sabato 12 ottobre 2013
AssoCanapa
Quelle che seguono sono le risposte alle domande che più spesso ci vengono rivolte riguardo la coltivazione della canapa. Per approfondimenti consultare le sezioni Agronomia e Impianto di prima trasformazione.
DOMANDA: Si può coltivare la canapa in Italia?
RISPOSTA: La risposta è sì, a condizione che venga coltivata una varietà a basso tenore di THC (inferiore allo 0,2%) compresa nel Registro Europeo delle Sementi e che sia seguita la procedura stabilita dalla Circolare del MIPAF n.1 dell'8 maggio 2002. Consultare anche in questo stesso sito, negli Approfondimenti, la sezione Legalità
DOMANDA: Dove e come si coltiva la canapa?
RISPOSTA: La canapa preferisce i terreni fertili alluvionali, si adatta però a tutti i terreni, anche fino ai 1500 metri di altitudine. Non soffre le gelate tardive. Soffre invece mortalmente il ristagno d'acqua, specialmente nel primo stadio di vegetazione. Si semina a febbraio/marzo. Buoni risultati in Piemonte si sono ottenuti anche riproducendo una antica tecnica di semina in secondo raccolto (dopo loietto, orzo, grano): in questo caso il pericolo è che se il terreno non è umido si incontrano difficoltà nella germinazione o che il caldo eccessivo secchi le piantine. La quantità di seme consigliata è di 50 chilogrammi per ettaro (10mila mq). Si consiglia di provvedere alla semina con seminatrice da grano con 15/20 centimetri tra le file (naturalmente con disco adattato per la canapa), su terreno preparato che abbia un'umidità sufficiente alla germinazione.
Così seminata la canapa è autodiserbante (le piante di canapa crescono più velocemente delle infestanti, per cui fanno morire tutte le infestanti). Di conseguenza, la canapa lascia il terreno totalmente diserbato.
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura del terreno grazie all'abbondante e profondo apparato radicale e al rilascio di foglie a fine ciclo.
Si raccoglie 10 giorni dopo la fine della fioritura delle piante maschili nel mese di agosto, così come si fa per la fienagione. Si taglia con barra falciante, la si lascia in campo per almeno 30/40 giorni per una parziale macerazione e la si imballa con normale rotopressa.
Da sempre consigliamo a chi non conosce la coltura di sperimentare per un anno per farsi un’esperienza adeguata alla zona in cui si opera. In ogni caso e salvo calamità naturali, gli agricoltori provetti non hanno mai incontrato difficoltà ad ottenere alte rese in biomassa.
PASTE INTEGRALI. Quali sono le migliori? Ecco la prima guida ragionata.
E meno male che siamo in Italia, dove secondo una vulgata dura a morire dovremmo essere tutti grandi consumatori, oltreché esperti, di pane e pasta. Così non è, purtroppo. La pasta integrale, decenni fa, era venduta con un sotterfugio: era denominata “pasta per cani”! Perché per l’ottusità dei pastai e dei loro amici “esperti” alimentaristi e politici la legge non prevedeva che si potesse vendere una “pasta integrale”. Detto tra di noi, era una pasta ottima, migliore di certe marche di pasta integrale odierne. Ma oggi, finalmente, la si comincia a vedere in giro, con tutto il gran parlare che si fa a livello scientifico di fibre, e in particolare di fibre di cereali e legumi.
Ancora oggi non è presente in tutti i supermercati o negozi alimentari, il che è un paradosso in Italia, certamente la patria delle moderne paste secche industriali da cuocere, dove sono stata addirittura inventate le macchine per trafilarle, e che con Etruschi e Romani si esercitò a lungo con tagliatelle e laganae (plurale di lagana, fettuccia), citate perfino in una famosa ricetta di Catone – il timballo di lagane con ricotta (“placenta”) – e nella satira VI del I Libro del poeta Orazio (<Torno a casa per mangiare una scodella di porri, ceci e lagane>).
Fino a cinque anni fa la pasta integrale era addirittura rara. Comunque ha fatto prima la grande industria dai marchi famosi ad “imitarla” (le paste “integrali” di molte grandi marche, integrali lo sono solo sull’etichetta), che i produttori seri a metterla in commercio. Si sta verificando anche per la pasta il tipico fenomeno del "finto integrale", cioè la parola "integrale" usata solo come richiamo pubblicitario, ma priva di contenuto reale, proprio come per il pane.
E così proliferano le furbate. La nota marca "dietetica" Misura, per esempio, chiama "integrale" una pasta a cui ha aggiunto addirittura la "microcellulosa cristallina" che col grano duro non c’entra nulla! Perché? Evidentemente ha provato che le proteine del suo grano duro, una volta realizzato l'impasto della gramolatura, non danno un buon glutine, e vuole evitare che la pasta scuocia subito. Barilla, poi, definisce "integrale" una pasta che già a vederla attraverso il cellofan sembra bianca e raffinata come tutte le altre. Una volta cotta continua a sembrare esattamente come quella normale raffinata, sia per colore che per sapore. Eppure nella composizione in etichetta ci sono le fibre. Quali fibre? Mistero. Sono forse fibre estranee al grano come la cellulosa di Misura? Poiché anche questa costa cara e apparentemente è pasta normale, non acquistatela. Cerchiamo di orizzontarci con un primo abbozzo di guida ragionata.
PASTA “BIOLOGICA, MA RAFFINATA”: UNA DEPRAVAZIONE. Ora si sta diffondendo addirittura la moda contorta e un po’ depravata del… biologico raffinato, cioè la pasta biologica sì, ma bianca. Un’assurdità, che dimostra che la gente è del tutto ignorante, preda della pubblicità più bieca, e non ha proprio capito che cosa è un vegetale “biologico” e a che cosa “serve” nell’organismo. Ribadiamo che la “pasta biologica bianca” o “biologica raffinata” è un assurdo nutrizionale. Infatti, il cereale e la pasta integrale, poiché significa abbondanza di fibre e di antiossidanti protettivi, soprattutto rispetto al rischio cancro (p.es., del colon), anche quello derivante dai propri inquinanti, è concetto molto più importante del biologico. Che, perciò, o è integrale o non ha alcun senso nutrizionale (mentre ne ha comunque sempre sul piano ecologico).
