venerdì 31 maggio 2013
Estratti dal libro "Conversazione di un filosofo cristiano e un filosofo cinese sull'esistenza e la natura di Dio " Nicholas Malebranche
Scrive
Chu Hsi: " Quando una certa cosa viene fatta, c'è in essa un
particolare li. Per tutte le cose create nell'universo c'è in ciascuna
di esse un li particolare" e " Quando si considera l'insieme di tutti
gli esseri dell'universo non c'è che un solo li". Dunque li è la natura
propria o ragion d'essere di ogni ente (paragonabile al suo archetipo o
idea) e, insieme, l'ordine eterno che regola la totalità degli essero.
La ragione che consultiamo quando rientriamo in noi stessi è una Ragione universale.
Si
tratterà infatti di mostrare che ciò che "affetta" le nostre menti, che
le modifica, sono gli archetipi, i modelli immutabili ed eterni delle
cose, le idee appunto, e non, come dettano l'apparenza e il senso
comune, gli oggetti materiali. L'infinita gamma di idee e sensazioni che
in infinite combinazioni ogni uomo sperimenta non ha la sua origine nè
nella mente stessa (finita e perciò incapace di
contare l'infinito), nè nella materia (che con la mente non ha alcun
rapporto), ma nelle "idee". E Dio è il luogo delle idee, perchè solo la
sua infinita essenza può racchidere l'infinità delle idee e le idee
infinite, quale quella di estensione che ogni mente pensa con la massima
chiarezza. Dunque solo le idee, ossia l'essenza stessa di Dio non
absulute considerata, ma in quanto rappresentativa delle cose, "tocca"
la mente umana, immediatamente unita al suo Creatore.
La verità è indivisibile. non è capace di varietà; solo lei può costituire il punto di incontro fra gli spiriti.
Voi
siete infatti finito e gli attributi dell'infinito non sarebbero i suoi
attributi, se una mente finita potesse comprenderli. Si può dimostrare
che è così, ma non si può spiegare come ciò sia: si può provare
solamente che deve essere incomprensibile e inspiegabile a tutte le
menti finite.
La
più bella prova dell'esistenza di Dio, la più alta, la più consistente,
la prima prova (...) è l'idea che abbiamo dell'infinito.
Occorre senz'altro giudicare la realtà delle idee da ciò che si vede che esse racchiudono.
Per
comprendere meglio tutto questo - la realtà è l'efficacia delle idee - è
bene che riflettiate molto su due verità. La prima, che non si vedono
gli oggetti in se stessi e che non si sente neppure il proprio corpo in
se stesso, ma attraverso la sua idea. La seconda, che una stessa idea
può toccarci con percezioni tutte differenti.
E' infatti una proprietà dell'Essere infinito l'essere uno.
giovedì 30 maggio 2013
Alla scoperta del MAGNESIO: aiuta a curare quasi tutto, perché pochi lo sanno?
E’ lo scarto del sale, ma è
indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi e svolge un ruolo
fondamentale praticamente su quasi tutti gli apparati del corpo umano.
Non a caso, da chi ne conosce le
potenzialità, è considerato la panacea di molti mali. E’ facilmente
assimilabile ed economico. Ma soprattutto funziona.
E’ l’unico fra i Sali di magnesio ad
aver dimostrato la sua efficacia nella terapia delle malattie infettive,
grazie all’effetto stimolante sui globuli bianchi e in generale su
tutto il sistema immunitario.
Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie,
distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica,
broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine,
affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni
neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni,
osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco
di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già
rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite,
scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”.
Articolo completo qui:
mercoledì 29 maggio 2013
Intervista al Prof. Ruggero Maria Santilli CRISI NELLA FISICA SULLE TEORIE DI EINSTEIN E LA MECCANICA QUANTISTICA: SONO ESSE UN OSTACOLO ALLA FUSIONE FREDDA ED ALLA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI ECOLOGICI?
CRISI NELLA FISICA SULLE TEORIE DI EINSTEIN E LA MECCANICA QUANTISTICA: SONO ESSE UN OSTACOLO ALLA FUSIONE FREDDA ED ALLA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI ECOLOGICI?
NOTE BIOGRAFICHE
Il Prof. Santilli nacque in Molise l’8 settembre 1935, ottenne la laurea in fisica all’Università di Napoli ed il Dottorato di Ricerca in Fisica Teorica all’Università di Torino.
Nel 1968 si trasferí negli U.S.A. con la sua famiglia, la moglie Carla e la figlia Luisa, a seguito d’un invito per delle ricerche all’Università di Miami con fondi NASA. Passò poi all’insegnamento della fisica all’Università di Boston, poi al MIT e raggiunse l’apice della carriera accademica con una posizione, come fisico teorico, al Dipartimento di Matematica dell’Università di Harvard dove ricevette cinque grants dalla DOE.
Nel 1983 assunse la presidenza dell’Institute for Basic Research, fondato da un gruppo di scienziati altamente qualificati sparsi per il mondo, presidenza che detiene fino ad oggi.
Il Prof. Santilli è cittadino degli Stati Uniti d’America, cittadinanza che acquistò nel 1984.
Il Prof. Santilli ha scritto oltre 250 articoli in matematica, fisica e chimica pubblicati dalle migliori riviste scientifiche in tutto il mondo, come la Physical Review americana, il Journal of Physics inglese, il Nuovo Cimento e 15 monografie a livello post PhD. pubblicate anche dalle migliori case editrici, come la Springer-Verlag, la Kluwer, la Naukova Dumka, ed altre.
Il Prof. Santilli è noto nel mondo scientifico per aver proposto nel 1978, quand’era all’Università di Harvard, una generalizzazione strutturale della meccanica quantistica e della relatività ristretta per i cosidetti sistemi interni (particelle che si muovono una a contatto con o dentro l’altra, come nella struttura degli adroni, nuclei e stelle, piuttosto che particelle muoventesi nel vuoto, come nella struttura atomica descritta nella meccanica quantistica e relatività di Einstein), per la cui formulazione il Prof. Santilli dovette inventare matematiche completamete nuove ed oggi note come le matematiche Santilliane isotopiche, genotopiche, iperstrutturali per la descrizione di particelle in condizioni interni, ed isoduali per la descrizione delle antiparticelle.
A seguito d’un enorme lavoro scientifico in oltre due decenni da parte di centinaia di scienziati di vari paesi, incluso italiani, il lavoro comprendente oltre mille articoli tecnici, venticinque monografie, una cinquantina di volumi d’atti, diciotto conferenze internazionali fatte negli USA, Europa e Cina (l’ultima fatta nel giugno scorso all’Università di Karlsborg in Svezia), la meccanica adronica ha passato da lungo tempo l’interesse scientifico, dal momento che ha già visto investimenti industriali di molti milioni di dollari.
Le generalizzazioni isotopiche, genotopiche ed iperstrutturali, infatti, sono state sviluppate sin dalla loro proposta originale del 1978 per lo studio rigoroso di nuove energie e carburanti puliti che non si possono neanche prevedere, lasciamo stare di trattare con la meccanica quantistica e le teorie einsteniane.
In particolare, il prof. Santilli ha recentemente scoperto una nuova specie chimica chiamata “magnecolare”, onde differenziarla da quella molecolare, il cui bond non è di valenza ma di tipo nuovo particolarmente adatto per una combustione completa, quindi d’interesse ecologico.
A seguito di questi risultati il Prof. Santilli ha ricevuto molti onori, tra cui: un’aula portante il suo nome in un istituto di ricerche in Australia, una medaglia d’oro per meriti scientifici dall’Università di Orleans in Francia, la nomina del Prof. Santilli da parte dell’Accademia delle Scienze dell’Estonia tra i più illustri matematici applicati di tutti i tempi, insieme a nomi illustri come Gauss, Fermat. Weierstrass, Hamilton, Lie (il solo nome italiano nella lista, in cui tra l’altro manca Einstein perché questi non scoprí nessuna matematica nuova) ed altri onori.
Il Prof. Santilli è stato raccomandato per vari anni da molti scienziati per il Premio Nobel in Fisica, e recentemente anche per quello in chimica, anche se questo premio non è previsto dato il noto controllo della Fondazione Nobel da parte d’interessi einsteniani.
NOTE BIOGRAFICHE
Il Prof. Santilli nacque in Molise l’8 settembre 1935, ottenne la laurea in fisica all’Università di Napoli ed il Dottorato di Ricerca in Fisica Teorica all’Università di Torino.
Nel 1968 si trasferí negli U.S.A. con la sua famiglia, la moglie Carla e la figlia Luisa, a seguito d’un invito per delle ricerche all’Università di Miami con fondi NASA. Passò poi all’insegnamento della fisica all’Università di Boston, poi al MIT e raggiunse l’apice della carriera accademica con una posizione, come fisico teorico, al Dipartimento di Matematica dell’Università di Harvard dove ricevette cinque grants dalla DOE.
Nel 1983 assunse la presidenza dell’Institute for Basic Research, fondato da un gruppo di scienziati altamente qualificati sparsi per il mondo, presidenza che detiene fino ad oggi.
Il Prof. Santilli è cittadino degli Stati Uniti d’America, cittadinanza che acquistò nel 1984.
Il Prof. Santilli ha scritto oltre 250 articoli in matematica, fisica e chimica pubblicati dalle migliori riviste scientifiche in tutto il mondo, come la Physical Review americana, il Journal of Physics inglese, il Nuovo Cimento e 15 monografie a livello post PhD. pubblicate anche dalle migliori case editrici, come la Springer-Verlag, la Kluwer, la Naukova Dumka, ed altre.
Il Prof. Santilli è noto nel mondo scientifico per aver proposto nel 1978, quand’era all’Università di Harvard, una generalizzazione strutturale della meccanica quantistica e della relatività ristretta per i cosidetti sistemi interni (particelle che si muovono una a contatto con o dentro l’altra, come nella struttura degli adroni, nuclei e stelle, piuttosto che particelle muoventesi nel vuoto, come nella struttura atomica descritta nella meccanica quantistica e relatività di Einstein), per la cui formulazione il Prof. Santilli dovette inventare matematiche completamete nuove ed oggi note come le matematiche Santilliane isotopiche, genotopiche, iperstrutturali per la descrizione di particelle in condizioni interni, ed isoduali per la descrizione delle antiparticelle.
A seguito d’un enorme lavoro scientifico in oltre due decenni da parte di centinaia di scienziati di vari paesi, incluso italiani, il lavoro comprendente oltre mille articoli tecnici, venticinque monografie, una cinquantina di volumi d’atti, diciotto conferenze internazionali fatte negli USA, Europa e Cina (l’ultima fatta nel giugno scorso all’Università di Karlsborg in Svezia), la meccanica adronica ha passato da lungo tempo l’interesse scientifico, dal momento che ha già visto investimenti industriali di molti milioni di dollari.
Le generalizzazioni isotopiche, genotopiche ed iperstrutturali, infatti, sono state sviluppate sin dalla loro proposta originale del 1978 per lo studio rigoroso di nuove energie e carburanti puliti che non si possono neanche prevedere, lasciamo stare di trattare con la meccanica quantistica e le teorie einsteniane.
In particolare, il prof. Santilli ha recentemente scoperto una nuova specie chimica chiamata “magnecolare”, onde differenziarla da quella molecolare, il cui bond non è di valenza ma di tipo nuovo particolarmente adatto per una combustione completa, quindi d’interesse ecologico.
A seguito di questi risultati il Prof. Santilli ha ricevuto molti onori, tra cui: un’aula portante il suo nome in un istituto di ricerche in Australia, una medaglia d’oro per meriti scientifici dall’Università di Orleans in Francia, la nomina del Prof. Santilli da parte dell’Accademia delle Scienze dell’Estonia tra i più illustri matematici applicati di tutti i tempi, insieme a nomi illustri come Gauss, Fermat. Weierstrass, Hamilton, Lie (il solo nome italiano nella lista, in cui tra l’altro manca Einstein perché questi non scoprí nessuna matematica nuova) ed altri onori.
Il Prof. Santilli è stato raccomandato per vari anni da molti scienziati per il Premio Nobel in Fisica, e recentemente anche per quello in chimica, anche se questo premio non è previsto dato il noto controllo della Fondazione Nobel da parte d’interessi einsteniani.
venerdì 24 maggio 2013
Estratti dal libro "Il codice della luce" Daniel Lumera
Chiesi al Sole: "Cosa sono i problemi?" "L'ombra è solo la testimonianza della luce". Mi rispose
E quello che ho compreso è che quella origine era sempre la stessa:
l'amore... era quella l'energia dalla quale tutto nasce e dalla quale
tutto si emana.
Il solo immaginare la luce dentro se stessi produce benessere.
cercare di spiegare questi stati elevati di consapevolezza sarebbe come cercare di spiegare l'esistenza di Dio senza l'esperienza diretta.
Il corpo è un mezzo affinchè la coscienza possa esprimersi, ma non è la coscienza. Quasi sempre l'essere umano vive identificandosi con esso, scambiando l'auto per il conducente.
