Dalla saggezza della medicina antroposofica, il rivoluzionario metodo
che cura bocca e denti, riequilibrando le ferite dell'anima.
La dentosofia sta esplorando una nuova e interessante dimensione
nell'ambito delle terapie odontoiatriche. Ci parla infatti di «saggezza
dei denti» e di equilibrio tra bocca, essere umano e universo. Il dottor
Renzo Ovidi, medico odontoiatra, da oltre dieci anni sta applicando e
approfondendo questa metodologia con grandissime soddisfazioni, e
l'arricchimento non è solo professionale ma anche umano. Per Terra Nuova
Edizioni ha appena pubblicato il volume «Perché i figli della
playstation hanno i denti storti».
Dottor Ovidi, può spiegarci meglio come funziona esattamente questo nuovo approccio all'arte dentistica?
La dentosofia (da dens, dente, e sophia, saggezza) è una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all'arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l'equilibrio della bocca, dell'essere umano e del mondo intero. Così è stata definita circa vent'anni fa da Michel Montaud e Rodrigue Mathieu, due medici dentisti di scuola antroposofica. La bocca riveste un ruolo centrale per l'equilibrio e la salute dell'intero organismo, e proprio in questo si differenzia dalle terapie dentistiche convenzionali: ogni atto terapeutico viene eseguito nel riconoscimento dei legami che intercorrono tra il cavo orale e il paziente nella sua integralità di corpo e mente. Quando parlo di mente intendo il nostro equilibrio psicoaffettivo, che in qualche modo si evidenzia nel cavo orale con la posizione, le malattie o i traumi che i denti subiscono.
Possiamo affermare che anche i denti e la bocca, così come l'occhio (iridologia), il piede (riflessologia) e l'orecchio (auricoloterapia) sono il riflesso del nostro stato di salute?
Credo che ogni organo, oltre alle funzioni alle quali è deputato, abbia la capacità di registrare gli eventi che riguardano l'intero organismo: problemi viscerali, intolleranze e, nel caso della bocca, situazioni psicoaffettive. La dentosofia divide la bocca in una metà destra, che corrisponde al maschile, alla materialità, e in una sinistra, che corrisponde al femminile, alla spiritualità. A ogni dente viene dato un contenuto archetipico. L'incisivo superiore di destra è l'archetipo maschile, quello di sinistra il femminile, il laterale destro è l'archetipo padre, il sinistro la madre. Il canino superiore destro esprime la forza, il coraggio, quello di sinistra l'amore e l'attaccamento per la propria gente... e così via per tutti
i denti. In questo senso la carie è una piccola malattia che, in base all'archetipo coinvolto, segnala che c'è qualcosa che non va.
Lo strumento simbolo della dentosofia è l'attivatore plurifunzionale (APF). Cos'è esattamente e come si esplica la sua funzione?
Questo strumento, ideato da Soulet-Besombes, prodotto originariamente in caucciù e attualmente disponibile anche in silicone, a prima vista sembra un'apparecchiatura molto semplice ma in realtà la sua azione è complessa, non a caso si chiama plurifunzionale. Simile al paradenti di un pugile, ha un'azione sul riequilibrio della bocca e di conseguenza anche sulla postura. Ripristina e normalizza funzioni neurovegetative oro-faringee come la masticazione, la deglutizione, la fonazione e la respirazione nasale e innesca processi elaborativi lavorando, con piccole azioni di tipo osteopatico, su quei denti il cui contenuto archetipico ha manifestato una disarmonia, una perturbazione che può essere somatizzata.
Anche grazie al contributo dell'osteopatia, è ormai noto come squilibri posturali possano essere associati a problematiche legate al cavo orale. Meno nota l'interazione tra bocca e respirazione, concentrazione e prestazioni sportive. Il lavoro dell'osteopata e quello del dentosofo sono sicuramente complementari. Il riequilibrio del cavo orale è propedeutico a un buon equilibrio posturale. Una buona respirazione nasale, poi, è necessaria per una buona concentrazione: questo avviene perché l'aria respirata con la bocca giunge al cervello più povera di ossigeno rispetto a quella ottenuta con una normale respirazione nasale. È il caso, questo, di tutti quei bambini che respirano con la bocca aperta e che spesso vengono indicati dalle loro maestre come disattenti. Poveretti! Non dipende dalla loro volontà ma soltanto da una cattiva ossigenazione. Per quanto riguarda le prestazioni sportive, ormai non è più un segreto: spesso si vedono, durante partite importanti, calciatori che giocano con attivatori o strumenti simili per migliorare le loro prestazioni.
La dentosofia presuppone una collaborazione attiva tra paziente e dentista. Da quale età è opportuno usare l'attivatore e quali problematiche potremmo andare a riequilibrare?