Cominciamo, dunque, le recensioni dalla grande distribuzione (supermercati e discount). Prendiamo in esame ogni tipo di pasta integrale, normale, "biologica" o "dietetica", e vediamo quali sono per noi le più convenienti per qualità e prezzo.
Sia chiaro, questa è una prima bozza di classifica, parziale e provvisoria, e pertanto può contenere degli errori. I lettori sono pregati di far pervenire nuove informazioni e correzioni, e di suggerire nuovi prodotti trovati nelle più diverse città italiane. I giudizi finali, anche se basati su argomentazioni veritiere e prove organolettiche, sono inevitabilmente schematici e soggettivi, e sono espressione del diritto di critica. Il criterio della qualità è fondato sulla qualità dal punto di vista dell’alimentazione naturale.
CLASSIFICA: I NOSTRI PARAMETRI
Se avessimo una squadra di assaggiatori professionali e preparati sulle paste integrali, chiederemmo ad una classifica seria di tener conto di almeno 10 parametri, di cui i primi 6 fondamentali:
1. Uso esclusivo di semola integrale di grano duro.
2. Quantità di proteine.
3. Quantità di fibre. 4. Assenza di sostanze estranee (p.es. cellulosa microcristallina o altre fibre, sali minerali). 5. Buona tenuta di cottura (quindi ottima qualità proteica della varietà di grano duro). 6. Gusto e colore tipici (p.es., sapore vagamente “di noce”, più o meno intenso e modulato, provato senza salsa di pomodoro, al massimo solo con olio neutro). 7. Origine da agricoltura "biologica" certificata da un Ente (elemento preferenziale, ma non determinante. 8. Prezzo comparato alla qualità, e comunque non eccessivo. 9. Produzione industriale o artigianale (cioè piccola produzione locale).
10. Completezza delle informazioni in etichetta e varietà dei formati a disposizione (elementi secondari).
La “classifica”, perciò, è di larga approssimazione. I dati non sono definitivi, ma vengono aggiornati e corretti di tanto in tanto. Anche perché esiste una grave discontinuità e irregolarità nell'offerta di paste integrali nei supermercati e nei negozi bio in Italia.
Come riconoscere e come raccogliere le castagne
Generalità
Il Castagno (Castanea sativa Mill.) e' originario dell'Europa meridionale, Nord Africa e Asia occidentale. E' presente anche sulle coste atlantiche del Marocco, sulle rive del mar Caspio e nel sud dell'Inghilterra. I castagneti da frutto sono ormai molto ridotti (in seguito al mal dell'inchiostro e al cancro) in Italia, anche se in questi ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero non solo ai fini produttivi. Le regioni in Italia in cui la coltura del castagno da frutto assume maggior importanza sono la Campania, la Sicilia, il Lazio, il Piemonte e la Toscana.Le castagne sono ricche di amido e in molte zone montane d'Italia hanno rappresentato, fino agli anni '50, la principale fonte alimentare.
Nell’ultimo decennio la castanicoltura ha segnato, nel nostro Paese, un’interessante ripresa. Numerosi vecchi castagneti da frutto sono stati sottoposti ad una potatura di ringiovanimento, l’infezione del cancro della corteccia sta registrando una fase di regresso mentre le quotazioni del mercato per il prodotto di pregio (marroni e frutti degli ibridi) sono oggi particolarmente remunerative ed allettanti per i produttoriIl castagno appartiene alla Famiglia delle Fagaceae: il genere Castanea comprende:
- Castanea sativa Mill., o castagno europeo, diffuso in Europa;
- Castanea crenata Sieb. e Zucc., o castagno giapponese, diffuso in Asia e resistente al mal dell'inchiostro e al cancro della corteccia;
- Castanea pumila Mill, o castagno americano, diffuso nell'America del Nord.
Il castagno europeo e' una pianta longeva, alta fino a 25 metri, con tronchi di circonferenza talora imponenti, chioma espansa e molto ramificata, foglie caduche, di forma ellittico-allungata, a margine seghettato, quasi coraicee, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella parte inferiore.
Pianta monoica. Le infiorescenze maschili sono rappresentate da spighe lunghe 10-20 cm di color giallo-verdastro. Quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3 posti alla base delle infiorescenze maschili. La fioritura si ha in piena estate. Il frutto è rappresentato da una noce detta castagna, interamente rivestita da una cupola spinosa, detta riccio. L'impollinazione puo' essere anemofila o entomofila, per cui molto importante e' la presenza delle api.
Il castagno ama i terreni profondi, leggeri, permeabili, ricchi di elementi nutritivi, con pH tendenzialmente acido, con poco o privi di calcare. Non sopporta i terreni pesanti e mal drenati. E' una pianta eliofila, ama i climi temperati, pur sopportando freddi invernali anche molto intensi.
Varietà e portinnesti
La scelta della varieta' deve tener presente le esigenze del mercato. Vengono considerati 4 gruppi varietali ben distinti: Marroni, Castagne, Ibridi Eurogiapponesi, Giapponesi.- Marroni: sono così considerati i frutti di castagno che presentano, nell’interno della buccia, i frutti interi, non settati, con la pellicola (episperma) che non penetra nella polpa e che si stacca con facilità nelle operazioni di pelatura.
Sono destinati alla trasformazione industriale e al consumo fresco.
I marroni sono particolarmente ricercati sul mercato e spuntano prezzi elevati; la pezzatura dei frutti delle diverse varietà si può considerare medio-grossa (da 55 a 70 frutti per Kg); tutte le varietà
Estratti dal libro "Scoperte scientifiche non autorizzate" di Marco Pizzuti
Ripercorrere quindi passo dopo passo la vita e le opere di questo scienziato dimenticato servirà a fare finalmente luce su alcune tecnologie nascoste per motivi di elitario interesse. Misteri ufficialmente irrisolti come i cosidetti velivoli UFO dei nazisti, lo sviluppo delle armi geofisiche, del sistema HAARP o l'imbrigliamento dell'energia del vuoto, assumono infatti una veste scientifica non appena si viene a conoscenza degli studi compiuti da Nikola Tesla. Non si tratta tuttavia dell'unico caso di scienza soppressa...