Normalmente pensiamo che la rabbia sia qualcosa di negativo, dimenticandoci che invece è una frequenza distorta dell'amore. Tutte le esperienze che facciamo, tutte le persone che incontriamo e le relazioni che iniziamo hanno questa funzione: farci integrare l'esprienza dell'unità, superando questa condizione di separazione che ci isola dal resto dell'universo come coscienza separata ed individuale.
La felicità che si prova quando la propria coscienza sperimenta l'unità del piano solare, non ha niente a che fare con la felicità comunemente intesa perchè è una felicità esistenziale e non dipende da altro che dal fatto di esistere. Normalmente noi siamo felici se qualcosa va bene e infelici se qualcosa va amle: il nostro stato dipende dall'esterno, dal lavoro, dalle relazioni, dalle situazioni, dalle notizie che ci danno. Esiste tuttavia un altro tipo di felicità che non dipende da queste cose: questa è la nostra condizione naturale, dalla quale venimo, nostra per diritto di esistenza.
La coscienza è il contenitore della consapevolezza, La consapevolezza deriva dell'esperienza.
Il senso di ogni vera guarigione e di ogni vera soluzione non è quello di superare la malattia o di risolvere il problema, ma è la consapevolezza di essere una coscienza aldi là della malattia e del problema.
Un uomo più evoluto non è quello che al posto della clava ha il cellulare, ma quello che sa cosa sia l'amore, che conosce e porta la pace, che è capace di perdonare e di guardarsi allo specchio per cambiare ed ammettere i propri errori.
Esiste un livello di espansione nel quale anche lìesigenza di cambaire il proprio codice è superflua perchè tutto appare perfetto così come è, senza luci nè ombre. In questa nuova coscienza si sperimenta la pace. Al di là delle nostre necessità personali esiste la gioia dell'esistenza. Al di là del desiderio di avere e di fare esiste la gioia dell'essere. Questo è il vero obiettivo della conoscenza.
giovedì 23 maggio 2013
Argilla Verde e pulizia dell'organismo
L'argilla è una terra usata dagli animali e sin dall'antichità dall'uomo per le sue proprietà curative e per i suoi innumerevoli modi d'uso che la distinguono dalle altre terre.
L'argilla è una terra antica e ricca di minerali, il suo uso si perde nella notte dei tempi.
Da qualche anno a questa parte ha preso prepotentemente il posto tra le terapie naturali più efficaci surclassando molti rimedi farmacologici tradizionali con risultati stupefacenti.
Vediamo insieme le proprietà di questa terra e perchè viene usata e definita miracolosa e sempre più apprezzata ai giorni nostri:
L'argilla è un potente rimineralizzante del corpo. Contiene una grande quantità e qualità di minerali in percentuale variabile ed è formata principalmente da silice e allumina.
I suoi minerali sono facilmente assimilabili dal corpo in quanto molto bio-disponibili,
é quindi un indispensabile fonte di minerali carenti nella dieta artificiale quotidiana delle persone dato il suo potere di donare microelementi preziosi al corpo.
L'argilla è un potente antibatterico naturale, su piaghe e ferite svolge un azione vivificante ed antisettica, favorisce un rapido risanamento dei tessuti in modo naturale e veloce.
Non a caso gli animali feriti ed amalati fanno bagni d'argilla per guarire le ferite e i mali conoscendone d'istinto le sue proprietà.
L'argilla assunta per via orale ha azione antibatterica , rimineralizzante , vivificante e purificante dell'intero organismo.
Sono molteplici le proprietà dell'argilla se ingerita, ha un potente effetto adsorbente, assorbendo dalle pareti intestinali nel suo passaggio: scorie, gas, veleni e tossine . Rende dura la vita di vermi e batteri patogeni sanificando il loro habitat generalmente malsano e quindi non permettendo loro la vita.
Riesce ad attirare a sè pus, secrezioni putride, materiali nocivi e tutto quello non adatto e di rifiuto ad una normale attività dell'organismo.
La sua predisposizione a curare le malattie, sterminare batteri patogeni (risparmiando però i batteri utili) concentrarsi sulle zone malate e curare senza fare danni come invece fanno i medicinali tradizionali, ne fanno un elemento vivo e intelligente governato da forze non chiarite nemmeno dalla scienza moderna.
La sua azione adsorbente ripulisce a fondo e risana le pareti malate e piene di muco dell'intestino di una dieta artificiale comune, ripulendo l'intestino e ripristinando le normali attività dell'organismo.
Un trattamento a base di argilla è ottimo nel caso si voglia passare ad un'alimentazione naturale crudista e fruttariana.
L'intestino verrebbe ripulito per intero e successivamente si potrebbero assumere alimenti naturali e depuranti senza i problemi relativi alla successiva ed inevitabile disintossicazione dell'organismo.
Spiego bene:
Durante il cambiamento da dieta artificiale a dieta naturale, il muco, le scorie e le tossine depositate
martedì 21 maggio 2013
Bio-Occhiali (video)
COSA SONO?
Sono
occhiali a fori stenopeici: al posto delle lenti hanno degli schermi
neri su cui sono stati applicati dei piccoli fori secondo uno schema
preciso. Sono utilizzati da Miopi, Astigmatici, Ipermetropi, Presbiti.
A COSA SERVONO?
I
fori rotondi di questi schermi, con la loro particolare distri-buzione
con uno schema ben preciso, fanno sì che l’immagi-ne dell’oggetto
osservato cada automaticamente sul punto più sensibile della retina,
senza che sia necessario mettere a fuoco. In questo modo anche chi ha
problemi di vista e cioè ha occhi che per qualche motivo non mettono a
fuoco correttamente, può, guardan-do attraverso questi schermi, vederci
meglio che a occhio nudo. E’ possibile fare una prova togliendo le lenti
correttive, osservando un oggetto che non si vede bene, e
successivamente riguardarlo indossando i bio-occhiali
I
fori di questi occhiali inducono l'occhio a cercare la luce attraverso
di essi, favorendo dei micro movimenti oculari continui che
costituiscono un'ottima ginnastica passiva ai fini della riabilitazione e
del rilassamento della muscolatura che circonda l'occhio, mentre le
lenti da vista e abitudini visive scorrette tendono ad irrigidire questi
muscoli con conseguenze negative sull'efficienza visiva.
Con
l'uso di questi occhiali l'oscillazione saccadica è stimolata e
riabilitata, come raccomandato dal dottor Bates, nel suo Metodo di
miglioramento della vista con mezzi naturali.
Con un uso graduale ma costante dei bio-occhiali
si aumenta la vitalità e l’elasticità dei muscoli oculari così come
aumentano anche le abilità percettiva legate alla vista, mentre gli
occhi si ossigenano, si lubrificano, diminuisce lo sforzo nella messa a
fuoco e si riduce la tensione, i bruciori e il senso di stanchezza.
Tutto ciò può tradursi in un miglioramento visivo vero e proprio.
Attenzione:
questi occhiali si intendono rieducativi non solo perché attraverso di
essi ci si vede meglio, ma perché inducono l'occhio a muoversi
velocemente da un foro all'altro e insegnano un modo diverso e più
efficace di usare la vista. Il fatto di potere vedere attraverso i fori
meglio che a occhi nudo è utile perché facilita l'impiego di questi
occhiali.
COME SI USANO
L'uso dei bio-occhiali
deve essere costante per almeno sei mesi ed è necessario un periodo di
graduale adattamento che varia da persona a persona. Si può cominciare
con un uso di dieci, quindici minuti al giorno fino ad arrivare a circa
due ore di uso giornaliero non continuativo. Devono essere usati per
guardare cose che non si vedono bene ad occhio nudo senza correzione
alcuna.
I bio-occhiali
proteggono gli occhi da un'eccessiva esposizione alla luce e in alcuni
casi possono sostituire gli occhiali da sole, ma non hanno schermi UV.
Non vanno usati per guidare, per fare movimenti veloci, in situazioni
potenzialmente pericolose o quando non c'è luce sufficiente. Sono invece
consigliati per leggere, guardare la televisione o lo schermo del
computer e per riabituare gli occhi alla luce.
Se i bio-occhiali
vengono usati in modo rilassato e con la giusta quantità di luce la
percezione del reticolato tende a scomparire. Inizialmente possono dare
sdoppiamento dell’immagine: in tal caso è bene stare fermi, rilassare il
collo e osservare un oggetto fermo, respirando regolarmente senza farsi
distrarre dal reticolato. Togliere i bio-occhiali quando si è stanchi di usarli, senza forzare.Terminato l’uso dei bio-occhiali si consiglia di stare qualche minuto a occhi liberi, prima di indossare di nuovo gli occhiali da vista.
Dopo alcuni mesi di utilizzo dei bio-occhiali
o non appena si dovesse riscontrare un miglioramento visivo anche
minimo è bene fare rivalutare la propria vista da un professionista.
Per maggiori informazion: 0039 3393127165
email: caterina.polini@libero.it
info sul metodo Bates con testi scaricabili: www.visionebenessere.it, www.fissazionecentrale.it
Su facebook ci trovi come bio-occhiali benessere, chiedendo l'amicizia troverai molti aggiornamenti interessanti sull'argomento!
Testi consigliati: “Per i tuoi occhi” Caterina Polini, V&B edizioni
“Preferisco vederci chiaro” Loredana de Michlis, Amrita edizioni
N.B.
Siete invitati ad inviare mail di aggiornamento sulla Vs. situazione
visiva, prima e dopo l'uso dei bio-occhiali! Stiamo raccogliendo le
testimonianze che saranno raccolte su un nuovo libro tutto dedicato agli
occhiali stenopeici!
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Per privati: sito vendita on-line www.vistaserena.it
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Fonte:
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Estratti dal libro "libro religioni del mondo" di Huston Smith
Abbiamo bisogno del coraggio come pure dell'inclinazione per consultare e trarre vantaggio dalle "tradizioni sapienzali dell'umanità".
Nel 1970 scrissi di un "mondo post-tradizionale". Oggi sono convinto che soltanto le tradizioni vive rendano possibile l'esistenza di un mondo. Robert Nelly Bellah
La terza considerazione è l'univeralità: ogni religione mescola principi universali con particolarismi locali. I primi, una volta fatti emergere e chiariti, parlano alla parte genericamente umana di noi tutti, laddove i secondi, ricche miscele di riti e leggende, non sono facilmente acessibili agli osservatori esterni.
Quando si passano al vaglio le religioni alla ricerca di queste verità, ne appare un volto diverso e più pulito. Diventano le tradizioni spaienzali del mondo. Vanno sempre più somigliando a banche dati che ospitano la più perfezionata saggezza della razza umana. Dato che questo testo si concentra proprio su queste riserve di pazienza, si sarebbe potutto anche intitolare: "Le grandi tradizoni sapienziali del mondo".
Infatti, che cosa vogliamo? E' facile dare una risposta semplice, non altrettanto fornirne una buona.
Quando però i desideri sfrenati divengono l'ambizione principale diventa impossibile soddisfarli. Questi beni, infatti, non costituiscono l'oggetto reale del proprio desiderio. E non si può avere mai abbastanza di quello che non si vuole veramnete. Nel linguaggio hindu: "Tentare di soddisfare il desiderio di richezza con il denaro è come cercare di spegnere un fuoco versandoci sopra del burro". An
che l'Occidente ne sa qualcosa. "La povertà consiste non nella diminuzione dei propri beni, ma nell'aumento della propria avidità", scrisse Platone, e Gregorio Nazianzeno, da buon teologo, avalla questa tesi aggiungendo: "Potreste anche procurarvi tutta la richezza di questo mondo, ne rimarebbe ancora latrettanta la cui mancanza vi renderebbe poveri". "Il successo è uno scopo senza un punto di sazietà", ha scritto recentemente uno psicologo, e un gruppo di sociologi che ha analizzato una città americana del Midwest ha riscontrato che "sia gli uomini d'affari che i lavoratori più umili, che sudano sette camicie per guadagnarsi lo stipendio, si tengono al passo con la assai più rapida crescita dei loro desideri individuali".
Nel lunghissimo periodo, infatti, l'induismo fa una distinzione familiare anche all'Occidente, quella tra età sul piano anagrafico, ma su quello psicologico uno potrebbe essere ancora infantile, mentre l'altro pienamento adulto. Per gli hindu la distinzione copre più vite...
