"Con
la legna ci si scalda tante volte: alla macchia per segarla...poi per
caricarla...poi per riscaricarla...poi per fare i ciocchi da stufa...poi
per i pezzi da camino...poi per stivarli in legnaia...poi per portarli
in casa ogni giorno...
E solo dopo tutte queste scaldate riusciamo a dar fuoco alla legna e scaldarci anche in quel modo.
Con la legna ci si scalda sempre tante volte!"
Così ha esordito l'Agricoltore Anacronistico quando gli ho chiesto di parlarmi dell'argomento.
Lui
viene da una famiglia che si è sempre scaldata con la stufa, e che
tutt'oggi rifugge l'utilizzo del metano per il riscaldamento: lui stesso
al suo podere ha 3 punti calore ed un forno alimentati a legna, e non
vede altra alternativa.
Scaldarsi
con la legna, e tutto parte da qui secondo una personalissima
riflessione basata solo sull'esperienza (e non certo sullo studio) di
cosa vuole dire fare tale scelta nel suo territorio.
Partiamo da dove arriva la legna.
Vivere
in campagna non vuol dire necessariamente potersi scaldare solo con la
legna, ma certamente offre svariate possibilità per farlo, anche solo
recuperando legname dall'azienda.
I residui di potatura infatti costituiscono circa il 10-15% della legna arsa e sono costituiti da:
-
vite: con i tralci si alimenta il forno (devono essere secchi almeno di
6 mesi) e con le branche la stufa ed il camino. La vite offre un grande
caldo anche se poco duraturo. All'Agricoltore hanno insegnato a usare
questa legna quando si vuole fare il pesce azzurro alla griglia (ottime
le acciughe).
-
olivo: i polloni vengono uniti in fasci e fatti seccare al sole per poi
alimentare il forno (ottimi per il pane), i rami ed il tronco (quando
capita di segarlo) sono sempre destinati al camino e alla stufa.
L'olivo offre un ottimo caldo ed è preferibile che sia molto secco e
asciutto (generalmente usa tagli di almeno un anno).
-
castagno: durante la potatura del castagno il nostro amico ammassa veri
e propri tesori. In barba a quanto dicono che il castagno più fresco
(5-7 mesi) non è adatto al camino perchè scoppia e rischia di lanciare
lapilli, lui li usa per la stufa dove il crepitio è pure piacevole da
ascoltare. Le potature di oltre un anno possono essere utilizzate anche
nel camino. Questo legno è amato dall'Agricoltore per la sua grande
duttilità.
-
frutti: pero e melo possono essere bruciati anche intorno ai 6-7 mesi
dal taglio, ma è importante che il pesco, l'albicocco, il ciliegio ed il
susino siano ben stagionati (oltre un anno): la loro resina può
riservare spiacevoli sorprese nella vostra canna fumaria.
E' poi il turno del taglio dei seponali e pulizia dei campi.
Sono sempre molte le occasioni in cui ci son da ripulire le prode (il perimetro) di un campo da lavorare, oppure le volte in cui si devono sbassare (mantenere bassi) i sieponali ossia le file di alberi che delimitano una proprietà o un campo.
In
entrambi i casi il pennato e la sega ci permettono di collezionare
della legna (talvolta considerata minore) che può essere destinata al
fuoco.
Il nostro Agricoltore riesce tagliare fino al 10% di legna destinata al consumo annuo.
L'olmo e l'acacia fanno molto caldo (sopratutto la seconda), ma devono essere ben secchi e la loro durata è bassa. La cascia (acacia) è indicata per il fuoco del forno, e rilascia pochissima cenere: raggiunge temperature molto alte in breve tempo.
Quando
è concesso (previo avviso alle autorità di competenza) è possibile
anche tagliare la ginestra (un tempo lo si poteva fare liberamente), ed
anche questa è molto buona per il forno (rametti e tronco).
Il restante 75-80% della legna arriva direttamente dal taglio del bosco.
In
tutt’Italia sono tantissime le specie che popolano i tanti boschi:
basti pensare al tesoro della macchia Mediterranea, sino a salire nelle
faggete ed abetaie di montagna.