Studiando inve il comportamento delle frequenze estremamente basse (ELF) Tesla si rese conto che la frequenza di risonanza della Terra era uguale a quella di risonanza dello spazio compreso tra la superficie terrestre e la ionosfera (per circa 70/80 Km da terra) fissandole quindi entrambe a circa 8 Hz (...) Le sue sperimentazioni si estesero fino fino a comprendere tutti i tipi di frequenze, comprese quelle utilizzate naturalmente dal corpo umano. Giunse così ad individuare anche gli effetti biologici positivi e negativi prodotti dai campi elettromagnetici sull'uomo. Studiò in particolar modo le frequenze dello spettro gamma bassa, dette ELF (8-20 Hz), VLF (20-100 Hz), e concluse che le onde ELF molto basse, da 4 a 7 Hz, sono altamente dannose all'attività bioelettrica del cervello. mentre altre leggermente più alte ne favoriscono il rilassamento (8Hz) e il benessere.
L'armosfera dello strato più basso, pur essendo un isolante perfetto, sotto l'effetto della grande forza elttromotrice prodotta dalle bobbine di Tesla conduce liberamente la corrente. Tesla notò che la conduttività cresceva molto rapidamente con il rarefarsi dell'atmosfera e con l'aumento delle tensioni elettriche arrivando fino al punto di lasciar scorrere la corrente come se osse un filo di rame. Telsa affermò di avere dimostrato in maniera inconfutabile come enormi quantità di energia elettrica potevano essere trasmesse agli strati più alti dell'atmosfera senza limiti di distanza. Nell'articolo comparso sull'Electrical Review del 29 marzo 1899, Tesla manifestò addirittura il timore di poter incendiare l'atmosfera durante i suoi esperimenti con grandi potenze elettriche. Sapendo quindi che la parte più bassa dell'atmosfera in condizioni normali è isolante, mentre quella più alta è conduttiva, Tesla ideò una tecnica per trasmettere e immagazzinare corrente su quest'ultima. Lo scopo era quello di rendere utilizzabile e accessibile questa corrente da qualsiasi altre parte del globo mediante l'uso di fasci di particelle conduttive posizionati a terra.
L'alta atmosfera, essendo caratterizzata dalla presenza di gas a bassa pressione, una volta ionizzata diviene un buon conduttore di elettricità. La porzione di alta atmosfera tra il trasmettitore e il ricevitore può quindi condurre corrente esattamente come un tubo al neon di proporzioni planetarie, a patto, ovviamente, che vi sia energia a sufficienza. Viceversa, la nostra Terra, che sappiamo possedere proprietà conduttrici (ottime a determinati voltaggi e frequenze), ha un raggio di circa 6000 km ed è circondata da un piccolo strato di bassa atmosfera che ha invece caratteristiche isolanti. Il nostro pianeta riceve molta energia dalle particelle cosmiche di cui è fatto bersaglio dallo spazio (per es. dal Sole) e avendo nello stesso tempo sia un proprio movimento rotatorio che un campo magnetico, si comporta come una gigantesca dinamo. Tra l'area terrestre conduttiva e la parte di atmosfera conduttiva più alta (troposfera e ionosfera) vi sono solo i pochi chilometri di spessore della bassa atmosfera, che funge da isolante tra le prime due. Di conseguenza, creando artificialmente un collegamento tra le due zone conduttrici del pianeta, la differenza di potenziale elettrico produce un passaggio di corrente. L'energia che fluisce attraverso l'aria, infatti, è caratterizzata da un'alta tensione a bassa potenza, mentre quella che fluisce attraverso la terra da un'alta potenza a bassa tensione.
La Terra possiede una sua naturale carica negativa rispetto alla regione conduttiva dell'atmosfera, che inizia a un'altezza di 50 km. L a differenza di potenziale tra la terra e questa regione è di circa 400.000 volt. In prossimità della superficie terrestre vi è un onnipresente campo elettrico di circa 100 V/m diretto verso il basso. Un trasmettitore con bobine Tesla sintonizzato sulla frequenza di risonanza della Terra crea un disturbo locale nella sua carica che si manifesta come una variazione della densità del campo elettrico. Tale disturbo si propaga dal trasmettitore, ma la sua intensità diminuisce man mano che si allontana da esso. Un trasmettitore sufficientemente potente, invece, produce una distorsione del campo che si propaga ovunque, sino a raggiungere il punto del globo diametralmente opposto, per essere poi riflessa verso il punto d'origine. Mentre il metodo di trasmessione tra Terra e atmosfera richiede la costruzione di un impianto di trasmissione e di un impianto di ricezione opportunamente sintonizzati tra loro, con il sistema interamente di Terra, invece, è sufficiente un trasmettitore sintonizzato sulla frequenza di risonanza ( o una delle sue armoniche) di quest'ultima, poichè a svolgere l'importante funzione di ricevitore sincronizzato sarà la Terra stessa.
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Wilhelm Reich
sabato 21 settembre 2013
Rimedi naturali bruciore di stomaco
Una iper produzione di succhi digestivi genera, come conseguenza, quella fastidiosa sensazione di acido alla bocca dello stomaco, associata a dolore epigastrico ed eruttazioni continue, anche a stomaco vuoto. Mangiare allevia il disturbo ma solo momentaneamente, perché quando comincia la digestione, sono di nuovo fuoco e fiamme. Che fare? Innanzi tutto, dobbiamo andare dal medico e parlare dei nostri sintomi, è importante anche effefttuare alcuni esami per stabilire che non vi sia una vera e propria gastrite conclamata. In ogni caso, per trovare sollievo dobbiamo agire su più fornti, partendo da quello alimentare, ovviamente. Ecco alcuni cibi che ci aiutano a "tamponare" l'acido:
- Ricotta e yogurt (non il latte, che contiene una sostanza irritante per le mucose dello stomaco)
- Verdure e tuberi lessi, tra cui patate, zucchine, carote
- Pane e pasta, meglio se integrali
- Frutta anti-acido tra cui banane, pere, mele
- Carne e pesce magri cucinati in modo leggero, così da essere digeribili
- Riso
http://scienzaesalute.blogosfere.it/2013/05/contro-lacidita-di-stomaco-quali-sono-i-rimedi-naturali-e-i-farmaci-indicati.html
Consigliati anche bicarbonato di sodio e argilla verde
Quali sono le cause principali scatenanti la gastrite?