Infatti, per quanto in un senso molto lato si possa contemplare una religione incentrata sul culto dell'io, la religione autentica comincia con la ricerca del senso e del significato al di là dell'egocentrismo. Essa rinuncia alle pretese finalistiche dell'ego. (...) Lo spostamento segna il primo grande passo nella religione in quanto produce la religione del dovere, che, dopo piacere e successo, n
ella prospettiva hindu rappresenta il terzo grande scopo nella vita. Il suo potere sugli individui maturi è incredibile. Innumerevoli persone hanno trasformato la volontà di ricevere in volontà di dare, la volontà di guadagnare in volontà di servire. Non per trionfare ma per fare del proprio meglio: comportarsi responsabilmente, qualsiasi sia il compito assegnato, è diventato il loro obiettivo primario.
al se umano è sottesa una riserva di essere che lo anima e che non muore mai, non si esaurisce mai e non ha limiti in termini di consapevolezza e di beatitudine. Tale centro infinito di ogni vita , questo se nascosto o Atman, non è altro che Brahman, la divinità. Fatto di corpo, personalità e Atman-Brahman, un se umano non è descritto in modo esauriente finchè non vengono messe a fuoco tutte e 3
le componenti. Se però questo è vero e davvero siamo infiniti nella nostra essenza, perchè ciò non emerge in tutta evidenza? Perchè non ci comportiamo di conseguenza? (...) La risposta, dicono gli Hindu, sta nella profondità a cui l'Eternità è sepolta, sotto la quasi impenetrabile massa di distrazioni, falsi presupposti e amor proprio istintivo che abbracciano la superficie del nostro se. Una lampada può essere coperta di polvere e sporcizia da oscurare completamente la luce che emette. Il problema che la vita pone al se dell'uomo è di purificare le scorie del proprio essere al punto he il suo centro infinito possa risplendere in piena luce.
Come ci si potrebbe sentire delusi per una sconfitta se si sperimentasse ugualmente come propria la gioia della vittoria altrui? Allo stesso modo, come potrebbe toccarci l'essere passati in una promozione, se riuscissimo a godere anche noi del successo ottenuto dal nostro rivale?
Rispetto ai bambini noi siamo maturi, ma rispetto ai santi siamo bambini.
Le upanisad parlano di una "conoscenza di Quello la cui conoscenza porta la conoscenza di tutto". Probabilmente qui "tutto" non implica un'onniscenza in senso letterale, ma con più probabilità si riferisce a un'intuizione che dischiude il senso di ogni cosa.
La parola yoga deriva dalla stessa radice dell'inglese yoke (e dall'italiano giogo), che veicola un duplice significato: Unire (accopiare) e sottoporre a un addestramento disciplinato (soggiogare, passare sotto il gioco). Nel vocabolo sanscrito sono presenti entrambe le connotazioni. Pertanto, in una definizione generale, yoga si riferisce a un metodo formativo, mirato a portare all'integrazione o all'unione.
Ciò che è peculiare all'induismo è l'attenzione che ha prestato all'identificazione dei tipi-base di personalità spirituale spirituale e alla disciplina che ha la maggiore probabilità di funzionare con ciascuna. Il risultato è il riconoscimento, che pervade tutta la religione, che sistono molteplici strade per raggiungere Dio e ciascuna richiede la propria particolare modalità di viaggio. In base
al calcolo hindu, i tipi-base di personalità spirituale ammontano a quattro. Alcune persone sono principalmente riflessive. Altre sono fondamentalmente emotive. Altre ancora sono essenzialmente attive. Infine alcuni sono inclini alla sperimentazione. Per ciascun tipo di personalità spirituale dell'induismo prescrive un tipo di yoga particolare, mirato a far tesoro del punto di forza specifico di ciascun tipo.
L'Atman (Il Dio interiore) deve traformarsi da concetto in consapevolezza. Per questo progetto viene proposta una serie di modi per riflettere. Per esempio, si può magari consigliare al discepolo di esaminare il linguaggio quotidiano e meditare sulle sue implicazioni. La parola " mio" implica sempre una distinzione tra il possessore e l'oggetto posseduto; quando parlo del mio libro o della mia giacca, non penso di essere tali cose. Ma parlo anche del mio corpo, della mia mente o della mia personalità, dimostrnado in un certo senso che mi considero separato anche da questi. Cos'è questo "sè" che possiede il mio corpo e la mia mente, ma non coincide con essi?
Il nostro termine "personalità" deriva dal latino persona, che originariamente si riferiva alla maschera indossata da un attore quando saliva sul palcoscenico per recitare, la maschera attraverso (per) cui faceva risuonare (sonare) la parte stessa. La maschera stava a indicare il ruolo, mentre dietro di essa l'attore rimaneva nascosto e anonimo, lontano dalle emozioni che rappresentava. La perfezi
one, dicono gli hindu, sta in questo, dal momento che i ruoli sono esattamente equivalenti alle nostre personalità, delle quali siamo temporaneamente investiti per quella che è la più grande delle tragicommedie, il dramma della vita, dove siamo al contempo co.autori e attori. Come una brava attrice dà il meglio di sè alla propria parte, così anche noi dovremmo recitare pienamente la nostra. Il nostro errore sta nel confondere la parte che ci è assegnata attualmente con ciò che siamo realmente. Il compito della yogini è correggere questa faòsa identificazione. Rivolgendo all'interno la propria consapevolezza, deve perforare i diversi strati della propria personalità, finchè, avendo inciso in tutti, non raggiunga l'attrice anonima, gioiosamente disinteressata che risiede al suo interno.
Tu sei colui di cui non c'è altro vedente, udente, pensante o agente.
Nasce così la storia dello yogi che, mentre sedeva in meditazione sulle rive del Gnage, vide cadere nell'acqua uno scorpione. Lo tirò fuori e ne ottene soltanto di essere punto. Lo scorpione ricadde subito nell'acqua; di nuovo lo yogi lo salvo e fu punto ancora. La sequenza si ripetè altre due volte, finchè un passante domandò allo yogi: " Perchè continui a salvare lo scorpione quando la sua sola forma di gratitudine è di pungerti?" Lo yogi rispose: "Pungere è nella natura degli scorpioni. Aiutare gli altri quando possono è nella natura degli yogi".
Le persone sono perennemente impegnate nel tentativo di impadronirsi della Realtà con le parole, ma finiscono poi per scoprire che il mistero deplora i loro discorsi e i loro balbettii sono inghiottiti dal silenzio. Il problema nonsta nel fatto che la nostra mente non è abbastanza brillante, ma è più profondo. La mente, intesa nel suo significato comune e ordinario, è il tipo di strumento sbagli
ato per quest'impresa e il risultato è quello che si otterebbe cercando di svuotare l'oceano con una rete o prendere al lazo il vento. La venerata preghiera di Sankara, il Tommaso d'Aquino dell'induismo, inizia con l'invocazione: "O tu al cui cospetto ogni parola tace". La mente umana si è evluta per facilitare la sopravvivenza del mondo naturale e si è adattata a gestire oggetti finiti. Dio, al contrario è infinito e appartiene a un ordine di realtà diverso da quello che il nostro cervello riesce a cogliere. Aspettarsi che la nostra mente circoscriva l'infinito è come chiedere a un cane di capire l'equazione di Einstein con il fiuto. L'analogia diventerebbe fuorviante se , spinta in una direzione diversa, insinuasse che non potremmo mai conoscere il Dio abissale. Gli yoga, come abbiamo visto, sono vie che sfociano proprio a questa consapevolezza. Eppure, la conoscenza a cui conducono trascende la conoscenza attinta dall'intelletto razionale, perchè si eleva all'oscurità profonda ma abbagliante della coscienza mistica.
Tommaso da Kempen: "Vi è un'incomparabile distanza tra le cose che gli uomini immaginano attraverso la regione naturale e quelle che gli uomini illuminati afferrano tramite la contemplazione."
Semina un pensiero e raccogli un'azione, semina un'azione e raccogli un'abitudine, semina un'abitudine e raccogli un carattere; semina un carattere e raccogli un destino.
Gli hindu hanno una concezione simile in testa quando parlano di maya. Il mondo si manifesta come la fente lo percepisce in stato di normalità, ma ciò non giustifica il pensiero che la realtà di per sè sia così. Un bombetto che veda il primo film in vita sua prenderà le immagini in movimento per oggetti reali, senza rendersi conto che il leone che riggisce dallo schermo viene proiettato da una ca
bina sul retro della sala cinematografica. Lo stesso vale per noi: il mondo che vediamo è condizionato, e in tal senso proiettato, dai nostri meccanismi percettivi. Per cambiare metafora, i nostri recettori sensoriali registrano soltanto una fascia ristretta di onde elettromagnetiche. Con l'ausilio di microscopi e altri amplificatori, possimao scoprire altre lunghezze d'onda, ma per conoscere la realtà di per sè dobbiamo coltivare la supercoscienza. In questo stato i nostri recettori cesserebbero di rifrangere, come un prisma, la luce pura dell'essere in uno spettro di mplteplicità. La realtà verebbe conosciuta come essa effettivamente è: una, infinita, incontaminata.
La verità è una sola; i saggi le danno nomi diversi.
domenica 19 maggio 2013
La teoria della Relatività è sbagliata
Il premio Nobel per la fisica Robert Laughlin, per esempio, nel suo recente libro Un universo diverso (2006), ammette alcune manifeste illogicità di fondo della teoria della relatività generale. Egli infatti afferma testualmente: "Per colmo d'ironia, l'intuizione più brillante di Einstein, ovvero la teoria della relatività geneale, può essere riassunta nel concettualizzare lo spazio come un mezzo, mentre la sua premessa originaria era che tale mezzo non esistesse affatto. L'idea che lo spazio possa essere costituito da una sostanza mateiale di qualche tipo è in realtà molto antica e risale addirittura agli sotici greci, che l'avevano definita etere". Einstein ha quindi escluso l'esistenza dell'etere, ma per farlo è stato costretto a ricorrere a contraddizioni logiche che hanno letteralmente trasformato la fisica in filosofia.
Queste parole fanno eco a quanto già dichiarato sulla teoria della relatività dalla più grande mente matematica della storia, Nikola Tesla: "Una magnifica archittetura matematica di grande fascino, che rende le persone cieche sugli erori che sono alla base di questa teoria. Questa teoria è come un barbone vestito di porpora che individui ignoranti considerano un re, i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma sono dei metafisici piuttosto che scienziati… Sono convinto che lo spazio non possa essere curvato, per la semplice ragione che esso non ha proprietà. Di proprietà noi possiamo parlare solo quando ci riferiamo alla materia che riempie lo spazio. Affermare che in presenza di grandi corpi lo spazio diventa incurvato è equivalente a stabilire che qualcosa agisce sul nulla. Mi rifiuto di credere a questa teoria. La supposta curvatura dello spazio è interamente impossibile. E anche se esistesse non spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo l'esistenza di un campo di forza può spiegarlo e la sua assenzione dispensa la curvatura spaziale dall'esistere. Tutta la letturatura scientifica su questo oggetto è destinata all'oblio".
La visione dello spazio-tempo come una non-sostanza dotata di proprietà analoghe a quelle di una sostanza non è nè logica nè compatibile con i dati speimentali. Potremmo piuttosto considerarla un'ideologia, scaturita da vecchie battagle un merito alla correttezza della relatività. Robert Laughlin, Nobel per la fisica nel 1998
Queste parole fanno eco a quanto già dichiarato sulla teoria della relatività dalla più grande mente matematica della storia, Nikola Tesla: "Una magnifica archittetura matematica di grande fascino, che rende le persone cieche sugli erori che sono alla base di questa teoria. Questa teoria è come un barbone vestito di porpora che individui ignoranti considerano un re, i suoi esponenti sono uomini brillanti, ma sono dei metafisici piuttosto che scienziati… Sono convinto che lo spazio non possa essere curvato, per la semplice ragione che esso non ha proprietà. Di proprietà noi possiamo parlare solo quando ci riferiamo alla materia che riempie lo spazio. Affermare che in presenza di grandi corpi lo spazio diventa incurvato è equivalente a stabilire che qualcosa agisce sul nulla. Mi rifiuto di credere a questa teoria. La supposta curvatura dello spazio è interamente impossibile. E anche se esistesse non spiegherebbe il moto dei corpi come li osserviamo. Solo l'esistenza di un campo di forza può spiegarlo e la sua assenzione dispensa la curvatura spaziale dall'esistere. Tutta la letturatura scientifica su questo oggetto è destinata all'oblio".
La visione dello spazio-tempo come una non-sostanza dotata di proprietà analoghe a quelle di una sostanza non è nè logica nè compatibile con i dati speimentali. Potremmo piuttosto considerarla un'ideologia, scaturita da vecchie battagle un merito alla correttezza della relatività. Robert Laughlin, Nobel per la fisica nel 1998
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Marco Todeschini e la psicobiofisica
Marco Todeschini scienziato eclettico e geniale, nacque a Valsecca in
provincia di Bergamo nel 1899. A quindici anni, incominciò a dedicarsi a
studi ed esperimenti che durarono per oltre trent’anni. Nel 1921 si
laureò a Torino in ingegneria ed in seguito si specializzò in diversi
rami della fisica e della neurofisiologia. Divenne docente universitario
e scrisse numerosi trattati che ben presto si diffusero in Italia e
all’estero, riscuotendo anche il riconoscimento di famosi esponenti
della cultura scientifica del tempo. Tra gli altri Enrico Fermi, Q.
