sabato 12 ottobre 2013

AssoCanapa




Quelle che seguono sono le risposte alle domande che più spesso ci vengono rivolte riguardo la coltivazione della canapa. Per approfondimenti consultare le sezioni Agronomia e Impianto di prima trasformazione.

DOMANDA: Si può coltivare la canapa in Italia?

RISPOSTA: La risposta è sì, a condizione che venga coltivata una varietà a basso tenore di THC (inferiore allo 0,2%) compresa nel Registro Europeo delle Sementi e che sia seguita la procedura stabilita dalla Circolare del MIPAF n.1 dell'8 maggio 2002. Consultare anche in questo stesso sito, negli Approfondimenti, la sezione Legalità

DOMANDA: Dove e come si coltiva la canapa?

RISPOSTA: La canapa preferisce i terreni fertili alluvionali, si adatta però a tutti i terreni, anche fino ai 1500 metri di altitudine. Non soffre le gelate tardive. Soffre invece mortalmente il ristagno d'acqua, specialmente nel primo stadio di vegetazione. Si semina a febbraio/marzo. Buoni risultati in Piemonte si sono ottenuti anche riproducendo una antica tecnica di semina in secondo raccolto (dopo loietto, orzo, grano): in questo caso il pericolo è che se il terreno non è umido si incontrano difficoltà nella germinazione o che il caldo eccessivo secchi le piantine. La quantità di seme consigliata è di 50 chilogrammi per ettaro (10mila mq). Si consiglia di provvedere alla semina con seminatrice da grano con 15/20 centimetri tra le file (naturalmente con disco adattato per la canapa), su terreno preparato che abbia un'umidità sufficiente alla germinazione.
Così seminata la canapa è autodiserbante (le piante di canapa crescono più velocemente delle infestanti, per cui fanno morire tutte le infestanti). Di conseguenza, la canapa lascia il terreno totalmente diserbato.
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura del terreno grazie all'abbondante e profondo apparato radicale e al rilascio di foglie a fine ciclo.
Si raccoglie 10 giorni dopo la fine della fioritura delle piante maschili nel mese di agosto, così come si fa per la fienagione. Si taglia con barra falciante, la si lascia in campo per almeno 30/40 giorni per una parziale macerazione e la si imballa con normale rotopressa.
Da sempre consigliamo a chi non conosce la coltura di sperimentare per un anno per farsi un’esperienza adeguata alla zona in cui si opera. In ogni caso e salvo calamità naturali, gli agricoltori provetti non hanno mai incontrato difficoltà ad ottenere alte rese in biomassa.

PASTE INTEGRALI. Quali sono le migliori? Ecco la prima guida ragionata.




E meno male che siamo in Italia, dove secondo una vulgata dura a morire dovremmo essere tutti grandi consumatori, oltreché esperti, di pane e pasta. Così non è, purtroppo. La pasta integrale, decenni fa, era venduta con un sotterfugio: era denominata “pasta per cani”! Perché per l’ottusità dei pastai e dei loro amici “esperti” alimentaristi e politici la legge non prevedeva che si potesse vendere una “pasta integrale”. Detto tra di noi, era una pasta ottima, migliore di certe marche di pasta integrale odierne. Ma oggi, finalmente, la si comincia a vedere in giro, con tutto il gran parlare che si fa a livello scientifico di fibre, e in particolare di fibre di cereali e legumi. 
Ancora oggi  non è presente in tutti i supermercati o negozi alimentari, il che è un paradosso in Italia, certamente la patria delle moderne paste secche industriali da cuocere, dove sono stata addirittura inventate le macchine per trafilarle, e che con Etruschi e Romani si esercitò a lungo con tagliatelle e laganae (plurale di lagana, fettuccia), citate perfino in una famosa ricetta di Catone – il timballo di lagane con ricotta (“placenta”) – e nella satira VI del I Libro del poeta Orazio (<Torno a casa per mangiare una scodella di porri, ceci e lagane>).
Fino a cinque anni fa la pasta integrale era addirittura rara. Comunque ha fatto prima la grande industria dai marchi famosi ad “imitarla” (le paste “integrali” di molte grandi marche, integrali lo sono solo sull’etichetta), che i produttori seri a metterla in commercio. Si sta verificando anche per la pasta il tipico fenomeno del "finto integrale", cioè la parola "integrale" usata solo come richiamo pubblicitario, ma priva di contenuto reale, proprio come per il pane.
E così proliferano le furbate. La nota marca "dietetica" Misura, per esempio, chiama "integrale" una pasta a cui ha aggiunto addirittura la "microcellulosa cristallina" che col grano duro non c’entra nulla! Perché? Evidentemente ha provato che le proteine del suo grano duro, una volta realizzato l'impasto della gramolatura, non danno un buon glutine, e vuole evitare che la pasta scuocia subito.  Barilla, poi, definisce "integrale" una pasta che già a vederla attraverso il cellofan sembra bianca e raffinata come tutte le altre. Una volta cotta continua a sembrare esattamente come quella normale raffinata, sia per colore che per sapore. Eppure nella composizione in etichetta ci sono le fibre. Quali fibre? Mistero. Sono forse fibre estranee al grano come la cellulosa di Misura? Poiché anche questa costa cara e apparentemente è pasta normale, non acquistatela. Cerchiamo di orizzontarci con un primo abbozzo di guida ragionata.
PASTA “BIOLOGICA, MA RAFFINATA”: UNA DEPRAVAZIONE. Ora si sta diffondendo addirittura la moda contorta e un po’ depravata del… biologico raffinato, cioè la pasta biologica sì, ma bianca. Un’assurdità, che dimostra che la gente è del tutto ignorante, preda della pubblicità più bieca, e non ha proprio capito che cosa è un vegetale “biologico” e a che cosa “serve” nell’organismo.  Ribadiamo che la “pasta biologica bianca” o “biologica raffinata” è un assurdo nutrizionale. Infatti, il cereale e la pasta integrale, poiché significa abbondanza di fibre e di antiossidanti protettivi, soprattutto rispetto al rischio cancro (p.es., del colon), anche quello derivante dai propri inquinanti, è concetto molto più importante del biologico. Che, perciò, o è integrale o non ha alcun senso nutrizionale (mentre ne ha comunque sempre sul piano ecologico).
Cominciamo, dunque, le recensioni dalla grande distribuzione (supermercati e discount). Prendiamo in esame ogni tipo di pasta integrale, normale, "biologica" o "dietetica", e vediamo quali sono per noi le più convenienti per qualità e prezzo.
Sia chiaro, questa è una prima bozza di classifica, parziale e provvisoria, e pertanto può contenere degli errori. I lettori sono pregati di far pervenire nuove informazioni e correzioni, e di suggerire nuovi prodotti trovati nelle più diverse città italiane. I giudizi finali, anche se basati su argomentazioni veritiere e prove organolettiche, sono inevitabilmente schematici e soggettivi, e sono espressione del diritto di critica. Il criterio della qualità è fondato sulla qualità dal punto di vista dell’alimentazione naturale.
CLASSIFICA: I NOSTRI PARAMETRI
Se avessimo una squadra di assaggiatori professionali e preparati sulle paste integrali, chiederemmo ad una classifica seria di tener conto di almeno 10 parametri, di cui i primi 6 fondamentali:
1. Uso esclusivo di semola integrale di grano duro.
2. Quantità di proteine.
3. Quantità di fibre.
4. Assenza di sostanze estranee (p.es. cellulosa microcristallina o altre fibre, sali minerali). 5. Buona tenuta di cottura (quindi ottima qualità proteica della varietà di grano duro). 6. Gusto e colore tipici (p.es., sapore vagamente “di noce”, più o meno intenso e modulato, provato senza salsa di pomodoro, al massimo solo con olio neutro). 7. Origine da agricoltura "biologica" certificata da un Ente (elemento preferenziale, ma non determinante. 8. Prezzo comparato alla qualità, e comunque non eccessivo. 9. Produzione industriale o artigianale (cioè piccola produzione locale).