Il nostro Agricoltore vive in Toscana, ma basta fare due curve di strada ed entrare o salire nell’entroterra che tutto cambia.
- Carpino: rappresenta circa 1/5 della legna di bosco. Discreto nel fornire calore è anche semplice da segare e stivare.
- Cerro: rappresenta circa 2/5 della legna del bosco. Abbondantissimo intorno al podere, è una risorsa inesauribile.
- Orniello:
rappresenta 1/5 della legna del bosco. Non è un grande legno per il
fuoco, ma è molto presente (e non solo nel bosco) ed è quindi bene
sfruttarlo. Generalmente non lo usa da solo, ma gli affianca un pezzo
molto secco oppure di un legno che faccia più calore.
- Leccio:
rappresenta 1/5 della legna del bosco. Amatissimo dall’Agricoltore (al
pari dell’olivo e secondo solo al castagno) è questo un legno che dura
molto nel fuoco offrendo tanto calore, ma che non è adatto per le fasi
dell’accensione. Talvolta usa pezzi vecchi di 5-6 anni e sorride mentre
si sfrega le mani al fuoco da essi prodotto.
- C’è
poi altra legna che viene dal bosco (acero, erica, ginepro, meli
selvatici, sorbo, corbezzolo), ma costituiscono solo una minima parte
inferiore a 1/5. La scopa (erica) è comunque ampiamente apprezzata per avviare (accendere) il fuoco di stufa e camino, ed i suoi tronchi sono caldissimi (seppur piuttosto esili).
L’Agricoltore
brucia una quantità che oscilla dai 70q ai 95q anno di legna, cercando
di usare 2/3 di legna dell’anno (legna della primavera precedente con un
minimo di 7 mesi d’essiccazione) ed 1/3 di legna di oltre due anni.
Questi sono i suoi punti calore:
- Stufa
Cucina Economica, posizionata nella cucina: questa viene accesa i primi
giorni di ottobre e spenta in Maggio inoltrato. E’ attiva 24ore al
giorno, e lì vengono cucinati i pasti e tenuto il bricco dell’acqua * (un bollitore perennemente pieno) .
- Camino
nella sala: viene acceso nel tardo pomeriggio per dare calore per il
dopocena, viene mantenuto sempre acceso nei freddi giorni di gennaio e
febbraio e quando c’è la neve.
- Stufa
a pozzino nella camera da letto: questo tipo di stufa viene caricata
dall’alto ed è accesa nel pomeriggio per stiepidire l’ambiente prima di
coricarsi, salvo i periodi freddi in cui è sempre accesa.
- Il forno a legna: accanto all’uscio di casa (ingresso)
viene acceso svariate volte durante l’anno. L’Agricoltore punta ad
accenderlo ogni 10 giorni (tutto l’anno) per cuocere il pane.
continua
*Il
bricco dell’acqua è una costante in molte case di paese e di campagna.
Questo infatti svolge la funzione di umidificare l’ambiente che
rischierebbe di essere troppo secco con la stufa sempre accesa. Inoltre
è una riserva continua di acqua bollente utile per lavare i piatti,
fare il bucato e cucinare. Generalmente il bricco è fatto di rame, ma
vanno bene anche bricchi di alluminio e acciaio leggero.
La SOSTENIBILITA' dello scaldarsi a legna è certamente al suo culmine
nell'esempio specifico dell'Agricoltore, che si taglia dal suo terreno,
si trasporta con i suoi mezzi, si sega e accatasta a casa sua, e si
brucia per scaldarsi e cucinare: un ciclo veramente chiuso a kilometri
zero e con una limitata emissione di inquinamento nell'aria.
La sostenibilità si abbassa se la legna ci viene portata da terzi, che magari acquistano la legna da segare da altre persone ancora, e che ci portano il ciocco tagliato direttamente in paese: i kilometri fatti da quella legna rischierebbero di essere molti, ma...guardiamo il male minore.
Il male minore è appunto che decidiamo di scaldarci con la legna, un bene RINNOVABILE E NATURALE...che la nostra terra ha da offrirci, e che è a sufficienza per molti di noi (non tutti considerando le metropoli e le zone dove non sono presenti i boschi).