Majorana e l’ingegnere G. Marconi, con i quali collaborò ed altri
insigni fisici stranieri come A.W. Heisenberg, C. Chain e N. Bohr.
Ma a parte la stima di quei pochi che riconobbero in lui il genio,
Todeschini rimase sempre ai margini della comunità scientifica e ancora
oggi i suoi testi non vengono studiati nelle facoltà universitarie di
fisica. La sua opera venne costantemente osteggiata dagli accademici del
tempo con un’atteggiamento antiscientifico e irrazionale, ma ciò non
fermò il lavoro di Todeschini che senza preoccuparsene continuò i suoi
studi. Fondò così grazie alle sue notevoli conoscenze in svariati campi
della fisica, ingegneria e fisiologia una nuova scienza fisica, la
cosidetta “psicobiofisica” per la quale, nonostante tutto, fu proposto per il premio Nobel per la fisica nel 1974.
Todeschini definì questa nuova scienza “la scienza unitaria del terzo millennio“,
in quanto raggruppava insieme fisica, biologia e psicologia. Scopo
della psicobiofisica era infatti l’unificazione in sé di tutte le leggi
del creato, partendo dall’assunto che tutti
i moti dell’universo, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente
grande, nascono da un etere universale in perenne moto vorticoso, in
grado di influenzare sia la materia che tutti gli esseri viventi e il
loro spirito.
La psicobiofisica si compone di tre specifici settori tra loro interagenti:
1- una parte fisica, con la quale si dimostra che tutti i fenomeni
naturali si identificano in particolari movimenti di spazio fluido o
“etere”.
2- una parte biologica, con la quale si dimostra come i movimenti di
spazio fluido, urtando contro i nostri organi di senso producano in essi
degli impulsi elettrici, che arrivando al cervello suscitano nella
psiche le sensazioni di luce, calore, suono, odore, elettricità, tatto,
forza ecc.
3- una parte psichica – dove la psiche viene intesa come un atto di
volontà che si serve del sistema nervoso come semplice strumento – che
fornisce la dimostrazione scientifica dell’esistenza dell’anima umana,
del mondo spirituale e di Dio.
Egli
sostenne, come solo una teoria unificata che congiungesse il vivente al
non vivente, fosse in grado di spiegare la reale struttura
dell’universo, le sue finalità e il ruolo dell’umanità in esso. Dimostrò
cioè come la separazione nelle varie branche della scienza, fosse alla
base dell’ignoranza dell’uomo nei confronti della reale natura
dell’universo e della vita in esso. Per comprovare la sua teoria,
Todeschini effettuò esperimenti ed approntò strumenti che se ne
avvalessero.
Fonte:
Sito dove potete trovare tutte le informazioni riguardanti Todeschini:
"Dalle misurazioni effettuate giunse così alla conclusione che l'etere è un fluido che riempie tutto lo spazio con una densità 10 alla ventesima volte minore di quella dell'acqua e che i suoi movimenti sono all'origine di tutti i fenomeni fisici. Nella sua teoria unitaria spiegò per esempio il moto degli astri intorno alle proprie orbite con l'effetto di trascinamento prodotto dai vortici di etere (che lui definiva "spazio fluido"). Per Todeschini, quindi, il Sole è al centro di un campo rotante di spazio fluido che si muove suddiviso in strati concentrici, che hanno spessore costante e velocità decrescenti con l'aumentare del loro raggio."
Tratto dal libro
"Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti
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Estratti dal libro "Cambiare il mondo" Manitonquat
Dobbiamo chiedere a noi stessi e l'un l'altro: "Com'è una vita piena? Che cosa ti realizza? Cos'è che ti dà gioia? Sono sicuro che la maggior parte di noi vuole le stesse cose: pace, sicurezza, libertà dalla paura, vogliamo che i nostri bambini siano al sicuro, felici, sani, vogliamo poter amare e manifestare il nostro amore, stare con persone che ci sostengano e ci apprezzino, vogliamo poterci dedicarci a qualche attività creativa che ci assorba, vogliamo giocare e divertirci, e vogliamo essere circondati da un ambiente bello e sano e prendere dalla natura il nutrimento per le nostre anime.
fai quello che ami e ama quello che fai
Queste nuove tribù si aiutano a vicenda attraverso diverse reti intorno al mondo di cui quello dei Villaggi è soltanto uno. Quando il primo di essi ebbe inizio, gli ideatori capirono che gli esseri umani sono fondamentalmente tribali. Questo vuol dire che la loro umanità si esprime al meglio quando vivono vicino ai loro simili, condividendo i loro pensieri e sentomenti, le loro speranze e paure, e collaborano per il più alto benessere di tutti.
Alcuni grandi edifici sono destinati ai giovani che decidono di vivere insieme con altri coetanei. Una famiglia di adulti provvede ad assisterli nei loro bisogni, ma i ragazzi hanno il proprio Cerchio e decidono da soli la maggior parte di ciò che riguarda la vita. Gli adulti, naturalmente, stanno attenti alla loro salute e sicurezza, e li aiutano nei loro blocchi nei rapporti tra di loro o con altri adulti. Ma siamo sorpresi - forse sbalorditi è più appropriato - nell'apprendere che i ragazzi possono anche decidere da soli se e quando intraprendere la strada della propria educazione, andare o no a scuola ...
Ciò che veniva riconosciuto come universale e vero nelle vecchie religioni poteva essere onorato e incorporato, ma la nuova espressione aveva bisogno di non essere rigida, quanto piuttosto potersi evolvere e cambiare continuamente. Adesso che la nostra conoscenza si espande in nuove e più alte dimensioni di consapevolezza, anche gli esseri umani si evolvono e cambiano in continuazione, ancora più velocemente, con la nostra cresciente comprensione dell'Universo (...) Religione. Una parola che significa "rilegare", "legare di nuovo insieme".
"Ci sono, non dico dei comandamenti o dogmi, ma principi spirituali a cui tutti si attengono?" "NOn esattamente. Non in forma di credo o scritture che tutti sottoscrivono, ma si, suppongo che ci sentiamo tutti molto grati d'esser vivi, rispettosi verso l'intera esistenza, verso l'Universo, la Terra. Credo che siamo tutti d'accordo che gli esseri umani sono buoni, e che quando compiono qualcosa di male non è a motivo della loro natura, quanto piuttosto il risultato di alcune ferite ricevute. Siamo tutti d'accordo che alla base della nostra natura c'è l'amore che è il dono più grande che ci è stato elargito, e che la curiosità e l'abilità d'imparare, la voflia di giocare, di diverstirsi, di fare cose belle o utili e la creatività, sono anch'esse alla base della nostra natura. Sono questi alcuni dei valori che amiamo celebrare insieme".
Quanto più sono leggi e decreti, tanto più si moltiplicano ladri e briganti. Lao tse
"Uno dei primi fondatori", ci risponde, "era un nativo americano che seguiva le tradizioni del suo popolo. Ci spiegò che la loro non era una religione, non c'era un'organizzazione, una gerarchia, nè scritture: era un cammino spirituale, un modus vivendi, e ogni persona era guidata dalla sua relazione personale con lo spirito di tutta la Creazione. Egli dava importanza al fatto che le persone non devono imitare altre culture, anche se si può imparare qualcosa da ognuna di esse.
"Avete quindi sviluppato un sistema che provvede alla sicurezza assoluta per tutti... Lo chiamereste socialismo?"
"Siete veramente interessati ad una discussione teorica adesso?"
Ci sono diversi consensi entusiasti e così la guida continua.
"D'accordo, ci possiamo prendere qualche minuto per parlarne. Quelli che non sono interessati possono tranquillamente dare un occhiata in giro per gli uffici e fare domande. Socialismo. Bene, non userei questa etichetta, associata com'è a governi che hanno usato il potere per imporre la loro politica con la paura. Finchè l'economia è uno strumento nelle mani di grandi governi e grandi multinazionali, sarà sempre controllata dalla richezza, dai ricchi e dai potenti, sia che si chiami capitalismo, socialismo, democrazia repubblica o quant'altro. E i ricchi sono dediti a preservare il loro status quo, indottrinando la gente attraverso i mass-media, isolando le persone e assicurandosi la loro conformità, grazie alla fedeltà dei militari, della polizia e del sistema carcerario, per mantenere l'egemonia dello stato e dell'industria. Per sostenere questo sistema la gente è obbligata a lavori stancanti e stressanti e a volte a un secondo lavoro per poter comprare, comprare, comprare sempre di più e infine seppellire la bellezza della Terra sotto la spazzatura dell'inquinamento.
"La condivisione completa dei beni e dei guadagni funziona per tutti?"
"Una volta che ti rendi conto che non c'è scarsità di risorse, che non c'è niente che tu non possa avere di quello che vuoi, certamente non ti preoccupa condividerlo. Tutti si ricordano cosa voleva dire avere tante cose e volerne sempre di più. E, dopo averle ottenute ti davano sempre meno gioia. Troppa tensione e poco divertimento. Troppo isolamento e solitudine, poca intimità, comprensione e apprezzamento. Un prezzo troppo alto per oggetti che non ti servono davvero o di cui alla fine non 'timporta niente. All'inizio qualcuno dei villaggi usava il sistema lavoro credito come fanno nelle comunità di Twin Oaks o Walden due. Forse c'è ancora qualcuno che lo usa e per loro va bene. Ma noi siamo diventati impazienti con un sistema troppo commerciale che sembrava allontanarci da un'uguaglianza e vicinanza completa. Volevamo provare qualcosa di iù radicale. Chiudere con i soldi. Nei raduni Rainbow funziona. E' sifficiente credere che la nostra bontà umana e la condivisione non verrà mai a mancare. E che dovremmo divertirci di più. L'abbiamo fatto e continuiamo a farlo".
Poi aggiunge che è stato meraviglioso osservare come questi bambini si prendono davvero cura fra di loro, i più grandi che aiutano i più piccoli e li incoraggiano. Si domanda dove abbiamo imparato. "In realtà, è più una questione di non i mparare il modo di isolare e ferire della cultura dominante. Noi esseri umani siamo amorevoli e premerosi per natura, almeno finchè non veniamo minacciati e spaventati. Tutta la nostra cultura del Cerchio può essere compresa meglio guardando come cresciamo ed educhiamo i nostri bambini. Ciascuno di essi viene sempre stimato altamente in modo che non perda mail la completa stima in se stesso, la sicurezza e la gioia che possiede dalla nascita.
Abbiamo osservato che è la causa della maggior parte delle nstre malattie sociali. La prima volta che un bambino viene punito si creano 2 nuovi spaventosi sentimenti: primo, che esiste qualcosa come un nemico, qualcuno che ci può arrecare del male; secondo, che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in noi. Il mondo non è più sicuro e affidabile. Impariamo ad avere paura degli altri esseri umani.
"da quello che abbiamo ascoltato oggi, l'educazione sembra non essere obbligatoria..". "Infatti. L'educazione avviene tutto il tempo, perchè i bambini sono curiosi e amano imparare. Ma quando vengono mandati a scuola ciò che accade è che vengono rimpinzati di lezioni fino alla gola finchè non incominciano ad odiarla. Gli esseri umani sono intelliggenti e hanno menti brillanti, prima che la scuola cominci il suo processo intorpidente e li renda stupidi. Qui i bambini non sono obbligati a frequentare la scuola, ma la maggior parte di loro ci vanno volentieri tutti i giorni". "Deve essere proprio una bella scuola! Non come quella dove sono andato io!" "Vedi, quella è la loro scuola. sono loro a decidere quello che vogliono imparare ecosa fare, e noi provvediamo alle risorse necessarie. Ce ne occupiamo tutti insieme, come per tutto il resto nel Villaggio. I nostri insegnanti sono appassionati a quello che fanno e trasmettono questa passione anche ai ragazzi. Vogliono mostrare loro le meraviglie del Creato e stimolare i loro pensieri (...) La cosa principale è divertirsi, avere una scuola dove si ride e si gioca tanto e che sia un posto sicuro in cui i bambini possano esprimere i loro sentimenti e il loro pensiero. I bambini vogliono andarci perchè è lì che sono tutti i bambini e c'è azione. Nel mondo fuori l'educazione scolastica è noiosa: lezioni compiti a casa, interrogazioni, voti. Qui non lo è mai. La noia ti prende, piuttosto, quando non sei in classe mentre tutti gli altri bambini sono lì e ti chiedi cosa potrai mai fare tutto solo, e allora decidi di andare dove c'è il divertimento". " Ma come fate a evitare aule numerose e affollate? Avete così tanti inseganti?" "Tanti insegnanti si, perchè potenzialmente ogni persona lo è, anche al di fuori degli ambienti scolastici...
Ma cos'è importnate imparare per n essere umano? come fare le cose, come creare; è facile da insegnare, ma la cosa più importante è come scoprire il valore di sè e prendersi cura di sè, come sentirsi felice di vivere e di apprendere, come godere della compagnia degli altri, come amare.