10. Completezza delle informazioni in etichetta e varietà dei formati a disposizione (elementi secondari).
La “classifica”, perciò, è di larga approssimazione. I dati non sono definitivi, ma vengono aggiornati e corretti di tanto in tanto. Anche perché esiste una grave discontinuità e irregolarità nell'offerta di paste integrali nei supermercati e nei negozi bio in Italia.

Come riconoscere e come raccogliere le castagne


Generalità

Il Castagno (Castanea sativa Mill.) e' originario dell'Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale. E' presente anche sulle coste atlantiche del Marocco, sulle rive del mar Caspio e nel sud dell'Inghilterra. I castagneti da frutto sono ormai molto ridotti (in seguito al mal dell'inchiostro e al cancro) in Italia, anche se in questi ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero non solo ai fini produttivi. Le regioni in Italia in cui la coltura del castagno da frutto assume maggior importanza sono la Campania, la Sicilia, il Lazio, il Piemonte e la Toscana.
Le castagne sono ricche di amido e in molte zone montane d'Italia hanno rappresentato, fino agli anni '50, la principale fonte alimentare.
Nell’ultimo decennio la castanicoltura ha segnato, nel nostro Paese, un’interessante ripresa. Numerosi vecchi castagneti da frutto sono stati sottoposti ad una potatura di ringiovanimento, l’infezione del cancro della corteccia sta registrando una fase di regresso mentre le quotazioni del mercato per il prodotto di pregio (marroni e frutti degli ibridi) sono oggi particolarmente remunerative ed allettanti per i produttoriIl castagno appartiene alla Famiglia delle Fagaceae: il genere Castanea comprende:
- Castanea sativa Mill., o castagno europeo, diffuso in Europa;
- Castanea crenata Sieb. e Zucc., o castagno giapponese, diffuso in Asia e resistente al mal dell'inchiostro e al cancro della corteccia;
- Castanea pumila Mill, o castagno americano, diffuso nell'America del Nord.
Il castagno europeo e' una pianta longeva, alta fino a 25 metri, con tronchi di circonferenza talora imponenti, chioma espansa e molto ramificata, foglie caduche, di forma ellittico-allungata, a margine seghettato, quasi coraicee, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella parte inferiore.
Pianta monoica. Le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro. Quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Il frutto è rappresentato da una noce detta castagna, interamente rivestita da una cupola spinosa, detta riccio. L'impollinazione puo' essere anemofila o entomofila, per cui molto importante e' la presenza delle api.
Il castagno ama i terreni profondi, leggeri, permeabili, ricchi di elementi nutritivi, con pH tendenzialmente acido, con poco o privi di calcare. Non sopporta i terreni pesanti e mal drenati. E' una pianta eliofila, ama i climi temperati, pur sopportando freddi invernali anche molto intensi.
Infiorescenze e frutti Castagno Infiorescenze e frutti Castagno

Varietà e portinnesti

La scelta della varieta' deve tener presente le esigenze del mercato. Vengono considerati 4 gruppi varietali ben distinti: Marroni, Castagne, Ibridi Eurogiapponesi, Giapponesi.
- Marroni: sono così considerati i frutti di castagno che presentano, nell’interno della buccia, i frutti interi, non settati, con la pellicola (episperma) che non penetra nella polpa e che si stacca con facilità nelle operazioni di pelatura.
Sono destinati alla trasformazione industriale e al consumo fresco.
I marroni sono particolarmente ricercati sul mercato e spuntano prezzi elevati; la pezzatura dei frutti delle diverse varietà si può considerare medio-grossa (da 55 a 70 frutti per Kg); tutte le varietà

Estratti dal libro "Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti



Ripercorrere quindi passo dopo passo la vita e le opere di questo scienziato dimenticato servirà a fare finalmente luce su alcune tecnologie nascoste per motivi di elitario interesse. Misteri ufficialmente irrisolti come i cosidetti velivoli UFO dei nazisti, lo sviluppo delle armi geofisiche, del sistema HAARP o l'imbrigliamento dell'energia del vuoto, assumono infatti una veste scientifica non appena si viene a conoscenza degli studi compiuti da Nikola Tesla. Non si tratta tuttavia dell'unico caso di scienza soppressa...