- Eccesso di alcool
- Alimentazione eccessiva o disordinata
- Fumo di sigaretta
- Eccessivo consumo di cibi piccanti o molto speziati
- Infezioni batteriche
- Situazioni di forte stress
- Cambio di stagione
- Assunzione di farmaci antinfiammatori
venerdì 6 settembre 2013
Simboli Raccolta differenziata e manuale in pdf
La raccolta differenziata
Codici e simboli delle tipologie di materiali per la raccolta differenziata
Per rendere più chiaro ed immediato riconoscere quali rifiuti possono essere riciclati ed in che modo vanno raccolti in maniera differenziata sono state realizzate alcune simbologie denominate come International Universal Recycling Codes (Codici universali internazionali di riciclaggio).
PLASTICA | CARTA E VETRO | ||||
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#1 PET o PETE | Polietilene tereftalato o arnite: Bottiglie di acqua, bottiglie di bibite, flaconi di shampoo | ![]() |
#20 PAP | Cartone ondulato: Scatoloni contenenti i mobili in kit |
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#2 HDPE | Polietilene ad alta densità: Contenitori degli yogurt, flaconi di detersivo | ![]() |
#21 PAP | Cartone non ondulato: Confezioni dei panini nei fast-food |
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#3 PVC o V | Cloruro di polivinile: Contenitori per alimenti | ![]() |
#22 PAP | Carta: Confezione delle patatine nei fast-food, carta di giornale, sacchetti di carta |
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#4 LDPE | Polietilene a bassa densità: Sacchetti cibi surgelati, bottiglie spremibili | #23#39 #73#79 |
Altri tipi di carta. Altri tipi di vetro. |
|
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#5 PP | Polipropilene o Moplen: Bottiglie di ketchup | ![]() |
#70 | Vetro trasparente/incolore: Bottiglie di acqua |
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#6 PS | Polistirene o Polistirolo: Bicchieri monouso | ![]() |
#71 | Vetro di colore verde: Bottiglie di vino |
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#7-#19 O | Tutte le altre plastiche | ![]() |
#72 | Vetro di colore marrone: Bottiglie di birra |
METALLI | LEGNO | ||||
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#40 FE | Acciaio - Ferro | ![]() |
#50 FOR | Legno |
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#41 ALU | Alluminio | ![]() |
#51 FOR | Sughero |
#42#49 | Altri tipi di metallo | #52#59 | Altri tipi di materiali in legno. | ||
TESSILI | |||||
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#60 TEX | Cotone | ![]() |
#61 TEX | Juta |
#60-69 | Altri materiali tessili. | #90 | Plastica/alluminio |
#80 | Carta e cartone/metalli vari | #91 | Plastica/latta |
#81 | Carta e cartone/plastica | #92 | Plastica/metalli vari |
#82 | Carta e cartone/alluminio: Sacchetto di biscotti confezionati | #95 | Vetro/plastica |
#83 | Carta e cartone/latta | #96 | Vetro/alluminio |
#84 | Carta e cartone/plastica/alluminio | #97 | Vetro/latta |
#85 | Carta e cartone/plastica/alluminio/latta | #98 | Vetro/metalli vari |
#86#89 | Altri materiali composti | R SP | Medicinali |
#93#94 | Altri materiali composti | R SP | Apparecchiature tecnologiche |
#99 | Altri materiali composti | R SP | Pile e batterie esaurite |
Perchè è importante differenziare...
Carta (da materia prima) | Carta (da materiale riciclato) |
Per produrre una tonnellata di carta occorrono:
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Per produrre una tonnellata di carta riciclata:
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Vetro (da materia prima) | Vetro (da materiale riciclato) |
Per produrre vetro occorrono:
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Per produrre vetro con uguali quantità di materia prima e vetro di recupero si risparmia:
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Metalli (da materia prima) | Metalli (da materiale riciclato) |
Per produrre 1 Kg di alluminio occorrono:
Approfondimenti: ![]() Fonte: http://www.difesambiente.it/uomo_ambiente/raccolta_differenziata.html |
Per produrre 1 Kg di alluminio da materiale riciclato occorre:
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mercoledì 4 settembre 2013
Dal riscaldamento globale alla dittatura mondialista Global warming o global freezing?
Questo articolo �
stato tratto dall�ultimo bellissimo libro dell�amico giornalista e scrittore
Maurizio Blondet: �Cretinismo scientifico e sterminio
dell�umanit��, edito da Effedieffe.
Dal riscaldamento
globale alla dittatura mondialista
Global warming o global freezing?
Marcello Pamio � 11 agosto 2013
Global warming o global freezing?
Marcello Pamio � 11 agosto 2013
Il termine
Global Warming � un neologismo entrato nel vocabolario della lingua
italiana, a tal punto che lo stanno insegnando nei libri di scuola fin
dalle elementari.
Tutti, soprattutto i pi� piccoli, devono sapere che il problema pi� impellente al mondo � il riscaldamento.
L�immensa grancassa dei mezzi di comunicazione di media, e quindi dei poteri forti che li gestisce e controlla, sta allarmando il mondo intero del pericolo mortale del riscaldamento globale, attribuendone la causa all�uomo.
Come mai?
Tutti, soprattutto i pi� piccoli, devono sapere che il problema pi� impellente al mondo � il riscaldamento.
L�immensa grancassa dei mezzi di comunicazione di media, e quindi dei poteri forti che li gestisce e controlla, sta allarmando il mondo intero del pericolo mortale del riscaldamento globale, attribuendone la causa all�uomo.
Come mai?
Il riscaldamento
del clima � un fatto e nessuno lo mette in discussione - anche se poi
vedremo che le cose non stanno proprio cos� - ma da questo affermare
che � solamente l�attivit� umana la causa, ce ne passa di acqua sotto il
ponte.
La storia per fortuna viene in aiuto: nella Francia del 1719, una canicola eccezionale fece morire oltre 450 mila persone.
La storia per fortuna viene in aiuto: nella Francia del 1719, una canicola eccezionale fece morire oltre 450 mila persone.
Entro il 2070
si scioglieranno i ghiacciai
Questo � uno dei tanti titoli pubblicati a caratteri cubitali e ripreso dai media maistream di tutto il mondo. Non abbiamo scampo, si stanno sciogliendo i ghiacciai e finiremo sommersi dalle acque o cotti dal calore del sole.
I ghiacciai alpini si stanno liquefacendo, come pure la calotta polare, si restringe la Groenlandia, i mari si alzano, ecc.
Colpa ovviamente dell�uomo!