Il pensiero di non sentirci a posto con noi stessi non è mai esatto, riguarda il nostro stress mai noi stessi.
Ciò che ci sta minacciando tutti quanti è dovuto a un'incomprensione spirituale. (...) Essere connessi spiritualmente non vuol dire tentare di convertire gli altri alla propria religione. Non abbiamo bisogno di una nuova religione che ci divida ulteriormente. Abbiamo bisogno di una comprensione spirituale che vada altre a tutte le religioni esistenti, che le rispetti tutte e che ci unisca tutti insieme, con i nostri bisogni, desideri e visioni.
In tutti questi anni di counseling, il tema più comune è che quasi nessuno dei miei clienti si sente vicino a qualcuno di cui fidarsi abbastanza da condividere i propri sentimenti più profondi, qualcuno da cui sentirsi amati completamente e incondizionatamente. C'è un vasto senso di isolamento e solitudine che prevale nella società di oggi.
Il nostro problema sono 10000 anni di violenza e avidità che hanno permeato tutte le nostre culture, le nostre istituzioni pubbliche e private, la nostra educazione e che ci dicono che le nostre uniche possibilità sono di conformarci o essere emarginati e isolati. Così ci rifugiamo nei diversivi che ci propina la società, leggendo, guardando film, la televisione, giocando con i videogames, facendo shopping, usando droghe, isolandoci ancora di più.
Più diventiamo autosufficienti, meno contribuiamo all'apparato militare e al business delle prigioni, all'ingiustizia di questa economia oppressiva che crea da una parte una richezza oscena e dall'altra una povertà indicibile e la distribuzione dell'ambiente col nostro consumismo
In che modo la nostra comunità cerca di cambiare il mondo? Prima di tutto cambiando noi stessi. Notando gli schemi di discriminazione di sesso, di età, di classe e altri comportamenti oppressivi che ci sono stati instillati, e sostenendoci l'un l'altro per liberarcene. Noi contraddiciamo l'alienazione della società tenendoci la mano aldilà delle barriere che ci separano e che c'impediscono di essere davvero vicini ed amarci.
Noi siamo perfetti nel profondo di noi stessi, adesso. Le cose che non amiamo di noi stessi, adesso, sono solo il risultato delle ferite, dei condizionamenti negativi che abbiamo ricevuto. E come ormai sappiamo, tutte queste cose possono essere lasciate andare. Si sono appiccicate a noi, ma non sono noi. Noi possiamo amare completamente noi stessi e odiare odiare i nostri modelli e comportamenti. Per accrescere questa attitudine amorevole, imparate a pensare ai vostri aspetti positivi. Imparate l'auto.apprezzamento e praticatelo con regolarità. La seconda cosa da realizzare è che ogni persona che conoscete è perfetta come voi e le cose che non vi piacciono di essa sono soltanto le sue strutture, che non è la persona in se stessa a risultarvi non gradita, piuttosto è il risultato degli innumerevoli modi in cui è stata ferita. Potete amarla completamente e odiare i suoi schemi. Per migliorare questa attitudine cominciate a notare tutte le qualità delle persone che conoscete ed esprimete apertamente il vostro apprezzamento. Ricordatevi che quando le persone si relazionano a voi fanno sola una di queste due cose: o vi mostrano il loro amore o vi mostrano come sono state ferite.
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venerdì 17 maggio 2013
L’Ue: piccoli ortaggi fuorilegge, vietato prodursi il cibo
Una nuova legge proposta dalla Commissione Europea renderebbe
illegale “coltivare, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non
sono stati “analizzati, approvati e accettati” da una nuova burocrazia
europea denominata “Agenzia delle Varietà Vegetali europee”. Si chiama
“Plant Reproductive Material Law”, e tenta di far gestire al governo la
regolamentazione di quasi tutte le piante e i semi. Se un contadino
della domenica coltiverà nel suo giardino piante con semi non
regolamentari, in base a questa legge, potrebbe essere condannato come
criminale. Questa legge, protesta Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”,
intende stroncare i produttori di varietà regionali, i coltivatori
biologici e gli agricoltori che operano su piccola scala. «Come qualcuno
potrà sospettare – afferma Mike Adams su “Natural News” – questa mossa è
la “soluzione finale” della Monsanto, della DuPont e delle altre
multinazionali dei semi, che da tempo hanno tra i loro obiettivi il
dominio completo di tutti i semi e di tutte le coltivazioni sul
pianeta».
Criminalizzando i piccoli coltivatori di verdure, qualificandoli come
potenziali criminali – aggiunge Adams in un intervento ripreso da “Come Don Chisciotte”
– i burocrati europei possono finalmente «consegnare il pieno controllo
della catena alimentare nelle mani di corporazioni potenti come la
Monsanto». Il problema lo chiarisce lo stesso Gabel: «I piccoli
coltivatori hanno esigenze molto diverse dalle multinazionali – per
esempio, coltivano senza usare macchine e non vogliono utilizzare spray
chimici potenti». Per cui, «non c’è modo di registrare quali sono le
varietà adatte per un piccolo campo, perché non rispondono ai severi
criteri della “Plant Variety Agency”, che si occupa solo
dell’approvazione dei tipi di sementi che utilizzano gli agricoltori
industriali». Praticamente, d’ora in poi, tutte le piante, i semi, gli
ortaggi e i giardinieri dovranno essere registrati. «Tutti i governi
sono, ovviamente, entusiasti dell’idea di registrare tutto e tutti»,
sostiene Adams. Tanto più che «i piccoli coltivatori dovranno anche
pagare una tassa per la burocrazia europea per registrare i semi».
Gestione delle richieste, esami formali, analisi tecniche, controlli,
denominazioni delle varietà: tutte le spese saranno addebitate ai
micro-produttori, di fatto scoraggiandoli.
«Anche se questa legge verrà inizialmente indirizzata solo ai
contadini commerciali – spiega Adams – si sta stabilendo comunque un
precedente che, prima o poi, arriverà a chiedere anche ai piccoli
coltivatori di rispettare le stesse folli regole»
L'articolo completo qui:
giovedì 16 maggio 2013
OGM.. QUALCOSA (finalmente) .. SI MUOVE !!!
"Sono alcuni mesi che anche il Gruppo
Coltivare Condividendo si sta interessanto e sta cercando di informare
sulla questione "rischio OGM anche in Italia"
Abbiamo raccolto informazioni, interrogato esperti, politici, tecnici.. abbiamo fatto volantini e costruito una petizione che è già stata sottoscritta da oltre 2500 persone.. abbiamo partecipato a momenti di dibattito e discussione.. abbiamo organizzato (assieme al Comitato Acqua Bene Comune e a Belluno+) un banchetto in piazza e constatando che la stragrande maggioranza degli italiani è nettamente contraria agli OGM
A seguito della nostra partecipazione alle giornate svoltesi in Umbria (sul Lago Trasimeno) e organizzate dalla rete semi rurali e da Woof Italia abbiamoa vuto la possibilità di essere messi in contatto con importanti realtà nazionali "anti OGM" e con A. Zaccagnini neo eletto al Parlamento (M5S). Adriano ci ha recentemente informato del suo incontro prima col Ministro Catania(Agricoltura) e recentemente con Clini (Ambiente) e Balduzzi (salute)
PER VEDERE LA REGISTRAZIONE DI TALI INCONTRI CLICCARE QUI
Apprezziamo l’iniziativa del Governo che ha trasmesso alla Direzione Generale Salute e Consumatori della Commissione Europea la richiesta di sospensione d'urgenza dell'autorizzazione alla messa in coltura di sementi di mais OGM della Monsanto (Mon810) in Italia.
La lettera del Ministro Balduzzi invita la Commissione Europea ad effettuare una nuova profonda e completa valutazione sul Mon810 alla luce dei più recenti contributi scientifici, definendo con precisione le misure di gestione che dovrebbero essere rese obbligatorie per tutti gli utilizzatori di tali Ogm. In attesa di queste nuove valutazioni si chiede di sospendere la semina di questo tipo di mais Ogm.
PER APPROFONDIRE LA QUESTIONE INVIATIAMO A LEGGERE IL DOCUMENTO DELLA "FONDAZIONE DIRITTI GENETICI.. cliccando qui)
Ovviamente questo è un primo passo che ci induce a "non mollare la presa" e a far sentire con forza la nostra determinazione nel chiedere la clausola di salvaguardia e la messa al bando degli OGM
Ribadiamo per l'ennesima volta che il coltivare ogm significa veder contaminato tutto il nostro enorme patromonio di biodiversità (i nostri mais antichi e non solo) Ma significa anche perdere ogni autonomia e possibilità di auto riprodursi le sementi..
divverremmo dei docili "servi" nelle mani delle multinazionali...
L'articolo completo qui:
sabato 11 maggio 2013
Estratti dal libro "Oltre l'umano Gustavo Adolfo Rol" di G. di Simione
A 24 anni scrive, quasi a se stesso: " Oggi, 28 luglio 1927, la mia ricerca è finita. Ho scoperto la legge che lega le vibrazioni del colore verde a quelle sonore della nota sol e a particolari vibrazioni termiche: il segreto della coscienza sublime...". (...) la "coscienza sublime" è una tappa avanzata sulla strada della conoscenza dell'anima, oltre quella sfera dell'istinto esplrata da Freud.
In parole semplici come spiegava Rol il fenomeno? Affermava che era un prodotto dell'armonia, cioè che egli "armonizzava" le possibilità.
L'oratore si sofferma quindi sugli altri più o meno strabilianti fenomeni del suo amico: la pittura al buio (una specie di "pittura medianica" a comando), il viaggio nel passato e nel futuro, attuato anche da parte dei presenti all'eserimento... Ma qui il discorso si fa più complesso e, diremmo, ingarbugliato: si parla di una "funzione antenato" che può marcare l'individuo con riferimento alla "cellula biologica trascendentale prevalente" (storicismo della "funzione" degli oggetti, che "permane". Tale funzione è l' "essere" dell'oggetto, quindi la si può chiamare spirito dell'oggetto. Così per gli animali, le piante, l'uomo!).
Ed ecco che si enuncia la personalissima teoria del dottor Rol sullo "spirito intelligente" dell'uomo ... Ne trascriviamo integralmente la spiegazione, come riportata dall'avvocato Rapelli: "... Lo "spirito intelligente" dell'uomo non è l'anima. Forse ne è lontanamente un riverbero, ma non è l'anima. L'anima è qualcosa di cmpletamente diverso, d'infinitamente superiore. L' anima è la parte, il soffio divino che viene instillato nell'uomo, che quando egli muore si libera e torna a Dio. Lo "spirito intelligente" dell'uomo rimane invece sulla Terra, perchè? A prova e riprova dell'esistenza e inconsumabilità di Dio e delle cose da Lui create ... Lo spirito intelligente è ... quel complesso di abitudini: il nostro modo di pensare, la sensibilità, l'attaggiamento morale, l'elevazione spirituale; insomma tutto quello che noi siamo...".
probabilmente è per questa sua convinzione che Rol ripeteva spesso una frase avuta per scrittura auutomatica (forse dalla sua guida): "Dobbiamo lasciare all'umanità sofferente la speranza eterna che in questi terribili fenomeni ci sia della mistificazione".
Vorrei soltanto - giacchè è molto importante - sofffermarmi ancora un attimo sui semplici esperimenti che sono riuscito a compiere da solo, una volta tornato a Napoli. A volte, durante l'arco delle 70 prove tentate, sentivo un brivido percorrermi la spina dorsale: ero allora certo che il fenomeno fosse avvenuto! E questo m ricordava il famoso "risveglio della Kundalini", la misteriosa energia che risiederebbe in alcuni chacra dello schema energetico sottile indù, mediante il quale si realizzerebbero fenomeni paranormali.
La tecnica
Per prima cosa Gustavo tentò (e soltanto un tentativo poteva purtroppo fare!) di farmi capire lo schema "tecnico" che era l'asse portante dei suoi fenomeni, delle sue enormi possibilità. Cercherò di riferirlo con parole mie - naturalmente ricordando le sue - , dato che ne è scritto.ù Il primo elemento importante era la "visualizzazione" del colore verde, identico a quello dell'iride, della meraviglia dell'arcobaleno. Il secondo elemento che si doveva contemporaneamente e intensamente pensare, quasi materializzandolo n se stessi, era la quinta nota SOL anzi era un suono bitonale: DO-SOL. Allo stesso tempo era necessario suscitre la ensazione del calore... L'incorporazione-assimilazione della "tecnica" andava fatta su base "armonica universale", e qui, mi rendo conto, è veremente molto più difficile percepire ciò che realmente intendesse Gustavo, ma sono anche convinto che ognuno possiede interiormente la chiave "magca" per arrivarci.
Per qunato riguarda invece i miei esperimenti, voglia credermi, Caro ed Egregio Amico, è solamente attraverso una pratica intuitiva che si può giungere a comprendere e a realizzare quei fenomeni che a nessuno è dato insegnare o apprendere pedagogicamente. Trovo giusto, legittimo e onesto il Suo desiderio di ricorrere a metodi puramente obiettivi e scientifici e mi auguro che se la cosa è possibile sia per lei quella la chiave che Le dischiuda la porta di un così ermetico forziere.