Studiando inve il comportamento delle frequenze estremamente basse (ELF) Tesla si rese conto che la frequenza di risonanza della Terra era uguale a quella di risonanza dello spazio compreso tra la superficie terrestre e la ionosfera (per circa 70/80 Km da terra) fissandole quindi entrambe a circa 8 Hz (...) Le sue sperimentazioni si estesero fino fino a comprendere tutti i tipi di frequenze, comprese quelle utilizzate naturalmente dal corpo umano. Giunse così ad individuare anche gli effetti biologici positivi e negativi prodotti dai campi elettromagnetici sull'uomo. Studiò in particolar modo le frequenze dello spettro gamma bassa, dette ELF (8-20 Hz), VLF (20-100 Hz), e concluse che le onde ELF molto basse, da 4 a 7 Hz, sono altamente dannose all'attività bioelettrica del cervello. mentre altre leggermente più alte ne favoriscono il rilassamento (8Hz) e il benessere.

L'armosfera dello strato più basso, pur essendo un isolante perfetto, sotto l'effetto della grande forza elttromotrice prodotta dalle bobbine di Tesla conduce liberamente la corrente. Tesla notò che la conduttività cresceva molto rapidamente con il rarefarsi dell'atmosfera e con l'aumento delle tensioni elettriche arrivando fino al punto di lasciar scorrere la corrente come se osse un filo di rame. Telsa affermò di avere dimostrato in maniera inconfutabile come enormi quantità di energia elettrica potevano essere trasmesse agli strati più alti dell'atmosfera senza limiti di distanza. Nell'articolo comparso sull'Electrical Review del 29 marzo 1899, Tesla manifestò addirittura il timore di poter incendiare l'atmosfera durante i suoi esperimenti con grandi potenze elettriche. Sapendo quindi che la parte più bassa dell'atmosfera in condizioni normali è isolante, mentre quella più alta è conduttiva, Tesla ideò una tecnica per trasmettere e immagazzinare corrente su quest'ultima. Lo scopo era quello di rendere utilizzabile e accessibile questa corrente da qualsiasi altre parte del globo mediante l'uso di fasci di particelle conduttive posizionati a terra.

L'alta atmosfera, essendo caratterizzata dalla presenza di gas a bassa pressione, una volta ionizzata diviene un buon conduttore di elettricità. La porzione di alta atmosfera tra il trasmettitore e il ricevitore può quindi condurre corrente esattamente come un tubo al neon di proporzioni planetarie, a patto, ovviamente, che vi sia energia a sufficienza. Viceversa, la nostra Terra, che sappiamo possedere proprietà conduttrici (ottime a determinati voltaggi e frequenze), ha un raggio di circa 6000 km ed è circondata da un piccolo strato di bassa atmosfera che ha invece caratteristiche isolanti. Il nostro pianeta riceve molta energia dalle particelle cosmiche di cui è fatto bersaglio dallo spazio (per es. dal Sole) e avendo nello stesso tempo sia un proprio movimento rotatorio che un campo magnetico, si comporta come una gigantesca dinamo. Tra l'area terrestre conduttiva e la parte di atmosfera conduttiva più alta (troposfera e ionosfera) vi sono solo i pochi chilometri di spessore della bassa atmosfera, che funge da isolante tra le prime due. Di conseguenza, creando artificialmente un collegamento tra le due zone conduttrici del pianeta, la differenza di potenziale elettrico produce un passaggio di corrente. L'energia che fluisce attraverso l'aria, infatti, è caratterizzata da un'alta tensione a bassa potenza, mentre quella che fluisce attraverso la terra da un'alta potenza a bassa tensione.
La Terra possiede una sua naturale carica negativa rispetto alla regione conduttiva dell'atmosfera, che inizia a un'altezza di 50 km. L a differenza di potenziale tra la terra e questa regione è di circa 400.000 volt. In prossimità della superficie terrestre vi è un onnipresente campo elettrico di circa 100 V/m diretto verso il basso. Un trasmettitore con bobine Tesla sintonizzato sulla frequenza di risonanza della Terra  crea un disturbo locale nella sua carica che si manifesta  come una variazione della densità del campo elettrico. Tale disturbo si propaga dal trasmettitore, ma la sua intensità diminuisce man mano che si allontana da esso. Un trasmettitore sufficientemente potente, invece, produce una distorsione del campo che si propaga ovunque, sino a raggiungere il punto del globo diametralmente opposto, per essere poi riflessa verso il punto d'origine. Mentre il metodo di trasmessione tra Terra e atmosfera richiede la costruzione di un impianto di trasmissione e di un impianto di ricezione opportunamente sintonizzati tra loro, con il sistema interamente di Terra, invece, è sufficiente un trasmettitore sintonizzato sulla frequenza di risonanza ( o una delle sue armoniche) di quest'ultima, poichè a svolgere l'importante funzione di ricevitore sincronizzato sarà la Terra stessa.

sabato 21 settembre 2013

Rimedi naturali bruciore di stomaco



Una iper produzione di succhi digestivi genera, come conseguenza, quella fastidiosa sensazione di acido alla bocca dello stomaco, associata a dolore epigastrico ed eruttazioni continue, anche a stomaco vuoto. Mangiare allevia il disturbo ma solo momentaneamente, perché quando comincia la digestione, sono di nuovo fuoco e fiamme. Che fare? Innanzi tutto, dobbiamo andare dal medico e parlare dei nostri sintomi, è importante anche effefttuare alcuni esami per stabilire che non vi sia una vera e propria gastrite conclamata. In ogni caso, per trovare sollievo dobbiamo agire su più fornti, partendo da quello alimentare, ovviamente. Ecco alcuni cibi che ci aiutano a "tamponare" l'acido:
  • Ricotta e yogurt (non il latte, che contiene una sostanza irritante per le mucose dello stomaco)
  • Verdure e tuberi lessi, tra cui patate, zucchine, carote
  • Pane e pasta, meglio se integrali 
  • Frutta anti-acido tra cui banane, pere, mele
  • Carne e pesce magri cucinati in modo leggero, così da essere digeribili
  • Riso
A questi ottimi cibi possiamo associare le tisane a base di erbe, con effetto antinfiammatorio e calmante. Le migliori sono a base di malva, camomilla, melissa, zenzero fresco (la radice), finocchio e menta (quest'ultima è sconsigliata, però, in caso di ulcera peptica o ernia iatale). Consigliati anche gli estratti di ficus e di liquirizia (li troviamo in erboristeria). Cerchiamo, inoltre, di fare piccoli pasti poco distanziati tra di loro, e di masticare piano mangiando con calma. Evitiamo tutti quei cibi che sitmolano la produzione di succhi gastrici (li riconosciamo perché ci fanno venire "l'acquolina"), come gli arrosti e i brasati di carne succulenti, i condimenti grassi e speziati, i dolci da forno e le paste ripiene.