Il presupposto sarebbe quello di affidare il taglio a persone competenti, che non "stuprino" il bosco con tagli esagerati, ma che abbiano ben a cuore il rinnovamento di quell'ecosistema; seguirebbe poi la distanza limitata tra il luogo del taglio e quello della consegna; in fine la capacità di sapersi adattare al fuoco di legna e a quello che comporta.
L'ultimo punto è per molti il più ostico da comprendere e affrontare: "La legna sporca...la stufa fuma...i muri ingialliscono...ci vuole troppo tempo per riscaldare un ambiente...non è pratico", e sono questi alcuni pensieri comuni a molti.
L'Agricoltore scuote la testa e borbotta.
Forse queste famiglie si son dimenticate di come ci scaldavamo prima dell'avvento del metano; vogliamo forse parlare del Kerosene o del carbone?
Ripetiamo il concetto che la legna è un combustibile rinnovabile, e a quanto pare è l'unico nel suo genere.
Se (come detto prima) in taglio è regolato da severe regole e se il bosco è vicino alla vostra casa, perchè non considerare la legna come l'unica valida alternativa per scaldarsi?
Ci sono poi l'eolico (che tanto piace all'Agricoltore Anacronistico) ed il fotovoltaico, ma qui stiamo parlando di combustibili...e delle rinnovabili parleremo un altro momento (ottima alternativa comunque...se non la migliore).
Evitiamo anche di paragonare la legna al pellet: nessuno di voi si è mai chiesto quanta energia occorra per tagliare...trinciare...pellettizzare...confezionare (rigorosamente in plastica...)...distribuire...consegnare un sacco di pellet?
Per carità, sempre meglio del Kerosene, dei riscaldamenti a gasolio o gpl, e del metano...ma imparagonabile alla legna in termini di sostenibilità (e magari anche di calore).
E poi vogliamo parlare della qualità del calore che ci regala la legna?
Beh...tante sarebbero le banalità da dire, e non è intenzione di chi scrive quella di cadere nel calderone dei luoghi comuni, ma solo quella di aprire una finestra su UNA SOLUZIONE ANTICA QUANTO L'UOMO.
L'Agricoltore ricorda che la nonna gli aveva raccontato una cosa sull'avvento dei fornelli a gas: "All'epoca erano scettici sull'utilizzo del gas. Erano convinti che la roba cuocesse troppo velocemente e che poi facesse male all'organismo. Preferivano il carbone a quella nuova comodità. Oggi nonna ha 81 anni, ed ogni volta che viene a pranzo qui al podere mi fa notare come si senta che il cibo è stato cotto sulla stufa o dentro ad un forno a legna. Forse allora qualcosa di vero c'è?
Mi capita che vengano a trovarmi cari amici coetanei che utilizzano il fornetto a microonde per ogni tipo di piatto, ed anche loro mi fanno notare la grandissima differenza di sapore, odore e consistenza che assume il cibo...e quanto sia più buono cotto sulla stufa.
Che allora sia vero?
Chi di noi non preferisce la pizza cotta nel forno a legna, oppure l'arrosto di un forno tradizionale?
Pensiamoci, e cerchiamo di pensare anche alla nostra salute oltre che al piacere di mangiare."
Ogni volta che accendiamo un fornello noi consumiamo qualcosa che non ci sarà più, e questo qualcosa una volta che è finito...è finito per davvero.
Noi tutti, in un modo o nell'altro, ogni giorno contribuiamo a CONSUMARE il nostro pianeta...e partire anche da una piccolissima cosa come l'utilizzo della legna come combustibile, potrebbe ridarci la capacità di non consumare proprio tutto.
Il discorso etico e quello pratico potrebbero anche scontrarsi, ed è bene ribadire quanto sia difficile (se non impossibile) fare certi ragionamenti in certe zone d'Italia oppure nelle città...ma la nostra nazione è grande, e chi ha la possibilità di scegliere potrebbe valutare quanto appena detto come valida alternativa per andare avanti.