La scienza è un meraviglioso tentativo: dovereso affrontarlo a costo di qualunque sacrificio, ma attenzione! Ben presto la scienza è fredda e in antitesi con la Material Spirituale che anima tutto il "meraviglioso" che c'è in noi e fuori di noi. Di qui la grande speranza che poi altro non è che l'anticipazione della certezza: tutto ci appartiene alla condizione di saperlo riconoscere - (non discernere) - perchè la verità non ha alternitive di sorta nè consente alcun compromesso...
Leggo che lei vuol sapere cosa si deve intendere per quinta armoniaca. Ho avuto occasione di chiederglielo e mi ha risposto che è l'intervallo fra una nota e quella che pccupa il sets posto dopo di essa, cioè dopo 5 salti ..
"Gli scettici sono degli infelici", ha sovente detto Gustavo Rol. Personalmente credo che, sulla Terra, proprio perchè è la patria della non sicurezza, anche i convinti (o "credenti") abbiano la loro quota-parte d'infelicità. D'altro canto gli "scettici" andrebebro analizzati nel profondo, se non addirittura psicoanalizzati. Gli scettici, che non nutrono nemmeno una briciola di dubbio, sono più infelici degli altri, perchè anche una minima parvenza di dubbio rappresenta almeno un primo passo sulla via della vera comprensione e della vera Conoscenza. In questo senso, chi non ha effettivamente nessun dubbio, perchè è confinato nella più totale negazione, si pone nell'immenso gruppo degli indifferenti. Lord Byron ha parlato di "bigottismo dello scetticismo", e in effetti è così. Gli scettici a oltranza, senta ritorno, hanno il culto del loro scetticismo, ne sono quindi "bigotti"!
Ognuno deve seguire le sue propensioni e decidere, con le sue capacità mentali (se ne ha), se credere o non credere a certe cose a certi eventi; o, meglio, se accettarli o meno.
A fenomeno avvenuto il messaggio dirà : "... Non vi sono limiti alle possibilità umane. Alla condizione, però, che esse non intervengano a sottrarre alla vita quel carattere di unica, insostituibile, meravigliosa anche se travagliatissima prova che è la vita stessa. I sensi rappresentano un mezzo di eccezionale misura onde conoscere le meravigliose possibilità che Dio offre di se stesso all'uomo. Possibilità che nello stesso tempo formano quella trappola mortale che i sensi stessi rappresentano. I sensi, inoltre, sono una modestissima anticipazione di tutte le infinite meraviglie riservate all'uomo per estrinsecazione che Dio stesso rivela nel suo costante desiderio e diritto di affermarsi. A quelle meraviglie l'uomo accede nel perfezionarsi non soltanto in questa vita, potrebbe non essere la prima. Se l'errore è compatito, spesso giustificato, ma non sempre assolto, è puro gesto di misericordia divina rigettarlo e anche punirlo, in quanto nella punizione stessa è insito il desiderio di offrire all'uomo la possibilità di redimersi, quindi di avvicinarsi maggiormente alla stupenda perfezione che Dio è. Quale padre amorosisissimo Egli non solo non abbandona nessuno, ma tutti aiuta, anche gli indegni e anche i reprobi, nel castigarli. Correggere non è punire, bensì aiutare a liberarsi da tutto ciò che tiene il malato lungi dalla fonte che gli dona la vita. Se l'errore non è perseveranza diabolica altro non può essere che diritto alla conoscenza. E' beninteso però che nessun diritto può giustificare il perseverare nell'errore stesso, quand'anche l'uomo sappia, in un raptus intellettivo, considerare l'errore un mezzo orrendo altrettanto quanto nobile. Con queste parole ho inteso qui rivelare il perchè dell'errore stesso, della necessità di non ripeterlo e della possibilità etica che Dio lo consenta. Oggi, 25 settembre 1975".
Come lui stesso diceva spesso, il suo fare oltre la realtà comune era uno spiraglio sull'immensità di Dio, oltre che sull'infinita potenzialità dell'essere umano.
Ad esempio, sia don Juan che Rol erano estreamente restii a rispondere alle domande e al desiderio di sapere dei loro interlocutori. Castaneda in uno dei suoi primi incontri con lui - quando ancora non conosceva le sue straordinarie possibilità sciamaniche nè sapeva chi fosse veramente - gli aveva chiesto informazioni sul peyote, un cactus allucinogeno in grado di provocare stati alterati di coscienza:
"Volete insegnarmi qualcosa del peyote, don Juan?"
"Perchè vuoi imparare questo genere di cose?"
"davvero vorrei sapere qualcosa a proposito del peyote. Voler sapere non è già di per se una buona ragione?"
"No! Devi cercare nel tuo cuore e scoprire perchè un giovane come te vuole accingersi a questo compito di apprendimento."
"E voi perchè lo avete imparato, don Juan?"
"Perchè lo chiedi?"
"Forse abbiamo entrambi le medesime ragioni."
"Ne dubit. Io sono un indiano. Non abbiamo seguito le stesse strade."
"La sola ragione che ho è che voglio imparare sul peyote, semplicemente sapere. Ma vi assicuro, don Juan, le mie intenzioni non sono cattive. "
"Ti credo. Ti ho fiutato."
"Come sarebbe a dire?"
"Lascia perdere. Conosco le tue intenzioni."
"Intendete dire che avete visto dentro di me?"
"Puoi metterla così."
"Mi insegnate allora?"
"No!"
"E' perchè non sono un indiano'"
"No" E' perchè non conosci il tuo cuore. Ciè che importa è che tu sappia esattamente perchè vuoi accingerti a questo".
Idries Shah ha scritto: "Non appena Colui che cerca conquista un qualche grado di comprensione nel vero processo dell'esistenza smette di porre domande che inizialmente sembravano così urgenti e importnati per il quadro complessivo".
mercoledì 8 maggio 2013
martedì 7 maggio 2013
Estratti dal libro "Pensare come le montagne" di Paolo Ermani e Valerio Pignatta
Il libro che qui ho l'onore di introdurre è perfetto per chi abbia davvero voglia di saperne di più, di riflettere, di approfondire e utilizzare concretamente le informazioni per cambiare ora, per cominciare adesso una vita diversa. Il che, come noto, è teoricamente il desiderio di molti e praticamente il programma di pochi. Questo però si confà con il mio modo di vedere le cose, soprattutto su un punto, che trovo ontologicamente fondamentale: il cambiamento avverrà per iniziativa individuale e non collettiva.
Dopo la domanda: quale pianeta lasceremo ai nostri figli? ne viene spontanea un'altra: Quali figli lasceremo al nostro pianeta? Pierre Rabhi
Le risorse idriche sono in continua diminuzione in tutto il pianeta. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nel 2000 1 miliardo e 100 milioni di persone non avevano sufficienti risorse idriche potabili. Oggi i due quinti dell'umanità dell'umanità vivono in condizioni igieniche precarie in conseguenza della scarsità di acqua. In Asia quasi 693 milioni di persone e in Africa 300 milioni non hanno accesso a fonti di acqua pulita.
Rispetto alla deforestazione, invece, possiamo dire che solo tra il 2000 e il 2005 sono spariti 1.011.000 chilometri quadrati di foreste, pari al 3,1% del patrimonio forestale mondiale. Una superficie di oltre tre volte più grande dell'Italia. E il deserto avanza anche in altri modi.
L'inaridimento attuale riguarda circa il 47% delle terre emerse, sia per carenza di piogge, sia per innalzamento delle temperature.
Di fatto, i cambiamenti stanno già avvenendo. Sul fronte della biodiversità, infatti secondo l'ONU, tra il 1970 e il 2006 la popolazione animale è diminuita del 31% i coralli del 38% e le mangrovie del 19%.
...le malattie degenerative sono, in generale, tutte in aumento. In italia la sensibile crescita della loro incidenza non è da individuare unicamente nella mutazione della predisposizione genetica dei malati o nella diffusione di stili di vita errati, ma anche nella pessima condizione di intossicazione ambientale in cui viviamo.
Ma non è sufficiente cambiare il riduttore di flusso dei rubinetti dell'acqua, mettere i pannelli solari o intervenire all'ennesimo dibattito telematico sull'ambiente. In fin dei conti queste azioni non sono nemmeno molto utili se la griglia concettuale in cui questi comportamenti sono attuati è ancora all'interno della società dei consumi e delle sue sclerosi... ...la realtà è che la situazione
s
i sta aggravando sempre più e le persone attive e coscienti impegnano la maggior parte delle loro energie discutendo sulle varie problematiche, raccogliendo firme, organizzando conferenze e dibattiti e campagne di sensibilizzazione nella speranza, conscia o meno, di far prevalere la propria tesi rispetto a un'altra, di apparire più degli altri, di organizzare un gruppo di pressione più potente e così via. Chi poi riesce in questa competizione per il predominio della propria teoria, o raggiunge una maggiore visibilità, spesso costituisce un nuovo partito o cerca di farsi eleggere all'interno di quelli esistenti in una qualche posizione di responsabilità ( e di potere, per piccolo e ben motivato che sia). Queste dinamiche sono in effetti permesse dalla stessa organizzazione socio-politica-economica che vorremmo contrastare e che è specializzata nel reciclare ogni idea, nello svuotarla della sua carica rivoluzionaria per tramutarla in un'icona consumistica e in un trend modaiolo svuotato di ogni senso pratico. Sono storie che abbiamo già sentito e visto innumerevoli volte e che, come abbiamo constatato, non portano a modificazioni reali, ma nel migliore dei casi conducono a una misera lotta fra simili per accaparrarsi posizioni di potere, cariche prestigiose e fama... ... non basta quindi mettersi un impianto fotovoltaico sulla testa per poter affermare che ci trovimao di fronte al "nuovo mondo", non basta costruirsi una casa passiva per essere persone migliori. Le cose sono molto più complesse e richiedono coerenza e intima partecipazione.
Per fare un esempio, anche solo da un punto di vista ambientale, mettere un pannello fotovoltaico e poi mangiare carne tutti i giorni, annulla praticamente i benefici apportati dalla presunta scelta energetica ecologica.
E' stato calcolato che le emissioni prodotte per l'organizzazione e lo svolgimento della conferenza di Copenhagen sono state pari a quelle prodotte sa un paese come il Marocco nel 2006. Il calcolo è stato effettuato dal giornale inglese Sunday Times.
A Guangzhou, in Cina, nel reparto di riabilitazione da videodipendenza da Internet i pazienti vengono sotto pesti a 20 minuti al giorno di bombardamento con onde nanometriche che simulano le stimolazioni che un individuo riceve davanti allo schermo di un computer collegato alla rete. Questo metadone elettronico riduce le crisi di astinenza e calma l'ansia e la depressione che colgono coloro che vengono privati della possibilità di navigare online.
...siamo già arrivati a condizioni agricole di resa e produttività dei suoli catastrofiche. Oggi è stata stimata una perdita annuale a livello mondiale dei suoli di circa 5.5, 2.3 e 12.2 Tg di azoto, fosforo e potassio, rispettivamente. Secondo le stime della Commissione delle comunità europee il 45% (!) dei suoli europei presenta uno scarso contenuto di materia organica.
Nel 1967 il filosofo francese Bernard Charbonneau scriveva: "L'auto-mobile comanda; è il peso dell'universo e della società che ci fa adagiare le natiche sul suo sedile. Viviamo nella bagnarola; vi scorrazziamo sulle autostrade, ci mangiamo negli autogrill; ci dormiamo, ci facciamo l'amore; e ci muoriamo. Ogni divinità esige un sacrificio, e la bella dea riscuote un tributo che è commisurato al su
o prestigio e alla sua potenza. Preleva la sua decima o il suo quinto sul bilancio della città e il salario del lavoratore, per permettergli di correre dietro all'ombra della natura e della libertà, ritrovando alla fine della sua corsa la folla e il rumore da cui era fuggito: l'automobile.
In Italia abbiamo un parco macchine costituito da 36 milioni di vetture e la più alta concentrazione di auto d'Europa con 59 vetture ogni 100 abitanti. In particolare, alla fine del 2006 c'è stato il sorpasso: più mezzi che conducenti, ossia 50.961.543 veicoli a motore mentre i potenziali conducenti erano 50.679.121.
Ebbene, i costruttori di automobili sanno perfettamente tutto ciò e non cercano soltanto di mascherare in modo ambientale compaibile le loro automobili (anche se poi alla fine sono inquinanti più o meno come sempre), ma anche di vincere la corsa all'auto in teoria meno inquinante di tutte, cioè quella elettrica, a idrogeno o simili altre fantasticherie. Come si possa dire che un'automobile del ge
nere sia ambiantalmente compatibile è un volo pindarico che solo degli industriali impegnati in una costante campagna mediatica ingannevole pur di vendere, possono fare. L'elettricità o l'idrogeno che servono per far funzionare le auto come verranno prodotti? Con un colpo di bacchetta magica? Tutte le materie prime che servono per produrre un'auto, da quale angolo di mondo verranno prelevate? Con quale impatto ambientale e consumo energetico?... ...E tutte le infrastrtture collegate al trasposrto automobilistico? Saranno autostrade di fiori, muschi e licheni o avranno come sempre un impatto energetico e ambientale pesantissimo?