 http://scienzaesalute.blogosfere.it/2013/05/contro-lacidita-di-stomaco-quali-sono-i-rimedi-naturali-e-i-farmaci-indicati.html

Consigliati anche bicarbonato di sodio e argilla verde

Quali sono le cause principali scatenanti la gastrite?

  • Eccesso di alcool
  • Alimentazione eccessiva o disordinata
  • Fumo di sigaretta
  • Eccessivo consumo di cibi piccanti o molto speziati
  • Infezioni batteriche
  • Situazioni di forte stress
  • Cambio di stagione
  • Assunzione di farmaci antinfiammatori
http://www.viversano.net/salute-benessere/acidita-di-stomaco-curarla-con-rimedi-naturali/ 

venerdì 6 settembre 2013

Simboli Raccolta differenziata e manuale in pdf

 

 

 

 

La raccolta differenziata

Codici e simboli delle tipologie di materiali per la raccolta differenziata

Per rendere più chiaro ed immediato riconoscere quali rifiuti possono essere riciclati ed in che modo vanno raccolti in maniera differenziata sono state realizzate alcune simbologie denominate come International Universal Recycling Codes (Codici universali internazionali di riciclaggio).
PLASTICA CARTA E VETRO
plastica PET #1 PET o PETE Polietilene tereftalato o arnite: Bottiglie di acqua, bottiglie di bibite, flaconi di shampoo carta pap 20 #20 PAP Cartone ondulato: Scatoloni contenenti i mobili in kit
plastica PE-HD 02 #2 HDPE Polietilene ad alta densità: Contenitori degli yogurt, flaconi di detersivo carta PAP 21 #21 PAP Cartone non ondulato: Confezioni dei panini nei fast-food
plastica PVC 03 #3 PVC o V Cloruro di polivinile: Contenitori per alimenti carta PAP 22 #22 PAP Carta: Confezione delle patatine nei fast-food, carta di giornale, sacchetti di carta
plastica PE-LD #4 LDPE Polietilene a bassa densità: Sacchetti cibi surgelati, bottiglie spremibili   #23#39

#73#79
Altri tipi di carta.

Altri tipi di vetro.
plastica PP 05 #5 PP Polipropilene o Moplen: Bottiglie di ketchup vetro GL 70 #70 Vetro trasparente/incolore: Bottiglie di acqua
plastica PS 06 #6 PS Polistirene o Polistirolo: Bicchieri monouso vetro GL 71 #71 Vetro di colore verde: Bottiglie di vino
plastica O 07 #7-#19 O Tutte le altre plastiche   #72 Vetro di colore marrone: Bottiglie di birra
METALLI LEGNO
metalli 40 FE #40 FE Acciaio - Ferro legno FOR 50 #50 FOR Legno
alluminio ALU 41 #41 ALU Alluminio sughero FOR 51 #51 FOR Sughero
  #42#49 Altri tipi di metallo   #52#59 Altri tipi di materiali in legno.
TESSILI
cotone TEX 60 #60 TEX Cotone juta TEX 61 #61 TEX Juta
#60-69 Altri materiali tessili. #90 Plastica/alluminio
#80 Carta e cartone/metalli vari #91 Plastica/latta
#81 Carta e cartone/plastica #92 Plastica/metalli vari
#82 Carta e cartone/alluminio: Sacchetto di biscotti confezionati #95 Vetro/plastica
#83 Carta e cartone/latta #96 Vetro/alluminio
#84 Carta e cartone/plastica/alluminio #97 Vetro/latta
#85 Carta e cartone/plastica/alluminio/latta #98 Vetro/metalli vari
#86#89 Altri materiali composti R SP Medicinali
#93#94 Altri materiali composti R SP Apparecchiature tecnologiche
#99 Altri materiali composti R SP Pile e batterie esaurite

Perchè è importante differenziare...

Carta (da materia prima) Carta (da materiale riciclato)
Per produrre una tonnellata di carta occorrono:
  • 15 alberi
  • 440.000 litri d’acqua
  • 7.600 kWh di energia elettrica
Per produrre una tonnellata di carta riciclata:
  • nessun albero
  • 1.800 litri d’acqua
  • 2.700 kWh di energia elettrica
Vetro (da materia prima) Vetro (da materiale riciclato)
Per produrre vetro occorrono:
  • Silice
  • Soda
  • Carbonato di Calcio
  • La temperatura di fusione è 1500 °C
Per produrre vetro con uguali quantità di materia prima e vetro di recupero si risparmia:
  • Metà del fabbisogno di materia prima.
  • Un terzo di energia in quanto la temperatura di fusione è più bassa.
  • Emissioni in atmosfera.
Metalli (da materia prima) Metalli (da materiale riciclato)
Per produrre 1 Kg di alluminio occorrono:
  • Bauxite (minerale dal quale si ottiene l’alluminio)
  • 14/16 kWh di energia 

 Approfondimenti:
PDF Manuale Raccolta Differenziata


Fonte:  http://www.difesambiente.it/uomo_ambiente/raccolta_differenziata.html


Per produrre 1 Kg di alluminio da materiale riciclato occorre:
  • Solo 0.7/0.8 kWh di energia 
 

mercoledì 4 settembre 2013

Dal riscaldamento globale alla dittatura mondialista Global warming o global freezing?





