è necessario che "la responsabilità degli industriali OGM (sia) chiaramente stabilita, chi inquina deve essere quello che paga". Lasciamo pure che tutto venga contaminato, a condizione che i fautori siano considerati responsabili finanziaramente. E' la legitimazione moderna del diritto a inquinare.
Fino ad oggi principale produttore di soia non-OGM, il Brasile aveva sempre vietato la coltivazione e l'importazione di soia transgenica. Ma di fronte al fatto compiuto il governo è stato costretto a legalizzarne la coltivazione: in seguito alla piantagione clandestina di semi transgenici provenienti dai paesi limitrofi, già il 10-30% della sua produzione interna era transgenica.
Per completare questo quadro gioioso della disseminazione di OGM nel mondo, bisogna sapere che gli Stati Uniti ormai rifiutano di inviare aiuti alimentari a tutti quei paesi che non accettano il principio che questi aiuti siano costituiti da cibi transgenici.
Vediamo così gli ecologisti far finta di criticare la produzione industriale e nei fatti lavorare al riciclaggio senza fine dei suoi rifiuti. Vediamo dei "produttori bio" produrre industrialmente i loro prodotti biologici. Vediamo gli uni e gli altri scivolare da un rifiuto degli OGM a una richiesta di controllo supplementare. In questa critica di routine, sorta di indulgenza in rapporto a quel ch
e si pretende combattere, l'obiettivo che viene ostentato, all'occorenza fermare gli OGM, si perde. E' l'essenziale che viene scartato, vale a dire la possibilità di riappropriarsi del proprio mondo e di cominciare ad abitarlo. Peggio, il cittadinismo vuole tracciare i contorni di una morale della "responsabilità". Il "cittadino" è tenuto a sentirsi ormai responsabile di ciò che gli viene imposto in continuazione, dal contenuto delle provette ai rifiuti, passando per le guerre. Ma costui non è forse responsabile, nella sostanza se non nello spirito, in quanto non la smette di giocare a questo gioco?
dichiara il professor Domenique Belpomme, incaricato della missione direndere operativo il piano Cancro del governo francese. " Le malattie di oggi non sono più le malattie naturali di ieri. Sono tutte, o quasi, artificiali. Siamo noi, cioè la nostra società, la nostra civiltà, a indurle. E senza dubbio il dramma sta qui, poichè non c'è niente che indichi che la nostra medicina contemporanea o que
lla di domani, malgrado i progressi della scienza, potrà vincerle come ha fatto nel secolo scorso con le malattie infettive. L'evoluzione della nostra medicina è a uno stadio critico, e questo è in proporzione all'inquinamento chimico che si integra a un fenomeno ancor più grave: il riscaldamento climatico del pianeta per l'effetto serra."
Ma, di fronte a questo entusiasmo distruttore, il bisogno di protezione generato dallo spossessamento si unisce alla necessità del potere di sviluppare le tecniche vecchie e nuove di controllo sociale: mantenimento dell'instabilità economica, arbitrarietà dispotica degli Stati che non rispettano più le loro stesse regole, cinica menzogna, creazione ciclica di spauracchi e di paure che creano mobilitazioni (Le Pen, "l'islamismo radicale", "il velo", "l'insicurezza!, ecc.) armi di distrazione di massa, utilizzo di tecniche di identificazione biometriche che vanno ad arricchire la sorveglianza generalizzata...
Appartiene all'essenza del capitalismo ridurre alla propria mercé - e il più delle volte mediante la distruzione - tutto ciò che è bene comune per trasformarlo in proprietà privata o in merce. Oggi, con le biotecnologie, esso si appropria della produzione del vivente. Per esempio, il 12 maggio 1998 il Parlamento europeo ha autorizzato il brevetto delle piante, degli animali e di parti del corpo umano.
Mentre in occidente l'immensa maggioranza dei contadini è scomparsa per lasciare posto a adetti di un settore agroalimentare in mano ad alcune multinazionali, vine portato a termine l'asservimento dell'agricoltura. Negli, Stati Uniti, grazie alle inchieste condotte dai poliziotti privati dell'agenzia Pinkerton, la ditta agro-chimica americana Monsanto fa causa agli agricoltori che si servono del grano raccolto come semenza per l'anno successivo ed ottiene che il loro raccolto sia distrutto. Le semenze, prima di essere tali, sono delle merci che dipendono da brevetti e che sono vendute sotto forma di kit semenza-diserbante-pesticida. Questa sottomissione dell'agricoltura alle scelte delle multinazionali perfeziona la distruzione radicale dei saperi pratici e delle possibilità di autonomia locale.
L'insieme dell'ambiente scientifico conosce molto bene la natura dei rischi legati alla diffusione degli
OGM, ma si rifiuta di trarne la minima conclusione pratica; contrariamente alle società di assicurazioni che si sono rifiutate di coprirli. Anzitutto vi è l'impoverimento della biodiversità delle colture per l'accaparramento delle varietà da parte di ditte sempre più concentrate. Questa strate
gia di monopolio limita già la scelta dei ocntadini cui è vietato seminare i grani provenienti dal proprio raccolto, che provengano da sementi sia transgeniche che tradizionali. D'altronde un contadino vicino di un campo transgenico vedrà le sue colture diventare tali per via dell'impollinazione. Per finire, al detrimento della biodiversità "naturale" e degli equilibri degli ambienti si aggiunge l'inquadramneto genetico legato ai flussi di geni normalmente scambiati tra piante selezionate, piante selvatiche ed avventizie della stessa famiglia. Questa migrazione genetica conferirà a queste ultime delle proprietà e delle resistenze indesiderabili che possono colpire la rizosfera dei suoli, e non solamente dei suoli coltivati. Citiamo parimenti altri risci attualmente censiti: creazione di nuove varietà chimeriche di cui ignoramo tutto, probabile apaprizione di fenomeni di resistenza ai pesticidi fra gli insetti e le piante che diverranno dei "superpredatori" e delle "superpiante" nocivi, quasi indistruttibili, rischio di aumento di certi tipi di cancro dell'uomo e fenomeni di allergie.
All'alba dell XXI secolo, con Internet e la "Love Parade", il telefono portatile e centinaia di canali sul cavo, lo spettatore e l'internauta, di fatto l'uomo moderno, è divenuto un estremista del consenso: per udire unicamente quello che ha voglia di ascoltare e che lo lusinga, gli basta fare zapping perchè ovunque troverà una varietà illimitata di discorsi che coprono le medesime menzogne, dappertutto la stessa propaganda per coprire innumeroveli traffici di influenze. Dalla sua partecipazione a questo gioco col potere, il cittadino trae la soddisfazione di contribuire a dare forma umana alla potenza di cui è lo zimbello e che devasta ugualmento il mondo degli uomini.
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