Le previsioni sono infauste, per non dire apocalittiche: dove fa caldo far� caldissimo, e dove fa freddo avremo una glaciazione tipo Siberia. In pi� spariranno molte citt� costiere.
Tutto questo tra il 2010 e il 2020.
Non tutti sanno per� che l�ambientalismo catastrofico � mosso da interessi costituiti potentissimi e dall�ideologia della �crescita zero�, ed � teleguidato direttamente dalle fondazioni Rockefeller�
Questo � uno dei tanti titoli pubblicati a caratteri cubitali e ripreso dai media maistream di tutto il mondo. Non abbiamo scampo, si stanno sciogliendo i ghiacciai e finiremo sommersi dalle acque o cotti dal calore del sole.
I ghiacciai alpini si stanno liquefacendo, come pure la calotta polare, si restringe la Groenlandia, i mari si alzano, ecc.
Colpa ovviamente dell�uomo!
Le previsioni sono infauste, per non dire apocalittiche: dove fa caldo far� caldissimo, e dove fa freddo avremo una glaciazione tipo Siberia. In pi� spariranno molte citt� costiere.
Tutto questo tra il 2010 e il 2020.
Non tutti sanno per� che l�ambientalismo catastrofico � mosso da interessi costituiti potentissimi e dall�ideologia della �crescita zero�, ed � teleguidato direttamente dalle fondazioni Rockefeller�
La Corrente del
Golfo
Ad essere in questione � la Corrente del Golfo che porta l�acqua riscaldata nel Golfo del Messico verso nord, rendendo mite il clima del Nord America e dell�Europa settentrionale ed evitando che siano coperte dai ghiacci.
Quando la Corrente, che nel suo percorso da sud scorre in superficie, arriva alle estreme latitudini nord, si raffredda e diventa pi� densa, quindi sprofonda e nel fondo oceanico ripercorre all�inverso la sua rotta, tornando verso l�Equatore. Qui si riscalda, risale in superficie e riprende la rotta verso nord. E� questo il motore che esenta l�Inghilterra, nonostante la sua alta latitudine dal clima che domina il Mar Baltico siberiano. Da un po� di tempo per� questo motore perde colpi. La causa: lo scioglimento dei ghiacciai dell�Artide: l�acqua dolce diluisce la salinit� della corrente e ci� impedisce che nella rotta di ritorno essa sprofondi completamente.
Ad essere in questione � la Corrente del Golfo che porta l�acqua riscaldata nel Golfo del Messico verso nord, rendendo mite il clima del Nord America e dell�Europa settentrionale ed evitando che siano coperte dai ghiacci.
Quando la Corrente, che nel suo percorso da sud scorre in superficie, arriva alle estreme latitudini nord, si raffredda e diventa pi� densa, quindi sprofonda e nel fondo oceanico ripercorre all�inverso la sua rotta, tornando verso l�Equatore. Qui si riscalda, risale in superficie e riprende la rotta verso nord. E� questo il motore che esenta l�Inghilterra, nonostante la sua alta latitudine dal clima che domina il Mar Baltico siberiano. Da un po� di tempo per� questo motore perde colpi. La causa: lo scioglimento dei ghiacciai dell�Artide: l�acqua dolce diluisce la salinit� della corrente e ci� impedisce che nella rotta di ritorno essa sprofondi completamente.
Rallentamenti
della Corrente sono avvenuti pi� volte in passato, assai prima dell�era
industriale. L�ultima nel 1300 d.C. che determin� in Europa la �piccola
era glaciale� che perdur� per due secoli.
Non solo, la corrente 8200 anni fa si ferm� del tutto: l�Europa si copr� di ghiacci spessi anche 750 metri. Le isole britanniche e il Nord America erano dominate da un clima siberiano. Ci volle un migliaio di anni perch� le zone tornassero abitabili.
Oggi, un rapporto del Pentagono ventila la possibilit� che la corrente non solo rallenti, ma si arresti di nuovo.
Non solo, la corrente 8200 anni fa si ferm� del tutto: l�Europa si copr� di ghiacci spessi anche 750 metri. Le isole britanniche e il Nord America erano dominate da un clima siberiano. Ci volle un migliaio di anni perch� le zone tornassero abitabili.
Oggi, un rapporto del Pentagono ventila la possibilit� che la corrente non solo rallenti, ma si arresti di nuovo.
Il mistero
delle gocce di acqua
Gocce d�acqua che restano liquide a gradi sottozero: impossibile? Dovrebb
Gocce d�acqua che restano liquide a gradi sottozero: impossibile? Dovrebb
domenica 1 settembre 2013
Schiavone: “Ho detto dove sono i rifiuti tossici, non bonificano perché costa troppo”
“Otto giorni è il tempo del dolore e della meraviglia. Per questo facevamo passare una settimana fra un omicidio e l’altro”. Così Carmine Schiavone, ex boss dei casalesi e collaboratore di giustizia dal 1993. Ma se lo scalpore per certe notizie ha vita breve, al contrario i danni ambientali dello sversamento di rifiuti tossici nelle cave della Campania hanno una durata lunghissima. Fino a quando non vengono rimossi. E qui casca l’asino. “Io certe cose, come i luoghi esatti dove è interrata l’immondizia più pericolosa, le ho dette nel 1997 durante le audizioni in commissione Ecomafie – racconta Schiavone – Sapete cosa mi dissero? Che era impossibile bonificare perché servivano troppi soldi”. A distanza di quasi vent’anni, quelle parole oggi sono ancora coperte dal segreto, mentre milioni di persone rischiano di ammalarsi gravemente. Secondo l’ex capoclan, nelle terre dell’agro di Caserta sarebbero finite anche “cassette di piombo con materiale nucleare”, arrivate dal nord Europa. “Andammo a fare un sopralluogo a Casale – ricorda – Siamo dovuti scappare via per il livello di radioattività di Andrea Palladino
Fonte:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/08/31/schiavone-so-dove-sono-rifiuti-tossici-in-campania-non-bonificano-perche-costa-troppo/243151/
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martedì 27 agosto 2013
domenica 11 agosto 2013
Alimentazione Naturale
Per
alimentazione naturale è opportuno intendere l' insieme dei criteri alimentari
che promuovono l'equilibrio bio - psichico, la salute naturale di chi li
rispetta, essendo indispensabili per raggiungere, mantenere e
preservare il più possibile le potenzialità fisiche e mentali, per
favorire la rigenerazione dei tessuti, per indurre il recupero
energetico. L'alimentazione
naturale è, tra i fattori della salute, sicuramente uno dei più
importanti. Infatti con questo termine non si intende dire altro che questo
" nutrire l'organismo fornendogli il cibo che gli è
necessario per mantenere l'equilibrio fisiologico ed eliminando dalla
nutrizione ogni apporto superfluo, squilibrato, tossico.".