Questo articolo � stato tratto dall�ultimo bellissimo libro dell�amico giornalista e scrittore Maurizio Blondet: �Cretinismo scientifico e sterminio dell�umanit��, edito da Effedieffe.
 Dal riscaldamento globale alla dittatura mondialista
Global warming o global freezing?
Marcello Pamio � 11 agosto 2013
Il termine Global Warming � un neologismo entrato nel vocabolario della lingua italiana, a tal punto che lo stanno insegnando nei libri di scuola fin dalle elementari.
Tutti, soprattutto i pi� piccoli, devono sapere che il problema pi� impellente al mondo � il riscaldamento.
L�immensa grancassa dei mezzi di comunicazione di media, e quindi dei poteri forti che li gestisce e controlla, sta allarmando il mondo intero del pericolo mortale del riscaldamento globale, attribuendone la causa all�uomo.
Come mai?
Il riscaldamento del clima � un fatto e nessuno lo mette in discussione - anche se poi vedremo che le cose non stanno proprio cos� - ma da questo affermare che � solamente l�attivit� umana la causa, ce ne passa di acqua sotto il ponte.
La storia per fortuna viene in aiuto: nella Francia del 1719, una canicola eccezionale fece morire oltre 450 mila persone.
Entro il 2070 si scioglieranno i ghiacciai
Questo � uno dei tanti titoli pubblicati a caratteri cubitali e ripreso dai media maistream di tutto il mondo. Non abbiamo scampo, si stanno sciogliendo i ghiacciai e finiremo sommersi dalle acque o cotti dal calore del sole.
I ghiacciai alpini si stanno liquefacendo, come pure la calotta polare, si restringe la Groenlandia, i mari si alzano,  ecc.
Colpa ovviamente dell�uomo!
Le previsioni sono infauste, per non dire apocalittiche: dove fa caldo far� caldissimo, e dove fa freddo avremo una glaciazione tipo Siberia. In pi� spariranno molte citt� costiere.
Tutto questo tra il 2010 e il 2020.
Non tutti sanno per� che l�ambientalismo catastrofico � mosso da interessi costituiti potentissimi e dall�ideologia della �crescita zero�, ed � teleguidato direttamente dalle fondazioni Rockefeller�
La Corrente del Golfo
Ad essere in questione � la Corrente del Golfo che porta l�acqua riscaldata nel Golfo del Messico verso nord, rendendo mite il clima del Nord America e dell�Europa settentrionale ed evitando che siano coperte dai ghiacci.
Quando la Corrente, che nel suo percorso da sud scorre in superficie, arriva alle estreme latitudini nord, si raffredda e diventa pi� densa, quindi sprofonda e nel fondo oceanico ripercorre all�inverso la sua rotta, tornando verso l�Equatore. Qui si riscalda, risale in superficie e riprende la rotta verso nord. E� questo il motore che esenta l�Inghilterra, nonostante la sua alta latitudine dal clima che domina il Mar Baltico siberiano. Da un po� di tempo per� questo motore perde colpi. La causa: lo scioglimento dei ghiacciai dell�Artide: l�acqua dolce diluisce la salinit� della corrente e ci� impedisce che nella rotta di ritorno essa sprofondi completamente.
Rallentamenti della Corrente sono avvenuti pi� volte in passato, assai prima dell�era industriale. L�ultima nel 1300 d.C. che determin� in Europa la �piccola era glaciale� che perdur� per due secoli.
Non solo, la corrente 8200 anni fa si ferm� del tutto: l�Europa si copr� di ghiacci spessi anche 750 metri. Le isole britanniche e il Nord America erano dominate da un clima siberiano. Ci volle un migliaio di anni perch� le zone tornassero abitabili.
Oggi, un rapporto del Pentagono ventila la possibilit� che la corrente non solo rallenti, ma si arresti di nuovo.
Il mistero delle gocce di acqua
Gocce d�acqua che restano liquide a  gradi sottozero: impossibile? Dovrebb

domenica 1 settembre 2013

Schiavone: “Ho detto dove sono i rifiuti tossici, non bonificano perché costa troppo”


“Otto giorni è il tempo del dolore e della meraviglia. Per questo facevamo passare una settimana fra un omicidio e l’altro”. Così Carmine Schiavone, ex boss dei casalesi e collaboratore di giustizia dal 1993. Ma se lo scalpore per certe notizie ha vita breve, al contrario i danni ambientali dello sversamento di rifiuti tossici nelle cave della Campania hanno una durata lunghissima. Fino a quando non vengono rimossi. E qui casca l’asino. “Io certe cose, come i luoghi esatti dove è interrata l’immondizia più pericolosa, le ho dette nel 1997 durante le audizioni in commissione Ecomafie – racconta Schiavone – Sapete cosa mi dissero? Che era impossibile bonificare perché servivano troppi soldi”. A distanza di quasi vent’anni, quelle parole oggi sono ancora coperte dal segreto, mentre milioni di persone rischiano di ammalarsi gravemente. Secondo l’ex capoclan, nelle terre dell’agro di Caserta sarebbero finite anche “cassette di piombo con materiale nucleare”, arrivate dal nord Europa. “Andammo a fare un sopralluogo a Casale – ricorda – Siamo dovuti scappare via per il livello di radioattività   di Andrea Palladino

