ritieni pure di conoscerlo;ciò che non conosci,ritieni pure di non conoscerlo. Questa è la conoscenza.

Nell'antichità si studiava per migliorare se stessi;oggi,invece,lo si fa per la considerazione altrui.

Correggete i principi etici,non cercate il profitto.Risciarate la Via,non calcolate i risultati.  Dong Zhongshu

Colui che esige molto da sè e poco dagli altri tiene lontano l'odio.

Continuando a modificarsi in funzione dell'occasione, il giusto mezzo non potrà essere codificato;la posizione costante centrale, che costituisce il vero adeguamento ma che,in quanto tale, non è mai immobilizzabile(poichè non cessa di adeguarsial rinnovamento delle cose), non potrà trasformarsi in verità.

Scorgere il giusto e non realizzarlo è la vera codardia.


Oh,posseggo forse la conoscenza? Non lo so. Tuttavi,se un uomo, ancorchè deprecabile, viene a interpellarmi, e sembra in buona fede, ossia svuota la sua mente da ogni pregiudizio, io mi faccio in quattro per dibattere il tema,finchè non l'ho sviscerato a fondo.

Quando il grande tao viene applicato, il mondo intero diviene una grande comunità.Sis celgono uomini meritevoli e capaci per i pubblici uffic,si fondanorelazioni durevoli sulla sincerità. E così tutti amano i propri genitori e parenti,ma anche quelli degli altri,I PROPRI FIGLI, E ANCHE QUELLI DEGLI ALTRI......Non si lavora per opportunismo, bensì per condividere con gli altri i risultati delle proprie fatiche.....Laddove non occorre chiudere la porta per essere tranquilli nella propria intimità,lì è il mondo della grande unità.

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