Lo stare deve diventare più allettante che muoversi. Se quindi ci chiediamo perchè gli essei umani viaggiano, viene subito da pensare che essi vogliano andare da qualche parte - in un determinato luogo, in un determinato paesaggio o presso determinate persone. Analizzando ancora più a fondo questo bisogno si svela presto un altro desiderio: si vuole andare via. Via da dove ci si trova, via dalla m
ediocrità, via dagli obblighi. Un bisogno primordiale basato in fondo sll'insoddisfazione. Si cercano altrove le cose che non si hanno a casa, o si pensa di non avere: libertà, sesso, anonimato, o viceversa, contatti, un ambiente armonico, fama o anche avventura. Chiediamoci a questo punto se sia possibile soddisfare questo bisogno psichico senza dover viaggiare, azione che, basti pensare ai viaggi aerei, richiede un dispendio materiale enorme. La risposta, come più volte detto, sta semplicemente nel rendere più piacevole lo stare che il viaggiare.
Se la pubblicità ci dice che un'azienda produttrice di acqua minerale in bottiglie di plastica è ambientalmente corretta perchè apre un'oasi dove fa nascere le paperelle o mette un impianto fotovoltaico, la si può trattare solamente come un tentativo di vero e proprio raggiro intellettuale. Non è possibile infatti paragonare l'enorme inquinamento che si genera dalla produzione, il trasposrto e lo smaltimento delle bottiglie di plastica con una risibile produzione di energia da fotovoltaico o la piantumazione di piccoli terreni con qualche alberello.
Non cambierete mai niente lottando contro la realtà esistente. Cambierà qualcosa solo costruendo un nuovo modello che renderà quello esistente obsoleto. Buckminster Fuller
Anche solo un rubinetto che spreca circa 8000 litri d'acqua in un anno. Ma è ancora nulla. Gli acquedotti italiani perdono sino a 60 litri ogni 100 distribuiti. E di certo i privati che li gestiscono non hanno alcun interesse a sistemare le condutture. In agricolture poi è anche peggio. Le irrigazioni agricole costituiscono da noi il 45% del totale del consumo di acqua e di questa solo il 16% per sgocciolamento temporizzato, quindi con sprechi enormi sul consumo complessivo.
Nell'oceano Pacifico è stata individuata un'isola galleggiante di rifiuti che vanno alal deriva seguendo le correnti marine. Essa ha un diametro di circa 2500 chilometri, è profonda 30 metri ed è composta per l'80% da plastica e per il resto da altri tipi di rifiuti. E' stata chiamata anche " il settimo continente". I danni all'ambiente e alle forme viventi di questa discarica oceanica sono incommensurabili. Anche nell'oceano Atlantico, nella zona del Mar dei Sargassi, c'è un'isola galleggiante di rifiuti, soprattutto di plastica, simile a quella del Pacifico.
Il potere corrompe e non rispetta nemmeno le regole che si dà a se stesso.
Come hanno dimostrato alcune ricerche, anche una bassa percentuale di clienti che boicotta un produttore di un bene o di un servizio induce l'azienda stessa a un cambiamento di rotta. A volte, anche solo il rischio che si diffond una cattiva immagine aziendale o del prodotto è sufficiente affinchè responsabili di potenti multinazionali mutino direioni programmate.
Il potere è una droga irresistibile che riempie i vuoti della propria vita, gonfia spropositatamente l'ego, rende visibili le proprie mancanze e lacune sostituite dalla superbia per la venerazione di cui si è oggetto.
Per la maggior parte delle persone occidentali, l'esistenza quotidiana è infatti ormai solitamente compressa in tempi stretti e stressanti, vuoti relazionali, scarsa disponibilità economica rispetto ai desideri o addirittura alle necessità e alle illusioni materiali evanescenti come fumose proiezioni olografiche. Il trinomio crescita, innovazione e progresso è la deità che ha presosopravvento e cui si prostrano governi, partiti e nazioni.
Se abbiamo un'automobile a testa e ogni mattina ci sono code interminabili di automobili con una sola persona a bordo, non vuol dire, come sostiene il presidente del consiglio, che siamo un popolo ricco. Vuol dire che abbiamo abdicato alla facoltà di pensare e siamo stati anestetizzati in modo irreversibile. Non ci rendiamo più conto di quanto sia assurdo incolonnarsi in code interminabili ogni mattina e non sentiamo più la sofferenza che genera.
Chi produce i beni di cui ha bisogno, sa e sa fare. Conosce l'ambiente in cui vive e le risorse che offre. Sa come utilizzarle senza esaurirle e senza guastarle. Il fine del suo lavor è migliorare il contesto in cui vive per poterci vivere sempre meglio. Il suo fare è connotato qualitativamente. E' un fare bene. Chi produce merci in cambio di denaro è inserito in un meccanismo finalizzato a produr
ne sempre di più, che non ha legami col territorio in cui si svolge, e non sa fare nulla oltre ciò per cui viene pagato. Non deve saper fare nient'altro, perchè col denaro che riceve può comprare tutto ciò che gli serve, e perchèè non sa fare nient'altro non gli resta altra scelta che comprare tutto. Quindi non può fare a meno di continuare a produrre merci in cambio di denaro. E' sottomesso a un fare privo di qualtà che ha come scopo la mercificazione totale della vita umana.
Negli ultimi anni si sta unoltre cercando di superare il livello di rapina tout court per approdare a uno stadio di furto più raffinato: i paesi ricchi o anche alcuni di quelli denominati in via di sviluppo comprano direttamente migliaia e migliaia di ettari dai vari Stati nazionali, soprattutto in Africa e Asia, proprio per cercare di assicurarsi risorse di cui non dispongono o che stanno già scarseggiando nei rispettivi territori.
Quando manca la comunità e la solidarietà non importa che pelle indossi o che lingua parli, l'importante è che gli altri non ti vengano a portare via il tuo gruzzolo faticosamente guadagnato e la possibilità di riempirti il carello al tempio del consumo. siamo convinti che con il passare del tempo avremo sempre più esempi di intolleranza e chiusura sociale slegati da connotazioni razziali o religi
ose. La differenza la farà semplicemente il grado di integrazione nella centrifuga consumistica e nelle gerarchie socio-economiche riconosciute. Non abbiamo grandi illusioni che gli immigrati portino una ventata di giustizia e solidarietà. Non se il loro punto di partenza è l'adesione entusiastica al paradiso virtuale che il capitalismo liberista offre dalle vetrine dei suoi negozi scintillanti... ...Più che di integrazione si deve dunque parlare di omologazione alla religione del consumo. Gli immigrati sono invitati a cancellare le loro culture e le loro usanze per adeguarsi almodello occidentale, enorme bazar socio-economico dove tutto si compra e tutti si vende, dove non c'è più cultura nè tradizione ma solo merce che si scambia con denaro. Prostituzione globale. Anche dei sentimenti, delle emozioni e delle credenze.
Basti pensare che il Trattato costituzionale europeo, presunto trattato di unione dei popoli, non riportava nemmeno una volta il termine "fratellanza". Conteneva però il termine "banca" 176 volte, "mercato" 88 volte, "liberalizzazione" o "liberale" 9 volte, "competizione" o competitivo"29 volte, "capitale" 23 volte.
Ci si chiede (e non crediamo retoricamente) dove stia il bello nel collassare nell'ubriacarsi fino ad andare in coma, nello stare male, nell'agire con incoscienza, quando di fronte a noi, volendo, abbiamo una vita meravigliosa da esperire con tutte le opportunità che ne derivano.
Un'organizzazione sociale dove l'arrivismo, l'ostentazione, l'apparenza, e la competizione sono la legge dominante genera un contesto dove è assai probabile che l'alienazione che ne deriva sfoci poi in comportamenti autodistruttivi. E la repressione.
La vera capacità di vivere bene sta infatti nel capire cosa vogliamo profondamente e realizzarlo.
Come hanno affermato già secoli orsono antichi filosofi la serenità sta in uno stato dell'essere e non dell'avere.
Quando di fronte a queste analisi si viene liquidati con la parola "utopisti" si nota in effetti una contaddizione. La vera utopia ci pare sia quella di continuare a credere che la mercificazione di tutti gli aspetti dell'esistenza e lo sfruttamento planetario lascino spazio per un possibile qualsiasi futuro.
A nostro parere non è vero che la tecnologia ha permess di diminuire le distanze. L e ha aumentate rendendole superficiali. Il nostro vicino di casa non è mai stato così distante come oggi. Però possimao chattare con un vegan come noi che abita in Islanda. Questa situazione sta generando una alienazione di massa mascherata da progresso scientifico. La residua umanità che ancora avevamo - nel senso
di quella qualità umana dell'essere caritatevoli e solidali tra noi che apparteniamo alla specie Homo Sapiens Sapiens - sta lasciando il posto alla metematizzazione dell'esistente e alle sovrastrutture per la sua percorribilità. Videomovimento (osservare il mondo da un finestrino) e videologia (l'ideologia di recepire le manifestazioni dell'esistenza attraverso video/film/tv%pc) sono oggi alla base della relazione umana e intraspecie. Perloomeno in occidente (e gradualmente nel resto del mondo). L'alienazione di massa e lo stato di squilibrio mentale e relazionale diffuso derivano dal fatto che la nostra condizione biologica di base, che persiste nonostante tutto (e non potrebbe fare altrimenti), risente della mancanza di esperienze concrete, dirette, toccate, annusate impastate.
Il recupero poi è anche planetario, perchè un'agricoltura che non fa uso di sostanze chimiche non inquina le falde acquifere, non stermina miliardi di microrganismi e insetti utili, non lascia depositi di metalli pesanti, non sterilizza i terreni e non ne provoca l'erosione. Senza contare che non aumenta il consumo energetico che serve per produrre i fertilizzanti chimici. Con l'agricoltura biologica, insomma, si prospetta la possibilità di lasciare in eredità all'uomo di domani un pianeta migliore.
Gli agricoltori accettano di esporsi alle sostanze tossiche che utilizzano, i commercianti accettano di distribuire e vendere i prodotti che ne derivano e i consumatori accettano di ingoiare i residui di questi composti velenosi che i cibi ormai inglobano. Tutto sembra inevitabile ma i cambiamenti di direzione sono assolutamente possibili ed essi dovrebbero partire dai consumatori stessi, senza as
pettarsi grandi strategie salutari da parte di ministeri, istituzioni o multinazionali. Quello che va rivisto è il rapporto che abbiamo con il cibo, sia dal punto di vista fisiologico, che psicologico ed etico. La scelta di prodotti coltivati senza pesticidi e il preferire alimenti di stagione, locali e non importati potrebbe aumentare significa lo stato di benessere dell'ecosistema e dell'umanità, considerata sia nel suo insieme sia nei suoi singoli individui che la compongono. Secondo un rapporto della Union of Concerned Scientists, in termini di impatto ambientale le nostre scelte alimentari competono solo con i trasporti.
la più importante associazione scientifica statunitense sull'alimentazione, l'American Dietetic Association, ha pubblicato una raccolta di dati scientifici dal titolo "Position of the American Dietetic Association "Vegetarian Diets" - Technical Support Paper" in cui vengono evidenziate positivamente le relazioni tra dieta vegetariana e riduzione di rischio per moltissime patologi croniche (e non solo il cancro) tra cui: arteriosclerosi, obesità, coronapatie, ipertensione, diabete mellito, cancro del colon, cancro del seno e della prostata, osteoporosi, calcolosi renale e diverticolosi intestinale.
Un appezzamente di un ettaro di terra coltivata è in grado di sostenere più di sette persone se queste si nutrono direttamente dei prodotti vegetali che esso produce e di 1 solo individuo se questo segue una dieta basata sul consumo di prodotti di origine animale.
Nei moderni allevamenti intensivi servono circa 10 kg di cereali per produrre 1 kg di carne bovina e 5 kg per produrre 1 kg di carne suina. In totale diamo al bestiame 3 volte il cibo che esso ci restituisce sott forma di carne, latte e uova. In media il bestiame perde quindi oltre il 70% delle calorie nei prodotti agricoli che mangia.