Dal
momento che le varie specie di esseri viventi si sono adattate, nel corso
dell'evoluzione, soltanto ad alcuni alimenti che si trovano in natura, e
l'adattamento è diverso da specie a specie, l'alimentazione ideale per la
salute di ogni essere vivente consisterà nel nutrirsi con gli alimenti
naturali a cui si è adattati.
All'interno di ogni specie possono poi esserci
specifiche variazioni a seconda delle etnie e anche individuali.
Gli
animali sono avvantaggiati nella scelta dell'alimentazione a cui sono adattati
dall'istinto che li guida nella scelta giusta. Nell'uomo l'istintualità, che
pur permane, si è attenuata e sono pertanto molto più frequenti le
scelte alimentari non rispondenti ai bisogni fisiologici.
Tuttavia
un criterio guida generale e valido per tutti gli esseri viventi dovrebbe
essere già chiaro: l'alimento ideale deve comunque essere "naturale":
il corpo infatti si è adattato nel corso di centinaia di migliaia di anni al
prodotto della natura: quanto più l'alimento è trattato, manipolato,
estratto, modificato, alterato in qualunque modo dalla sua naturale
struttura, tanto più diventa inadatto, inadeguato, carente, tossico, patogeno.
E'
fondamentale da questo punto di vista l'alimentazione biologica: solo l'alimento
biologico, coltivato in modo da avvicinarsi il più possibile alle condizioni
naturali del terreno e dell'ambiente circostante, può infatti
racchiudere l'insostituibile equilibrio naturale dei
macronutrienti (proteine,
glicidi, lipidi, vitamine) e
dei micronutrienti : minerali
(sodio, potassio, calcio, magnesio, fosforo, ferro, iodio, fluoro), oligoelementi
(rame, zinco, cromo, selenio, cobalto, molibdeno, manganese, cadmio, bromo,
zolfo).
L'alimentazione
è uno dei fattori più importanti per promuovere salute e benessere, se
possiede le caratteristiche proprie dell'alimentazione sana, ma può
diventare una delle cause più determinanti per l'insorgenza di patologie, disfunzioni, malesseri
vari, ridotte prestazioni fisiche e mentali. Pertanto è opportuno analizzare
gli aspetti positivi o negativi dell'alimentazione per la salute.
Per
essere sana l'alimentazione deve essere: naturale, completa, equilibrata,
bilanciata.
Per
alimentazione naturale si deve intendere l'alimentazione a base di cibo :
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adatto
alla specie a cui si appartiene
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ingerito
quando ha raggiunto la pienezza delle sue potenzialità nutrizionali, fresco
e integro il più possibile, nella completezza dei suoi componenti
eduli.
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nella
quantità fisiologica e con aspetti quantitativi e qualitativi
adattati alle caratteristiche psicofisiche del singolo individuo, delle sue
prestazioni, delle condizioni ambientali, climatiche, stagionali del luogo
in cui vive
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variato
nell'arco della giornata
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variato
nell'arco dei giorni, adattato alle stagioni e alle condizioni ambientali
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Alla
base dell'alimentazione naturale, per poterne comprendere
l'importanza, sono da porre alcune considerazioni fondamentali, su cui si fonda ogni orientamento, ogni indicazione
alimentare corretta:
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Gli
alimenti non sono un semplice agglomerato di sostanze chimiche, le cui
potenzialità si esauriscono nell'analisi dei componenti: sono un insieme i
cui effetti su chi si nutre dipendono dall'irripetibile equilibrio e armonia
dei vari componenti, sono un insieme che sfugge ad ogni controllo. Pensare
che l'analisi degli apporti di un alimento si riduca al dosaggio delle varie sostanze e al
loro apporto calorico è estremamente riduttivo. I cibi sono utilizzabili
dall'organismo vivente grazie all'equilibrio naturale, presente in
loro, dei vari componenti: non solo sono importanti nella nutrizione proteine, carboidrati, grassi, vitamine,
oligo - elementi,
ma anche fibre, cellulosa, e i vari componenti non
assimilabili, finalizzati non
alla nutrizione ma a stimolare la funzione dell'apparato digerente.
La cellulosa non è utilizzabile come alimento dall'uomo, tuttavia
essa può agire stimolando peristalsi ed evacuazione.
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Oligoelementi:
detti anche microelementi, o elementi minori o anche elementi traccia. Sono
elementi che entrano a far parte di enzimi il cui eccesso o deficit può
creare disordini funzionali. Tra gli oligoelementi i più noti ed importanti
ricordiamo:
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rame (nocciole, uva), zinco (frumento, crusca, avena, lenticchie, piselli,
fagioli, soia, lattuga, asparagi, patate, broccoli),
ma anche cobalto , cromo, manganese, molibdeno, zolfo, cadmio, bromo
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La
vera alimentazione equilibrata é pertanto quella a base di cibo non
manipolato. La
vera alimentazione bilanciata non è quella ottenuta con dosaggi
meccanici ma quella che mantiene i rapporti dei componenti
presenti nel cibo naturale. Ne deriva che la dieta naturale, quella a base di alimenti
che mantengono le varie condizioni naturali, è anche la sola alimentazione sana.
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Le
condizioni fondamentali perchè un alimento, di origine animale o
vegetale, possegga e conservi
la naturalità sono:
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essere ottenuto senza uso di concimi chimici o di farmaci o di sostanze artificiali in genere
essere fresco il più possibile
non essere trattato
non contenere conservanti
essere integro
non aver subito alcuna manipolazione
non contenere integratori alimentari aggiunti
essere a base di vegetali (vedi alimentazione vegetariana)
TEORIA GENERALE DELLE CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI
FINALITA' DELLE
ASSOCIAZIONI ALIMENTARI
E’
noto che vi sono cibi che richiedono una digestione lunga e complessa, altri che
vengono assimilati rapidamente; è noto anche che cibi diversi richiedono enzimi
diversi e condizioni diverse per la digestione.