L'aspetto romantico di tutto questo trova collocazione in un contesto etico e morale, e sopratutto ecologico-ambientale.
Il calore della legna è senza dubbio il miglior calore e una soluzione naturale per scaldarsi.
L'Agricoltore Anacronistico oggi è venuto a sapere che ci sono dei comuni in Toscana che vietano l'accensione di stufe e camini causa emissione di polveri sottili PM10: a quanto pare c'è chi vede nei comignoli fumanti una grandissima minaccia per il nostro pianeta.
Non è certo nostra intenzione sparare a zero su chi ha preso tale decisione, certi che evidentemente c'è una solida verità dietro a tale scelta, ma....
A monte cosa dovremmo fare? Prima di spegnere i comignoli delle nostre abitazioni, che cosa tali comuni dovrebbero fare?
Beh...come minimo vietare la circolazione di ogni auto, autobus, taxi, motorino e camion...
...successivamente spegnere tutte le caldaie a metano, gasolio e gpl...
...vogliamo poi parlare dell'industria???
Beh...a questo punto potrebbero essere spenti i comignoli incriminati, ma solo dopo aver spento tutto il resto...roba da matti.
E pensare che non si potrebbe neanche più scaldare il povero che non ha soldi per farlo con il petrolio...roba da matti.
Addirittura in molti comuni toscani c'è il divieto di incendiare sterpaglie e residui di potatura: infatti il contadino dovrà chiamare un camion (che forse consuma ACQUA CALDA e non gasolio???) per ritirare (magari) un'esigua quantità di fronde ed erba, e stoccarla da una qualche altra parte per divenire chissà poi cosa (e comunque non certo con motori che consumano ACQUA CALDA...).
L'agricoltore Anacronistico dice che forse non ci rimane altro che scaldarci a suon di zappatura e bicchieri di vino buono...
...roba da matti.
La sostenibilità si abbassa se la legna ci viene portata da terzi, che magari acquistano la legna da segare da altre persone ancora, e che ci portano il ciocco tagliato direttamente in paese: i kilometri fatti da quella legna rischierebbero di essere molti, ma...guardiamo il male minore.
Il male minore è appunto che decidiamo di scaldarci con la legna, un bene RINNOVABILE E NATURALE...che la nostra terra ha da offrirci, e che è a sufficienza per molti di noi (non tutti considerando le metropoli e le zone dove non sono presenti i boschi).
Il presupposto sarebbe quello di affidare il taglio a persone competenti, che non "stuprino" il bosco con tagli esagerati, ma che abbiano ben a cuore il rinnovamento di quell'ecosistema; seguirebbe poi la distanza limitata tra il luogo del taglio e quello della consegna; in fine la capacità di sapersi adattare al fuoco di legna e a quello che comporta.
L'ultimo punto è per molti il più ostico da comprendere e affrontare: "La legna sporca...la stufa fuma...i muri ingialliscono...ci vuole troppo tempo per riscaldare un ambiente...non è pratico", e sono questi alcuni pensieri comuni a molti.
L'Agricoltore scuote la testa e borbotta.
Forse queste famiglie si son dimenticate di come ci scaldavamo prima dell'avvento del metano; vogliamo forse parlare del Kerosene o del carbone?
Ripetiamo il concetto che la legna è un combustibile rinnovabile, e a quanto pare è l'unico nel suo genere.
Se (come detto prima) in taglio è regolato da severe regole e se il bosco è vicino alla vostra casa, perchè non considerare la legna come l'unica valida alternativa per scaldarsi?
Ci sono poi l'eolico (che tanto piace all'Agricoltore Anacronistico) ed il fotovoltaico, ma qui stiamo parlando di combustibili...e delle rinnovabili parleremo un altro momento (ottima alternativa comunque...se non la migliore).
Evitiamo anche di paragonare la legna al pellet: nessuno di voi si è mai chiesto quanta energia occorra per tagliare...trinciare...pellettizzare...confezionare (rigorosamente in plastica...)...distribuire...consegnare un sacco di pellet?
Per carità, sempre meglio del Kerosene, dei riscaldamenti a gasolio o gpl, e del metano...ma imparagonabile alla legna in termini di sostenibilità (e magari anche di calore).