Con l'attivatore si può intervenire a qualsiasi età e in qualsiasi situazione odontoiatrica. Gli adulti sono i pazienti ideali, perché con questi si può fare un percorso. Parlo di percorso e non di trattamento perché le disarmonie riscontrate sui denti, sull'occlusione e sulla postura, devono essere motivo di elaborazione. Non si può ridurre un morso profondo o una scoliosi a un paziente timido senza lavorare sulla sua timidezza. Con i trattamenti dentosofici si può ottenere tutto, ovvero l'equilibrio, ma può anche capitare di non ottenere nulla.
Colpisce il titolo del suo libro: siamo curiosi di sapere perché i figli della playstation hanno i denti storti...
Circa quindici anni fa non conoscevo ancora la dentosofia, e mi capitava di trattare con mezzi ortodontici tradizionali dei giovani adolescenti, specialmente maschi, che arrivavano nel mio studio accompagnati dalle loro madri e dal loro inseparabile game-boy. La patologia più frequente era rappresentata da morsi profondi (quando i denti superiori coprono quasi interamente quelli inferiori) e da canini superiori vestibolarizzati (in fuori).Riuscivo quasi sempre ad allineare i denti, ma spesso tendevano a ritornare come erano, e a volte anche le loro posture peggioravano. Così, ragazzi timidi e introversi diventavano ancora più chiusi. Tutto questo sembrava stabilizzarsi, con i canini che rimanevano nella giusta posizione, solo quando alcuni si presentavano ai controlli non più accompagnati dalla mamma, ma dalla fidanzatina. Erano usciti dalla loro timidezza, non erano più introversi, erano guariti nonostante i miei trattamenti. È proprio in questa occasione che ho cominciato a chiedermi: perché i figli della playstation hanno i denti storti?.
Abbiamo già accennato come ogni dente sia il riflesso di un archetipo, ad esempio il canino superiore di destra rappresenta la forza e il coraggio, quello di sinistra è riflesso dell'amore, dell'attaccamento alla propria terra e alla propria gente. I ragazzi avrebbero bisogno di esprimere appieno il contenuto archetipico di questi denti magari giocando, confrontandosi anche fisicamente con i loro coetanei, vivendo all'aria aperta e a contatto con la natura.
Il «figlio della playstation» difficilmente riesce a esprimere il contenuto archetipico di questi denti stando chiuso nella sua bella cameretta davanti al pc, senza un reale confronto con gli altri e senza la possibilità di dare interamente voce alla propria essenza. A quell'epoca il trattamento a cui sottoponevo i miei giovani pazienti non permetteva nessun tipo di elaborazione. Con l'attivatore plurifunzionale, invece, oggi innesco un processo elaborativo con il quale ottengo dei risultati concreti. Non eccellenti forse, ma duraturi.
Dottor Ovidi, può spiegarci meglio come funziona esattamente questo nuovo approccio all'arte dentistica?
La dentosofia (da dens, dente, e sophia, saggezza) è una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all'arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l'equilibrio della bocca, dell'essere umano e del mondo intero. Così è stata definita circa vent'anni fa da Michel Montaud e Rodrigue Mathieu, due medici dentisti di scuola antroposofica. La bocca riveste un ruolo centrale per l'equilibrio e la salute dell'intero organismo, e proprio in questo si differenzia dalle terapie dentistiche convenzionali: ogni atto terapeutico viene eseguito nel riconoscimento dei legami che intercorrono tra il cavo orale e il paziente nella sua integralità di corpo e mente. Quando parlo di mente intendo il nostro equilibrio psicoaffettivo, che in qualche modo si evidenzia nel cavo orale con la posizione, le malattie o i traumi che i denti subiscono.
Possiamo affermare che anche i denti e la bocca, così come l'occhio (iridologia), il piede (riflessologia) e l'orecchio (auricoloterapia) sono il riflesso del nostro stato di salute?
Credo che ogni organo, oltre alle funzioni alle quali è deputato, abbia la capacità di registrare gli eventi che riguardano l'intero organismo: problemi viscerali, intolleranze e, nel caso della bocca, situazioni psicoaffettive. La dentosofia divide la bocca in una metà destra, che corrisponde al maschile, alla materialità, e in una sinistra, che corrisponde al femminile, alla spiritualità. A ogni dente viene dato un contenuto archetipico. L'incisivo superiore di destra è l'archetipo maschile, quello di sinistra il femminile, il laterale destro è l'archetipo padre, il sinistro la madre. Il canino superiore destro esprime la forza, il coraggio, quello di sinistra l'amore e l'attaccamento per la propria gente... e così via per tutti
i denti. In questo senso la carie è una piccola malattia che, in base all'archetipo coinvolto, segnala che c'è qualcosa che non va.
Lo strumento simbolo della dentosofia è l'attivatore plurifunzionale (APF). Cos'è esattamente e come si esplica la sua funzione?