E’
notevole la specificità dei succhi digestivi riversati nel canale digerente:
variano, col variare del cibo, la composizione della secrezione salivare, del
succo gastrico, enterico e pancreatico, della secrezione biliare.
L’organismo
cerca, volta per volta, di far sì che l’ambiente del tubo digestivo sia
quello ottimale per la trasformazione degli alimenti in sostanze assimilabili.
Ma
quando sono presenti contemporaneamente alimenti che necessitano di condizioni
molto diverse per essere digeriti, questa fine capacità discriminativa è
sprecata: l’apparato digerente non potrà far altro, per attenuare i danni,
che creare condizioni intermedie, di “compromesso", lontane da quelle
ottimali per ciascun alimento preso singolarmente.
Ne
deriva che i cibi non dovrebbero essere presenti nello stesso tempo, in modo
indiscriminato, nel tubo digerente, e se questo avviene la conseguenza sarà una
digestione imperfetta: mescolanze scorrette sono mal digerite, mal assimilate,
affaticano inutilmente l’apparato digerente e producono scorie tossiche.
Le
corrette associazioni alimentari sono finalizzate a mescolare nello stesso pasto
solo alimenti che richiedono condizioni digestive compatibili.
Analizziamo
adesso i principali esempi
di
cattive associazioni alimentari.
1) Associazioni
tra
cibi prevalentemente amidacei (cereali e derivati, patate, zucche,
castagne ecc.) e cibi prevalentemente proteici (formaggio e latticini, uova,
carne, noci varie ecc.).
Gli
amidi iniziano la loro digestione nella bocca, ad opera della amilasi salivare
(ptialina) la quale è attiva in un ambiente neutro o lievemente acido (PH=
7-6,9).
Una
acidità maggiore inattiva rapidamente la ptialina.
L’azione
della ptialina comincia nella bocca e dovrebbe continuare nello stomaco, che non
secerne enzimi specifici per la digestione degli amidi. Quando nello stomaco
sono presenti solo amidi (o alimenti con essi compatibili) il suo ph si mantiene
entro valori che permettono l’attività della ptialina.
La
digestione delle proteine inizia invece nello stomaco, che secerne un enzima
proteolitico (pepsinogeno) che deve essere attivato dall’acido cloridrico
(secreto anch’esso dalla mucosa dello stomaco) che lo trasforma in pepsina.
La
digestione delle proteine, quindi, necessita di un ambiente acido, tanto più
acido quanto più la proteina è concentrata.
Se
sono presenti contemporaneamente nello stomaco sostanze amidacee e proteiche, lo
stomaco raggiunge rapidamente una acidità che inattiva la ptialina, arrestando
la digestione degli amidi.
A
sua volta la massa degli amidi frenerà la secrezione di acido cloridrico, in
modo da rendere meno rapida la inattivazione della ptialina e tenderà ad
assorbire parte della pepsina e dello stesso acido cloridrico al suo interno per
un fenomeno fisico passivo di inibizione: come conseguenza la digestione delle
proteine sarà rallentata ed incompleta.
Lo
stomaco allora reagirà riversando, in un secondo tempo, un eccesso di succo
fortemente acido per completare la digestione gastrica delle proteine. Questa
reazione che non è sufficiente ad eliminare le conseguenze della cattiva
associazione, è alla base della acidità di stomaco che provoca senso di
bruciore e malessere.
Gli
altri tratti dell’apparato digerente potranno ovviare agli inconvenienti della
non perfetta digestione gastrica degli amidi e delle proteine, grazie alla
amilasi pancreatica e agli enzimi proteolitici secreti dal duodeno e dal
pancreas, ma a volte questo avviene in modo non soddisfacente.
Come
conseguenza potranno innescarsi a carico degli amidi o delle proteine dei
processi digestivi anomali: fermentazione e putrefazione.
La
fermentazione degli amidi nello stomaco e nell’intestino porta alla formazione
di acido acetico, alcool etilico, anidride carbonica con conseguente iperacidità
e gonfiori addominali. La putrefazione delle proteine
nell’intestino, ad opera dei microrganismi ivi presenti, porta allo sviluppo
di sostanze tossiche come leucomaine e ptomaine (sostanze presenti nei cadaveri
in putrefazione) e fenolo, indolo, scatolo e idrogeno solforato. Questi veleni
saranno in parte assorbiti e dovranno essere inattivati dall’organismo ed
eliminati attraverso i reni, o altre vie di eliminazione, sottoponendo le
funzioni depurative ad un eccesso di lavoro. Se queste funzioni non hanno
energia sufficiente, si instaura uno stato di tossiemia generalizzato.
Da
quanto detto deriva che è consigliabile evitare dì mescolare
abitualmente nello stesso pasto amidi e proteine.
2)Associazioni
fra sostanze amidacee e sostanze acide (aceto, condimenti acidi come succo di
limone, di pomodoro ecc.).
Si
è già detto che la ptialina viene rapidamente inattivata dagli acidi. Se essi
vengono mescolati agli amidi, viene saltata la tappa digestiva che inizia in
bocca con l’azione della amilasi salivare e tutto il lavoro digestivo graverà
sull’amilasi pancreatica che, a lungo andare, potrebbe non essere del tutto
sufficiente al compito impostogli.
Questa
associazione è da evitare
3)
Associazione fra proteine e sostanze acide.
La
digestione delle proteine inizia nello stomaco, ad opera della pepsina attivata
dall’acido cloridrico (questa azione è peculiare dell’acido cloridrico e
non può essere svolta da altre sostanze acide).
La
presenza di acidi nello stomaco, come è stato dimostrato, inibisce la
secrezione dell’acido cloridrico e questo comporta una diminuzione della
attività della pepsina: ecco perchè è consigliabile non
mescolare sostanze acide con proteine.
4)
Associazione fra proteine e grassi.
I
grassi rallentano notevolmente la secrezione gastrica ed inibiscono
quindi
la digestione delle proteine.
Questa
mescolanza è quindi da
evitare,
mentre è consigliabile quella fra amidi e grassi.
5)
Associazione fra il latte e gli altri alimenti.
Il
latte, una volta nello stomaco, coagula per azione di un enzima detto
‘caglio”. Se lo si ingerisce
con altri alimenti, questi rimangono avvolti dai grumi di latte, che ne
impediscono la digestione finché essi stessi non sono stati dissolti dai
processi digestivi.