Fonte: 
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/08/31/schiavone-so-dove-sono-rifiuti-tossici-in-campania-non-bonificano-perche-costa-troppo/243151/ 


domenica 11 agosto 2013

Alimentazione Naturale



Per alimentazione naturale è opportuno intendere l' insieme dei criteri alimentari che promuovono l'equilibrio bio - psichico, la salute naturale  di chi li rispetta,  essendo indispensabili per   raggiungere, mantenere e preservare il più possibile  le  potenzialità fisiche e mentali, per favorire  la rigenerazione dei tessuti, per  indurre il recupero energetico. L'alimentazione naturale è, tra i fattori della salute,  sicuramente uno dei più importanti. Infatti con questo termine non si intende dire altro che questo "  nutrire l'organismo fornendogli il cibo  che gli è necessario per mantenere l'equilibrio fisiologico ed eliminando dalla nutrizione ogni apporto superfluo, squilibrato, tossico.".
Dal momento che le varie specie di  esseri viventi si sono adattate, nel corso dell'evoluzione, soltanto ad alcuni  alimenti che si trovano in natura, e l'adattamento è diverso da specie a specie,  l'alimentazione ideale per la salute di ogni essere vivente consisterà nel nutrirsi con gli alimenti naturali  a cui si è adattati. All'interno di ogni specie possono poi esserci specifiche variazioni a seconda delle etnie e anche individuali.
Gli animali sono avvantaggiati nella scelta dell'alimentazione a cui sono adattati dall'istinto che li guida nella scelta giusta. Nell'uomo l'istintualità, che pur permane, si è attenuata e sono pertanto molto più frequenti  le scelte alimentari non rispondenti ai bisogni fisiologici.
Tuttavia un criterio guida generale e valido per tutti gli esseri viventi  dovrebbe essere già chiaro: l'alimento ideale deve comunque essere "naturale": il corpo infatti si è adattato nel corso di centinaia di migliaia di anni al prodotto della natura: quanto più l'alimento è trattato, manipolato, estratto,  modificato, alterato  in qualunque modo dalla sua naturale struttura, tanto più diventa inadatto, inadeguato, carente, tossico, patogeno.
E' fondamentale da questo punto di vista l'alimentazione biologica: solo l'alimento biologico, coltivato in modo da avvicinarsi il più possibile alle condizioni naturali del terreno e dell'ambiente circostante, può infatti  racchiudere  l'insostituibile  equilibrio naturale dei  macronutrienti  (proteine, glicidi, lipidi, vitamine)  e  dei micronutrienti : minerali (sodio, potassio, calcio, magnesio, fosforo, ferro, iodio, fluoro), oligoelementi (rame, zinco, cromo, selenio, cobalto, molibdeno, manganese, cadmio, bromo, zolfo).


ALIMENTAZIONE E SALUTE

L'alimentazione  è uno dei fattori più importanti per promuovere salute e benessere, se possiede  le caratteristiche proprie dell'alimentazione sana,  ma può diventare una delle cause più determinanti per l'insorgenza di patologie, disfunzioni, malesseri vari, ridotte prestazioni fisiche e mentali. Pertanto è opportuno analizzare gli aspetti positivi o negativi dell'alimentazione per la salute.
Per essere sana l'alimentazione deve essere: naturale, completa, equilibrata, bilanciata. 
Per alimentazione naturale si deve intendere l'alimentazione a base di cibo :


adatto alla specie a cui si appartiene

 ingerito quando ha raggiunto la pienezza delle sue potenzialità nutrizionali, fresco e integro  il più possibile, nella completezza dei suoi componenti eduli.

nella quantità fisiologica e con aspetti quantitativi e qualitativi  adattati alle caratteristiche psicofisiche del singolo individuo, delle sue prestazioni, delle condizioni ambientali, climatiche, stagionali del luogo in cui vive

variato nell'arco della giornata

variato nell'arco dei giorni, adattato alle stagioni e alle condizioni ambientali


ALIMENTAZIONE SANA E NATURALE

Alla base dell'alimentazione  naturale, per poterne comprendere l'importanza,  sono da porre  alcune considerazioni  fondamentali, su cui si fonda ogni orientamento, ogni indicazione alimentare corretta:

Gli alimenti non sono un semplice agglomerato  di sostanze chimiche, le cui potenzialità si esauriscono nell'analisi dei componenti: sono un insieme i cui effetti su chi si nutre dipendono dall'irripetibile equilibrio e armonia dei vari componenti, sono un insieme che sfugge ad ogni controllo. Pensare che l'analisi degli apporti  di un alimento si riduca al dosaggio delle varie sostanze e al loro apporto calorico è estremamente riduttivo. I cibi sono utilizzabili dall'organismo vivente grazie all'equilibrio naturale, presente in loro, dei vari componenti: non solo sono importanti nella nutrizione   proteine, carboidrati, grassi, vitamine, oligo - elementi, ma anche  fibre,  cellulosa, e i vari  componenti non assimilabili,  finalizzati non alla nutrizione  ma a stimolare la funzione dell'apparato digerente.  La cellulosa non è utilizzabile  come alimento dall'uomo, tuttavia essa può agire stimolando peristalsi ed evacuazione. 
 
Oligoelementi: detti anche microelementi, o elementi minori o anche elementi traccia. Sono elementi che entrano a far parte di enzimi il cui eccesso o deficit può creare disordini funzionali. Tra gli oligoelementi i più noti ed importanti ricordiamo:
          rame (nocciole, uva), zinco (frumento, crusca, avena, lenticchie, piselli, fagioli, soia, lattuga, asparagi, patate, broccoli),  
         ma anche cobalto , cromo, manganese, molibdeno, zolfo, cadmio, bromo
 
La vera alimentazione equilibrata é pertanto quella a base di cibo non manipolato.  La vera  alimentazione bilanciata non è quella ottenuta con dosaggi meccanici   ma quella che mantiene i rapporti dei componenti  presenti  nel cibo naturale. Ne deriva che  la dieta naturale, quella a base di alimenti che mantengono le varie condizioni naturali,  è  anche la sola alimentazione sana. 
Le condizioni  fondamentali perchè un alimento, di origine animale o vegetale,  possegga e conservi  la naturalità sono: 




 essere ottenuto  senza uso di concimi chimici  o di farmaci o di sostanze artificiali in genere 

essere fresco il più possibile

non essere trattato

 non contenere  conservanti

 essere integro

 non aver subito alcuna manipolazione

 non contenere integratori alimentari aggiunti

essere a base di vegetali (vedi alimentazione vegetariana)

TEORIA GENERALE DELLE CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI




FINALITA'  DELLE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI



E’ noto che vi sono cibi che richiedono una digestione lunga e complessa, altri che vengono assimilati rapidamente; è noto anche che cibi diversi richiedono enzimi diversi e condizioni diverse per la digestione.