E poi vogliamo parlare della qualità del calore che ci regala la legna?
Beh...tante sarebbero le banalità da dire, e non è intenzione di chi scrive quella di cadere nel calderone dei luoghi comuni, ma solo quella di aprire una finestra su UNA SOLUZIONE ANTICA QUANTO L'UOMO.
L'Agricoltore ricorda che la nonna gli aveva raccontato una cosa sull'avvento dei fornelli a gas: "All'epoca erano scettici sull'utilizzo del gas. Erano convinti che la roba cuocesse troppo velocemente e che poi facesse male all'organismo. Preferivano il carbone a quella nuova comodità. Oggi nonna ha 81 anni, ed ogni volta che viene a pranzo qui al podere mi fa notare come si senta che il cibo è stato cotto sulla stufa o dentro ad un forno a legna. Forse allora qualcosa di vero c'è?
Mi capita che vengano a trovarmi cari amici coetanei che utilizzano il fornetto a microonde per ogni tipo di piatto, ed anche loro mi fanno notare la grandissima differenza di sapore, odore e consistenza che assume il cibo...e quanto sia più buono cotto sulla stufa.
Che allora sia vero?
Chi di noi non preferisce la pizza cotta nel forno a legna, oppure l'arrosto di un forno tradizionale?
Pensiamoci, e cerchiamo di pensare anche alla nostra salute oltre che al piacere di mangiare."
Infornata di carne di maiale nel forno a legna
Ogni volta che accendiamo un fornello noi consumiamo qualcosa che non ci sarà più, e questo qualcosa una volta che è finito...è finito per davvero.
Noi tutti, in un modo o nell'altro, ogni giorno contribuiamo a CONSUMARE il nostro pianeta...e partire anche da una piccolissima cosa come l'utilizzo della legna come combustibile, potrebbe ridarci la capacità di non consumare proprio tutto.
Il discorso etico e quello pratico potrebbero anche scontrarsi, ed è bene ribadire quanto sia difficile (se non impossibile) fare certi ragionamenti in certe zone d'Italia oppure nelle città...ma la nostra nazione è grande, e chi ha la possibilità di scegliere potrebbe valutare quanto appena detto come valida alternativa per andare avanti.
L'aspetto romantico di tutto questo trova collocazione in un contesto etico e morale, e sopratutto ecologico-ambientale.
Il calore della legna è senza dubbio il miglior calore e una soluzione naturale per scaldarsi.
L'Agricoltore Anacronistico oggi è venuto a sapere che ci sono dei comuni in Toscana che vietano l'accensione di stufe e camini causa emissione di polveri sottili PM10: a quanto pare c'è chi vede nei comignoli fumanti una grandissima minaccia per il nostro pianeta.
Non è certo nostra intenzione sparare a zero su chi ha preso tale decisione, certi che evidentemente c'è una solida verità dietro a tale scelta, ma....
A monte cosa dovremmo fare? Prima di spegnere i comignoli delle nostre abitazioni, che cosa tali comuni dovrebbero fare?
Beh...come minimo vietare la circolazione di ogni auto, autobus, taxi, motorino e camion...
...successivamente spegnere tutte le caldaie a metano, gasolio e gpl...
...vogliamo poi parlare dell'industria???
Beh...a questo punto potrebbero essere spenti i comignoli incriminati, ma solo dopo aver spento tutto il resto...roba da matti.
E pensare che non si potrebbe neanche più scaldare il povero che non ha soldi per farlo con il petrolio...roba da matti.
Addirittura in molti comuni toscani c'è il divieto di incendiare sterpaglie e residui di potatura: infatti il contadino dovrà chiamare un camion (che forse consuma ACQUA CALDA e non gasolio???) per ritirare (magari) un'esigua quantità di fronde ed erba, e stoccarla da una qualche altra parte per divenire chissà poi cosa (e comunque non certo con motori che consumano ACQUA CALDA...).
L'agricoltore Anacronistico dice che forse non ci rimane altro che scaldarci a suon di zappatura e bicchieri di vino buono...
...roba da matti.
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