Un altro dato importante che rivela l'impatto della carne sugli ecosistemi e sul piano economico è quello del peso dell'allevamento di animali sulle emissioni di gas serra. In una recente analisi del World Watch Institute si sostiene che il 51% delle emissioni globali annuali di gas serra è dovuto all'allevamento fdel bestiame. Nelle sue varie filiere di lavorazione come il trattamento, la refrigerazione ecc.) C'è ancora qualcuno che crede che il problema della fame nel mondo sia dovuto alla sovrappopolazione o che semplicemente non si possa risolvere o che servano gli OGM? Il problema reale sono la volontà e la consapevolezza umane.
da un punto di vista agronomico l'appetito mondiale di biocarburanti è insaziabile. I cereali necessari per fare un solo pieno a un SUV con serbatoio da 95 litri potrebbero nutrire una persona per un anno.
Afferma Norbert Bensaid nel suo noto Le illusioni della medicina: La medicina per proteggerci sfrutta la nostra paura di morire. E cosi ci fa morire di paura.
Continuiamo a produrre tutte le merci attuali a un ritmo crescente avvalendoci di sole fonti rinnovabili? E le risorse (che già scarseggiano) per continuare a produrre le suddette fonti rinnovabili e quantità di merci sempre maggiori a livello mondiale, dove le troviamo? Su Marte, sulla Luna, su Giove? Con quali costi? Con quali Tempi? La soluzione reale, più veloce, economicamente conveniente, ambientalmente sensata e dai risultati certi è diminuire drasticamente i consui/sprechi energetici.
Una casa passiva è un'abitazione che garantisce il benessere termico senza la necessità di un impianto di riscaldamento convenzionale (termosifoni o altro). Viene definita passiva perchè le perdite termiche della casa durante la stagione fredda sono compensate quasi completamente dall'immagazzinamento passivo del calore del sole tramite le finestre ( e un ottimo isolamento) e da quello generato al
l'interno dell'abitazione da elettrodomestici e dalle persone stesse che ci vivono. Queste abitazioni possono essere costruite impiegando qualsiasi materiale di costruzione ossia legno, mattoni o cemento armato. L'energia necessaria a pareggiare il bilancio termico dell'edificio è fornita solitamente da sistemi non convenzionali come panneli solari o pompe di calore per riscaldare l'aria dell'impianto di ventilazione controllata a recupero energetico.
E invece di inquinare l'atmosfera con gli inceneritori e distruggere materiale utile o aumentare i volumi e il numero delle discariche, sarà fondamentale aprire stabilimenti per il riciclo dei rifiuti gestiti direttamente dalle amministrazioni comunali in cui impiegare giovani e disoccupati (lavori finalmente e veramente socialmente utili). Questi aspetti uniti a una radicale riduzione complessiva
di rifiuti e alla raccolta differenziata puntuale porta a porta, risolverebbero alla radice l'annoso problema dei rifiuti. In questo modo si registrerebbero risparmi economici molto elevati per la collettività e per le amministrazioni e si creerebbero numerose opportunità lavorative e di salvaguardia ambientale che nè gli inceneritori nè le discariche sono in grado di fornire.
Se poi si utilizza una cucina economica si può risparmiare anche sul gas per cucinare oltre che riscaldare l'acqua e gli ambienti creando una sensazione gradevolissima rispetto ai termosifoni tradizionali. Per non parlare del gusto dei cibi cotti su questa stufa.
Innanzitutto occorre fare una premessa, dura e cruda ma obbligata: siamo virtualizzati, non sappiamo praticamente fare più nulla. Certo non tutti, ma la stragrande maggioranza degli umani occidentali versa in queste condizioni. E per "fare" intendiamo fare con le mani, con il corpo, con i piedi, con l'astuzia, la forza, la manualità, la sapienza tramandata, l'arte della sopravvivenza innata. Siamo
alla deriva, in balia delle correnti elettroniche dei nostri megaschermi che ci trasportano in pieno oceano esistenziale dove a un tratto ci accorgiamo di essere terribilmente soli, incapaci di nuotare e dipendenti da tutto e da tutti. Ma cambiare rotta si può ed è più facile di quanto possa sembrare a prima vista. Non siamo poi così inetti. Provare per credere. Certo in questo modo siamo molto più funzionali al mercato. Chi non sa fare nulla deve acquistare tutto. E questo per una società fondata sui consumi in cui tutto viene venduto è il massimo. Tuttavia uscire dal circolo vizioso che ci costringe a lavorare sempre di più per poter acquistare sempre più merci è possibile; il percorso che porta a una maggiore libertà di sperimentare la vita dipende in gran parte solo da noi. Su la testa!
Sfatiamo un tabù che ci perseguita da sempre, quello per cui non si può scegliere e non si può decidere della propria vita ma c'è sempre qualcosa che c'e lo impedisce. Nella grandissima parte dei casi sono gentili menzogne che raccontiamo a noi stessi o sentimenti di paura rispetto a quello che ancora ci è sconosciuto. In realtà, sarebbe più opportuno assumere un atteggiamento più positivo verso l
a vita e iniziare a smettere di lamentarsi o di imputare sempre a qualcun altro la responsabilità delle nostre sventure (più o meno reali): il lamento è infatti probabilmente lo sport nazionale più praticato... ... Tutti poi ripetono il mantra per cui non si sa mai cosa può succedere e di conseguenza accumulano, accumulano e ancora accumulano. Un vezzo, diremmo, quasi preistorico, in funzione di possibili futuri tempi di carestia. Qunidi, dietro al velo di paura e alle scuse che adduciamo a noi stessi c'è ben poco di reale. Ciò che fa paura è soprattutto nella nostra mente, nel martellante pensiero del bisogno di "sicurezze". Sicurezza di arrivare alla pensione avendo regalato la propria vita a qualcun altro che è prosperato sulle nostre paure di vivere? La sicurezza di accumulare soldi e beni per i posteri? La paura di morire (alla fine, di quello si tratta) impedisce di fatto di vivere. Così si muore spiritualmente subito.
Sono sempre più coloro che si domandan dove è finita la sana e smeplice scuola di una volta. Quella che ti permetteva di imparare divertendoti coi toui compagni e non di gareggiare per prmeggiare sopra i tuoi concorrenti.
Una vera scuola dovrebbe orientare i ragazzi alla solidarietà e alla felicità per tutti sul pianeta. Il senso di giustizia, di equità e di rispetto dell'altro e del'ambiente dovrebbero essere tra i requisiti primari della pedagogia del nuovo millennio.
Va messa profondamente in discussione l'adorazione per gli imprenditori che "creano occupazione". Secondo questa dinamica qualsiasi attività intraprendano anche gli specultaori e gli industriali più avidi è meritoria, basta che essa generi posti di lavoro.
Perlomeno non nel mondo occidentale. In questa parte del globo non ci sono alibi per chi vuole veramente reinventarsi un lavoro, salvo situazioni limite. Al contrario delle persone costrette a vivere senza speranza, e anche per colpa nostra, nelle baraccopoli di mezzo mondo, qui la facoltà di cambiare ci è data. Non è necessario attendere le vacanze per respirare una boccata di libertà o per recup
erare energie da immettere nell'inferno produttivo. Non serve illudersi di essere vivi grazie all'ausilio di qualche droga o di offuscanti litri di alcol. Le occasioni di ciò che Tolstoj chiamava "vita vera" si presentano abitualmente, se sappiamo coglierle, e se non le incontriamo le possiamo anche inventare di sana pianta. Le attività utilizzabili ai finidel sostentamento e dell'espressione della creatività umana sono tante quanti sono gli individui e forse addirittura quante sono le doti che ogni persona ha nel suo bagaglio culturale e psicofisico.
Erevamo un popolo di artigiani e contadini, con conoscenze e capacità eccezionali, e siamo diventati un popolo di digitatori di tastiere, perdendo progressivamente tutta la conoscenza, , la saggezza, la capacità di attività di importanza vitale, bollandole come fossili del passato.
La crisi, se possibile, ha messo ancor più in evidenza che non mancano i soldi e le merci. Siamo sommersi dagli oggetti. Semplicemente mancano soldi o merci da sprecare ancora di più. E' un pò quello che avvine con l'energia. Non è che manchi o non ce ne sia abbastanza: essa viene semplicemente e spensieratamente sprecata in quantità crescenti. Il problema è che è proprio il superfluo ciò che si desidera e che l'impossibilità di conseguirlo scatena la terribile astinenza da spreco, una nevrosi sempre più diffusa a livello spciale ed individuale.
La spiritualità è innanzi tutto indipendenza di pensiero, di contemplazione e di azione nel rispetto dell'altro e, in secondo luogo, attività concreta di costruzione di un mondo migliore in prima persona e nella propria quotidianità.
Chi possiede danaro è danaro. Chi si identifica con le proprietà è la proprietà, o la casa, o il mobilio. Similmente con le idee o con la gente; quando vi è possesso, non vi è relazione. La maggior parte di noi possiede perchè, se non possiede, non ha altro. Siamo gusci vuoti se non possediamo, se non riempiamo la nostra vita di mobili, di musica, di conoscenza, di questo e quello. E quel guscio f
a un sacco di rumore, e quel rumore lo chiamiamo vivere; e di ciò siamo soddisfatti. Quando vi è rottura, quando ciò si frantuma, allora vi è angoscia, perchè improvvisamente si scopre come siamo fatti: un guscio vuoto senza molto significato. Esser consapevoli dell'intero contenuto della relazione è azione, e in quell'azione vi è una possibilità di relazione vera, la possibilità di scoprirne la grande profondità, il grande significato, e di sapere cos'è l'amore. Krishnamurti
Non ci sono maestri ai quali rivolgersi che possono vivere al posto nostro.
Krishnamurti rispondendo a una domanda ad hoc sul senso della vita ha chiarito che: La vita ha un significato, un fine? Il vivere in se stesso non è il proprio stesso fine, il proprio stesso significato? Perchè siamo troppo insodisfatti della nostar vita, perchè la nostra vita è troppo vuota, volgare, monotona, perchè continuiamo a fare sempre la stessa cosa, per questo vogliamo qualcosa di più, q
ualcosa che vada oltre quanto stiamo facendo. Essendo tanto vuota, sorda, priva di significato, fastidiosa, intollerabilmente stupida la nostra vita quotidiana, affermiamo che la vita debba avere un significato maggiore, ed ecco perchè Lei mi pone questa domanda. Senza dubbio, chi ha una vita ricca, chi vede le cose quali sono ed è pago di ciò che ha, non è confuso; ha la mente chiara, e pertanto non domanda quale sia lo scopo della vita. Per lui, lo stesso vivere è inizio e fine.
In sostanza, per dirla con Tolstoj: "Io pensavo un tempo che la ragione fosse la principale qualità dell'animo umano. Era un errore e io sicuramente lo sentivo. La ragione è solo lo strumento della liberazione, della manifestazione dell'essenza dell'anima: L'amore".
La popolazione italiana si concentra per l'80% sul 5% del territorio nazionale, ossia le aree urbane.
Alcune persone protestano, s'impegnano ma non cambiano la propria vita. Per fare un esempio pratico, se si va a una manifestazione contro le basi militari statunitensi in Italia e si marcia tutta la giornata scandendo slogan contro questa o quella istituzione politica o militare nazionale o internazionale, ci sembra di fare una gran cosa e di combattere con la nostra presenza e il nostro impegno l
'ingiustizia di uno strapotere strafottente, che genera una situazione poco dignitosa per il nostro paese. E sicuramente c'è del vero. Se però a fine giornata ce ne torniamo a casa passando prima dallo sportello automatico della nostra banca (che magari finanzia il commercio delle armi), poi facciamo la spesa al discount e la sera ci dedichiamo a tv "sofficini" e Coca-Cola, è palese che il sistema che condanniamo prospera sulle nostre condizioni, coscienti o meno che siano. Il passaggio fondamentale da affrontare è quindi quello della protesta ideale a una fase di cambiamento reale della propria vita, a partire dalle scelte di tutti i giorni.
Secondo Legambiente e Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), solo in Italia, ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie terrestre, ossia 1 milione di metri quadri, che in un anno fa 365 milioni. In Italia. Cfr. "Legambiente e INU lanciano il Centro di ricerca sui consumi di suolo", comunicato stampa di Legambiente, 22 gennaio 2010. Solo nel periodo che va dal 1990 al 2005 è stata edificata in Italia un'area pari al Lazio e all'Abruzzo messi assieme.
In un'intervista comparsa su l'avvenire nel maggio 2007 sempre il filosofo francese afferma che "lo schermo rimpiazza l'orizzonete, e per contro il nostro orizzonte è limitato allo schermo. Ci illudiamo di vedere tutto e invece l'occhi scorge quasi nulla. (...) ormai stiamo transitando dall'obiettività alla tele-obiettività".
Le Mag (Mutua AutoGestione) sono società cooperative che operano nell'ambito dell'obiezione monetaria e della finanza critica. Sono attive in varie città del Nord Italia e raccolgono fondi e risparmi per finanziare progetti di economia solidale, cooperative e piccoli produttori agricolo biologici, botteghe del commercio equo, associazioni ambientali o di solidarietà sociale eccetera.
Un'idea si diffonde meglio se una persona la incarna. Quando la vita stessa di un individuo diventa un messaggio, quel messaggio non conosce ostacoli.
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