E’ notevole la specificità dei succhi digestivi riversati nel canale digerente: variano, col variare del cibo, la composizione della secrezione salivare, del succo gastrico, enterico e pancreatico, della secrezione biliare.
L’organismo cerca, volta per volta, di far sì che l’ambiente del tubo digestivo sia quello ottimale per la trasformazione degli alimenti in sostanze assimilabili.
Ma quando sono presenti contemporaneamente alimenti che necessitano di condizioni molto diverse per essere digeriti, questa fine capacità discriminativa è sprecata: l’apparato digerente non potrà far altro, per attenuare i danni, che creare condizioni intermedie, di “compromesso", lontane da quelle ottimali per ciascun alimento preso singolarmente.
Ne deriva che i cibi non dovrebbero essere presenti nello stesso tempo, in modo indiscriminato, nel tubo digerente, e se questo avviene la conseguenza sarà una digestione imperfetta: mescolanze scorrette sono mal digerite, mal assimilate, affaticano inutilmente l’apparato digerente e producono scorie tossiche.  
Le corrette associazioni alimentari sono finalizzate a mescolare nello stesso pasto solo alimenti che richiedono condizioni digestive compatibili.


Analizziamo adesso i principali esempi
di cattive associazioni alimentari.
 
1) Associazioni tra cibi prevalentemente amidacei (cereali e derivati, patate, zucche, castagne ecc.) e cibi prevalentemente proteici (formaggio e latticini, uova, carne, noci varie ecc.).
Gli amidi iniziano la loro digestione nella bocca, ad opera della amilasi salivare (ptialina) la quale è attiva in un ambiente neutro o lievemente acido (PH= 7-6,9).
Una acidità maggiore inattiva rapidamente la ptialina.
L’azione della ptialina comincia nella bocca e dovrebbe continuare nello stomaco, che non secerne enzimi specifici per la digestione degli amidi. Quando nello stomaco sono presenti solo amidi (o alimenti con essi compatibili) il suo ph si mantiene entro valori che permettono l’attività della ptialina.
La digestione delle proteine inizia invece nello stomaco, che secerne un enzima proteolitico (pepsinogeno) che deve essere attivato dall’acido cloridrico (secreto anch’esso dalla mucosa dello stomaco) che lo trasforma in pepsina.
La digestione delle proteine, quindi, necessita di un ambiente acido, tanto più acido quanto più la proteina è concentrata.
Se sono presenti contemporaneamente nello stomaco sostanze amidacee e proteiche, lo stomaco raggiunge rapidamente una acidità che inattiva la ptialina, arrestando la digestione degli amidi.
A sua volta la massa degli amidi frenerà la secrezione di acido cloridrico, in modo da rendere meno rapida la inattivazione della ptialina e tenderà ad assorbire parte della pepsina e dello stesso acido cloridrico al suo interno per un fenomeno fisico passivo di inibizione: come conseguenza la digestione delle proteine sarà rallentata ed incompleta.
Lo stomaco allora reagirà riversando, in un secondo tempo, un eccesso di succo fortemente acido per completare la digestione gastrica delle proteine. Questa reazione che non è sufficiente ad eliminare le conseguenze della cattiva associazione, è alla base della acidità di stomaco che provoca senso di bruciore e malessere.
Gli altri tratti dell’apparato digerente potranno ovviare agli inconvenienti della non perfetta digestione gastrica degli amidi e delle proteine, grazie alla amilasi pancreatica e agli enzimi proteolitici secreti dal duodeno e dal pancreas, ma a volte questo avviene in modo non soddisfacente.
Come conseguenza potranno innescarsi a carico degli amidi o delle proteine dei processi digestivi anomali: fermentazione e putrefazione.
La fermentazione degli amidi nello stomaco e nell’intestino porta alla formazione di acido acetico, alcool etilico, anidride carbonica con conseguente iperacidità e gonfiori addominali. La putrefazione delle proteine nell’intestino, ad opera dei microrganismi ivi presenti, porta allo sviluppo di sostanze tossiche come leucomaine e ptomaine (sostanze presenti nei cadaveri in putrefazione) e fenolo, indolo, scatolo e idrogeno solforato. Questi veleni saranno in parte assorbiti e dovranno essere inattivati dall’organismo ed eliminati attraverso i reni, o altre vie di eliminazione, sottoponendo le funzioni depurative ad un eccesso di lavoro. Se queste funzioni non hanno energia sufficiente, si instaura uno stato di tossiemia generalizzato.
Da quanto detto deriva che è consigliabile evitare dì mescolare  abitualmente nello stesso pasto amidi e proteine.
2)Associazioni  fra sostanze amidacee e sostanze acide (aceto, condimenti acidi come succo di limone, di pomodoro ecc.).
 
Si è già detto che la ptialina viene rapidamente inattivata dagli acidi. Se essi vengono mescolati agli amidi, viene saltata la tappa digestiva che inizia in bocca con l’azione della amilasi salivare e tutto il lavoro digestivo graverà sull’amilasi pancreatica che, a lungo andare, potrebbe non essere del tutto sufficiente al compito impostogli.
Questa associazione è da evitare
3) Associazione  fra proteine e sostanze acide.
La digestione delle proteine inizia nello stomaco, ad opera della pepsina attivata dall’acido cloridrico (questa azione è peculiare dell’acido cloridrico e non può essere svolta da altre sostanze acide).
La presenza di acidi nello stomaco, come è stato dimostrato, inibisce la secrezione dell’acido cloridrico e questo comporta una diminuzione della attività della pepsina: ecco perchè è consigliabile non mescolare sostanze acide con proteine.
4) Associazione fra proteine e grassi.
I grassi rallentano notevolmente la secrezione gastrica ed inibiscono
quindi la digestione delle proteine.
Questa mescolanza è quindi da evitare, mentre è consigliabile quella fra amidi e grassi.
5) Associazione fra il latte e gli altri alimenti.
Il latte, una volta nello stomaco, coagula per azione di un enzima detto ‘caglio”.  Se lo si ingerisce  con altri alimenti, questi rimangono avvolti dai grumi di latte, che ne impediscono la digestione finché essi stessi non sono stati dissolti dai processi digestivi.
Il latte quindi va preso a solo.
 