Questo strumento, ideato da Soulet-Besombes, prodotto originariamente in caucciù e attualmente disponibile anche in silicone, a prima vista sembra un'apparecchiatura molto semplice ma in realtà la sua azione è complessa, non a caso si chiama plurifunzionale. Simile al paradenti di un pugile, ha un'azione sul riequilibrio della bocca e di conseguenza anche sulla postura. Ripristina e normalizza funzioni neurovegetative oro-faringee come la masticazione, la deglutizione, la fonazione e la respirazione nasale e innesca processi elaborativi lavorando, con piccole azioni di tipo osteopatico, su quei denti il cui contenuto archetipico ha manifestato una disarmonia, una perturbazione che può essere somatizzata.
Anche grazie al contributo dell'osteopatia, è ormai noto come squilibri posturali possano essere associati a problematiche legate al cavo orale. Meno nota l'interazione tra bocca e respirazione, concentrazione e prestazioni sportive. Il lavoro dell'osteopata e quello del dentosofo sono sicuramente complementari. Il riequilibrio del cavo orale è propedeutico a un buon equilibrio posturale. Una buona respirazione nasale, poi, è necessaria per una buona concentrazione: questo avviene perché l'aria respirata con la bocca giunge al cervello più povera di ossigeno rispetto a quella ottenuta con una normale respirazione nasale. È il caso, questo, di tutti quei bambini che respirano con la bocca aperta e che spesso vengono indicati dalle loro maestre come disattenti. Poveretti! Non dipende dalla loro volontà ma soltanto da una cattiva ossigenazione. Per quanto riguarda le prestazioni sportive, ormai non è più un segreto: spesso si vedono, durante partite importanti, calciatori che giocano con attivatori o strumenti simili per migliorare le loro prestazioni.
La dentosofia presuppone una collaborazione attiva tra paziente e dentista. Da quale età è opportuno usare l'attivatore e quali problematiche potremmo andare a riequilibrare?
Con l'attivatore si può intervenire a qualsiasi età e in qualsiasi situazione odontoiatrica. Gli adulti sono i pazienti ideali, perché con questi si può fare un percorso. Parlo di percorso e non di trattamento perché le disarmonie riscontrate sui denti, sull'occlusione e sulla postura, devono essere motivo di elaborazione. Non si può ridurre un morso profondo o una scoliosi a un paziente timido senza lavorare sulla sua timidezza. Con i trattamenti dentosofici si può ottenere tutto, ovvero l'equilibrio, ma può anche capitare di non ottenere nulla.
Colpisce il titolo del suo libro: siamo curiosi di sapere perché i figli della playstation hanno i denti storti...
Circa quindici anni fa non conoscevo ancora la dentosofia, e mi capitava di trattare con mezzi ortodontici tradizionali dei giovani adolescenti, specialmente maschi, che arrivavano nel mio studio accompagnati dalle loro madri e dal loro inseparabile game-boy. La patologia più frequente era rappresentata da morsi profondi (quando i denti superiori coprono quasi interamente quelli inferiori) e da canini superiori vestibolarizzati (in fuori).Riuscivo quasi sempre ad allineare i denti, ma spesso tendevano a ritornare come erano, e a volte anche le loro posture peggioravano. Così, ragazzi timidi e introversi diventavano ancora più chiusi. Tutto questo sembrava stabilizzarsi, con i canini che rimanevano nella giusta posizione, solo quando alcuni si presentavano ai controlli non più accompagnati dalla mamma, ma dalla fidanzatina. Erano usciti dalla loro timidezza, non erano più introversi, erano guariti nonostante i miei trattamenti. È proprio in questa occasione che ho cominciato a chiedermi: perché i figli della playstation hanno i denti storti?.
Abbiamo già accennato come ogni dente sia il riflesso di un archetipo, ad esempio il canino superiore di destra rappresenta la forza e il coraggio, quello di sinistra è riflesso dell'amore, dell'attaccamento alla propria terra e alla propria gente. I ragazzi avrebbero bisogno di esprimere appieno il contenuto archetipico di questi denti magari giocando, confrontandosi anche fisicamente con i loro coetanei, vivendo all'aria aperta e a contatto con la natura.
Il «figlio della playstation» difficilmente riesce a esprimere il contenuto archetipico di questi denti stando chiuso nella sua bella cameretta davanti al pc, senza un reale confronto con gli altri e senza la possibilità di dare interamente voce alla propria essenza. A quell'epoca il trattamento a cui sottoponevo i miei giovani pazienti non permetteva nessun tipo di elaborazione. Con l'attivatore plurifunzionale, invece, oggi innesco un processo elaborativo con il quale ottengo dei risultati concreti. Non eccellenti forse, ma duraturi.
Fonte:
Sito Ufficiale Dentosofia
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