Il
latte quindi va preso a solo.
6)
Associazione fra la frutta e gli altri alimenti.
La
frutta è costituita quasi interamente da acqua, fino al 90%, e per il resto da
sostanze zuccherine semplici, oltre a vitamine, sali minerali e talvolta piccole
quantità di grassi e proteine.
La
frutta non necessita di digestione gastrica: passa rapidamente nell’intestino
e viene quindi assorbita perchè i suoi costituenti sono in gran parte
direttamente assimilabili. Quando la frutta è ingerita insieme (o dopo, come si
fa abitualmente) ad altre sostanze che richiedono una lunga digestione nello
stomaco, (proteine, amidi), viene intrappolata nello stomaco e vi rimane per un
tempo eccessivamente lungo.
Gli
zuccheri andranno allora incontro a processi fermentativi, con sviluppo di
anidride carbonica e sostanze acide; a sua volta la frutta bloccata nello
stomaco interferirà negativamente nella digestione gastrica di amidi e
proteine, perché diluisce i succhi digestivi.
Anche
la frutta quindi va mangiata da sola o mezz’ora prima dei pasti.
7)
Associazione amido-amido.
Questa
associazione (ad es. patate + cereali o derivati) non presenta
incompatibilità
tuttavia può indurre ad un eccessivo consumo di amidi.
E
bene quindi che non sia abituale.
8)
Associazione proteina-proteina.
Anch’essa
non è sempre incompatibile,
tuttavia
è sconsigliabile perché facilita un eccessivo apporto
proteico.
9)
Alimenti a base di zuccheri semplici (sciroppi, miele, dolci, gelati, zucchero,
saccarosio grezzo o raffinato).
Sono
da ridurre al minimo, alcuni da evitare (zucchero e dolciumi industriali).
In
ogni caso, come la frutta, vanno presi lontano dai pasti, perchè incompatibili
con quasi tutti gli altri alimenti che ne facilitano la fermentazione.
CORRETTE
ASSOCIAZIONI ALIMENTARI
Nel
rispetto delle associazioni alimentari corrette, si consiglia un menu che
prevede la frutta a colazione e/o a merenda (da non
mescolare frutta acida, come arance, pompelmi e limoni, con quella dolce come
datteri, fichi ecc.) e due pasti caratterizzati da un primo piatto
costituito da abbondanti verdure crude di stagione, quindi, se si vuole, verdure
cotte, e poi un solo piatto a base
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o di alimenti prevalentemente amidacei
|
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o di
alimenti prevalentemente proteici
|
(se a pranzo si mangiano
gli amidi a cena si mangeranno le proteine o viceversa).
CRITICHE
ALLA TEORIA
DELLE
CORRETTE ASSOCIAZIONI ALIMENTARI
Alla
teoria delle corrette combinazioni alimentari sono state avanzate alcune
critiche. Prendiamo in considerazione le più comuni.
I)
1) L’organismo ha bisogno di numerosi
principi nutritivi (amidi, grassi, proteine, vitamine, sali minerali). I pasti
che rispettano le combinazioni alimentari non sono “bilanciati’ e possono
portare a carenza di “valori nutritivi.
La
risposta a questa obiezione è ovvia: dal momento che in genere si fanno tre
pasti quotidiani, è sufficiente variare i principi nutritivi nell’arco della
giornata, facendo si che i vari pasti si integrino fra loro (come avviene nel
menu-tipo che abbiamo consigliato). Il corpo non ha bisogno che lo si rifornisca
ogni tre - quattro ore di tutte le sostanze necessarie alla vita, ha ben altra
autonomia! Le carenze si instaurano solo dopo prolungati periodi di non
assunzione di un principio nutritivo,con l’esaurimento delle riserve.
L’apportare
ad ogni pasto di tutti i gruppi di sostanze alimentari non è quindi di alcuna
utilità ed anzi, paradossalmente, può causare carenze relative, rendendo
difficoltosa la digestione ed anomala l’assimilazione.
Nella
nostra società, infatti, le carenze molto spesso non sono reali (mancanza
di fattori nutritivi nell’alimentazione) ma relative, dovute cioè ad insufficiente
assorbimento dei principi nutritivi da parte del tubo digerente non ben
funzionante, e a volte questo può essere imputabile proprio a pasti mal
combinati.
2)
Altra obiezione: in natura i cibi non sono mai costituiti
da sostanze allo stato puro, ma sono delle combinazioni più o meno varie e
complesse. Così nei cereali vi sono amidi, ma anche proteine in percentuale non
trascurabile; i legumi e le noci contengono in notevole quantità amidi, grassi
e proteine. Perchè mai bisognerebbe evitare le combinazioni, se esistono in
natura?
A
questa obiezione si risponde facendo osservare che nel prodotto naturale le
varie componenti non sono mescolate meccanicamente e a caso, non sono dei
semplici miscugli, ma costituiscono un
complesso
ordinato, in grado di “esporre” alla attività digestiva prima un gruppo di
sostanze e poi un altro. Quando ad es. si mangiano cereali o derivati i
fisiologi hanno notato che la mucosa dello stomaco si mantiene ad un PH neutro
per un periodo prolungato, permettendo così la digestione degli amidi; quando
questa è ultimata, l’ambiente dello stomaco si modifica bruscamente per il
rapido riversarsi di succhi fortemente acidi che renderanno possibile l’inizio
della digestione proteica ad opera della pepsina. Questa capacità del complesso
amido- proteina naturale di indurre modificazioni successive specifiche, tali da
permettere la digestione ottimale in tempi diversi dei due gruppi dì sostanze,
è assente quando si mangia un miscuglio del tipo pane e formaggio, pane e carne
ecc. In questo caso infatti l’acidità dello stomaco aumenta immediatamente,
come abbiamo dello, inibendo rapidamente l’azione della ptialina.
QUANDO
SEGUIRE
LE CORRETTE COMBINAZIONI È DI
GRANDE
UTILITÀ
1)
In tutti i disturbi digestivi (acidità di stomaco,i bruciori, i rigurgiti acidi
scompaiono
immediatamente; le digestioni difficili prolungate, pesanti
diventano
presto un ricordo; il meteorismo e la flatulenza si attenuano o scompaiono, così
la stitichezza.
2)Quando
si vuole dimagrire o disintossicare l’organismo.
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