6) Associazione fra la frutta e gli altri alimenti.
La frutta è costituita quasi interamente da acqua, fino al 90%, e per il resto da sostanze zuccherine semplici, oltre a vitamine, sali minerali e talvolta piccole quantità di grassi e proteine.
La frutta non necessita di digestione gastrica: passa rapidamente nell’intestino e viene quindi assorbita perchè i suoi costituenti sono in gran parte direttamente assimilabili. Quando la frutta è ingerita insieme (o dopo, come si fa abitualmente) ad altre sostanze che richiedono una lunga digestione nello stomaco, (proteine, amidi), viene intrappolata nello stomaco e vi rimane per un tempo eccessivamente lungo.
Gli zuccheri andranno allora incontro a processi fermentativi, con sviluppo di anidride carbonica e sostanze acide; a sua volta la frutta bloccata nello stomaco interferirà negativamente nella digestione gastrica di amidi e proteine, perché diluisce i succhi digestivi.
Anche la frutta quindi va mangiata da sola o mezz’ora prima dei pasti.
7) Associazione amido-amido.
Questa associazione (ad es. patate + cereali o derivati) non presenta
incompatibilità tuttavia può indurre ad un eccessivo consumo di amidi.
E bene quindi che non sia abituale.
 
 
8) Associazione proteina-proteina.
Anch’essa non è sempre incompatibile,
tuttavia è sconsigliabile perché facilita un eccessivo apporto proteico.
9) Alimenti a base di zuccheri semplici (sciroppi, miele, dolci, gelati, zucchero, saccarosio grezzo o raffinato).
Sono da ridurre al minimo, alcuni da evitare (zucchero e dolciumi industriali).
In ogni caso, come la frutta, vanno presi lontano dai pasti, perchè incompatibili con quasi tutti gli altri alimenti che ne facilitano la fermentazione.


CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI  
Nel rispetto delle associazioni  alimentari corrette, si consiglia un menu che prevede la frutta a colazione e/o a merenda (da non mescolare frutta acida, come arance, pompelmi e limoni, con quella dolce come datteri, fichi ecc.) e due pasti caratterizzati da un primo piatto costituito da abbondanti verdure crude di stagione, quindi, se si vuole, verdure cotte, e poi un solo piatto a base 


o di alimenti prevalentemente amidacei 

o di alimenti prevalentemente proteici

 (se a pranzo si mangiano gli amidi a cena si mangeranno le proteine o viceversa).





CRITICHE ALLA TEORIA
DELLE CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI

Alla teoria delle corrette combinazioni alimentari sono state avanzate alcune critiche. Prendiamo in considerazione le più comuni.
I)       1)  L’organismo ha bisogno di numerosi principi nutritivi (amidi, grassi, proteine, vitamine, sali minerali). I pasti che rispettano le combinazioni alimentari non sono “bilanciati’ e possono portare a carenza di “valori nutritivi.
 
La risposta a questa obiezione è ovvia: dal momento che in genere si fanno tre pasti quotidiani, è sufficiente variare i principi nutritivi nell’arco della giornata, facendo si che i vari pasti si integrino fra loro (come avviene nel menu-tipo che abbiamo consigliato). Il corpo non ha bisogno che lo si rifornisca ogni tre - quattro ore di tutte le sostanze necessarie alla vita, ha ben altra autonomia! Le carenze si instaurano solo dopo prolungati periodi di non assunzione di un principio nutritivo,con l’esaurimento delle riserve.
L’apportare ad ogni pasto di tutti i gruppi di sostanze alimentari non è quindi di alcuna utilità ed anzi, paradossalmente, può causare carenze relative, rendendo difficoltosa la digestione ed anomala l’assimilazione.
Nella nostra società, infatti, le carenze molto spesso non sono reali (mancanza di fattori nutritivi nell’alimentazione) ma relative, dovute cioè ad insufficiente assorbimento dei principi nutritivi da parte del tubo digerente non ben funzionante, e a volte questo può essere imputabile proprio a pasti mal combinati.
2) Altra obiezione: in natura i cibi non sono mai costituiti da sostanze allo stato puro, ma sono delle combinazioni più o meno varie e complesse. Così nei cereali vi sono amidi, ma anche proteine in percentuale non trascurabile; i legumi e le noci contengono in notevole quantità amidi, grassi e proteine. Perchè mai bisognerebbe evitare le combinazioni, se esistono in natura?

A questa obiezione si risponde facendo osservare che nel prodotto naturale le varie componenti non sono mescolate meccanicamente e a caso, non sono dei semplici miscugli, ma costituiscono un complesso ordinato, in grado di “esporre” alla attività digestiva prima un gruppo di sostanze e poi un altro. Quando ad es. si mangiano cereali o derivati i fisiologi hanno notato che la mucosa dello stomaco si mantiene ad un PH neutro per un periodo prolungato, permettendo così la digestione degli amidi; quando questa è ultimata, l’ambiente dello stomaco si modifica bruscamente per il rapido riversarsi di succhi fortemente acidi che renderanno possibile l’inizio della digestione proteica ad opera della pepsina. Questa capacità del complesso amido- proteina naturale di indurre modificazioni successive specifiche, tali da permettere la digestione ottimale in tempi diversi dei due gruppi dì sostanze, è assente quando si mangia un miscuglio del tipo pane e formaggio, pane e carne ecc. In questo caso infatti l’acidità dello stomaco aumenta immediatamente, come abbiamo dello, inibendo rapidamente l’azione della ptialina.
 
 
QUANDO SEGUIRE LE CORRETTE COMBINAZIONI È DI
GRANDE UTILITÀ
1) In tutti i disturbi digestivi (acidità di stomaco,i bruciori, i rigurgiti acidi scompaiono immediatamente; le digestioni difficili prolungate, pesanti diventano presto un ricordo; il meteorismo e la flatulenza si attenuano o scompaiono, così la stitichezza.
2)Quando si vuole dimagrire o disintossicare l’organismo.